Gennaro Rubino o l'ebbrezza della provocazione (da anarcotico.net): differenze tra le versioni

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Infatti, il [[15 Novembre]] [[1902]], a Bruxelles il corteo reale, di ritorno da una cerimonia religiosa, venne fatto segno a tre colpi di pistola esplosi da uno degli spettatori. La carrozza del re del Belgio Leopoldo II, la prima del corteo, uscì indenne e i colpi raggiunsero solo la terza carrozza senza far vittime. L'attentatore, sottratto a fatica al linciaggio, venne subito identificato in Gennaro Rubino, quarantatreenne, di Bitonto (Bari), emigrato da tempo a Londra e indicato come anarchico. Ma l'appartenenza di Rubino al movimento anarchico era disconosciuta da tutti gli anarchici militanti, poiché egli stesso, prima sospettato e poi messo alle strette dai compagni, aveva finito per ammettere di essere stato un tempo al soldo di un famoso ispettore di polizia italiano, Ettore Prina, operante presso il Consolato italiano di Londra. Ma aveva soggiunto che, nel praticare gli anarchici, era stato affascinato dalle loro idee e se aveva continuato nel suo servizio di informatore, lo aveva fatto solo per infiltrarsi nell'apparato della polizia, identificare le vere spie e infine aiutare i compagni con i soldi del governo (cosa che aveva effettivamente fatto). Tutto questo era risultato alcune settimane prima dell'attentato e i giornali anarchici, come ''Il Grido della Folla'' di Milano e ''La Rivoluzione Sociale'' di Londra erano usciti con una pubblica diffida nei confronti del Rubino.
Infatti, il [[15 Novembre]] [[1902]], a Bruxelles il corteo reale, di ritorno da una cerimonia religiosa, venne fatto segno a tre colpi di pistola esplosi da uno degli spettatori. La carrozza del re del Belgio Leopoldo II, la prima del corteo, uscì indenne e i colpi raggiunsero solo la terza carrozza senza far vittime. L'attentatore, sottratto a fatica al linciaggio, venne subito identificato in Gennaro Rubino, quarantatreenne, di Bitonto (Bari), emigrato da tempo a Londra e indicato come anarchico. Ma l'appartenenza di Rubino al movimento anarchico era disconosciuta da tutti gli anarchici militanti, poiché egli stesso, prima sospettato e poi messo alle strette dai compagni, aveva finito per ammettere di essere stato un tempo al soldo di un famoso ispettore di polizia italiano, Ettore Prina, operante presso il Consolato italiano di Londra. Ma aveva soggiunto che, nel praticare gli anarchici, era stato affascinato dalle loro idee e se aveva continuato nel suo servizio di informatore, lo aveva fatto solo per infiltrarsi nell'apparato della polizia, identificare le vere spie e infine aiutare i compagni con i soldi del governo (cosa che aveva effettivamente fatto). Tutto questo era risultato alcune settimane prima dell'attentato e i giornali anarchici, come ''Il Grido della Folla'' di Milano e ''La Rivoluzione Sociale'' di Londra erano usciti con una pubblica diffida nei confronti del Rubino.


Il caso si presentava difficile e oscuro, anzitutto perché il Rubino arrivato in Inghilterra da [[socialista]] (aveva un bambino di nome Marx) era un personaggio ambiguo e cupo. Ma con facilità e candore aveva ammesso la sua colpa ed aveva perfino collaborato alle indagini contro se stesso fornendo agli accusatori lettere del Prina.  
Il caso si presentava difficile e oscuro, anzitutto perché il Rubino arrivato in Inghilterra da [[socialista]] (aveva un bambino di nome Marx) era un personaggio ambiguo e cupo. Ma con facilità e candore aveva ammesso la sua colpa ed aveva perfino collaborato alle indagini contro stesso fornendo agli accusatori lettere del Prina.  
Dopo l'attentato egli dichiarò di «avere agito da solo, senza mandato e di essere un anarchico isolato» ma gli anarchici ufficiali non lo riconobbero dei loro. E realmente egli era un anarchico isolato, espressione di un anarchismo solingo, eremitico, anacoretico, misantropico, appartato, indipendente, eretico, intransigente, autonomo, senza referenti e referenze, asociale, anomalo e anomico, prefigurazione perplessa, magnifica e clangorea dell'Anarca jungeriano.
Dopo l'attentato egli dichiarò di «avere agito da solo, senza mandato e di essere un anarchico isolato» ma gli anarchici ufficiali non lo riconobbero dei loro. E realmente egli era un anarchico isolato, espressione di un anarchismo solingo, eremitico, anacoretico, misantropico, appartato, indipendente, eretico, intransigente, autonomo, senza referenti e referenze, asociale, anomalo e anomico, prefigurazione perplessa, magnifica e clangorea dell'Anarca jungeriano.
[[File:Pier Carlo Masini.jpg|thumb|left| [[Pier Carlo Masini]] (foto Archivio famiglia Masini,Cerbaia Val di Pesa)]]
[[File:Pier Carlo Masini.jpg|thumb|left| [[Pier Carlo Masini]] (foto Archivio famiglia Masini,Cerbaia Val di Pesa)]]
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