Fernand Claude Planche: differenze tra le versioni

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Nel [[1939]] viene arrestato con l'accusa di «complicità  in diserzione» per aver redatto una lettera di raccomandazione ad un disertore. Internato preventivamente alla prigione della Santé, intrattiene rapporti epistolari con [[Pierre Valentine Berthier]] che in seguito racconterà  più tardi sul giornale ''Espoir'':  
Nel [[1939]] viene arrestato con l'accusa di «complicità  in diserzione» per aver redatto una lettera di raccomandazione ad un disertore. Internato preventivamente alla prigione della Santé, intrattiene rapporti epistolari con [[Pierre Valentine Berthier]] che in seguito racconterà  più tardi sul giornale ''Espoir'':  
: «… nella mia corrispondenza, quasi ogni mattina, trovo la lettera proveniente da rue de la Santé, a Parigi. Le missive sono a volte abbastanza afflitte. L'inverno è giunto: l'inverno 1939-1940 è uno dei più feroci che si siano mai visti a memoria d'uomo; ovunque è neve e ghiaccio. Planche è in una cella non riscaldata. In lettere scritte da una mano che il freddo ha fatto tremare, al punto che faccio fatica a decifrarne alcuni passaggi, mi confidò la sua miseria: 'sono obbligato a percorrere il locale in lungo e in largo, e non è né troppo lunga né troppo larga, battendomi i fianchi e battendo i piedi per far circolare il sangue. All'inizio della sua detenzione era alla VIII Divisione, cellula 34, e alla fine alla III Divisione, cellula 98. È dalla sua cellula che scrisse al Ministro della Giustizia per reclamare l'imputazione di colpa dal Prefetto di polizia, sostenendo che la sua lettera di raccomandazione non era stata che un debole aiuto a X... per disertare, mentre il passaporto consegnato dalla Prefettura di polizia gli era stato di ben maggiore utilità .»  
: «... nella mia corrispondenza, quasi ogni mattina, trovo la lettera proveniente da rue de la Santé, a Parigi. Le missive sono a volte abbastanza afflitte. L'inverno è giunto: l'inverno 1939-1940 è uno dei più feroci che si siano mai visti a memoria d'uomo; ovunque è neve e ghiaccio. Planche è in una cella non riscaldata. In lettere scritte da una mano che il freddo ha fatto tremare, al punto che faccio fatica a decifrarne alcuni passaggi, mi confidò la sua miseria: 'sono obbligato a percorrere il locale in lungo e in largo, e non è né troppo lunga né troppo larga, battendomi i fianchi e battendo i piedi per far circolare il sangue. All'inizio della sua detenzione era alla VIII Divisione, cellula 34, e alla fine alla III Divisione, cellula 98. È dalla sua cellula che scrisse al Ministro della Giustizia per reclamare l'imputazione di colpa dal Prefetto di polizia, sostenendo che la sua lettera di raccomandazione non era stata che un debole aiuto a X... per disertare, mentre il passaporto consegnato dalla Prefettura di polizia gli era stato di ben maggiore utilità .»  


Liberato dopo undici mesi, subisce l'«internamento amministrativo» nel campo di Maisons-Laffitte (Seine-et-Oise) dove il [[governo]] di Daladier internava «le persone suscettibili di nuocere alla Difesa Nazionale». Dopo l'evacuazione del campo avvenuta il [[10 maggio]] [[1940]], fugge in [[bicicletta]] verso Issoudun dove si rifuggia presso l'abitazione di [[Pierre Valentine Berthier]], dove vi giunge il [[18 giugno]]. In seguito, sempre in [[bicicletta]], raggiunge Parigi prima della chiusura della linea di demarcazione tra nord (sotto occupazione nazista) e sud della [[Francia]], dove si ricongiunge alla sua compagna. Il suo fascicolo per aiuto alla diserzione viene riaperto, e per sfuggire ad un nuovo arresto, sottoscrive un assunzione per un anno come lavoratore volontario in [[Germania]]. Recatosi a Berlino, viene condannato dal tribunale correzionale a 6 mesi di [[carcere|prigione]] (coperti dalla sua detenzione alla Santé) per «incitamento alla disobbedienza».
Liberato dopo undici mesi, subisce l'«internamento amministrativo» nel campo di Maisons-Laffitte (Seine-et-Oise) dove il [[governo]] di Daladier internava «le persone suscettibili di nuocere alla Difesa Nazionale». Dopo l'evacuazione del campo avvenuta il [[10 maggio]] [[1940]], fugge in [[bicicletta]] verso Issoudun dove si rifuggia presso l'abitazione di [[Pierre Valentine Berthier]], dove vi giunge il [[18 giugno]]. In seguito, sempre in [[bicicletta]], raggiunge Parigi prima della chiusura della linea di demarcazione tra nord (sotto occupazione nazista) e sud della [[Francia]], dove si ricongiunge alla sua compagna. Il suo fascicolo per aiuto alla diserzione viene riaperto, e per sfuggire ad un nuovo arresto, sottoscrive un assunzione per un anno come lavoratore volontario in [[Germania]]. Recatosi a Berlino, viene condannato dal tribunale correzionale a 6 mesi di [[carcere|prigione]] (coperti dalla sua detenzione alla Santé) per «incitamento alla disobbedienza».
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