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==Origine e ideologia del fascismo==
==Origine e ideologia del fascismo==
Il giovane Benito Mussolini è socialista ed anti-interventista nei primi mesi della prima guerra mondiale, ma dopo qualche settimana dall'inizio di questa egli cambia improvvisamente e bruscamente rotta assumendo posizioni radicalmente interventiste. Questo comporta il suo immediato dimissionamento dalla direzione dell'organo ufficiale del PSI, «L'Avanti!», ma anche un notevole sostegno economico che gli permette di fondare un nuovo giornale, «Il Popolo d'Italia».
Il giovane Benito Mussolini è [[socialista]] ed anti-interventista nei primi mesi della prima guerra mondiale, ma dopo qualche settimana dall'inizio di questa egli cambia improvvisamente e bruscamente rotta assumendo posizioni radicalmente interventiste. Questo comporta il suo immediato dimissionamento dalla direzione dell'organo ufficiale del PSI, «L'Avanti!», ma anche un notevole sostegno economico che gli permette di fondare un nuovo giornale, «Il Popolo d'Italia».


Il fascismo si forma in un ambito post-bellico in cui i soldati appena rientrati dal fronte si trovano nuovamente a dover fronteggiare i soliti problemi della normale quotidianità. Alcuni reduci dell'ala più nazionalista, sono delusi da quanto la diplomazia ha concesso ad una potenza vincitrice come l'[[Italia]], altri lo sono perché si aspettavano dalla guerra l'"input" per dar via a dei radicali cambiamenti sociali o addirittura per la [[rivoluzione sociale]]. Ed è in questo clima che il fascismo si costituisce formalmente a Milano il [[23 marzo]] [[1919]], giorno in cui Benito Mussolini crea il primo fascio di combattimento.
Il fascismo si forma in un ambito post-bellico in cui i soldati appena rientrati dal fronte si trovano nuovamente a dover fronteggiare i soliti problemi della normale quotidianità. Alcuni reduci dell'ala più nazionalista, sono delusi da quanto la diplomazia ha concesso ad una potenza vincitrice come l'[[Italia]], altri lo sono perché si aspettavano dalla guerra l'"input" per dar via a dei radicali cambiamenti sociali o addirittura per la [[rivoluzione sociale]]. Ed è in questo clima che il fascismo si costituisce formalmente a Milano il [[23 marzo]] [[1919]], giorno in cui Benito Mussolini crea il primo fascio di combattimento.
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Il primo governo Mussolini è necessariamente un governo di coalizione, in quanto i fascisti non hanno i numeri per governare da soli. Il primo provvedimento, alla faccia del presunto carattere antiborghese del fascismo, preso durante il Consiglio dei Ministri del [[31 ottobre]] [[1922]], è una serie di leggi che comporta l'abolizione delle imposte sui sovraprofitti di guerra, l'abolizione della nominatività dei titoli azionari (leggi varate dal governo Giolitti nel [[1920]] per colpire la speculazione finanziaria, che era stata molto contrastata da ambienti vicini alla [[Chiesa]]), l'abolizione del monopolio statale delle assicurazioni sulla vita (promulgata dal governo Giolitti all'inizio degli anni '10) e la riduzione dell'imposta di successione. <ref>[http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&id_article=215 I fascisti corrono a Roma] </ref>Le riforme annunciate vengono invece procrastinate nel tempo, il frazionamento del latifondo e la distribuzione delle terre ritornano ben presto nel dimenticatoio.
Il primo governo Mussolini è necessariamente un governo di coalizione, in quanto i fascisti non hanno i numeri per governare da soli. Il primo provvedimento, alla faccia del presunto carattere antiborghese del fascismo, preso durante il Consiglio dei Ministri del [[31 ottobre]] [[1922]], è una serie di leggi che comporta l'abolizione delle imposte sui sovraprofitti di guerra, l'abolizione della nominatività dei titoli azionari (leggi varate dal governo Giolitti nel [[1920]] per colpire la speculazione finanziaria, che era stata molto contrastata da ambienti vicini alla [[Chiesa]]), l'abolizione del monopolio statale delle assicurazioni sulla vita (promulgata dal governo Giolitti all'inizio degli anni '10) e la riduzione dell'imposta di successione. <ref>[http://www.scenaillustrata.com/public/spip.php?page=anteprimastampa&id_article=215 I fascisti corrono a Roma] </ref>Le riforme annunciate vengono invece procrastinate nel tempo, il frazionamento del latifondo e la distribuzione delle terre ritornano ben presto nel dimenticatoio.


Grazie alla legge elettorale ("Legge Acerbo") <ref>La Legge Acerbo attribuiva i due terzi dei seggi parlamentari alla lista che otteneva il maggior numero di voti e divideva il restante terzo tra le altre liste. </ref>, ai brogli, alla debolezza del fronte antifascista e alle [[violenza|violenze squadriste]], le elezioni del [[1924]] vedono i fascisti uscire vincitori e legittimati a governare. <ref>Alle elezioni del [[6 aprile]] [[1924]] la maggior parte dei liberali appoggiarono il "listone" fascista, Giovanni Giolitti invece presentò una propria lista. La frammentazione dei partiti antifascisti favorì l'affermazione del listone, che ottenne circa il 65% dei suffragi. Tra gli oppositori il PPI ottenne il 9%, i socialisti il 6%, la lista giolittiana il 3,3%.</ref>Il socialista [[Giacomo Matteotti]] denuncia in parlamento le violenze fasciste, pagando il suo coraggio con la morte per mano di una squadraccia fascista.
Grazie alla legge elettorale ("Legge Acerbo") <ref>La Legge Acerbo attribuiva i due terzi dei seggi parlamentari alla lista che otteneva il maggior numero di voti e divideva il restante terzo tra le altre liste. </ref>, ai brogli, alla debolezza del fronte antifascista e alle [[violenza|violenze squadriste]], le elezioni del [[1924]] vedono i fascisti uscire vincitori e legittimati a governare. <ref>Alle elezioni del [[6 aprile]] [[1924]] la maggior parte dei liberali appoggiarono il "listone" fascista, Giovanni Giolitti invece presentò una propria lista. La frammentazione dei partiti antifascisti favorì l'affermazione del listone, che ottenne circa il 65% dei suffragi. Tra gli oppositori il PPI ottenne il 9%, i socialisti il 6%, la lista giolittiana il 3,3%.</ref>Il [[socialista]] [[Giacomo Matteotti]] denuncia in parlamento le violenze fasciste, pagando il suo coraggio con la morte per mano di una squadraccia fascista.


A questo punto i socialisti, i radicali, i popolari e una parte dei liberali abbandonano Montecitorio (la cosiddetta “secessione dell'Aventino”) nella speranza di scuotere il paese e convincere la casa monarchica a riappropriarsi delle redini del paese.
A questo punto i socialisti, i radicali, i popolari e una parte dei liberali abbandonano Montecitorio (la cosiddetta “secessione dell'Aventino”) nella speranza di scuotere il paese e convincere la casa monarchica a riappropriarsi delle redini del paese.
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