Fabrizio De André: differenze tra le versioni

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===Il ritorno a Genova===
===Il ritorno a Genova===


Come ha raccontato la madre, «Fabrizio era felicissimo di correre per i campi, di seguire i contadini nel lavoro, di andare a caccia con loro. Finita la guerra eravamo tutti felici di ritornare in città . Lui era disperato. Aveva cinque anni. Fu una dura sofferenza per lui, abituato com'era a correre libero per i prati. Fin da piccolo non sopportava di veder la gente soffrire. Quando uscivamo insieme, ogni volta che incontravamo un mendicante, mi obbligava a fermarmi e a dargli dei soldi» [In queste ultime parole emerge la spontaneità, direi quasi l'innatezza della dimensione solidaristica del futuro anarchico].
Come ha raccontato la madre, «Fabrizio era felicissimo di correre per i campi, di seguire i contadini nel lavoro, di andare a caccia con loro. Finita la guerra eravamo tutti felici di ritornare in città. Lui era disperato. Aveva cinque anni. Fu una dura sofferenza per lui, abituato com'era a correre libero per i prati. Fin da piccolo non sopportava di veder la gente soffrire. Quando uscivamo insieme, ogni volta che incontravamo un mendicante, mi obbligava a fermarmi e a dargli dei soldi» [In queste ultime parole emerge la spontaneità, direi quasi l'innatezza della dimensione solidaristica del futuro anarchico].


Al termine del conflitto, la [[famiglia]] ritornò a Genova stabilendosi nella nuova casa di Via Trieste 13. Nell'ottobre del [[1946]] Fabrizio fu iscritto alla prima elementare presso l'Istituto delle suore Marcelline, che egli - manifestando fin da allora l'insofferenza agli spazi ristretti e alla disciplina, ma anche una vena ironica che saprà  spesso trasformarsi in autoironia - ribattezzò "Porcelline". Vani, essendo risultati i tentativi delle monache di indurlo a studiare, i suoi decisero di iscriverlo per l'anno successivo a una scuola statale: Fabrizio iniziò, così, la seconda elementare alla scuola Armando Diaz, in via Cesare Battisti 5.
Al termine del conflitto, la [[famiglia]] ritornò a Genova stabilendosi nella nuova casa di Via Trieste 13. Nell'ottobre del [[1946]] Fabrizio fu iscritto alla prima elementare presso l'Istituto delle suore Marcelline, che egli - manifestando fin da allora l'insofferenza agli spazi ristretti e alla disciplina, ma anche una vena ironica che saprà  spesso trasformarsi in autoironia - ribattezzò "Porcelline". Vani, essendo risultati i tentativi delle monache di indurlo a studiare, i suoi decisero di iscriverlo per l'anno successivo a una scuola statale: Fabrizio iniziò, così, la seconda elementare alla scuola Armando Diaz, in via Cesare Battisti 5.
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