Enrico Zambonini: differenze tra le versioni

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Nel [[1906]], quando ha solo 13 anni, va a lavorare dallo zio a Genova, il quale però dopo quattro anni decide di emigrare negli [[USA|Stati Uniti]]. Zambonini prosegue a lavorare da solo nel capoluogo ligure e si avvicina agli ambienti socialisti. Chiamato alle armi sette anni più tardi, è assegnato al 2° Reggimento Artiglieria da montagna ed inviato in Libia, dove il suo reparto si distingue per le azioni di [[repressione]] indigena.  
Nel [[1906]], quando ha solo 13 anni, va a lavorare dallo zio a Genova, il quale però dopo quattro anni decide di emigrare negli [[USA|Stati Uniti]]. Zambonini prosegue a lavorare da solo nel capoluogo ligure e si avvicina agli ambienti socialisti. Chiamato alle armi sette anni più tardi, è assegnato al 2° Reggimento Artiglieria da montagna ed inviato in Libia, dove il suo reparto si distingue per le azioni di [[repressione]] indigena.  


Proprio durante il servizio militare conosce le idee anarchiche e quando il [[7 settembre]] [[1919]] rientra in [[Italia]] inizia la militanza anarchica, pur senza interrompere i rapporti con i socialisti. Nel [[1919]] è infatti militante attivo della CdL sindacalista di Sestri Ponente e partecipa all'assemblea costitutiva della sezione socialista di Villa Minozzo. Durante gli anni del biennio rosso ([[1919]]-[[1920]]), Zamobonini entra in contatto con [[Armando Borghi]] e partecipa alla costituzione di un sindacato minatori aderente all'[[USI]]. Da rivoluzionario qual è guarda con molto interesse a quanto accade in quel periodo in tutta la penisola: a La Spezia, per esempio, il gruppo di [[Dante Carnesecchi]] e [[Renzo Novatore]] dà l'assalto alla polveriera di Vallegrande, inoltre nelle grandi città del nord si susseguono le [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazioni delle fabbriche]]. L'[[Italia]] intera sembra avviarsi sulla strada della [[rivoluzione sociale]].
Proprio durante il servizio militare conosce le idee anarchiche e quando il [[7 settembre]] [[1919]] rientra in [[Italia]] inizia la militanza anarchica, pur senza interrompere i rapporti con i socialisti. Nel [[1919]] è infatti militante attivo della CdL sindacalista di Sestri Ponente e partecipa all'assemblea costitutiva della sezione socialista di Villa Minozzo. Durante gli anni del biennio rosso ([[1919]]-[[1920]]), Zamobonini entra in contatto con [[Armando Borghi]] e partecipa alla costituzione di un sindacato minatori aderente all'[[USI]]. Da rivoluzionario qual è guarda con molto interesse a quanto accade in quel periodo in tutta la penisola: a La Spezia, per esempio, il gruppo di [[Dante Carnesecchi]] e [[Renzo Novatore]] dà l'assalto alla polveriera di Vallegrande, inoltre nelle grandi città del nord si susseguono le [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)|occupazioni delle fabbriche]]. L'[[Italia]] intera sembra avviarsi sulla strada della [[rivoluzione sociale]].


Tutte le volte che rientra nel suo paese natale, Zambonini non manca mai di far propaganda libertaria. Si ricorda una sua partecipazione come attore ad un "Maggio", una forma di [[teatro]] popolare caratteristica dell'epoca. Proprio durante una di queste celebrazioni, nell'estate del [[1922]] a Gazzano (RE), subisce un aggressione fisica da parte di un gruppo di [[fascismo|fascisti]] al grido di: «A morte l'anarchia».
Tutte le volte che rientra nel suo paese natale, Zambonini non manca mai di far propaganda libertaria. Si ricorda una sua partecipazione come attore ad un "Maggio", una forma di [[teatro]] popolare caratteristica dell'epoca. Proprio durante una di queste celebrazioni, nell'estate del [[1922]] a Gazzano (RE), subisce un aggressione fisica da parte di un gruppo di [[fascismo|fascisti]] al grido di: «A morte l'anarchia».


===Esiliato in Francia===
===Esiliato in Francia===
Sapendo di correre rischi di aggressioni fisiche a causa delle sue idee, fugge in [[Francia]] ([[1922]]-[[1928]]) dove è presente una folta rappresentanza di [[antifascismo|antifascisti]] italiani. Si stabilisce a  Marsiglia, inizia a rapportarsi con il [[movimento anarchico]] locale e prende a lavorare per una ditta di prodotti chimici. Nella stessa città incontra Germaine e se ne innamora, ma la zia di questa, non approvando tale rapporto, lo denuncia per «ratto di minore».  
Sapendo di correre rischi di aggressioni fisiche a causa delle sue idee, fugge in [[Francia]] ([[1922]]-[[1928]]) dove è presente una folta rappresentanza di [[antifascismo|antifascisti]] italiani. Si stabilisce a  Marsiglia, inizia a rapportarsi con il [[movimento anarchico]] locale e prende a lavorare per una ditta di prodotti chimici. Nella stessa città incontra Germaine e se ne innamora, ma la zia di questa, non approvando tale rapporto, lo denuncia per «ratto di minore».  


Nel [[1923]] si trasferisce a Saint Raphael, lavorando come meccanico prima e come direttore di un'azienda edilizia dopo. Nel [[1928]], accusato ingiustamente di aver attentato alla vita di un agente consolare francese, subisce la perquisizione del suo domicilio, dove gli trovano del piombo e materiale propagandistico, tra cui alcuni manifesti che inneggiano al tirannicidio. Processato, viene assolto da ogni accusa a suo carico.
Nel [[1923]] si trasferisce a Saint Raphael, lavorando come meccanico prima e come direttore di un'azienda edilizia dopo. Nel [[1928]], accusato ingiustamente di aver attentato alla vita di un agente consolare francese, subisce la perquisizione del suo domicilio, dove gli trovano del piombo e materiale propagandistico, tra cui alcuni manifesti che inneggiano al tirannicidio. Processato, viene assolto da ogni accusa a suo carico.
===Periodo pre-rivoluzionario e rivoluzionario spagnolo===
===Periodo pre-rivoluzionario e rivoluzionario spagnolo===
Dopo questa vicenda decide di spostarsi in [[Belgio]] ([[1928]]-[[1932]]), a Liegi, dove lavora come muratore e meccanico. Qui continua la sua attività anarchica (è segnalato alle [[autorità]] come anarchico) entrando in contatto con [[Nicholas Lazarevitch]] <ref>[https://web.archive.org/web/20150910200517/https://recollectionbooks.com/bleed/Encyclopedia/LazarevitchNicholas.htm Nicholas Lazarevitch (1895-1975)]</ref>, [[Francisco Ascaso]], [[Buenaventura Durruti]], Dal Col, [[Ernesto Bruna]], [[Giuseppe Pasotti]] e [[Luigi D'Agaro]] <ref>[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/020/20_03.htm Anarchici contro il fascismo: La Carnia]</ref>, con i quali apprende dei fermenti rivoluzionari spagnoli. Nel [[1933]] si trasferisce clandestinamente a Barcellona con l'intenzione di soffiare sul fuoco della rivolta e «preparare la Rivoluzione Sociale». A tal proposito s'incontra con [[Ernesto Rossi]] ad Espolla e partecipa alla rivolta delle Asturie <ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/antifascismo/Guerraspagna22.htm ''Asturie 1934'', di Maurizio Attanasi (da sito ANPI)]</ref>. Nell'autunno del [[1934]], quando si trova in [[Francia]] con la sua compagna, viene arrestato per non aver rispetatto il decreto di espulsione di tempo prima.
Dopo questa vicenda decide di spostarsi in [[Belgio]] ([[1928]]-[[1932]]), a Liegi, dove lavora come muratore e meccanico. Qui continua la sua attività anarchica (è segnalato alle [[autorità]] come anarchico) entrando in contatto con [[Nicholas Lazarevitch]] <ref>[https://web.archive.org/web/20150910200517/https://recollectionbooks.com/bleed/Encyclopedia/LazarevitchNicholas.htm Nicholas Lazarevitch (1895-1975)]</ref>, [[Francisco Ascaso]], [[Buenaventura Durruti]], Dal Col, [[Ernesto Bruna]], [[Giuseppe Pasotti]] e [[Luigi D'Agaro]] <ref>[http://xoomer.virgilio.it/anarchivio/archivio%20testi/020/20_03.htm Anarchici contro il fascismo: La Carnia]</ref>, con i quali apprende dei fermenti rivoluzionari spagnoli. Nel [[1933]] si trasferisce clandestinamente a Barcellona con l'intenzione di soffiare sul fuoco della rivolta e «preparare la Rivoluzione Sociale». A tal proposito s'incontra con [[Ernesto Rossi]] ad Espolla e partecipa alla rivolta delle Asturie <ref>[http://www.storiaxxisecolo.it/antifascismo/Guerraspagna22.htm ''Asturie 1934'', di Maurizio Attanasi (da sito ANPI)]</ref>. Nell'autunno del [[1934]], quando si trova in [[Francia]] con la sua compagna, viene arrestato per non aver rispetatto il decreto di espulsione di tempo prima.


Al momento dello scoppio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]] Zambonini si trova a Barcellona: partecipa ai primi eventi ed inizia la militanza nella [[CNT]]-[[FAI]] ed è tra i primissimi aderenti della sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], con i quali partecipa alla battaglia di Almudevar e Huesca:
Al momento dello scoppio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzione]] Zambonini si trova a Barcellona: partecipa ai primi eventi ed inizia la militanza nella [[CNT]]-[[FAI]] ed è tra i primissimi aderenti della sezione italiana della [[Colonna Ascaso]], con i quali partecipa alla battaglia di Almudevar e Huesca:
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Come molti anarchici e militanti del [[POUM]] prende parte agli scontri del maggio [[1937]] (quelli che provocarono l'assassinio di [[Camillo Berneri]]), in cui rimane seriamente ferito al volto, contro chi (gli stalinisti) vorrebbe imporre la militarizzazione delle milizie popolari. Nonostante le gravi ferite riportate, Zambonini sceglie di restare a Barcellona impegandosi nel sostegno ai rivoluzionari: il [[21 maggio]] [[1938]] su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» Zambonini e [[Fosca Corsinovi]] firmano un appello per una Colletta Intercontinentale a favore degli orfani spagnoli a causa dei bombardamenti nazi-fascisti. Servivano 100 dollari al mese per vitto, alloggio, istruzione e controlli sanitari, ma servivano ogni mese e per questo si appellano alal [[solidarietà]] anarchica <ref> [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/bollettino_30.pdf  Archivio Pinelli]</ref>. Il [[7 novembre]] [[1938]] apre a Pins del Valles, grazie anche all'impegno di Zambonini, la colonia per bambini spagnoli “L'Adunata dei Refrattari”. A tal proposito viene girato un corto di 4 minuti bianco e nero, muto.
Come molti anarchici e militanti del [[POUM]] prende parte agli scontri del maggio [[1937]] (quelli che provocarono l'assassinio di [[Camillo Berneri]]), in cui rimane seriamente ferito al volto, contro chi (gli stalinisti) vorrebbe imporre la militarizzazione delle milizie popolari. Nonostante le gravi ferite riportate, Zambonini sceglie di restare a Barcellona impegandosi nel sostegno ai rivoluzionari: il [[21 maggio]] [[1938]] su «[[L'Adunata dei Refrattari]]» Zambonini e [[Fosca Corsinovi]] firmano un appello per una Colletta Intercontinentale a favore degli orfani spagnoli a causa dei bombardamenti nazi-fascisti. Servivano 100 dollari al mese per vitto, alloggio, istruzione e controlli sanitari, ma servivano ogni mese e per questo si appellano alal [[solidarietà]] anarchica <ref> [https://centrostudilibertari.it/sites/default/files/materiali/bollettino_30.pdf  Archivio Pinelli]</ref>. Il [[7 novembre]] [[1938]] apre a Pins del Valles, grazie anche all'impegno di Zambonini, la colonia per bambini spagnoli “L'Adunata dei Refrattari”. A tal proposito viene girato un corto di 4 minuti bianco e nero, muto.


Nel gennaio [[1939]], quando le sorti dei rivoluzionari sembrano segnate (caduta di Barcellona) partecipa alla fondazione del gruppo “Libertà o Morte” a Torello. Arrestato, viene trattenuto nel campo di concentramento francese di Argeles Sur Mer, poi in quello di Gurs e infine all'ospedale di Perpignan, da dove il [[6 agosto]] [[1942]], viene riconsegnato all'[[Italia]] che lo spedisce al confino a Ventotene.
Nel gennaio [[1939]], quando le sorti dei rivoluzionari sembrano segnate (caduta di Barcellona) partecipa alla fondazione del gruppo “Libertà o Morte” a Torello. Arrestato, viene trattenuto nel campo di concentramento francese di Argeles Sur Mer, poi in quello di Gurs e infine all'ospedale di Perpignan, da dove il [[6 agosto]] [[1942]], viene riconsegnato all'[[Italia]] che lo spedisce al confino a Ventotene.


===La resistenza antifascista===
===La resistenza antifascista===
Dopo il [[25 luglio]] [[1943]] Zambonini viene trasferito al lager di [[Testimonianza sul campo di concentramento di Renicci d'Anghiari| Renicci di Anghiari]], ma rifiutandosi di proseguire è tradotto al [[carcere]] di Arezzo da dove esce il [[4 dicembre]] [[1943]].
Dopo il [[25 luglio]] [[1943]] Zambonini viene trasferito al lager di [[Testimonianza sul campo di concentramento di Renicci d'Anghiari| Renicci di Anghiari]], ma rifiutandosi di proseguire è tradotto al [[carcere]] di Arezzo da dove esce il [[4 dicembre]] [[1943]].
L'anno seguente, a cinquant'anni, ritorna a Secchio di Villa Minozzo da cui mancava da ventun anni. In paese prende contatti con la [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza antifascista]] sull'Appennino, dove agiscono diverse bande partigiane, e gli propongono di assumere il comando del gruppo partigiano di Cercarolo. Non smette però di cercare contatto con gli anarchici attivi in Emilia: incontra [[Emilio Canzi]] di Piacenza, [[Aladino Betti]] di Modena e [[Attilio Diolaiti]] di Bologna. Il [[21 gennaio]] [[1944]] i [[fascismo|fascisti]] circondano la parrocchia di Tapigola, dove sta riposando una banda partigiana. Ne nasce un conflitto a fuoco, i [[fascismo|fascisti]] arrestano il parroco, don Pasquino Borghi, e il giorno dopo pure Zambonini. Lo trasferiscono in [[carcere]] a Reggio Emilia ed il [[30 gennaio]], dopo un sommario processo, viene fucilato senza pietà insieme ad altri [[:Categoria:Antifascisti|antifascisti]] (don Pasquino Borghi, Romeo Benassi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini e Ferruccio Battini) il 30 gennaio 1944 a San Prospero Strinati.
L'anno seguente, a cinquant'anni, ritorna a Secchio di Villa Minozzo da cui mancava da ventun anni. In paese prende contatti con la [[gli anarchici e la resistenza antifascista|resistenza antifascista]] sull'Appennino, dove agiscono diverse bande partigiane, e gli propongono di assumere il comando del gruppo partigiano di Cercarolo. Non smette però di cercare contatto con gli anarchici attivi in Emilia: incontra [[Emilio Canzi]] di Piacenza, [[Aladino Betti]] di Modena e [[Attilio Diolaiti]] di Bologna. Il [[21 gennaio]] [[1944]] i [[fascismo|fascisti]] circondano la parrocchia di Tapigola, dove sta riposando una banda partigiana. Ne nasce un conflitto a fuoco, i [[fascismo|fascisti]] arrestano il parroco, don Pasquino Borghi, e il giorno dopo pure Zambonini. Lo trasferiscono in [[carcere]] a Reggio Emilia ed il [[30 gennaio]], dopo un sommario processo, viene fucilato senza pietà insieme ad altri [[:Categoria:Antifascisti|antifascisti]] (don Pasquino Borghi, Romeo Benassi, Umberto Dodi, Dario Gaiti, Destino Giovannetti, Enrico Menozzi, Contardo Trentini e Ferruccio Battini) il 30 gennaio 1944 a San Prospero Strinati.


: «Rifiutò i conforti religiosi e sollevando il pugno chiuso urlò: "W l'anarchia!"» <ref>in ''Vita, battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944)'', di Antonio Zambonelli, 2°edizione Febbraio 2008</ref>
: «Rifiutò i conforti religiosi e sollevando il pugno chiuso urlò: "W l'anarchia!"» <ref>in ''Vita, battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944)'', di Antonio Zambonelli, 2°edizione Febbraio 2008</ref>


Sulla fine fatta dal suo cadavere esistono diverse versioni: secondo il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' sarebbe stato sepellito nel cimitero di Villa Ospizio, dove si trovano i resti dei fratelli Cervi. Il Circolo Culturale Enrico Zambonini di Villa Minozzo (RE) sostiene invece che «le ossa di Fain andarono, come quelle di Lorca, disperse in fosse comuni e a tutt'oggi (Aprile 2008) risulta ancora vittima civile nel Sacrario ai caduti in Piazza a Villa Minozzo» <ref>[https://issuu.com/afroghit/docs/apr08-monografico Monografia su Zambonini]</ref>. Dopo la sua morte un distaccamento partigiano prenderà il suo nome, in omaggio alla sua coerenza [[antifascismo|antifascista]].
Sulla fine fatta dal suo cadavere esistono diverse versioni: secondo il ''Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani'' sarebbe stato sepellito nel cimitero di Villa Ospizio, dove si trovano i resti dei fratelli Cervi. Il Circolo Culturale Enrico Zambonini di Villa Minozzo (RE) sostiene invece che «le ossa di Fain andarono, come quelle di Lorca, disperse in fosse comuni e a tutt'oggi (Aprile 2008) risulta ancora vittima civile nel Sacrario ai caduti in Piazza a Villa Minozzo» <ref>[https://issuu.com/afroghit/docs/apr08-monografico Monografia su Zambonini]</ref>. Dopo la sua morte un distaccamento partigiano prenderà il suo nome, in omaggio alla sua coerenza [[antifascismo|antifascista]].


== Le motivazioni della condanna a morte ==
== Le motivazioni della condanna a morte ==
Nella sentenza pubblicata sul «Solco fascista» del [[1 febbraio|1° febbraio]] [[1944]], si legge che i nove sono stati condannati alla pena di morte per concorso in omicidio di quattro [[fascismo|fascisti]] e, adoperando la solita fraseologia tipica della retorica [[fascismo|fascista]], «per aver nel territorio della provincia di Reggio nell'Emilia, con decisi atteggiamenti, con parole, con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato l'atmosfera dell'anarchia e della ribellione e determinato gli autori materiali degli assassini a compiere i delitti allo scopo di sopprimere nelle persone dei Caduti i difensori dell'indipendenza e dell'unità della Patria». Zamboni venne inoltre incolpato «di aver combattuto contro le truppe fasciste, nelle orde rosse in Ispagna».
Nella sentenza pubblicata sul «Solco fascista» del [[1 febbraio|1° febbraio]] [[1944]], si legge che i nove sono stati condannati alla pena di morte per concorso in omicidio di quattro [[fascismo|fascisti]] e, adoperando la solita fraseologia tipica della retorica [[fascismo|fascista]], «per aver nel territorio della provincia di Reggio nell'Emilia, con decisi atteggiamenti, con parole, con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato l'atmosfera dell'anarchia e della ribellione e determinato gli autori materiali degli assassini a compiere i delitti allo scopo di sopprimere nelle persone dei Caduti i difensori dell'indipendenza e dell'unità della Patria». Zamboni venne inoltre incolpato «di aver combattuto contro le truppe fasciste, nelle orde rosse in Ispagna».
==Note==
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