Emilio Covelli: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
== Biografia ==


Emilio Covelli nasce a Trani il [[5 agosto]] [[1846]] in una famiglia borghese, suo padre (Francesco Paolo) era avvocato. Studia in una [[scuola]] religiosa (seminario) di Molfetta dove avrà [[Carlo Cafiero]] come compagno di classe che lo descrive con queste parole:
Emilio Covelli nasce a Trani il [[5 agosto]] [[1846]] in una famiglia borghese, suo padre (Francesco Paolo) era avvocato. Studia in una [[scuola]] religiosa (seminario) di Molfetta dove avrà [[Carlo Cafiero]] come compagno di classe che lo descrive con queste parole:
:« ...al seminario, ove fummo educati insieme, egli riportò sempre il primo premio... Non solo non lo ricordo mai punito, ma mi sembra che egli imponesse una specie di rispetto e di riverenza ai superiori stessi. Parco nel parlare e nel gestire, egli possedeva la bella moderazione di un carattere mite, dolce, uguale, costante... La sua nera figura, angolosa e rannuvolata, il suo sguardo sospetto e scrutatore, e persino il mutismo delle sue labbra, son tutte cose che incutono soggezione» <ref name="cedema">[http://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-covelli_%28Dizionario-Biografico%29/# Treccani.it]</ref>
:« ...al seminario, ove fummo educati insieme, egli riportò sempre il primo premio... Non solo non lo ricordo mai punito, ma mi sembra che egli imponesse una specie di rispetto e di riverenza ai superiori stessi. Parco nel parlare e nel gestire, egli possedeva la bella moderazione di un carattere mite, dolce, uguale, costante... La sua nera figura, angolosa e rannuvolata, il suo sguardo sospetto e scrutatore, e persino il mutismo delle sue labbra, son tutte cose che incutono soggezione» <ref name="cedema">[http://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-covelli_%28Dizionario-Biografico%29/# Treccani.it]</ref>


Prosegue i suoi studi di diritto all'Università di Napoli poi va a perfezionarli a Heidelberg e a Berlino, frequentando le lezioni di Eugen Dühring, teorico di un [[socialismo]] non materialista e non [[classista]] e quindi in polemica con [[Marx]] e con [[Engels]]. Si interessa all'[[economia politica]] e al [[socialismo utopistico]] di [[Saint-Simon]], [[Fourier]] e [[Robert Owen|Owen]]. Di ritorno in [[Italia]], aderisce all'[[AIT|Internazionale]] insieme a [[Carlo Cafiero|Cafiero]] e [[Malatesta]]; partecipa alla ricostruzione della sezione napoletana (dissolta dalla [[polizia]] nel [[1871]]) e collabora al giornale ''La Campana''.
Prosegue i suoi studi di diritto all'Università di Napoli poi va a perfezionarli a Heidelberg e a Berlino, frequentando le lezioni di Eugen Dühring, teorico di un [[socialismo]] non materialista e non [[classista]] e quindi in polemica con [[Marx]] e con [[Engels]]. Si interessa all'[[economia politica]] e al [[socialismo utopistico]] di [[Saint-Simon]], [[Fourier]] e [[Robert Owen|Owen]]. Di ritorno in [[Italia]], aderisce all'[[AIT|Internazionale]] insieme a [[Carlo Cafiero|Cafiero]] e [[Malatesta]]; partecipa alla ricostruzione della sezione napoletana (dissolta dalla [[polizia]] nel [[1871]]) e collabora al giornale ''La Campana''.


Nel [[1877]], implicato per complicità nel [[banda del Matese|movimento insurrezionale del Matese]], sarà imprigionato per un periodo. <ref>Damiani, Franco, ''Carlo Cafiero nella storia del primo socialismo italiano'', Jaca Book, Milano 1974.</ref> Liberato, crea il giornale ''[[L'Anarchia]]'', ma i primi numeri saranno sequestrati dalla [[polizia]]. Membro della [[AIT|Federazione italiana della A.I.T]], è di nuovo arrestato e, l'[[11 luglio]] [[1879]], passa davanti il tribunale di Genova dove viene prosciolto.
Nel [[1877]], implicato per complicità nel [[banda del Matese|movimento insurrezionale del Matese]], sarà imprigionato per un periodo. <ref>Damiani, Franco, ''Carlo Cafiero nella storia del primo socialismo italiano'', Jaca Book, Milano 1974.</ref> Liberato, crea il giornale ''[[L'Anarchia]]'', ma i primi numeri saranno sequestrati dalla [[polizia]]. Membro della [[AIT|Federazione italiana della A.I.T]], è di nuovo arrestato e, l'[[11 luglio]] [[1879]], passa davanti il tribunale di Genova dove viene prosciolto.


Liberato, si rifugia in [[Francia]] per sfuggire a un altro processo (dove sarà condannato in contumacia a 10 mesi di [[carcere|prigione]]). Ritrova [[Carlo Cafiero]] a Parigi, e partono insieme per Londra dove faranno uscire, il [[17 novembre]] [[1880]], il giornale ''Redattori della Lotta!'' dove espone la sua critica al [[parlamentarismo]]:
Liberato, si rifugia in [[Francia]] per sfuggire a un altro processo (dove sarà condannato in contumacia a 10 mesi di [[carcere|prigione]]). Ritrova [[Carlo Cafiero]] a Parigi, e partono insieme per Londra dove faranno uscire, il [[17 novembre]] [[1880]], il giornale ''Redattori della Lotta!'' dove espone la sua critica al [[parlamentarismo]]:
:«Io credo che la rivoluzione non è l'organizzazione, in modo più o meno pacifico e legale, di un esercito che, all'ordine di uno o più capi, deve poi marciare all'assalto. In nessun paese la classe operaia è organizzata come in Inghilterra e non è meno preparata alla rivoluzione. La rivoluzione, per me, è l'azione continua di eccitamento e di perpetrazione di ogni specie di reati contro l'ordine pubblico». <ref name="cedema">[http://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-covelli_%28Dizionario-Biografico%29/# Treccani.it]</ref>
:«Io credo che la rivoluzione non è l'organizzazione, in modo più o meno pacifico e legale, di un esercito che, all'ordine di uno o più capi, deve poi marciare all'assalto. In nessun paese la classe operaia è organizzata come in Inghilterra e non è meno preparata alla rivoluzione. La rivoluzione, per me, è l'azione continua di eccitamento e di perpetrazione di ogni specie di reati contro l'ordine pubblico». <ref name="cedema">[http://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-covelli_%28Dizionario-Biografico%29/# Treccani.it]</ref>
Nel [[1881]], è in [[Svizzera]] e pubblica a Ginevra la rivista anarchica ''I Malfattori''. Durante una manifestazione tenuta a Parigi il [[30 ottobre]] [[1883]], inveisce contro [[Andrea Costa]], divenuto parlamentare, definendolo «un rinnegato che ha accettato di essere deputato e triunviro della democrazia, mentre io ho rifiutato tutto, ed ho bramato la miseria, le persecuzioni, le calunnie per restare ciò che sono» <ref name="cedema">[http://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-covelli_%28Dizionario-Biografico%29/# Treccani.it]</ref>.
Nel [[1881]], è in [[Svizzera]] e pubblica a Ginevra la rivista anarchica ''I Malfattori''. Durante una manifestazione tenuta a Parigi il [[30 ottobre]] [[1883]], inveisce contro [[Andrea Costa]], divenuto parlamentare, definendolo «un rinnegato che ha accettato di essere deputato e triunviro della democrazia, mentre io ho rifiutato tutto, ed ho bramato la miseria, le persecuzioni, le calunnie per restare ciò che sono» <ref name="cedema">[http://www.treccani.it/enciclopedia/emilio-covelli_%28Dizionario-Biografico%29/# Treccani.it]</ref>.
   
   
A partire dal [[1885]], inizia a dare segni di [[psichiatria|malattia psichiatrica]]. Viaggia in seguito a Corfù a Costantinopoli poi torna in [[Svizzera]], fermandosi principalmente a Ouchy, dove prosegue la sua attività militante ed entrando in conflitto dialettico con il gruppo ''I ribelli futuri'' di Neuchâtel, «a proposito di due sue proposte: una relativa alla “''socializzazione della terra''” intesa come “''rivendicazione parziale''” da portare avanti indipendentemente dai fini ultimi e generali che restano il comunismo e l'anarchia; l'altra per una maggiore attenzione ai problemi della società italiana “''proponendo qualche provvedimento d'immediata attuazione, qualche mezzo eroico che valga a far cessare lo spettacolo vergognoso dei poveri italiani divenuti i pezzenti del mondo''”» <ref name="covelli">[http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=239 Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera]</ref>
A partire dal [[1885]], inizia a dare segni di [[psichiatria|malattia psichiatrica]]. Viaggia in seguito a Corfù a Costantinopoli poi torna in [[Svizzera]], fermandosi principalmente a Ouchy, dove prosegue la sua attività militante ed entrando in conflitto dialettico con il gruppo ''I ribelli futuri'' di Neuchâtel, «a proposito di due sue proposte: una relativa alla “''socializzazione della terra''” intesa come “''rivendicazione parziale''” da portare avanti indipendentemente dai fini ultimi e generali che restano il comunismo e l'anarchia; l'altra per una maggiore attenzione ai problemi della società italiana “''proponendo qualche provvedimento d'immediata attuazione, qualche mezzo eroico che valga a far cessare lo spettacolo vergognoso dei poveri italiani divenuti i pezzenti del mondo''”» <ref name="covelli">[http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=239 Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera]</ref>


Inesorabilmente la sua malattia si aggrava, Covelli è internato dal [[1892]] al [[1894]] rimane nel manicomio di Aversa. nel [[1908]] rientra in [[Svizzera]] per incontrre i vecchi compagni, ma viene fermato a Locarno e nel gennaio seguente a Zurigo, dove gli viene contestato il mancato rispetto del decreto di espulsione di Locarno. Dal [[1909]] al [[1913]] si trova ricoverato a Como. <ref name="covelli">[http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=239 Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera]</ref> Come il suo amico Cafiero, finisce la sua vita all'ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore il [[2 novembre]] [[1915]].
Inesorabilmente la sua malattia si aggrava, Covelli è internato dal [[1892]] al [[1894]] rimane nel manicomio di Aversa. nel [[1908]] rientra in [[Svizzera]] per incontrre i vecchi compagni, ma viene fermato a Locarno e nel gennaio seguente a Zurigo, dove gli viene contestato il mancato rispetto del decreto di espulsione di Locarno. Dal [[1909]] al [[1913]] si trova ricoverato a Como. <ref name="covelli">[http://www.anarca-bolo.ch/cbach/biografie.php?id=239 Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera]</ref> Come il suo amico Cafiero, finisce la sua vita all'ospedale psichiatrico di Nocera Inferiore il [[2 novembre]] [[1915]].
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