Domenico Zavattero: differenze tra le versioni

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=== Gli ultimi anni ===
=== Gli ultimi anni ===
Allo scoppio della guerra si rifugia da una figlia, poi nel [[1943]] rientra in [[Italia]]. Arrestato, viene portato nelle [[carcere|carceri]] di Oneglia. Le carte della polizia lo accusano di agire per conto degli anarchici americani, in particolare di voler «ricostituire le fila degli anarchici italiani residenti in Francia» e di essere in contatto con tutte le realtà [[antifascismo|antifasciste]]. Zavattero è referente marsigliese degli anarchici italoamericani; nel [[1929]] aveva infatti collaborato con «[[Il Martello]]» di [[Carlo Tresca]] (spesso firmandosi con lo pseudonimo ''L'Olmo'' o ''Lolmo'') e con altre riviste anarchiche presenti in quegli anni («Lotta anarchica», «Vogliamo!», ecc.). Nel [[1935]] aveva fatto richiesta di rientrare in [[Italia]] per problemi di [[salute]], ma nonostante le rassicurazioni sul fatto che non l'avrebbero arrestato pare non averne approfittato sino al [[1943]].  
Allo scoppio della guerra si rifugia da una figlia, poi nel [[1943]] rientra in [[Italia]]. Arrestato, viene portato nelle [[carcere|carceri]] di Oneglia. Le carte della polizia lo accusano di agire per conto degli anarchici americani, in particolare di voler «ricostituire le fila degli anarchici italiani residenti in Francia» e di essere in contatto con tutte le realtà [[antifascismo|antifasciste]]. Zavattero è referente marsigliese degli anarchici italoamericani; nel [[1929]] aveva infatti collaborato con «[[Il Martello (New York)|Il Martello]]» di [[Carlo Tresca]] (spesso firmandosi con lo pseudonimo ''L'Olmo'' o ''Lolmo'') e con altre riviste anarchiche presenti in quegli anni («Lotta anarchica», «Vogliamo!», ecc.). Nel [[1935]] aveva fatto richiesta di rientrare in [[Italia]] per problemi di [[salute]], ma nonostante le rassicurazioni sul fatto che non l'avrebbero arrestato pare non averne approfittato sino al [[1943]].  


Dopo la liberazione di Ravenna ([[4 dicembre]] [[1944]]), entra in città come rappresentante del [[Movimento Comunista Libertario]] del CLN. In rappresentanza dello stesso, nel [[1945]] partecipa al Comitato interpartitico della CDL, embrione della segreteria camerale. È uno dei membri più attivi della [[Federazione Anarchica Italiana|Federazione Anarchica romagnola]] (settembre 1945). Si esprime per una volontà epuratoria dei [[fascismo|fascisti]], peraltro rimarcata nelle pagine de «La Lente» (settimanale dell'Unione Studenti Italiani di cui aveva assunto la direzione), in cui si esprime contro «il giornalismo fascista a Ravenna» (pubblicherà un elenco di 570 nomi facenti parte di un'organizzazione capillare [[fascista]]).
Dopo la liberazione di Ravenna ([[4 dicembre]] [[1944]]), entra in città come rappresentante del [[Movimento Comunista Libertario]] del CLN. In rappresentanza dello stesso, nel [[1945]] partecipa al Comitato interpartitico della CDL, embrione della segreteria camerale. È uno dei membri più attivi della [[Federazione Anarchica Italiana|Federazione Anarchica romagnola]] (settembre 1945). Si esprime per una volontà epuratoria dei [[fascismo|fascisti]], peraltro rimarcata nelle pagine de «La Lente» (settimanale dell'Unione Studenti Italiani di cui aveva assunto la direzione), in cui si esprime contro «il giornalismo fascista a Ravenna» (pubblicherà un elenco di 570 nomi facenti parte di un'organizzazione capillare [[fascista]]).
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