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A Andria (Bari), una manifestazione di disoccupati si trasforma in una vera e propria insurrezione. Le forze di polizia sparano uccidendo 4 dimostranti e ferendone un centinaio, ma infine vengono disarmate e tenute in ostaggio. Il giorno successivo, [[6 marzo]], per l'intervento di rinforzi, le forze di polizia uccidono altri 3 dimostranti. Muoiono anche 1 appuntato dei carabinieri e 2 militi. L'insurrezione avrà termine la sera del [[6 marzo|6]] per l'arrivo di preponderanti forze militari e di polizia. Racconterà nelle sue memorie il ministro degli Interni, Romita "''Voglio i responsabili, tutti, nessuno escluso, dissi: nel volgere di poche ore furono fermate centinaia di | A Andria (Bari), una manifestazione di disoccupati si trasforma in una vera e propria insurrezione. Le forze di polizia sparano uccidendo 4 dimostranti e ferendone un centinaio, ma infine vengono disarmate e tenute in ostaggio. Il giorno successivo, [[6 marzo]], per l'intervento di rinforzi, le forze di polizia uccidono altri 3 dimostranti. Muoiono anche 1 appuntato dei carabinieri e 2 militi. L'insurrezione avrà termine la sera del [[6 marzo|6]] per l'arrivo di preponderanti forze militari e di polizia. Racconterà nelle sue memorie il ministro degli Interni, Romita "''Voglio i responsabili, tutti, nessuno escluso, dissi: nel volgere di poche ore furono fermate centinaia di persone...''". La rivolta viene condannata dal segretario Cgil Di Vittorio, che invita i rivoltosi a rientrare nell'ordine. Andria è l'episodio culminante di una lotta pre-insurrezionale che serpeggia in centinaia di località in tutta la Puglia: da Bari a Foggia, da Lecce a Ceglie, da Spinazzola a Bisceglie, con decine di morti e centinaia di feriti. | ||
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A Bologna, la Corte di assise si pronuncia sulla strage del [[9 gennaio]] [[1950]] a Modena, scrivendo fra l'altro: "''..Quando la pressione aggressiva era quasi cessata e la folla stazionava compatta ma inerte, l'uccisione di Renzo Bersani ed Ennio Garagnani deve ritenersi conseguenza di uso frettoloso e lesivo delle armi, senza alcuna necessità perché i colpiti stavano allontanandosi; ma le indagini non hanno dato alcun risultato perché nessuno di coloro che avrebbero assistito all' | A Bologna, la Corte di assise si pronuncia sulla strage del [[9 gennaio]] [[1950]] a Modena, scrivendo fra l'altro: "''..Quando la pressione aggressiva era quasi cessata e la folla stazionava compatta ma inerte, l'uccisione di Renzo Bersani ed Ennio Garagnani deve ritenersi conseguenza di uso frettoloso e lesivo delle armi, senza alcuna necessità perché i colpiti stavano allontanandosi; ma le indagini non hanno dato alcun risultato perché nessuno di coloro che avrebbero assistito all'uccisione...è stato in grado di fornire elementi utili per la identificazione degli sparatori o dell'unico sparatore...''". | ||
*[[7 maggio]] | *[[7 maggio]] |