Cronologia delle rivolte e dei morti dalla caduta del fascismo ai giorni nostri: differenze tra le versioni

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In questa voce vengono esposte non tanto rivolte armate o insurrezionali quanto cortei e manifestazioni di protesta degenerati in scontri di piazza. Ciò si evince anche dal ridotto numero di morti fra i rappresentanti delle forze dell'ordine (ben armati e decisi a sparare senza remora alcuna su manifestanti disarmati). Vengono inoltre evidenziati alcuni episodi legati a questioni politiche che, a causa della [[violenza|violenza della polizia]], hanno provocato morti o ferimenti gravi.
In questa voce vengono esposte non tanto rivolte armate o insurrezionali quanto cortei e manifestazioni di protesta degenerati in scontri di piazza. Ciò si evince anche dal ridotto numero di morti fra i rappresentanti delle forze dell'ordine (ben armati e decisi a sparare senza remora alcuna su manifestanti disarmati). Vengono inoltre evidenziati alcuni episodi legati a questioni politiche che, a causa della [[violenza|violenza della polizia]], hanno provocato morti o ferimenti gravi.
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==1945==
==1945==
*[[4 gennaio]]  
*[[4 gennaio]]  
A Ragusa l'esercito spara sulla folla, che tenta di bloccare un camion che trasporta giovani verso il fronte, ferendo gravemente un ragazzo e uccidendo il sacrestano della chiesa di San Giovanni con una bomba a mano che gli stacca la testa. La [[rivolta]] dei "[[L'insurrezione antimilitarista del “non si parte!|non si parte]]", lungi dal sedarsi, si inasprisce.
A Ragusa l'esercito spara sulla folla, che tenta di bloccare un camion che trasporta giovani verso il fronte, ferendo gravemente un ragazzo e uccidendo il sacrestano della chiesa di San Giovanni con una bomba a mano che gli stacca la testa. La [[rivolta]] dei "[[L'insurrezione antimilitarista del "Non si parte!"|Non si parte!]]", lungi dal sedarsi, si inasprisce.


*[[5 gennaio|5]]-[[6 gennaio]]  
*[[5 gennaio|5]]-[[6 gennaio]]  
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*[[7 maggio]]  
*[[7 maggio]]  
A Villamarzana (Rovigo) una riunione indetta all'interno di una palestra (per discutere la richiesta di lavori di sistemazione nelle zone disastrate e protestare contro la decisione prefettizia di ridurre l'assistenza) viene dispersa dalla [[polizia]], che fa irruzione nel locale malmenando i presenti e fermando 11 persone, fra le quali il vice sindaco [[comunista]] Paiola e il dirigente della locale Coldiretti Munari. Per lo spavento muore, in seguito a un attacco cardiaco, Giovanni Sicchieri.
A Villamarzana (Rovigo) una riunione indetta all'interno di una palestra (per discutere la richiesta di lavori di sistemazione nelle zone disastrate e protestare contro la decisione prefettizia di ridurre l'assistenza) viene dispersa dalla [[polizia]], che fa irruzione nel locale malmenando i presenti e fermando 11 persone, fra le quali il vicesindaco [[comunista]] Paiola e il dirigente della locale Coldiretti Munari. Per lo spavento muore, in seguito a un attacco cardiaco, Giovanni Sicchieri.


==1953==
==1953==
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==1960==
==1960==
===Il precedente di Genova 2001: Genova 1960===
[[File:Genova60.png|thumb|500px|Genova, [[30 giugno]] [[1960]], corteo [[antifascista]].]]
Nel marzo del [[1960]] il democristiano Fernando Tambroni riceve l'incarico di formare il governo, viste le dimissioi di Antonio Segni. Nella DC Tambroni è considerato elemento di "sinistra", tuttavia la fiducia al suo governo è votata in parlamento dai [[neofascismo|neofascisti]] del MSI, voti che risultano fondamentali per la tenuta del governo. Tambroni, travolto dalle polemiche e dalle accuse di filo-fascismo, deve però dimettersi. Dopo una serie di tentativi, il governo Tambroni ottiene nuovamente la fiducia grazie all'appoggio esterno del MSI, scatenando una reazione [[antifascismo|antifascista]] in tutta [[Italia]] contro lo sdoganamento dei [[fascisti]] che intende proporre Tambroni.
Addirittura, provocatoriamente, i [[neofascisti]] del MSI decidono di fare il loro 5° congresso a Genova, città medaglia d'oro della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] e da cui partì l'insurrezione del [[25 aprile]], invitando a partecipare al congresso anche il famigerato Carlo Emanuele Basile <ref>In un decreto Basile scriveva: «Agli operai un ultimo avviso [...] Vi avverto che qualora crediate che uno [[sciopero]] bianco possa essere preso dall'[[autorità|Autorità]] come qualcosa di perdonabile, vi sbagliate, questa volta. Sia che incrociate le braccia per poche ore, sia che disertiate il lavoro, in tutte e due i casi un certo numero di voi tratti a sorteggio verrà immediatamente [...] inviato, non in [[Germania]], dove il lavoratore italiano è trattato alla medesima stregua del lavoratore di quella Nazione nostra alleata, ma nei campi di concentramento dell'estremo Nord, a meditare sul danno arrecato alla causa della Vittoria» ([http://web.tiscalinet.it/ilribelle/comunicati.htm decreto del prefetto]).</ref>, prefetto repubblichino della città <ref>Nicola Tranfaglia, ''L'Italia repubblicana'', in ''La storia'', Mondadori, p. 307</ref>, tristemente noto per i suoi "editti", che causarono la deportazione di almeno 2.000 operai rei di "[[sciopero]] bianco" <ref>[https://ifg.uniurb.it/static/lavori-fine-corso-2004/difrancescantonio/prigionia.html ''Così li facevo ridere nel lager''], tesimonianza di Mario Magonio</ref>.
Il [[6 giugno]] i rappresentanti locali dei partiti della sinistra e gli [[antifascismo|antifascisti]] fanno stampare un manifesto dove esprimono «il disprezzo del popolo genovese nei confronti degli eredi del [[fascismo]]» <ref>Indro Montanelli, ''L'Italia dei due Giovanni'', Rizzoli Editore, Milano, 1989, p. 130</ref>. Il [[25 giugno]], durante un corteo di protesta, iniziano gli scontri con i [[poliziotti]]; il [[28 giugno]] il futuro presidente della repubblica, Sandro Pertini, affermando la sua opposizione al congresso, dichiara: «Le [[autorità]] romane sono particolarmente interessate e impegnate a trovare coloro che esse ritengono i sobillatori, gli iniziatori, i capi di queste manifestazioni di [[antifascismo]]. Ma non fa bisogno che quelle [[autorità]] si affannino molto, ve lo dirò io, signori, chi sono i nostri sobillatori: eccoli qui, eccoli accanto alla nostra bandiera, sono i fucilati del Turchino, della Benedicta, dell'Olivetta e di Cravasco, sono i torturati della Casa dello Studente, che risuona ancora delle urla strazianti delle vittime, delle grida e delle risate sadiche dei torturatori» <ref>[https://archive.is/SLY8 Discorso di Sandro Pertini a Genova, piazza della Vittoria, prima dei gravi fatti del 30 giugno]</ref>.
Il [[30 giugno]] è indetto lo [[sciopero generale]] dalle 14 alle 20, con corteo e manifestazione [[antifascismo|antifascista]]. Durante la manifestazione politici e comandanti partigiani sfilano preceduti dai gonfaloni della città. Gli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] vengono sconfitti in piazza De Ferrari e costretti alla fuga dalla enorme folla dei manifestanti, guidata da un gruppo di 5.000 fra operai metalmeccanici e portuali, che funge da "ariete", arrivando a disruggere i nidi di mitragliatrici ubicati dai [[poliziotti]] presso il cinema Augustus di via XX settembre. La [[polizia]] ed i carabinieri debbono lasciare la città in mano agli insorti, che prendono anche la prefettura, portandandosi dietro moltissimi feriti non da arma da fuoco ma da "arma" da lavoro <ref>Foto della manifestazione e degli scontri: [https://www.bisceglia.eu/2021/06/29/30-giugno-1960-le-giornate-di-genova-antifascista/ ''30 giugno 1960: le giornate di Genova antifascista''], [https://immaginidelnovecento.fondazionegramsci.org/photo/detail/IT-GRAMSCI-FT0001-0000196/i-fatti-genova-del-30-giugno-1960-7 ''I fatti di Genova del 30 giugno 1960'']</ref>.
Sandro Pertini scrive nella presentazione del libro ''A Genova non si passa'', di Francesco Gandolfi (Edizioni Avanti!, [[1960]]): «È Genova che ha riaffermato come i valori della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico».
*[[5 luglio]]  
*[[5 luglio]]  
A Licata (Agrigento) una manifestazione popolare contro il carovita e la mancanza di lavoro è caricata selvaggiamente dalla [[polizia]]. Rimane ucciso Vincenzo Napoli, mentre cercava di difendere un bambino tenuto fermo ad un muro e picchiato dai celerini.
A Licata (Agrigento) una manifestazione popolare contro il carovita e la mancanza di lavoro è caricata selvaggiamente dalla [[polizia]]. Rimane ucciso Vincenzo Napoli, mentre cercava di difendere un bambino tenuto fermo ad un muro e picchiato dai celerini.
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A Catania, nel corso dello [[sciopero]] contro il governo Tambroni, le forze di [[polizia]] caricano i manifestanti con lancio di candelotti lacrimogeni. Un edile disoccupato, Salvatore Novembre, rimasto isolato, viene massacrato a manganellate e finito a colpi di pistola. Altri 7 manifestanti rimangono feriti.
A Catania, nel corso dello [[sciopero]] contro il governo Tambroni, le forze di [[polizia]] caricano i manifestanti con lancio di candelotti lacrimogeni. Un edile disoccupato, Salvatore Novembre, rimasto isolato, viene massacrato a manganellate e finito a colpi di pistola. Altri 7 manifestanti rimangono feriti.
===I precedenti di Genova===
Nel marzo del [[1960]] il democristiano Fernando Tambroni riceve l'incarico di formare il governo, viste le dimissioi di Antonio Segni. Nella DC Tambroni è considerato elemento di "sinistra", tuttavia la fiducia al suo governo è votata in parlamento dai [[neofascismo|neofascisti]] del MSI, voti che risultano fondamentali per la tenuta del governo. Tambroni, travolto dalle polemiche e dalle accuse di filo-fascismo, deve però dimettersi. Dopo una serie di tentativi, il governo Tambroni ottiene nuovamente la fiducia grazie all'appoggio esterno del MSI, scatenando una reazione [[antifascismo|antifascista]] in tutta [[Italia]] contro lo sdoganamento dei [[fascisti]] che intende proporre Tambroni.
Addirittura, provocatoriamente, i [[neofascisti]] del MSI decidono di fare il loro 5° congresso a Genova, città medaglia d'oro della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] e da cui partì l'insurrezione del [[25 aprile]], invitando a partecipare al congresso anche il famigerato Carlo Emanuele Basile <ref>In un decreto Basile scriveva: «Agli operai un ultimo avviso [...] Vi avverto che qualora crediate che uno [[sciopero]] bianco possa essere preso dall'[[autorità|Autorità]] come qualcosa di perdonabile, vi sbagliate, questa volta. Sia che incrociate le braccia per poche ore, sia che disertiate il lavoro, in tutte e due i casi un certo numero di voi tratti a sorteggio verrà immediatamente [...] inviato, non in [[Germania]], dove il lavoratore italiano è trattato alla medesima stregua del lavoratore di quella Nazione nostra alleata, ma nei campi di concentramento dell'estremo Nord, a meditare sul danno arrecato alla causa della Vittoria» ([http://web.tiscalinet.it/ilribelle/comunicati.htm Decreto del prefetto]).</ref>, prefetto repubblichino della città <ref>Nicola Tranfaglia, ''L'Italia repubblicana'', in ''La storia'', Mondadori, p. 307</ref>, tristemente noto per i suoi "editti", che causarono la deportazione di almeno 2.000 operai rei di "[[sciopero]] bianco" <ref>[https://ifg.uniurb.it/static/lavori-fine-corso-2004/difrancescantonio/prigionia.html ''Così li facevo ridere nel lager''], tesimonianza di Mario Magonio</ref>.
Il [[6 giugno]] i rappresentanti locali dei partiti della sinistra e gli [[antifascismo|antifascisti]] fanno stampare un manifesto dove esprimevano "''il disprezzo del popolo genovese nei confronti degli eredi del fascismo''" <ref>Indro Montanelli, ''L'Italia dei due Giovanni'', Rizzoli Editore, Milano, 1989, p. 130</ref>. Il [[25 giugno]], durante un corteo di protesta, iniziano gli scontri con i poliziotti; il [[28 giugno]] il futuro presidente della Repubblica, Sandro Pertini affermando la sua opposizione al congresso disse: ''La polizia sta cercando i sobillatori di queste manifestazioni (...) non abbiamo nessuna difficoltà ad indicarglieli. Sono i fucilati del Turchino, di Cravasco, della Benedicta, i torturati della casa dello studente'' <ref>[http://www.centropertini.org/300660.htm da fondazione Pertini]</ref>
Il [[30 giugno]] è indetto lo [[sciopero generale]] dalle 14 alle 20, con corteo e manifestazione [[antifascismo|antifascista]]. È ancora Sandro Pertini che scrive nella presentazione del libro "''A Genova non si passa''", di Francesco Gandolfi (edizioni Avanti!, 1960): "''È Genova che ha riaffermato come i valori della [[Gli anarchici e la resistenza antifascista|Resistenza]] costituiscano un patrimonio sacro, inalienabile della Nazione intera e che chiunque osasse calpestarli si troverebbe contro tutti gli uomini liberi, pronti a ristabilire l'antica unità al di sopra di ogni differenza ideologica e di ogni contrasto politico.''"
Nelle foto della manifestazione si vedono sia politici che comandanti partigiani sfilare preceduti dai Gonfaloni della città. <ref>[http://digilander.libero.it/infoprc/genova60_file/image014.jpg Foto manifestazione], Genova, piazza De Ferrari, sfilano i comandanti partigiani e i leader politici, al centro son posizionati Luigi Longo e Ferruccio Parri.</ref> <ref>[http://digilander.libero.it/infoprc/genova60_file/image010.jpg I Gonfaloni della città Medaglia D'oro della Resistenza]</ref> <ref>[http://www.google.it/books?id=1fPj7w3Sjn4C&pg=PA182&dq=Genova+insurrezione+giugno+30+1960&sig=L_6F4HbgLHCZy-aW7DDhvTWvSlQ Buona anteprima di Storia illustrata del fascismo  Di Francesca Tacchi con foto scontri a Genova]
</ref> Gli organi di [[repressione]] dello [[Stato]] vengono sconfitti in piazza De Ferrari e costretti alla fuga dalla enorme folla dei manifestanti, guidata da un gruppo di 5000 fra operai metalmeccanici e portuali che funge da "ariete", arrovando a disruggere i nidi di mitragliatrici ubicati dai poliziotti presso il cinema Augustus di via XX settembre. La polizia ed i carabinieri debono lasciare la città in mano agli insorti, che prendono anche la prefettura, portandandosi dietro moltissimi feriti ''non da arma da fuoco ma da "arma" da lavoro'', come i notissimi gangi che i portuali usavano per prendere i sacchi.


==1961==
==1961==


*[[11 maggio]]  
*[[11 maggio]]  
A Sarnico (Bs), una manifestazione di protesta da parte degli operai contro i licenziamenti, viene stroncata dai carabinieri che aprono, senza alcuna motivazione plausibile, il fuoco uccidendo il disoccupato Mario Savoldi.
A Sarnico (Bergamo) una manifestazione di protesta da parte degli operai contro i licenziamenti viene stroncata dai carabinieri, che aprono il fuoco senza alcuna motivazione plausibile, uccidendo il disoccupato Mario Savoldi.


==1962==
==1962==
*[[28 maggio]]  
*[[28 maggio]]  
A Ceccano (Frosinone), i carabinieri aprono il fuoco sugli operai del saponificio Scala, in sciopero da 34 giorni, che protestano contro i crumiri assunti dalla direzione. Viene ucciso l'operaio Luigi Mastrogiacomo e altri 7 rimangono feriti.
A Ceccano (Frosinone) i carabinieri aprono il fuoco sugli operai del saponificio Scala, che protestano, in sciopero da 34 giorni, contro i crumiri assunti dalla direzione. Viene ucciso l'operaio Luigi Mastrogiacomo e altri 7 rimangono feriti.


*[[18 giugno]]
*[[18 giugno]]
Ad Orgosolo (Nuoro), la popolazione si oppone ai reparti dell'[[Esercito|Esercito Italiano]] che avevano occupato un'area del territorio comunale, fino ad allora adibita a pascolo libero, con l'intenzione di creare un nuovo poligono di addestramento. Secondo quanto riportato dal [http://nursardegna.blogs.it/2007/09/07/storie_di_sardegna_i_fatti_di_pratobello~2938915/ giornale degli studenti] del [[18 giugno|18]], quel giorno «si svolge un'assemblea cui partecipa tutta la popolazione. All'unanimità viene presa la decisione di recarsi in massa, l'indomani mattina, nei pascoli di Pratobello per manifestare il dissenso di tutti i cittadini all'inizio delle esercitazioni militari e di impedirle con la presenza fisica di tutti gli orgolesi. » Il [[19 giugno]] ''La Nuova Sardegna'' scrive:
Ad Orgosolo (Nuoro) la popolazione si oppone ai reparti dell'[[esercito]] che hanno occupato un'area del territorio comunale, adibita a pascolo libero, con l'intenzione di creare un nuovo poligono di addestramento. Secondo quanto riportato dal "contogiornale" degli studenti <ref>[https://archive.is/KXdp ''Storie di Sardegna: I fatti di Pratobello'']</ref>, «nella piazza Pateri si svolge un'assemblea cui partecipa tutta la popolazione. All'unanimità viene presa la decisione di recarsi in massa, l'indomani mattina, nei pascoli di Pratobello per manifestare il dissenso di tutti i cittadini all'inizio delle esercitazioni [[militari]] e di impedirle con la presenza fisica di tutti gli orgolesi». Il [[19 giugno]] ''La Nuova Sardegna'' scrive: «Oltre duemila orgolesi marciano su Pratobello. Nessun incidente, anche per il prudente intervento di autorità ed esponenti politici». La lotta degli orgolesi durerà circa una settimana, al termine della quale l'[[esercito]] si ritirerà.
: «Oltre duemila orgolesi marciano su Pratobello. Nessun incidente, anche per il prudente intervento di autorità ed esponenti politici.»


La lotta degli orgolesi durò circa una settimana, al termine della quale l'[[esercito]] si ritirò.
*[[14 luglio]]
La corte d'assise di Milano, presieduta da Paolo Curatolo, emette la sentenza a carico dei 63 imputati per i fatti di Reggio Emilia del luglio [[1960]], assolvendo da ogni addebito i [[poliziotti]] che avevano aperto il fuoco contro i manifestanti.


*[[14 luglio]]
La corte d'assise di Milano, presieduta da Paolo Curatolo, emette la sentenza a carico dei 63 imputati per i fatti di Reggio Emilia del luglio [[1960]], assolvendo da ogni addebito i poliziotti che avevano aperto il fuoco contro i manifestanti.
*[[27 ottobre]]  
*[[27 ottobre]]  
A Milano, mentre è in corso una manifestazione contro il blocco aeronavale imposto dagli Stati uniti a Cuba, i reparti della Celere caricano i partecipanti travolgendoli e uccidono, schiacciandolo contro un muro, lo studente Giovanni Ardizzone.
A Milano, mentre è in corso una manifestazione contro il blocco aeronavale imposto dagli [[Stati Uniti]] a [[Cuba]], i reparti della celere caricano i partecipanti travolgendoli e uccidono, schiacciandolo contro un muro, lo studente Giovanni Ardizzone.


==1968==
==1968==
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*[[2 dicembre]]
*[[2 dicembre]]
Ad Avola (Siracusa), la Celere apre il fuoco contro una manifestazione di braccianti, in agitazione nel quadro di una settimana di scioperi per il rinnovo del contratto, uccidendo Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona.
Ad Avola (Siracusa) la celere apre il fuoco contro una manifestazione di braccianti in agitazione nel quadro di una settimana di [[scioperi]] per il rinnovo del contratto, uccidendo Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona.


==1969==
==1969==
*[[9 aprile]]  
*[[9 aprile]]  
A Battipaglia (Salerno) viene caricata violentemente una manifestazione di operai e braccianti dalla polizia che spara, uccidendo Teresa Ricciardi e Carmine Citro, 19 anni, e ferendo molti altri manifestanti. La manifestazione, che aveva bloccato il traffico sull'Autosole, era stata indetta nel corso di uno sciopero cittadino, per protestare contro la chiusura degli stabilimenti che davano occupazione alla zona (uno per uno, hanno chiuso i battenti il tabacchificio Santa Lucia, Baratta, D'Amato, D'Agostino, Giambardella e il zuccherificio Ziis) e chiedere terra e lavoro.
A Battipaglia (Salerno) viene caricata violentemente una manifestazione di operai e braccianti dalla [[polizia]], che spara uccidendo Teresa Ricciardi e Carmine Citro (19 anni) e ferendo molti altri manifestanti. La manifestazione, che aveva bloccato il traffico sull'Autosole, era stata indetta nel corso di uno [[sciopero]] cittadino per protestare contro la chiusura degli stabilimenti che davano occupazione alla zona e chiedere terra e lavoro.


*[[23 luglio]]  
*[[23 luglio]]  
A Battipaglia, vengono incriminate 119 persone in relazione alla manifestazione nella quale sono stati uccisi Citro e Ricciardi, per blocco stradale, violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
A Battipaglia (Salerno), in relazione alla manifestazione nella quale sono stati uccisi Citro e Ricciardi, vengono incriminate 119 persone per blocco stradale, [[violenza]] e resistenza a pubblico ufficiale.
 
[[File:Pinelli2.jpeg|miniatura|250px|Giuseppe Pinelli]]
*[[27 ottobre]]  
*[[27 ottobre]]  
A Pisa, la polizia carica i manifestanti del movimento, uccidendo con un candelotto lacrimogeno sparato a tiro teso ed altezza d'uomo lo studente Cesare Pardini; numerosi altri manifestanti rimangono feriti. Vengono spiccati 12 mandati di cattura per ‘radunata sediziosa, resistenza, violenza privata, lesioni aggravate, danneggiamento aggravato, detenzione, uso e trasporto di materiali esplosivi'; 5 manifestanti (3 operai e 2 studenti) sono arrestati e tradotti nel [[carcere]] di Livorno, gli altri 7 si rendono latitanti.
A Pisa, la [[polizia]] carica manifestanti uccidendo con un candelotto lacrimogeno sparato a tiro teso ed ad altezza d'uomo lo studente Cesare Pardini; numerosi altri manifestanti rimangono feriti. Vengono spiccati 12 mandati di cattura per «adunata sediziosa, resistenza, violenza privata, lesioni aggravate, danneggiamento aggravato, detenzione, uso e trasporto di materiali esplosivi»; 5 manifestanti (tre operai e due studenti) sono arrestati e tradotti nel [[carcere]] di Livorno, gli altri 7 si rendono latitanti.


*[[28 ottobre]]  
*[[28 ottobre]]  
Il ministro degli interni, Franco Restivo, intervenendo al Senato per riferire sull'uccisione da parte della polizia dello studente Cesare Pardini, a Pisa, afferma :"Questi avvenimenti, che purtroppo hanno avuto la loro vittima, ci ammoniscono ad opporci all'eversivo operare di minoranze di facinorosi che, trasformando anche le più civili manifestazioni in violenti tumulti, perseguono il fine di turbare gli animi, di esasperare le passioni e di attentare all'ordine democratico".
Il ministro degli interni Franco Restivo, intervenendo al senato per riferire sull'uccisione da parte della [[polizia]] dello studente Cesare Pardini, a Pisa, afferma: «Questi avvenimenti, che purtroppo hanno avuto la loro vittima, ci ammoniscono ad opporci all'eversivo operare di minoranze di facinorosi che, trasformando anche le più civili manifestazioni in violenti tumulti, perseguono il fine di turbare gli animi, di esasperare le passioni e di attentare all'ordine democratico».


*[[30 novembre]]  
*[[30 novembre]]  
A Napoli, nel [[carcere]] di Poggioreale, si uccide Domenico Criscuolo, tassista incarcerato in occasione di una manifestazione sindacale caricata dalla polizia, il [[13 ottobre]]. Aveva appena avuto un colloquio con la moglie, che non sapeva come procurarsi il denaro per vivere, insieme ai 5 figli.
A Napoli, nel [[carcere]] di Poggioreale, si uccide Domenico Criscuolo, tassista incarcerato in occasione di una manifestazione [[sindacale]] caricata dalla [[polizia]] il [[13 ottobre]]. Aveva appena avuto un colloquio con la moglie, che, insieme a 5 figli, non sapeva come procurarsi il denaro per vivere.


*[[12 dicembre]]:
*[[12 dicembre]]:
A Milano, una bomba esplode alla Banca Nazionale dell'Agricoltura: 18 morti e 88 feriti. Inizia un periodo di grande confusione sociale, la cosiddetta "[[strategia della tensione]]", che permetterà la [[repressione]] del movimento autonomo e gli anarchici. Di tale infame strage saranno immediatamente accusati '''ingiustamente''' gli anarchici, tra cui [[Giuseppe Pinelli]] ('''morirà defenestrato mentre si trova in caserma''' nella notte tra il [[15 dicembre|15]] e il [[16 dicembre]]) e [[Pietro Valpreda]].
A Milano una bomba esplode alla Banca Nazionale dell'Agricoltura: 18 morti e 88 feriti. Inizia un periodo di grande confusione sociale, la cosiddetta "strategia della tensione", che permetterà la [[repressione]] del movimento autonomo e degli anarchici. Di tale infame strage saranno immediatamente e ingiustamente accusati gli anarchici, tra cui [[Giuseppe Pinelli]] (che morirà defenestrato dalla questura nella notte tra il [[15 dicembre|15]] e il [[16 dicembre]]) e [[Pietro Valpreda]].


==1970==
==1970==
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*[[12 dicembre]]  
*[[12 dicembre]]  
A Milano, la polizia guidata dal vice questore Vittoria carica con lacrimogeni e pestaggi un corteo indetto dalla sinistra extraparlamentare e dagli anarchici nell'anniversario della ‘strage di Stato'(Vedi [[Giuseppe Pinelli]]), e per solidarizzare con i militanti dell'Eta sotto processo a Burgos, uccidendo l'anarchico [[Saverio Saltarelli]] di 22 anni, provocando decine di feriti fra i quali il giornalista Giuseppe Carpi, colpito da un proiettile. Per la morte di Saltarelli saranno successivamente inquisiti il capitano dei carabinieri Antonio Chirivi e il capitano di Ps Alberto Antonietti.
A Milano, la polizia guidata dal vicequestore Vittoria carica con lacrimogeni e pestaggi un corteo indetto dalla sinistra extraparlamentare e dagli anarchici nell'anniversario della ‘strage di Stato'(Vedi [[Giuseppe Pinelli]]), e per solidarizzare con i militanti dell'Eta sotto processo a Burgos, uccidendo l'anarchico [[Saverio Saltarelli]] di 22 anni, provocando decine di feriti fra i quali il giornalista Giuseppe Carpi, colpito da un proiettile. Per la morte di Saltarelli saranno successivamente inquisiti il capitano dei carabinieri Antonio Chirivi e il capitano di Ps Alberto Antonietti.


==1971==
==1971==
*[[2 febbraio]]  
*[[2 febbraio]]  
A Foggia, nel corso di uno [[sciopero]] la polizia apre il fuoco uccidendo il bracciante Domenico Centola.
A Foggia, nel corso di uno [[sciopero]], la [[polizia]] apre il fuoco uccidendo il bracciante Domenico Centola.


*[[6 giugno]]  
*[[6 giugno]]  
A Milano, nel corso dello sgombero di una palazzina Iacp di via Tibaldi, occupata da decine di famiglie operaie, il denso fumo provocato da decine di candelotti lacrimogeni sparati dalle forze di polizia provoca la morte di Massimiliano Ferretti, di 7 mesi, malato di cuore e affetto da bronchite.
A Milano, nel corso dello sgombero di una palazzina IACP di via Tibaldi, occupata da decine di famiglie operaie, il denso fumo provocato da decine di candelotti lacrimogeni sparati dalle forze di [[polizia]] provoca la morte di Massimiliano Ferretti, un bimbo di 7 mesi.


*[[12 giugno]]  
*[[12 giugno]]  
A Palermo, un attivista del Partito repubblicano, Michele Guaresi di 32 anni, viene ucciso con un colpo di pistola da un agente di Ps perché sorpreso ad affiggere manifesti elettorali del suo partito dopo il termine consentito.
A Palermo un attivista del PRI, Michele Guaresi di 32 anni, viene ucciso con un colpo di [[pistola]] da un agente di pubblica sicurezza perché sorpreso ad affiggere manifesti elettorali del suo partito dopo il termine consentito.


*[[17 settembre]]
*[[17 settembre]]
A Reggio Calabria, nel corso di incidenti con dimostranti per Reggio capoluogo, le forze di polizia fanno uso di armi da fuoco uccidendo Carmelo Jaconis.
A Reggio Calabria, nel corso di incidenti con dimostranti contrari alla decisione di collocare il capoluogo di regione a Catanzaro, le forze di [[polizia]] fanno uso di armi da fuoco uccidendo Carmelo Jaconis.


==1972==
==1972==
[[File:F_Serantini.jpg|miniatura|250px|Franco Serantini]]
*[[11 marzo]]  
*[[11 marzo]]  
A Milano, la Questura autorizza un raduno della maggioranza silenziosa che raccoglie alcune centinaia di persone a piazza Castello; a margine di questa manifestazione, vengono malmenati un cronista del "Giorno" e un fotografo. La Questura vieta per contro la piazza alla sinistra extraparlamentare che vuole manifestare per la libertà di Valpreda e contro il governo Andreotti e la ‘strage di Stato'. I giovani si radunano egualmente in vari punti della città ed impegnano la polizia, tenendo il centro per tutto il pomeriggio. Rimane ucciso da un candelotto lacrimogeno sparato ad altezza d'uomo dalla polizia, il pensionato Giuseppe Tavecchio (per la sua morte verrà incriminato per ‘omicidio colposo', il capitano di Ps Dario Del Medico, condannato in primo grado e, infine, assolto in appello perché ‘il fatto non costituisce reato') e si contano 40 feriti. Nei giorni seguenti, perquisizioni a tappeto, la Questura annuncia 99 arresti: fra essi, il nostro compagno, Luigi Cipriani, ‘comandante'delle forze di piazza, che dovrà rendersi latitante per sfuggire all'arresto, nonché l'avvocato Leopoldo Leon, non presente ai fatti, che raccoglieva testimonianze sul comportamento della polizia, per ‘concorso ideologico nei reati di resistenza aggravata e devastazione'.
A Milano la questura autorizza un raduno della "maggioranza silenziosa" che raccoglie alcune centinaia di persone a piazza Castello; a margine di questa manifestazione vengono malmenati un cronista de ''Il Giorno'' e un fotografo. La questura vieta la piazza alla sinistra extraparlamentare che vuole manifestare per la libertà di [[Pietro Valpreda|Valpreda]]] e contro il governo Andreotti e la strage di [[Stato]]. I giovani si radunano egualmente in vari punti della città ed impegnano la [[polizia]], tenendo il centro per tutto il pomeriggio. Rimane ucciso da un candelotto lacrimogeno, sparato ad altezza d'uomo dalla [[polizia]], il pensionato Giuseppe Tavecchio, per la cui morte verrà incriminato per omicidio colposo il capitano di pubblica sicurezza Dario Del Medico (condannato in primo grado e, infine, assolto in appello perché «il fatto non costituisce reato»), e si contano 40 feriti. Nei giorni seguenti si hanno perquisizioni a tappeto e la questura annuncia 99 arresti: fra essi Luigi Cipriani, "comandante" delle forze di piazza, che dovrà rendersi latitante per sfuggire all'arresto, e l'avvocato Leopoldo Leon (non presente ai fatti), che sta raccogliendo testimonianze sul comportamento della [[polizia]] (motivo dell'arresto: «concorso ideologico nei reati di resistenza aggravata e devastazione»).


*[[5 maggio]]  
*[[5 maggio]]  
A Pisa, le forze di polizia caricano i militanti della sinistra extraparlamentare che contestano il comizio del missino Niccolai, provocando decine di feriti e procedendo a 20 arresti. Fra questi, l'anarchico [[Franco Serantini]] di vent'anni, che al momento del fermo viene selvaggiamente percosso con i calci dei fucili, pugni e calci. Morirà due giorni dopo nel [[carcere]] di Pisa, privo di cure, per frattura della scatola cranica. Il pretore condannerà il capitano di Ps Amerigo Albini e l'agente Giovanni Colantoni a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per ‘falsa testimonianza'. Anche a Bergamo, le forze di polizia caricano violentemente i militanti di sinistra che contestano il comizio del missino Tremaglia, provocando il ferimento di 15 giovani.
A Pisa le forze di [[polizia]] caricano i militanti della sinistra extraparlamentare che contestano il comizio del missino Niccolai, provocando decine di feriti e procedendo a 20 arresti. Fra questi, l'anarchico [[Franco Serantini]] di 20 anni, che al momento del fermo viene selvaggiamente percosso con i calci dei fucili, pugni e calci. Morirà due giorni dopo nel [[carcere]] di Pisa, privo di cure, per frattura della scatola cranica. Il pretore condannerà il capitano di pubblica sicurezza Amerigo Albini e l'agente Giovanni Colantoni a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per «falsa testimonianza».  
 
A Bergamo le forze di [[polizia]] caricano violentemente i militanti di sinistra che contestano il comizio del missino Tremaglia, provocando il ferimento di 15 giovani.


==1973==
==1973==
*[[23 gennaio]]  
*[[23 gennaio]]  
A Milano, in serata 100 poliziotti agli ordini del vice questore Paolella e Cardile e del tenente Vincenzo Addante circondano la Bocconi contro una manifestazione di studenti del movimento, indetta per protestare contro i provvedimenti [[repressivi]] della libertà di riunione, adottati sulla scia di quelli alla Statale. Un agente di Ps apre il fuoco contro i manifestanti in fuga, colpendo a morte lo studente Roberto Franceschi. Rimane ferito anche l'operaio Roberto Piacentini, al quale una pallottola sfiora un polmone. Il giorno successivo, in gravissime condizioni, verrà incriminato per ben 5 reati. Si verifica nei giorni successivi un rimbalzo di responsabilità per l'intervento della polizia fra il rettore Giordano Dell'Amore e la Questura, che avanza la versione dell'‘agente in preda a raptus'.
A Milano, in serata, 100 poliziotti agli ordini dei vicequestori Paolella e Cardile e del tenente Vincenzo Addante circondano la Bocconi contro una manifestazione di studenti del movimento indetta per protestare contro i provvedimenti [[repressivi]] della libertà di riunione, adottati sulla scia di quelli presi alla Statale. Un agente di pubblica sicurezza apre il fuoco contro i manifestanti in fuga, colpendo a morte lo studente Roberto Franceschi. Rimane ferito anche l'operaio Roberto Piacentini, al quale una pallottola sfiora un polmone: il giorno successivo, in gravissime condizioni, verrà incriminato per ben 5 reati. Si verifica nei giorni successivi un rimbalzo di responsabilità per l'intervento della [[polizia]] fra il rettore Giordano Dell'Amore e la questura, che avanza la versione dell'«agente in preda a raptus».


==1974==
==1974==
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*[[6 maggio]]
*[[6 maggio]]
Ad Eboli, a causa delle promesse mai mantenute riguardo la costruzione di fabbriche e nuovi posti di lavoro da parte di politici locali e nazionali, scoppiò una violenta [[rivolta]] per le strade cittadine.
Ad Eboli (Salerno), a causa delle promesse mai mantenute riguardo la costruzione di fabbriche e nuovi posti di lavoro da parte di politici locali e nazionali, scoppia una violenta [[rivolta]] per le strade cittadine.
La [[rivolta]], culminata con le occupazioni dell'autostrada e delle stazioni, bloccò l'intero commercio nazionale durante tutto il periodo della ribellione.
La [[rivolta]], culminata con le occupazioni dell'autostrada e delle stazioni, blocca l'intero commercio nazionale durante tutto il periodo della ribellione.


*[[10 maggio]]  
*[[10 maggio]]  
Ad Alessandria, una [[rivolta]] dei detenuti che avevano preso degli ostaggi, viene stroncata dal procuratore generale di Torino, Carlo Reviglio Della Veneria e dal generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa che ordinano un attacco militare che si conclude con l'uccisione di 2 detenuti, di 2 secondini, del medico del [[carcere]] e di una assistente sociale.
Ad Alessandria una [[rivolta]] dei detenuti, che hanno preso degli ostaggi, viene stroncata dal procuratore generale di Torino Carlo Reviglio Della Veneria e dal generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, che ordinano un attacco [[militare]] che si conclude con l'uccisione di due detenuti, di due secondini, del medico del [[carcere]] e di una assistente sociale.


*[[8 settembre]]  
*[[8 settembre]]  
A Roma, si rinnovano gli interventi [[repressivi]] della [[polizia]] nel quartiere san Basilio contro gli occupanti di case, anche con l'uso di armi da fuoco che uccidono il militante di sinistra Fabrizio Ceruso.
A Roma si rinnovano gli interventi [[repressivi]] della [[polizia]] nel quartiere san Basilio contro gli occupanti di case, anche con l'uso di armi da fuoco che uccidono il militante di sinistra Fabrizio Ceruso.


==1975==
==1975==
*[[17 aprile]]  
*[[17 aprile]]  
In molte città, si svolgono manifestazioni di protesta per l'uccisione di Claudio Varalli da parte del [[Fascismo|fascista]] Braggion. A Milano, la manifestazione è [[repressione|repressa]] dalla polizia con ampio uso di armi da fuoco. Un manifestante, l'insegnante Giannino Zibecchi di 27 anni, è ucciso da un camion dei carabinieri guidato dal milite Sergio Chiairieri, salito sul marciapiede per caricare i partecipanti. I tre militi inquisiti per l'uccisione saranno definitivamente scagionati nel novembre [[1980]].
In molte città si svolgono manifestazioni di protesta per l'uccisione di Claudio Varalli da parte del [[Fascismo|fascista]] Braggion. A Milano la manifestazione è [[repressione|repressa]] dalla [[polizia]] con ampio uso di armi da fuoco. Un manifestante, l'insegnante Giannino Zibecchi di 27 anni, è ucciso da un camion dei carabinieri guidato dal milite Sergio Chiairieri, salito sul marciapiede per caricare i partecipanti. I tre militi inquisiti per l'uccisione saranno definitivamente scagionati nel novembre [[1980]].


*[[18 aprile]]  
*[[18 aprile]]  
A Firenze, una [[antifascismo|manifestazione antifascista]] organizzata dall'Anpi è attaccata dalla polizia con l'uso di armi da fuoco. Un agente di Ps, Orazio Basile, uccide Rodolfo Boschi e ferisce Alfredo Panichi. Al processo che ne seguirà, l'agente sarà condannato a 8 mesi con la condizionale per ‘eccesso colposo di legittima difesa'; 10 anni di reclusione sono inflitti invece a Francesco Panichi, imputato di reati minori.
A Firenze una [[antifascismo|manifestazione antifascista]] organizzata dall'ANPI è attaccata dalla [[polizia]] con l'uso di armi da fuoco. Un agente di pubblica sicurezza, Orazio Basile, uccide Rodolfo Boschi e ferisce Alfredo Panichi. Al processo che ne seguirà l'agente sarà condannato a 8 mesi con la condizionale per «eccesso colposo di legittima difesa»; 10 anni di reclusione saranno inflitti invece a Francesco Panichi, imputato di reati minori.


*[[16 maggio]]  
*[[16 maggio]]  
A Napoli, la polizia carica i disoccupati che hanno occupato la sala consiliare del Comune, provocando 34 feriti e travolgendo con un automezzo Gennaro Costantino, determinandone la morte. Numerosi sono gli arrestati fra i dimostranti, che si sono difesi con sassaiole, impegnando la polizia in scontri.
A Napoli la [[polizia]] carica i disoccupati che hanno occupato la sala consiliare del comune, provocando 34 feriti e travolgendo con un automezzo Gennaro Costantino, determinandone la morte. Numerosi sono gli arrestati fra i dimostranti, che si sono difesi con sassaiole, impegnando la [[polizia]] in scontri.


*[[7 luglio]]  
*[[7 luglio]]  
A Roma, il vicebrigadiere di Ps Antonio Tuzzolino, recatosi con altri nell'appartamento di Anna Maria Mantini, sospettata di appartenere ai Nap, la uccide con un colpo di pistola in fronte, senza alcuna motivazione logica essendo la ragazza disarmata. La comunicazione giudiziaria a suo carico il giorno successivo, non avrà alcun seguito rivestendo un carattere meramente formale. Lo stesso giorno nella capitale, un agente di Ps uccide Rosaria Palladino di 25 anni, perché aveva sospettato che tenesse nella borsetta una pistola.
A Roma il vicebrigadiere di pubblica sicurezza Antonio Tuzzolino, recatosi con altri nell'appartamento di Anna Maria Mantini, sospettata di appartenere ai NAP, la uccide con un colpo di pistola in fronte senza alcuna motivazione logica, essendo la ragazza disarmata. La comunicazione giudiziaria a suo carico non avrà alcun seguito, rivestendo un carattere meramente formale. Lo stesso giorno nella capitale un agente di pubblica sicurezza uccide Rosaria Palladino di 25 anni, perché sospetta che tenga nella borsetta una pistola.


*[[16 luglio]]  
*[[16 luglio]]  
Il quotidiano comunista "L'Unità " riporta uno stralcio dell'ordinanza istruttoria sulla morte di Saverio Saltarelli, che vede come indiziati di reato il capitano dei carabinieri Antonio Chirivì e il capitano di Pubblica sicurezza Alberto Antonietti. Il magistrato ammette che da parte degli organi giudiziari e di polizia evidente che fu posto in essere un ostruzionismo sottile, bizantino, fondato su manipolazioni procedurali, che ha avuto quale unico effetto quello di allontanare nel tempo l'accertamento della verità ".
Il quotidiano [[comunista]] ''L'Unità'' riporta uno stralcio dell'ordinanza istruttoria sulla morte di Saverio Saltarelli, che vede come indiziati di reato il capitano dei carabinieri Antonio Chirivì e il capitano di pubblica sicurezza Alberto Antonietti. Il magistrato ammette che da parte degli organi giudiziari e di [[polizia]] «è evidente che fu posto in essere un ostruzionismo sottile, bizantino, fondato su manipolazioni procedurali, che ha avuto quale unico effetto quello di allontanare nel tempo l'accertamento della verità».


*[[22 novembre]]  
*[[22 novembre]]  
A Roma, nel corso di una manifestazione a favore della liberazione dell'Angola dal dominio portoghese, i carabinieri aprono il fuoco uccidendo il diciottenne Pietro Bruno e ferendo gravemente altri 3 militanti di sinistra. Per l'uccisione di Bruno saranno inquisiti il sottotenente dei carabinieri Saverio Bosio, il carabiniere Pietro Colantuono e l'agente di Ps Romano Tammaro. Il giudice istruttore Pasquale Lacanna nella sua ordinanza di proscioglimento scriverà: "''se per la difesa dei superiori interessi dello Stato, congiuntamente alla difesa personale, si è costretti ad una reazione proporzionata alla offesa, si può compiangere la sorte di un cittadino la cui vita è stata stroncata nel fiore degli anni ma non si possono ignorare fondamentali principi di diritto. La colpa della perdita di una vita umana è da ascrivere alla irresponsabilità di chi, insofferente della civile vita democratica, semina odio tra i cittadini''".
A Roma, nel corso di una manifestazione a favore della liberazione dell'Angola dal dominio portoghese, i carabinieri aprono il fuoco uccidendo il diciottenne Pietro Bruno e ferendo gravemente altri tre militanti di sinistra. Per l'uccisione di Bruno saranno inquisiti il sottotenente dei carabinieri Saverio Bosio, il carabiniere Pietro Colantuono e l'agente di pubblica sicurezza Romano Tammaro. Il giudice istruttore Pasquale Lacanna, nella sua ordinanza di proscioglimento, scriverà: «Se per la difesa dei superiori interessi dello [[Stato]], congiuntamente alla difesa personale, si è costretti ad una reazione proporzionata alla offesa, si può compiangere la sorte di un cittadino la cui vita è stata stroncata nel fiore degli anni ma non si possono ignorare fondamentali principi di diritto. La colpa della perdita di una vita umana è da ascrivere alla irresponsabilità di chi, insofferente della civile vita democratica, semina odio tra i cittadini».


==1976==
==1976==
*[[14 marzo]]  
*[[14 marzo]]  
A Roma, davanti all'Ambasciata spagnola è stata indetta una manifestazione antifranchista dalla sinistra rivoluzionaria e [[movimento studentesco]], caricata dalla [[polizia]] che si lancia in caroselli al Pincio ed uccide un anziano, l'ingegner Marotta, che passeggiava in via Belvedere, e ferisce uno studente.
A Roma, davanti all'ambasciata spagnola, è stata indetta una manifestazione antifranchista dalla sinistra rivoluzionaria e dal [[movimento studentesco]]. La carica della [[polizia]], che si lancia in caroselli al Pincio, uccide un anziano, l'ingegner Marotta, che passeggiava in via Belvedere, e ferisce uno studente.


*[[7 aprile]]
*[[7 aprile]]
A Roma, in occasione della trattazione in Cassazione del caso Marini, per il quale è riconfermata la condanna, manifestano gli anarchici e la sinistra rivoluzionaria dinanzi al ‘Palazzaccio'e al ministero di grazia e giustizia. Il secondino Domenico Velluto, in servizio dinanzi al ministero, spara contro alcuni giovani che avevano lanciato delle bottiglie molotov contro l'edificio, uccidendo con un colpo alla nuca il 21enne [[Mario Salvi]].
A Roma, in occasione della trattazione in cassazione del caso Marini, per il quale è riconfermata la condanna, manifestano gli anarchici e la sinistra rivoluzionaria dinanzi al "palazzaccio" e al ministero di grazia e giustizia. Il secondino Domenico Velluto, in servizio dinanzi al ministero, spara contro alcuni giovani che avevano lanciato delle bottiglie molotov contro l'edificio, uccidendo con un colpo alla nuca il ventunenne Mario Salvi.


*[[1 luglio]]  
*[[1 luglio]]  
A Milano, viene condannato per omicidio colposo, in relazione alla morte di [[Saverio Saltarelli]], il capitano di Ps Alberto Antonetti a 9 mesi con la concessione delle attenuanti generiche, la sospensione condizionale della pena e la non menzione.
A Milano viene condannato per omicidio colposo, in relazione alla morte di Saverio Saltarelli, il capitano di pubblica sicurezza Alberto Antonetti: 9 mesi con la concessione delle attenuanti generiche, la sospensione condizionale della pena e la non menzione.


==1977==
==1977==
*[[19 gennaio]]  
*[[19 gennaio]]  
Il Tribunale di Pisa modifica la sentenza emessa dal pretore il [[1 ottobre]] [[1975]], assolvendo il capitano di Ps Amerigo Albini e l'agente Giovanni Colantoni accusati di ‘falsa testimonianza'per la morte di Franco Serantini.
Il tribunale di Pisa modifica la sentenza emessa dal pretore il [[1 ottobre]] [[1975]], assolvendo il capitano di pubblica sicurezza Amerigo Albini e l'agente Giovanni Colantoni, accusati di falsa testimonianza per la morte di [[Franco Serantini]].


*[[11 marzo]]  
*[[11 marzo]]  
A Bologna, la polizia carica i militanti di sinistra e del movimento che manifestano per le vie cittadine. I carabinieri aprono il fuoco, uccidendo Pier Francesco Lorusso di Lotta continua. I giovani continuano a manifestare, caricati a più riprese. Sono arrestate in seguito agli scontri 45 persone fra cui Renato Resca, Nicola Rastigliano, Diego Benecchi, Alberto Armaroli, Mauro Collina, Raffaele Bertoncelli, Giancarlo Zecchini, Albino Bonomi, Fausto Bolzani, Carlo Degli Esposti, fra gli altri. Per la morte di Lorusso sarà inquisito il capitano dei carabinieri Pietro Pistolese.
A Bologna la [[polizia]] carica i militanti di sinistra e del Movimento che manifestano per le vie cittadine. I carabinieri aprono il fuoco uccidendo Pier Francesco Lorusso di Lotta Continua. I giovani continuano a manifestare, caricati a più riprese. Sono arrestate in seguito agli scontri 45 persone, fra cui Renato Resca, Nicola Rastigliano, Diego Benecchi, Alberto Armaroli, Mauro Collina, Raffaele Bertoncelli, Giancarlo Zecchini, Albino Bonomi, Fausto Bolzani, Carlo Degli Esposti. Per la morte di Lorusso sarà inquisito il capitano dei carabinieri Pietro Pistolese.


*[[22 marzo]]  
*[[22 marzo]]  
A Roma, l'agente di Ps Claudio Graziosi è ucciso su un autobus mentre tenta di arrestare Maria Pia Vianale, senza darsi conto che accanto vi è un suo compagno armato. In seguito al fatto, la polizia scatena una caccia all'uomo, nel corso della quale viene uccisa ‘per errore'Angelo Cerrai. .
A Roma l'agente di pubblica sicurezza Claudio Graziosi è ucciso su un autobus mentre tenta di arrestare Maria Pia Vianale, senza darsi conto che accanto vi è un suo compagno armato. In seguito al fatto la [[polizia]] scatena una caccia all'uomo, nel corso della quale viene ucciso «per errore» Angelo Cerrai.


*[[8 aprile]]  
*[[8 aprile]]  
A Firenze, è condannato in relazione all'uccisione di Boschi, qualificata come ‘omicidio colposo in eccesso di legittima difesa', l'agente Orazio Basile alla pena assai mite di 8 mesi con la condizionale.
A Firenze è condannato, in relazione all'uccisione di Rodolfo Boschi, qualificata come «omicidio colposo in eccesso di legittima difesa», l'agente Orazio Basile alla pena assai mite di 8 mesi con la condizionale.


*[[12 maggio]]  
*[[12 maggio]]  
A Roma, la polizia carica una [[Pacifismo|dimostrazione pacifica]], organizzata dai radicali per ricordare la vittoria del referendum sul divorzio, facendo largo uso di armi da fuoco ed uccidendo [[Giorgiana Masi]], diciannovenne, e ferendo altri 7 giovani, tra i quali Elena Ascione. Fra gli agenti di Ps che aprono il fuoco viene ritratto in una foto Giovanni Santone, in forza alla squadra mobile.
A Roma la [[polizia]] carica una [[Pacifismo|dimostrazione pacifica]] organizzata dai radicali per ricordare la vittoria del referendum sul divorzio, facendo largo uso di armi da fuoco ed uccidendo Giorgiana Masi, diciannovenne, e ferendo altri 7 giovani, tra i quali Elena Ascione. Fra gli agenti di pubblica sicurezza che aprono il fuoco viene ritratto in una foto Giovanni Santone, in forza alla squadra mobile.


*[[7 luglio]]  
*[[7 luglio]]  
A Roma, il Tribunale assolve il secondino Domenico Velluto dall'accusa di ‘omicidio preterintenzionale'nei confronti di Mario Salvi, per "aver fatto uso legittimo delle armi".
A Roma il tribunale assolve il secondino Domenico Velluto dall'accusa di «omicidio preterintenzionale» nei confronti di Mario Salvi, per «aver fatto uso legittimo delle armi».


*[[22 ottobre]]  
*[[22 ottobre]]  
La sezione istruttoria della corte di appello di Bologna annulla il mandato di cattura a carico del carabiniere Massimo Tramontani, accusato di aver ucciso Francesco Lorusso l'11 marzo 1977.
La sezione istruttoria della corte di appello di Bologna annulla il mandato di cattura a carico del carabiniere Massimo Tramontani, accusato di aver ucciso Francesco Lorusso l'[[11 marzo]] [[1977]].


==1978==
==1978==
*[[3 gennaio]]  
*[[3 gennaio]]  
A Roma, una pattuglia di carabinieri ferisce in modo grave, sparandogli, Alberto Di Cori, impegnato a tracciare scritte sui muri nelle vicinanze della residenza privata di Giulio Andreotti.
A Roma una pattuglia di carabinieri ferisce in modo grave, sparandogli, Alberto Di Cori, impegnato a tracciare scritte sui muri nelle vicinanze della residenza privata di Giulio Andreotti.


*[[7 gennaio]]  
*[[7 gennaio]]  
A Roma, in via Acca Larentia, le forze di polizia intervengono contro i militanti del Msi che manifestano per protestare contro l'uccisione di Stefano Bigonzetti e Francesco Ciavatta da parte di avversari politici rimasti ignoti. La polizia fa uso delle armi da fuoco e uccide Stefano Recchioni: per questa morte sarà inquisito il capitano dei carabinieri Sivori, successivamente prosciolto da ogni addebito.
A Roma, in via Acca Larentia, le forze di [[polizia]] intervengono contro i militanti del MSI che manifestano per protestare contro l'uccisione di Stefano Bigonzetti e Francesco Ciavatta da parte di avversari politici rimasti ignoti. La [[polizia]] fa uso delle armi da fuoco e uccide Stefano Recchioni: per questa morte sarà inquisito il capitano dei carabinieri Sivori, successivamente prosciolto da ogni addebito.


==1979==
==1979==
*[[10 gennaio]]  
*[[10 gennaio]]  
A Roma, nel corso di incidenti con le forze di polizia, viene ucciso con un colpo di pistola alle spalle, il militante missino Alberto Giaquinto, di 18 anni. La polizia si discolperà affermando che il giovane era armato, ma sarà smentita dalle risultanze processuali.
A Roma, nel corso di incidenti con le forze di [[polizia]], viene ucciso con un colpo di pistola alle spalle il militante missino Alberto Giaquinto, di 18 anni. La [[polizia]] si discolperà affermando che il giovane era armato, ma sarà smentita dalle risultanze processuali.


*[[18 luglio]]  
*[[18 luglio]]  
A Milano, al processo per la morte di Franceschi, sono assolti gli agenti incriminati per la impossibilità, a giudizio del Tribunale, di stabilire la dinamica dei fatti; assolti con formula dubitativa anche i manifestanti Piacentini e Cusani. L'unica condanna è per ‘falsa testimonianza', al capitano Savarese e all'agente Puglisi.
A Milano, al processo per la morte di Roberto Franceschi, sono assolti gli agenti incriminati per la impossibilità, a giudizio del tribunale, di stabilire la dinamica dei fatti; assolti con formula dubitativa anche i manifestanti Piacentini e Cusani. Le uniche condanne sono, per «falsa testimonianza», quelle del capitano Savarese e all'agente Puglisi.


== 1980 ==
== 1980 ==


*[[1 febbraio]]  
*[[1 febbraio]]  
A Roma, i carabinieri uccidono Maria Minci, nel quartiere Montesacro, nel corso, affermeranno successivamente, di un'operazione anti terrorismo, per ‘errore'.
A Roma, nel quartiere Montesacro, i carabinieri uccidono Maria Minci nel corso di un'operazione antiterrorismo («per errore», affermeranno successivamente).


==1981==
==1981==
*[[6 gennaio]]  
*[[6 gennaio]]  
A Roma, nel corso di un controllo anti- terrorismo, la Digos uccide ‘per errore'Laura Rendina.
A Roma, nel corso di un controllo antiterrorismo, la DIGOS uccide «per errore» Laura Rendina.


*[[28 luglio]]  
*[[28 luglio]]  
A San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), agenti di polizia in borghese appostati sotto l'abitazione di Roberto Peci, uccidono Vincenzo Illuminati che, in compagnia della fidanzata, non si era fermato all'alt temendo di avere a che fare con dei banditi.
A San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) agenti di [[polizia]] in borghese, appostati sotto l'abitazione di Roberto Peci, uccidono Vincenzo Illuminati, che, in compagnia della fidanzata, non si era fermato all'alt temendo di avere a che fare con dei banditi.


*[[3 dicembre]]  
*[[3 dicembre]]  
A Roma, il giudice istruttore Ettore Torri rinvia a giudizio per ‘eccesso colposo nell'uso delle armi'l'appuntato di Ps Alessio Speranza che, il 10 gennaio 1979, aveva ucciso sparandogli alla nuca, il giovane missino Alberto Giaquinto, diciassettenne.
A Roma il giudice istruttore Ettore Torri rinvia a giudizio per «eccesso colposo nell'uso delle armi» l'appuntato di pubblica sicurezza Alessio Speranza, che, il [[10 gennaio]] [[1979]] aveva ucciso, sparandogli alla nuca, il giovane missino Alberto Giaquinto, diciassettenne.


==1985==
==1985==


*[[9 marzo]]  
*[[9 marzo]]  
A Trieste, nel corso dell'operazione finalizzata all'arresto dell'autonomo Pietro Maria Greco, alla quale partecipano l'agente di Ps Mario Passanisi, il vice ispettore Giuseppe Guidi, l'agente di Ps Nunzio Romano in forza al Sisde ed altri, il giovane viene ucciso benché non avesse opposto resistenza e fosse disarmato.
A Trieste, nel corso dell'operazione finalizzata all'arresto dell'autonomo Pietro Maria Greco, alla quale partecipano, fra gli altri, l'agente di pubblica sicurezza Mario Passanisi, il viceispettore Giuseppe Guidi e l'agente di pubblica sicurezza Nunzio Romano (in forza al SISDE), il giovane viene ucciso benché non abbia opposto resistenza e sia disarmato.


== 1986 ==
== 1986 ==


*[[20 febbraio]]  
*[[20 febbraio]]  
A Milano, la polizia uccide nel corso di un'operazione di ordine pubblico il militante di Democrazia proletaria Luca Rossi.
A Milano la [[polizia]] uccide, nel corso di un'operazione di ordine pubblico, il militante di Democrazia Proletaria Luca Rossi.


==2001==
==2001==
*[[17 marzo]]
*[[17 marzo]]
Durante la manifestazione del [[17 marzo]] [[2001]], a conclusione delle quattro giornate di mobilitazione contro il Global Forum sull'e-government, polizia e carabinieri caricano il corteo, ed in seguito arrestano 80 persone anche prelevandole dal pronto soccorso.
Durante la manifestazione del [[17 marzo]] [[2001]], a conclusione delle quattro giornate di mobilitazione contro il Global Forum sull'e-government, [[polizia]] e carabinieri caricano il corteo ed in seguito arrestano 80 persone (anche prelevandole dal pronto soccorso). Gli arrestati sono condotti nella caserma Raniero e lì subiscono pestaggi e lesioni, come emerge dall'inchiesta che porterà all'arresto di 6 poliziotti e due alti funzionari della [[polizia]] di [[Stato]] di Napoli: «stanza delle torture» verrà definita la sala dove si consumano le [[violenze]]. Le principali accuse saranno: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, [[violenza]] privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria <ref>[http://archive.is/d6KEG I processi a carico dei poliziotti e a carico dei manifestanti]</ref> <ref>Video delle proteste contro il vertice dei G8 a Napoli: [http://www.youtube.com/watch?v=7ClVDv85MFU video], [http://www.youtube.com/watch?v=x-GHARAunwc video]</ref>.
Gli arrestati sono condotti nella Caserma Raniero e lì subiscono pestaggi e lesioni, come emerge dall'inchiesta che infine ha portato all'arresto di 6 poliziotti e 2 alti funzionari della Polizia di Stato di Napoli: "Stanza delle torture" viene definita la sala dove si consumano le violenze. Le principali accuse sono: sequestro di persona, abuso di atti di ufficio, [[violenza]] privata, danneggiamenti, lesioni personali aggravate e perquisizione arbitraria. <ref>[http://archive.is/d6KEG Il 17 marzo 2001 a Napoli]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=7ClVDv85MFU Video]</ref> <ref>[http://www.youtube.com/watch?v=x-GHARAunwc&feature=related Altro video]</ref>
 
*[[20 luglio|20]]-[[21 luglio]]  
*[[20 luglio|20]]-[[21 luglio]]  
A Genova, in una città blindata in occasione del vertice dei G8, continuano le dimostrazioni iniziate il giorno precedente con il ‘corteo dei migranti', mentre la città è affollata di giovani e non, che hanno risposto all'appello lanciato dal ''Genoa social forum'', dalle ''Tute bianche'', Rifondazione comunista, Campo antimperialista e altri gruppi antiglobalizzazione, per contestare lo strapotere dei grandi. Il [[20 luglio|20]], le ''Tute bianche'' inscenano lo sfondamento della rete che protegge la "zona rossa" nel giorno della "[[disobbedienza civile]]". Da una camionetta di carabinieri, circondata da alcuni ragazzi armati di soli oggetti contundenti, parte un proiettile che colpisce alla testa [[Carlo Giuliani]], 23 anni. Per inscenare l'incidente, non sapendosi filmati, i carabinieri innescano la retromarcia e la camionetta passa sul corpo del ragazzo, già caduto a terra in una pozza di sangue. Il giorno seguente, 200.000 persone accorrono per la dimostrazione finale unitaria e per protestare contro l'uccisione del ragazzo. Le forze di polizia prendono a pretesto l'azione di alcuni gruppi di giovani, che effrangono le vetrine di alcune banche e bruciano macchine di lusso, e caricano con lanci di lacrimogeni e pestaggi indiscriminati la folla di manifestanti, per la gran parte indifesi e privi di servizi d'ordine. Diverse testimonianze parlano di infiltrati. La giornata si chiude con un altro violentissimo pestaggio poliziesco alla scuola Diaz, messa a disposizione dal Comune per accogliere i giovani, che operano decine di arresti e provvedono altresì ad effrangere, nella scuola adibita a sede del Genoa social forum i computer, asportare il materiale fotografico e video che gli organizzatori avevano raccolto per documentare le violenze della [[polizia]].  
A Genova, in una città blindata in occasione del vertice dei G8, continuano le dimostrazioni iniziate il giorno precedente con il "corteo dei migranti", mentre la città è affollata di giovani e non, che hanno risposto all'appello, lanciato dal ''Genoa Social Forum'', dalle ''Tute Bianche'', da Rifondazione Comunista, da ''Campo Antimperialista'' e da altri gruppi antiglobalizzazione, per contestare lo strapotere dei grandi [[Stati]]. Il [[20 luglio]], nel giorno della "[[disobbedienza civile]]", le ''Tute Bianche'' inscenano lo sfondamento della rete che protegge la "zona rossa". Da una camionetta di carabinieri, circondata da alcuni ragazzi armati di soli oggetti contundenti, parte un proiettile che colpisce alla testa [[Carlo Giuliani]], 23 anni. Per inscenare l'incidente, non sapendosi filmati, i carabinieri innescano la retromarcia e la camionetta passa sul corpo del ragazzo, già caduto a terra in una pozza di sangue. Il giorno seguente 200.000 persone accorrono per la dimostrazione finale unitaria e per protestare contro l'uccisione del ragazzo. Le forze di [[polizia]] prendono a pretesto l'azione di alcuni gruppi di giovani, che effrangono le vetrine di alcune banche e bruciano macchine di lusso, e caricano con lanci di lacrimogeni e pestaggi indiscriminati la folla di manifestanti, per la gran parte indifesi e privi di servizi d'ordine. Diverse testimonianze parlano di infiltrati. La giornata si chiude con un altro violentissimo pestaggio [[poliziesco]] alla scuola Diaz, messa a disposizione dal comune per accogliere i giovani: le forze dell'ordine operano decine di arresti e provvedono altresì ad effrangere, nella scuola adibita a sede del ''Genoa Social Forum'', i computer e ad asportare il materiale fotografico e video che gli organizzatori avevano raccolto per documentare le [[violenze]] della [[polizia]]. Le persone fermate ed arrestate (circa 500) durante i giorni della manifestazione vengono in gran parte condotte nella caserma di Genova Bolzaneto, dove molti di loro subiscono veri e propri atti di tortura fisica e piscologia. ''Amnesty International'' ha definito i fatti accaduti alla scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto «la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale» <ref>[https://archive.is/sNbyu Proposta d'inchiesta parlamentare sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001] (relazione alla camera dei deputati del 24 luglio 2007)</ref>.
 
Le persone fermate ed arrestate (circa 500) durante i giorni della manifestazione vengono in gran parte condotte nella caserma di Genova Bolzaneto, dove molti di loro subiscono veri e propri atti di tortura fisica e piscologia. Amnesty International ha definito questi fatti accaduti alla Diaz e a Bolzaneto «la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale». <ref>[http://legxiv.camera.it/_dati/leg15/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/022/018/relazione.htm Proposta d'inchiesta parlamentare sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 - Relazione alla Camera dei Deputati del 24/07/2007]</ref>


==Note==
==Note==
<references/>
== Bibliografia ==
*Anton Gaetano Parodi: ''Le giornate di Genova'', Editori Riuniti, 1960
*Francesco Gandolfi: ''A Genova non si passa'', prefazione di Sandro Pertini, edizioni Avanti!
*''Movimento 30 giugno: Il 30 giugno a Genova''
*Philip Cooke: ''Luglio 1960: Tambroni e la repressione fallita'', Teti Editore, 2000
*Paride Batini: ''L'occasionale storia di un porto e della sua gente'', editore Marietti
*Paolo Arvati, Paride Rugafiori: ''Storia della Camera del Lavoro di Genova dalla Resistenza al giugno 1960'' <ref name="info"> [http://www.google.it/books?id=KMMzAAAAMAAJ&dq=Paolo+Arvati,+Paride+Rugafiori&pgis=1 Informazioni su libro]</ref>
*''Rinascita'', 1960 <ref name="pag">pagg. 619-688</ref>
===== Note bibliografiche =====
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== Collegamenti esterni ==
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.fondazionecipriani.it/carlo.htm Fondazione Luigi Cipriani] (da cui è stato estratto l'articolo)
*[http://www.fondazionecipriani.it/carlo.htm ''A Carlo Giuliani, ucciso dallo Stato'']
*[http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Cipriani Luigi Cipriani]


[[Categoria:Storia generale]]
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[[Categoria:Vittime dello Stato]]
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