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== Il contratto come mezzo di legittimazione della sovranità  ==
== Il contratto come mezzo di legittimazione della sovranità  ==


Diversi [[filosofia|filosofi]] ([[Tommaso Hobbes|Hobbes]], [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]]...vedasi paragrafi seguenti) hanno provato a legittimare l'[[autorità ]] dello [[Stato]], seppur in maniera differente, con l'idea del libero contratto pattuito tra [[Individuo|individui]], i quali avrebbero in questo modo ceduto parte dei loro diritti per godere di un po'più di sicurezza e pace.
Diversi [[filosofia|filosofi]] ([[Tommaso Hobbes|Hobbes]], [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]]...vedasi paragrafi seguenti) hanno provato a legittimare l'[[autorità]] dello [[Stato]], seppur in maniera differente, con l'idea del libero contratto pattuito tra [[Individuo|individui]], i quali avrebbero in questo modo ceduto parte dei loro diritti per godere di un po'più di sicurezza e pace.


Tale legittimità  fu dichiarata infondata dall'[[anarco-individualismo|anarco-individualista]] americano [[Lysander Spooner]], il quale ritenne che proprio perché le costituzioni dei paesi cosiddetti democratici possono essere assimilate a dei contratti, esse sono da ritenersi giuridicamente “non-valide”. La costituzione, se mai dotata di legittimità, è stata ratificata da [[Individuo|individui]] ormai deceduti e quindi è inconcepibile che essa venga ritenuta ancora valida, proprio perché parte dei contraenti non esistono più. Spooner inoltre riteneva che tali “contratti” vengano raramente rispettati e quindi, proprio per inadempienza, dovrebbero ritenersi "non più validi". A partire da questi ragionamenti egli affermò che «le nazioni, i governi e gli stati non hanno legalità  alcuna e che i giuramenti sulla costituzione non hanno validità  giuridica», quindi i governi devono essere considerati come un'associazione di malfattori, '''una mafia''', che dietro la pretesa d'offrire protezione ai cittadini, impone il pagamento delle tasse.  
Tale legittimità  fu dichiarata infondata dall'[[anarco-individualismo|anarco-individualista]] americano [[Lysander Spooner]], il quale ritenne che proprio perché le costituzioni dei paesi cosiddetti democratici possono essere assimilate a dei contratti, esse sono da ritenersi giuridicamente “non-valide”. La costituzione, se mai dotata di legittimità, è stata ratificata da [[Individuo|individui]] ormai deceduti e quindi è inconcepibile che essa venga ritenuta ancora valida, proprio perché parte dei contraenti non esistono più. Spooner inoltre riteneva che tali “contratti” vengano raramente rispettati e quindi, proprio per inadempienza, dovrebbero ritenersi "non più validi". A partire da questi ragionamenti egli affermò che «le nazioni, i governi e gli stati non hanno legalità  alcuna e che i giuramenti sulla costituzione non hanno validità  giuridica», quindi i governi devono essere considerati come un'associazione di malfattori, '''una mafia''', che dietro la pretesa d'offrire protezione ai cittadini, impone il pagamento delle tasse.  
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Per [[Tommaso Hobbes|Hobbes]] lo «stato di natura» è quello caratterizzato dalla perenne «guerra di tutti contro tutti». Per evitare quindi questo stato di continuo pericolo per tutti e tutte, [[Tommaso Hobbes|Hobbes]] suggerisce la stipula di un contratto che vincoli ognuno alla stessa maniera, anche se fosse stato esclusivamente stipulato dalla maggioranza o addirittura se la sottoscrizione fosse coatta. Questi dettami pattuiti tra i singoli (o tra la maggioranza) – i cui più importanti sono: 1) ricerca della pace; 2) rinunciare ad avere diritti su tutti; 3) rispettare i patti – sono per il [[Filosofia|filosofo]] inglese la legittimazione dell'ordinamento statale e delle sue leggi.  
Per [[Tommaso Hobbes|Hobbes]] lo «stato di natura» è quello caratterizzato dalla perenne «guerra di tutti contro tutti». Per evitare quindi questo stato di continuo pericolo per tutti e tutte, [[Tommaso Hobbes|Hobbes]] suggerisce la stipula di un contratto che vincoli ognuno alla stessa maniera, anche se fosse stato esclusivamente stipulato dalla maggioranza o addirittura se la sottoscrizione fosse coatta. Questi dettami pattuiti tra i singoli (o tra la maggioranza) – i cui più importanti sono: 1) ricerca della pace; 2) rinunciare ad avere diritti su tutti; 3) rispettare i patti – sono per il [[Filosofia|filosofo]] inglese la legittimazione dell'ordinamento statale e delle sue leggi.  


Il contratto hobbesiano legittima l'assolutismo più radicale, infatti poiché i cittadini con il contratto hanno ceduto una parte dei loro diritti ad un sovrano o ad un'istituzione, la sola [[libertà ]] che spetta al singolo [[individuo]] è quella di agire secondo leggi; inoltre secondo Hobbes solo un'[[autorità ]] assoluta può assolvere bene al suo compito autoritario ([[Tommaso Hobbes|Hobbes]] simpatizza per la monarchia) e di dominio sulle [[Individualità |individualità ]] che hanno stipulato, o "subito", il contratto.
Il contratto hobbesiano legittima l'assolutismo più radicale, infatti poiché i cittadini con il contratto hanno ceduto una parte dei loro diritti ad un sovrano o ad un'istituzione, la sola [[libertà]] che spetta al singolo [[individuo]] è quella di agire secondo leggi; inoltre secondo Hobbes solo un'[[autorità]] assoluta può assolvere bene al suo compito autoritario ([[Tommaso Hobbes|Hobbes]] simpatizza per la monarchia) e di dominio sulle [[Individualità |individualità]] che hanno stipulato, o "subito", il contratto.


=== Il "contratto sociale" (secondo Rousseau) ===
=== Il "contratto sociale" (secondo Rousseau) ===
Nel “Contratto sociale”, [[Jean-Jacques Rousseau]] parte dal principio che l'essere umano è nato libero (il «buon selvaggio») ed è diventato schiavo a causa della convivenza sociale. La società  per [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] è una necessità  venutasi a creare quando l'essere umano ha compreso di non poter più vivere isolato dagli altri. Il “Patto”, il “[[Contratto sociale]]”, ha lo scopo di unire e difendere ogni [[Individuo|individuo]], senza che questo debba perdere la propria [[libertà ]] sottomettendosi ad una qualche [[autorità ]].
Nel “Contratto sociale”, [[Jean-Jacques Rousseau]] parte dal principio che l'essere umano è nato libero (il «buon selvaggio») ed è diventato schiavo a causa della convivenza sociale. La società  per [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] è una necessità  venutasi a creare quando l'essere umano ha compreso di non poter più vivere isolato dagli altri. Il “Patto”, il “[[Contratto sociale]]”, ha lo scopo di unire e difendere ogni [[Individuo|individuo]], senza che questo debba perdere la propria [[libertà]] sottomettendosi ad una qualche [[autorità]].
   
   
Il contratto sociale attribuisce [[sovranità ]] e autorità  (autorevolezza) inalienabile a tutto il corpo sociale, di conseguenza la sua idea è [[democrazia|democratica]]; e poiché la sovranità  è indivisibile, la [[democrazia]] per il quale propende è quella [[democrazia diretta|diretta]]: i governanti non sono padroni e nemmeno rappresentanti del popolo. Essi sono dei “commissari” che non decidono in nome del popolo, ma solo ed esclusivamente con la ratifica popolare.
Il contratto sociale attribuisce [[sovranità]] e autorità  (autorevolezza) inalienabile a tutto il corpo sociale, di conseguenza la sua idea è [[democrazia|democratica]]; e poiché la sovranità  è indivisibile, la [[democrazia]] per il quale propende è quella [[democrazia diretta|diretta]]: i governanti non sono padroni e nemmeno rappresentanti del popolo. Essi sono dei “commissari” che non decidono in nome del popolo, ma solo ed esclusivamente con la ratifica popolare.


[[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] è ostile all'idea dello [[Stato]] moderno che si andava consolidando, immaginando al suo posto una società  formata dalla [[federalismo|federazione]] di piccole comunità.
[[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] è ostile all'idea dello [[Stato]] moderno che si andava consolidando, immaginando al suo posto una società  formata dalla [[federalismo|federazione]] di piccole comunità.
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