Colonna Durruti: differenze tra le versioni

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La [[CNT]]-[[FAI]] ebbe un ruolo fondamentale nella gestione degli eventi [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzionari del 1936-39]]. Tra il [[16 luglio|16]] e il [[17 luglio]] [[1936]], con l'ammutinamento della guarnigione militare del Marocco, [[Francisco Franco]] si mise alla testa delle forze reazionarie dando inizio al "colpo di [[Stato]] militare" (i franchisti conquistarono subito le Canarie, il Marocco, buona parte dell'Andalusia, la Castiglia–León, e quasi tutta la Galizia e a Saragozza). Il [[18 luglio]], mentre i militari golpisti proseguivano nella loro reazione conservatrice contro il recente governo del Fronte Popolare, si generò un vuoto di potere come conseguenza della debolezza governativa (si succedettero 4 governi in un giorno) che portò al rafforzamento della sinistra rivoluzionaria spagnola (soprattutto [[Personalità  anarchiche|anarchici]] e [[Lev Trotzkij| trotzkysti]]).  
La [[CNT]]-[[FAI]] ebbe un ruolo fondamentale nella gestione degli eventi [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|rivoluzionari del 1936-39]]. Tra il [[16 luglio|16]] e il [[17 luglio]] [[1936]], con l'ammutinamento della guarnigione militare del Marocco, [[Francisco Franco]] si mise alla testa delle forze reazionarie dando inizio al "colpo di [[Stato]] militare" (i franchisti conquistarono subito le Canarie, il Marocco, buona parte dell'Andalusia, la Castiglia–León, e quasi tutta la Galizia e a Saragozza). Il [[18 luglio]], mentre i militari golpisti proseguivano nella loro reazione conservatrice contro il recente governo del Fronte Popolare, si generò un vuoto di potere come conseguenza della debolezza governativa (si succedettero 4 governi in un giorno) che portò al rafforzamento della sinistra rivoluzionaria spagnola (soprattutto [[Personalità  anarchiche|anarchici]] e [[Lev Trotzkij| trotzkysti]]).  


Dal [[19 luglio|19]] al [[23 luglio]] [[1936]], durante l'attuazione dello [[sciopero generale]]  in risposta al sollevamento militare e all’apatia dello [[Stato]], molti [[sindacalismo| sindacalisti]] e rivoluzionari assaltarono le caserme delle forze dell’ordine e si impadronirono delle armi, distribuite immediatamente alla popolazione.
Dal [[19 luglio|19]] al [[23 luglio]] [[1936]], durante l'attuazione dello [[sciopero generale]]  in risposta al sollevamento militare e all'apatia dello [[Stato]], molti [[sindacalismo| sindacalisti]] e rivoluzionari assaltarono le caserme delle forze dell'ordine e si impadronirono delle armi, distribuite immediatamente alla popolazione.
Generalmente la resistenza antifranchista si (auto)organizzò con la formazione di '''milizie''' (10 giorni dopo l'insurrezione franchista vi erano circa 18.000 miliziani anarchici, oltre ad un retroterra di altri 150.000 pronti alla lotta), le quali procedettero anche all'occupazione, all'espropriazione dei latifondi da ridistribuire ai contadini ed all'occupazione delle fabbriche.  
Generalmente la resistenza antifranchista si (auto)organizzò con la formazione di '''milizie''' (10 giorni dopo l'insurrezione franchista vi erano circa 18.000 miliziani anarchici, oltre ad un retroterra di altri 150.000 pronti alla lotta), le quali procedettero anche all'occupazione, all'espropriazione dei latifondi da ridistribuire ai contadini ed all'occupazione delle fabbriche.  


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La "Durruti" si distinse dalle altre colonne in quanto in essa spiccava la figura di [[Buenaventura Durruti]], il quale esercitava sostanzialmente una funzione di comando grazie allo straordinario carisma esercitato sugli altri miliziani. Riguardo al problema della disciplina, Durruti si adoperò affinché i miliziani sviluppassero piena consapevolezza dell'importantissimo compito da loro esercitato sia nell'ambito della lotta al franchismo che in quello dell'instaurazione del [[comunismo libertario]]:
La "Durruti" si distinse dalle altre colonne in quanto in essa spiccava la figura di [[Buenaventura Durruti]], il quale esercitava sostanzialmente una funzione di comando grazie allo straordinario carisma esercitato sugli altri miliziani. Riguardo al problema della disciplina, Durruti si adoperò affinché i miliziani sviluppassero piena consapevolezza dell'importantissimo compito da loro esercitato sia nell'ambito della lotta al franchismo che in quello dell'instaurazione del [[comunismo libertario]]:


: «Avere disciplina per me non significa nient’altro che badare alla propria responsabilità  ed a quella degli altri. Sono contro ogni disciplina da caserma; conduce soltanto alla brutalizzazione, all’odio, a funzionari privi di coscienza. Ma tanto meno voglio qui parlare di una libertà  malintesa, come la pretendono i vigliacchi, per rendersi facile la vita. Nella nostra organizzazione, la CNT, prevale una retta comprensione della disciplina; e ad essa dobbiamo il fatto che gli anarchici rispettano le decisioni dei compagni ai quali hanno conferito la propria fiducia. In tempo di guerra occorre obbedire ai delegati eletti, altrimenti qualsiasi operazione è condannata al fallimento. Se gli uomini non sono d’accordo con loro, nelle riunioni devono deporre i propri rappresentanti a sostituirli.» <ref>Hans Magnus Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, pag 235</ref>
: «Avere disciplina per me non significa nient'altro che badare alla propria responsabilità  ed a quella degli altri. Sono contro ogni disciplina da caserma; conduce soltanto alla brutalizzazione, all'odio, a funzionari privi di coscienza. Ma tanto meno voglio qui parlare di una libertà  malintesa, come la pretendono i vigliacchi, per rendersi facile la vita. Nella nostra organizzazione, la CNT, prevale una retta comprensione della disciplina; e ad essa dobbiamo il fatto che gli anarchici rispettano le decisioni dei compagni ai quali hanno conferito la propria fiducia. In tempo di guerra occorre obbedire ai delegati eletti, altrimenti qualsiasi operazione è condannata al fallimento. Se gli uomini non sono d'accordo con loro, nelle riunioni devono deporre i propri rappresentanti a sostituirli.» <ref>Hans Magnus Enzensberger, ''La breve estate dell'anarchia'', Feltrinelli, pag 235</ref>


Il decreto di militarizzazione ([[28 settembre|28]], [[30 settembre]], [[4 ottobre]]) voluto dal governo catalano (in cui vi erano alcuni ministri anarchici!)  delle [[milizie anarchiche|milizie]], subito dopo lo scioglimento del [[Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste di Catalogna]] (CCMA), fu di fatto accettato, volente o nolente, dalla [[CNT spagnola|CNT]], trasformando la Colonna Durruti nella 26a Divisione dell'esercito popolare.
Il decreto di militarizzazione ([[28 settembre|28]], [[30 settembre]], [[4 ottobre]]) voluto dal governo catalano (in cui vi erano alcuni ministri anarchici!)  delle [[milizie anarchiche|milizie]], subito dopo lo scioglimento del [[Comitato Centrale delle Milizie Antifasciste di Catalogna]] (CCMA), fu di fatto accettato, volente o nolente, dalla [[CNT spagnola|CNT]], trasformando la Colonna Durruti nella 26a Divisione dell'esercito popolare.
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Molti intelllettuali combatterono nella "Durruti, uno dei più celebri [[Carl Einstein]]<ref>[http://www.katesharpleylibrary.net/tqjr9h Carl Einstein (1885-1940)]</ref>, storico dell'arte e scrittore tedesco.
Molti intelllettuali combatterono nella "Durruti, uno dei più celebri [[Carl Einstein]]<ref>[http://www.katesharpleylibrary.net/tqjr9h Carl Einstein (1885-1940)]</ref>, storico dell'arte e scrittore tedesco.


Nella ''Colonna Durruti'', ricordiamo, combatterono gli italiani [[Antoine Gimenez]] <ref>[http://www.plusloin.org/gimenez/article.php3?id_article=228 Antoine Gimenez & Les Giménologues, Les Fils de la nuit. Souvenirs de la guerre d'Espagne, Editions Les Giménologues et L’Insomniaque, Marseille-Montreuil, 2006]</ref> ed [[Agostino Sette]], che sarà  il primo caduto ([[31 luglio]] [[1936]]) di nazionalità  italiana nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|guerra di Spagna]]. (Altre fonti danno come primo caduto [[Enrico Dal Bo]], un [[antifascismo|antifascista]] veneto, arrivato a Melilla da poche settimane, dopo essere stato membro della sezione barcellonese della Lega italiana dei diritti dell'uomo, insieme a Bruno Sereni, Anteo Luzzatto, Giovanni Fassina, i fratelli Ornella, Lorenzo Musso e Umberto Calligaris <ref>[http://www.geocities.com/soho/den/7257/numero3/antg2.html Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola] </ref>, facente parte delle [[Brigate Internazionali]]).
Nella ''Colonna Durruti'', ricordiamo, combatterono gli italiani [[Antoine Gimenez]] <ref>[http://www.plusloin.org/gimenez/article.php3?id_article=228 Antoine Gimenez & Les Giménologues, Les Fils de la nuit. Souvenirs de la guerre d'Espagne, Editions Les Giménologues et L'Insomniaque, Marseille-Montreuil, 2006]</ref> ed [[Agostino Sette]], che sarà  il primo caduto ([[31 luglio]] [[1936]]) di nazionalità  italiana nella [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|guerra di Spagna]]. (Altre fonti danno come primo caduto [[Enrico Dal Bo]], un [[antifascismo|antifascista]] veneto, arrivato a Melilla da poche settimane, dopo essere stato membro della sezione barcellonese della Lega italiana dei diritti dell'uomo, insieme a Bruno Sereni, Anteo Luzzatto, Giovanni Fassina, i fratelli Ornella, Lorenzo Musso e Umberto Calligaris <ref>[http://www.geocities.com/soho/den/7257/numero3/antg2.html Gli antifascisti grossetani nella guerra civile spagnola] </ref>, facente parte delle [[Brigate Internazionali]]).
==Note==
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*[[Josè Peirats]], ''La [[CNT]] nella rivoluzione spagnola'', Milano, Antistato, 1977 e 1978.
*[[Josè Peirats]], ''La [[CNT]] nella rivoluzione spagnola'', Milano, Antistato, 1977 e 1978.
*[[Carlos Semprun Maura]], ''Libertad! Rivoluzione e controrivoluzione in Catalogna'', Milano, [[Elèuthera]], 1996.
*[[Carlos Semprun Maura]], ''Libertad! Rivoluzione e controrivoluzione in Catalogna'', Milano, [[Elèuthera]], 1996.
*[[Umberto Tommasini]], ''L’anarchico triestino'', Milano, Antistato, 1984.
*[[Umberto Tommasini]], ''L'anarchico triestino'', Milano, Antistato, 1984.
*M. Amoros,  ''La revolución traicionada - La verdadera historia de Balius y Los Amigos de Durruti'', Bilbao 2003.
*M. Amoros,  ''La revolución traicionada - La verdadera historia de Balius y Los Amigos de Durruti'', Bilbao 2003.
*[[Camillo Berneri]], ''Guerra di classe in Spagna'', Pistoia 1971.
*[[Camillo Berneri]], ''Guerra di classe in Spagna'', Pistoia 1971.
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*''The Spanish civil war. The view from the left, numero monografico della rivista «Revolutionary History»'', n. 4, 1991;
*''The Spanish civil war. The view from the left, numero monografico della rivista «Revolutionary History»'', n. 4, 1991;
*[[Frank Mintz]], [[Miguel Pecina]], ''Los amigos de Durruti, los trotsquistas y los sucesos de mayo'', Madrid, Campo Abierto, 1978;
*[[Frank Mintz]], [[Miguel Pecina]], ''Los amigos de Durruti, los trotsquistas y los sucesos de mayo'', Madrid, Campo Abierto, 1978;
*Pelai Pagès, ''Le mouvement trotskyst pendant la guerre civile d’Espagne'', in «Cahiers Léon Trotsky», 1982, n. 10, pp.47-65;
*Pelai Pagès, ''Le mouvement trotskyst pendant la guerre civile d'Espagne'', in «Cahiers Léon Trotsky», 1982, n. 10, pp.47-65;
*[[Jean Cavignac]], ''Les trotskystes espagnols dans la tourmente'', in «Cahiers Léon Trotsky», 1982, n. 10, pp. 67-74;
*[[Jean Cavignac]], ''Les trotskystes espagnols dans la tourmente'', in «Cahiers Léon Trotsky», 1982, n. 10, pp. 67-74;
*[[Durgan Andy]], ''Les trotskystes espagnols et la fondation du [[POUM]]'', in «Cahiers Léon Trotsky», 1993, n. 50, pp.15-5;
*[[Durgan Andy]], ''Les trotskystes espagnols et la fondation du [[POUM]]'', in «Cahiers Léon Trotsky», 1993, n. 50, pp.15-5;
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