Cesare Agostinelli: differenze tra le versioni

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Propagandista infaticabile, fa della sua bottega il centro delle riunioni [[anarchiche]] anconitane e il recapito della stampa sovversiva italiana ed estera che egli stesso s'incarica di distribuire. Il [[17 gennaio]] [[1895]] la commissione provinciale per il domicilio coatto lo invia a Porto Ercole. È poi condannato dal tribunale di Perugia per avere emesso grida sovversive transitando per la città umbra sul treno che lo porta alla sua nuova dimora forzata: Tremiti.  
Propagandista infaticabile, fa della sua bottega il centro delle riunioni [[anarchiche]] anconitane e il recapito della stampa sovversiva italiana ed estera che egli stesso s'incarica di distribuire. Il [[17 gennaio]] [[1895]] la commissione provinciale per il domicilio coatto lo invia a Porto Ercole. È poi condannato dal tribunale di Perugia per avere emesso grida sovversive transitando per la città umbra sul treno che lo porta alla sua nuova dimora forzata: Tremiti.  


Presentato da radicali e repubblicani nel quadro delle candidature-protesta, Agostinelli è eletto nel consiglio comunale di Ancona (luglio [[1895]]: 675 preferenze per lui), ma non vi entrerà mai a far parte. Da Lipari, dove nel frattempo è stato condotto, torna nella sua città nel novembre [[1896]] ed è immediatamente sottoposto a vigilanza speciale. Insieme a [[Smorti]] ed [[Emidio Recchioni]] organizza il rientro in [[Italia]] di [[Malatesta]], che ospita e al quale offre la propria esperienza per la nascita de «L'Agitazione». È Agostinelli a presentare [[Luigi Fabbri]] – allora giovane studente di Macerata – a [[Malatesta]] nel rifugio anconitano di quest'ultimo.  
Presentato da radicali e repubblicani nel quadro delle candidature-protesta, Agostinelli è eletto nel consiglio comunale di Ancona (luglio [[1895]]: 675 preferenze per lui), ma non vi entrerà mai a far parte. Da Lipari, dove nel frattempo è stato condotto, torna nella sua città nel novembre [[1896]] ed è immediatamente sottoposto a vigilanza speciale. Insieme a [[Adelmo Smorti|Smorti]] ed [[Emidio Recchioni]] organizza il rientro in [[Italia]] di [[Malatesta]], che ospita e al quale offre la propria esperienza per la nascita de «L'Agitazione». È Agostinelli a presentare [[Luigi Fabbri]] – allora giovane studente di Macerata – a [[Malatesta]] nel rifugio anconitano di quest'ultimo.  


Nel marzo [[1897]] firma il manifesto astensionista ''I socialisti anarchici ai lavoratori italiani''. Al lavoro redazionale unisce un'intensa opera propagandistica, svolta attraverso riunioni e comizi che tiene anche nei paesi vicini al capoluogo marchigiano. All'indomani dell'attentato di [[Acciarito]], è messo agli arresti insieme al gerente de «L'Agitazione» ([[Benedetto Faccetti]]), a [[Ruggero Recchi]] e a [[Recchioni]], mentre il giornale è costretto a interrompere le pubblicazioni; quindi, per essersi rifiutato di sottoscrivere in questura l'impegno a mantenere la buona condotta, Agostinelli è di nuovo inviato all'isola di Ponza, in cui dimora dal maggio [[1897]] al maggio [[1898]]. In quei mesi subisce fra l'altro un processo, al termine del quale sarà assolto, per avere denunciato su «L'Agitazione» le terribili condizioni in cui i coatti politici sono sottoposti nella colonia di Gavi.  
Nel marzo [[1897]] firma il manifesto astensionista ''I socialisti anarchici ai lavoratori italiani''. Al lavoro redazionale unisce un'intensa opera propagandistica, svolta attraverso riunioni e comizi che tiene anche nei paesi vicini al capoluogo marchigiano. All'indomani dell'attentato di [[Acciarito]], è messo agli arresti insieme al gerente de «L'Agitazione» ([[Benedetto Faccetti]]), a [[Ruggero Recchi]] e a [[Recchioni]], mentre il giornale è costretto a interrompere le pubblicazioni; quindi, per essersi rifiutato di sottoscrivere in questura l'impegno a mantenere la buona condotta, Agostinelli è di nuovo inviato all'isola di Ponza, in cui dimora dal maggio [[1897]] al maggio [[1898]]. In quei mesi subisce fra l'altro un processo, al termine del quale sarà assolto, per avere denunciato su «L'Agitazione» le terribili condizioni in cui i coatti politici sono sottoposti nella colonia di Gavi.  
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Qualche settimana dopo il suo ritorno ad Ancona, parte per Fiume, dove risiede in compagnia di [[Tito Alfredo Baiocchi]] e lavora come cappellaio. In ottobre è espulso dall'Impero asburgico, tradotto in [[Italia]], quindi ancora assegnato al domicilio coatto da scontare a Pantelleria. Firmatario della professione di [[anarchismo]] comparsa su «L'Agitazione» nel luglio [[1900]] in solidarietà con i processati di Ancona, qualche mese più tardi Agostinelli è prosciolto dal confino e può dunque fare ritorno nel capoluogo marchigiano. Al pari di tre anni prima, rifiuta di sottoscrivere l'impegno alla buona condotta, nondimeno stavolta resta in libertà. Al suo recapito sono inviati i principali fogli libertari italiani, nonché alcuni periodici che [[Malatesta]] gli spedisce da Londra.  
Qualche settimana dopo il suo ritorno ad Ancona, parte per Fiume, dove risiede in compagnia di [[Tito Alfredo Baiocchi]] e lavora come cappellaio. In ottobre è espulso dall'Impero asburgico, tradotto in [[Italia]], quindi ancora assegnato al domicilio coatto da scontare a Pantelleria. Firmatario della professione di [[anarchismo]] comparsa su «L'Agitazione» nel luglio [[1900]] in solidarietà con i processati di Ancona, qualche mese più tardi Agostinelli è prosciolto dal confino e può dunque fare ritorno nel capoluogo marchigiano. Al pari di tre anni prima, rifiuta di sottoscrivere l'impegno alla buona condotta, nondimeno stavolta resta in libertà. Al suo recapito sono inviati i principali fogli libertari italiani, nonché alcuni periodici che [[Malatesta]] gli spedisce da Londra.  


Nel marzo [[1902]] è eletto nella commissione esecutiva della Camera del Lavoro di Ancona, ma a luglio – al pari di [[Smorti]] – si dimette per motivi di lavoro. Promuove i giornali «La Vita operaia» e «Lo Sprone»: su quest'ultimo, nel giugno-agosto [[1910]], accende una polemica con [[Luigi Fabbri|Fabbri]] sul giudizio in merito alle lotte agrarie in Romagna e il [[16 ottobre]] successivo pubblica un manifesto contro [[Giovanni Gavilli]], di cui critica aspramente l'[[anarco-individualismo|individualismo]].  
Nel marzo [[1902]] è eletto nella commissione esecutiva della Camera del Lavoro di Ancona, ma a luglio – al pari di [[Adelmo Smorti|Smorti]] – si dimette per motivi di lavoro. Promuove i giornali «La Vita operaia» e «Lo Sprone»: su quest'ultimo, nel giugno-agosto [[1910]], accende una polemica con [[Luigi Fabbri|Fabbri]] sul giudizio in merito alle lotte agrarie in Romagna e il [[16 ottobre]] successivo pubblica un manifesto contro [[Giovanni Gavilli]], di cui critica aspramente l'[[anarco-individualismo|individualismo]].  


Il [[9 febbraio|9]]-[[10 febbraio]] [[1913]] partecipa a Fabriano al Congresso [[anarchico]] umbro-marchigiano. Agostinelli ospita [[Malatesta]] al ritorno di questi dall'Inghilterra, contribuendo poi alla ricostituzione del Circolo "Studi sociali". Entra quindi nella redazione di «Volontà», della quale diventa responsabile all'indomani della [[Settimana rossa]] e fino alla momentanea chiusura del giornale (luglio [[1915]]). [[Ugo Fedeli]] ha scritto che «[[Malatesta]], prima di prendere una qualsiasi iniziativa usava dire: "Sentirò Agostinelli", perché era sicuro che il buon senso di questo uomo del popolo rispecchiava sempre con molta chiarezza il punto di vista della generalità dei militanti».  
Il [[9 febbraio|9]]-[[10 febbraio]] [[1913]] partecipa a Fabriano al Congresso [[anarchico]] umbro-marchigiano. Agostinelli ospita [[Malatesta]] al ritorno di questi dall'Inghilterra, contribuendo poi alla ricostituzione del Circolo "Studi sociali". Entra quindi nella redazione di «Volontà», della quale diventa responsabile all'indomani della [[Settimana rossa]] e fino alla momentanea chiusura del giornale (luglio [[1915]]). [[Ugo Fedeli]] ha scritto che «[[Malatesta]], prima di prendere una qualsiasi iniziativa usava dire: "Sentirò Agostinelli", perché era sicuro che il buon senso di questo uomo del popolo rispecchiava sempre con molta chiarezza il punto di vista della generalità dei militanti».  
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