Carlo Tresca: differenze tra le versioni

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==Ipotesi sulla sua morte==
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{{vedi|Indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi}}
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[[Ezio Taddei]], bersagliere decorato nella prima guerra mondiale <ref name="sorella"> Taddei salvò eroicamente dal fuoco nemico un commilitone ferito e per questo ricevette una decorazione al merito. In realtà  [[Ezio Taddei]] era poco incline alla vita militare, non a caso era stato arruolato con la forza, e poco gli importava delle decorazioni, tant'è che la sorella nella [http://eziotaddei.splinder.com/ biografia di Taddei], da lei curata, scrive: «Ma Ezio non amava tenere cianfrusaglie e quindi non conservò nulla».''”.</ref> ed anarchico, divenuto poi noto scrittore, nel libro dedicato all'[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|assassinio di Tresca]] afferma senza esitazioni che «i responsabili del delitto, secondo le ammissioni di un agente dell'Ufficio Narcotici, erano due boss della mafia, Frank Garofalo  <ref>[http://www.societacivile.it/blog/inchieste/americani.html Sicilia, il ritorno degli “americani” di Gianni Barbacetto]</ref> e Carmine Galante <ref>[http://en.wikipedia.org/wiki/Carmine_Galante wikipedia inglese Carmine Galante] </ref>, latitanti da anni''<ref>[http://www.ilgrappolo.it/NewsRead.asp?IDnews=297 Recensione del libro di Taddei Ezio sul caso Tresca]</ref>».
[[Ezio Taddei]], bersagliere decorato nella prima guerra mondiale <ref name="sorella"> Taddei salvò eroicamente dal fuoco nemico un commilitone ferito e per questo ricevette una decorazione al merito. In realtà  [[Ezio Taddei]] era poco incline alla vita militare, non a caso era stato arruolato con la forza, e poco gli importava delle decorazioni, tant'è che la sorella nella [http://eziotaddei.splinder.com/ biografia di Taddei], da lei curata, scrive: «Ma Ezio non amava tenere cianfrusaglie e quindi non conservò nulla».''”.</ref> ed anarchico, divenuto poi noto scrittore, nel libro dedicato all'[[indagine sul caso dell'anarchico Tresca e sviluppi relativi|assassinio di Tresca]] afferma senza esitazioni che «i responsabili del delitto, secondo le ammissioni di un agente dell'Ufficio Narcotici, erano due boss della mafia, Frank Garofalo  <ref>[http://www.societacivile.it/blog/inchieste/americani.html Sicilia, il ritorno degli “americani” di Gianni Barbacetto]</ref> e Carmine Galante <ref>[http://en.wikipedia.org/wiki/Carmine_Galante wikipedia inglese Carmine Galante] </ref>, latitanti da anni''<ref>[http://www.ilgrappolo.it/NewsRead.asp?IDnews=297 Recensione del libro di Taddei Ezio sul caso Tresca]</ref>».
Piero Calamandrei inoltre stigmatizza l'omicidio di Carlo Tresca con queste parole:
Piero Calamandrei inoltre stigmatizza l'omicidio di Carlo Tresca con queste parole:
«Tra i quali, del tutto nuovo, ci pare quello dell'assassinio negli Stati Uniti del giornalista antifascista Carlo Tresca: assassinio operato dalla mafia...» <ref>Da Piero Calamandrei  [http://www.google.it/books?q=piero+calamandrei+mafia+carlo+tresca&btnG=Cerca+nei+libri Il Ponte 1945 La Nuova Italia]</ref>.
«Tra i quali, del tutto nuovo, ci pare quello dell'assassinio negli Stati Uniti del giornalista antifascista Carlo Tresca: assassinio operato dalla mafia...» <ref>Da Piero Calamandrei  [http://www.google.it/books?q=piero+calamandrei+mafia+carlo+tresca&btnG=Cerca+nei+libri Il Ponte 1945 La Nuova Italia]</ref>.


Il mandante sarebbe stato il noto boss Vito Genovese per favorire l'ingresso nella [[Mazzini Society]], [[antifascismo|organizzazione antifascista]] nata negli [[USA]] nel [[1943]], di un gruppo di ex sostenitori del [[Fascismo|fascismo]] fra i quali Generoso Pope, che sarebbe stato colui al quale Vito Genovese fece il "favore", ma non è solo qui il problema: Vito Genovese doveva un favore a [[Benito Mussolini]] che lo aveva ospitato negli anni '30 quando dovette fuggire dagli [[USA]] perché ricercato per omicidio e si era già  in parte "sdebitato" facendo costruire la casa del fascio di Nola. Il punto era di spaccare il fronte [[antifascismo|antifascista]], infatti se Tresca era del tutto avverso ai fascisti riciclati era favorevole ad un accordo coi [[comunismo|comunisti]], anche se stalinisti. Non per niente si tentò di scaricare la colpa su [[Vittorio Vidali]], che conosceva bene Tresca dalla gioventù, con il quale durante i primi anni dell'espatrio si erano forniti reciproco aiuto in nome del comune [[antifascismo]]. Vittorio Vidali era stato un miliziano degli [[Arditi del Popolo]], divenuto acerrimo nemico degli anarchici in [[Spagna]] ed era stato uno degli organizzatori del reggimento d'élite dell'esercito repubblicano spagnolo, ovvero il ''Quinto Reggimiento'', in cui militavano anche [[antifascismo|antifascisti]] non stalinisti, attirati dalla sua grande preparazione militare. Tale strategia di spaccare il movimento antifascista e di inquinarlo con [[Fascismo|fascisti]] opportunamente riciclati, era congruente con la strategia, antipopolare ed antioperaio, applicata dalla mafia dopo lo sbarco in Sicilia, basterebbe ricordare [[Portella della Ginestra]]. Proprio Genovese in divisa da alto ufficiale dell'esercito americano <ref>[http://www.archivio900.it/it/nomi/nom.aspx?id=1393 Vito Genovese] è stato uno dei capi più importanti Cosa Nostra in USA, indagato per 51 omicidi e per molti condannato in diverse misure. Sbarca con le truppe alleate in Sicilia in divisa americana e viene fotografato in atteggiamento molto amichevole con Salvatore Giuliano. Vito Genovese è il fiduciario dell'americano  colonnello Poletti in quel momento plenipotenziario per quanto riguarda il meridione. È da rimarcare che successivamente i capi mafiosi vengono inseriti nei gangli amministrativi siciliani ed oltre ovviamente a esser punto focale per la [[repressione]] antisindacale ed anti proletaria eliminano i mafiosi e/o delinquenti di poco conto che potevano far perdere loro la faccia con gli americani ma Salvatore Giuliano non si tocca è protetto dal "padrino". Poi si capirà  il motivo: Portella della Ginestra </ref> è stato fotografato con [[Salvatore Giuliano, un bandito fascista|Salvatore Giuliano]] che fu uno degli artefici dell'eccidio di Portelle della Ginestra dove fu sparato anche con mitragliatori  pesanti sulla massa proletaria che festeggiava [[il Primo Maggio]].
Il mandante sarebbe stato il noto boss Vito Genovese per favorire l'ingresso nella [[Mazzini Society]], [[antifascismo|organizzazione antifascista]] nata negli [[USA]] nel [[1943]], di un gruppo di ex sostenitori del [[Fascismo|fascismo]] fra i quali Generoso Pope, che sarebbe stato colui al quale Vito Genovese fece il "favore", ma non è solo qui il problema: Vito Genovese doveva un favore a [[Benito Mussolini]] che lo aveva ospitato negli anni '30 quando dovette fuggire dagli [[USA]] perché ricercato per omicidio e si era già  in parte "sdebitato" facendo costruire la casa del fascio di Nola. Il punto era di spaccare il fronte [[antifascismo|antifascista]], infatti se Tresca era del tutto avverso ai fascisti riciclati era favorevole ad un accordo coi [[comunismo|comunisti]], anche se stalinisti. Non per niente si tentò di scaricare la colpa su [[Vittorio Vidali]], che conosceva bene Tresca dalla gioventù, con il quale durante i primi anni dell'espatrio si erano forniti reciproco aiuto in nome del comune [[antifascismo]]. Vittorio Vidali era stato un miliziano degli [[Arditi del Popolo]], divenuto acerrimo nemico degli anarchici in [[Spagna]] ed era stato uno degli organizzatori del reggimento d'élite dell'esercito repubblicano spagnolo, ovvero il ''Quinto Reggimiento'', in cui militavano anche [[antifascismo|antifascisti]] non stalinisti, attirati dalla sua grande preparazione militare. Tale strategia di spaccare il movimento antifascista e di inquinarlo con [[Fascismo|fascisti]] opportunamente riciclati, era congruente con la strategia, antipopolare ed antioperaio, applicata dalla mafia dopo lo sbarco in Sicilia, basterebbe ricordare [[Portella della Ginestra]]. Proprio Genovese in divisa da alto ufficiale dell'esercito americano <ref>[http://www.archivio900.it/it/nomi/nom.aspx?id=1393 Vito Genovese] è stato uno dei capi più importanti Cosa Nostra in USA, indagato per 51 omicidi e per molti condannato in diverse misure. Sbarca con le truppe alleate in Sicilia in divisa americana e viene fotografato in atteggiamento molto amichevole con Salvatore Giuliano. Vito Genovese è il fiduciario dell'americano  colonnello Poletti in quel momento plenipotenziario per quanto riguarda il meridione. È da rimarcare che successivamente i capi mafiosi vengono inseriti nei gangli amministrativi siciliani ed oltre ovviamente a esser punto focale per la [[repressione]] antisindacale ed anti proletaria eliminano i mafiosi e/o delinquenti di poco conto che potevano far perdere loro la faccia con gli americani ma Salvatore Giuliano non si tocca è protetto dal "padrino". Poi si capirà  il motivo: Portella della Ginestra </ref> è stato fotografato con [[Salvatore Giuliano, un bandito fascista|Salvatore Giuliano]] che fu uno degli artefici dell'eccidio di Portelle della Ginestra dove fu sparato anche con mitragliatori  pesanti sulla massa proletaria che festeggiava [[il Primo Maggio]].


Uno dei principali artefici della strategia di potere mafioso fu Lucky Luciano, notissimo boss detenuto nelle [[carcere|carceri]] americane che fornì agli alleati anglo-americani i nomi di 850 persone su cui “contare". Gli ufficiali dell'OSS (in seguito si trasformerà  in [[CIA]]), che dirigeranno sul campo "l'operazione sbarco", saranno Max Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino, quest'ultimo anche legale dei sindacati controllati da Cosa Nostra. In Sicilia, prima dello sbarco, le missioni degli agenti di Scamporino si avvalevano di una fitta rete di protezione mafiosa che, oltre a dare riparo e assistenza, forniva loro ogni genere d'informazione di valore militare <ref>[http://www.italiasociale.org/articoli2006/notizie160106-1.html Da "Italia Sociale"]</ref>.  Il loro gruppo sarà  conosciuto come il "cerchio della mafia". Tra gli americani, in divisa dell'esercito, c'erano [[Albert Anastasia]] (ucciso nel dopoguerra in un negozio di barbiere) e don Vito Genovese, di cui abbiamo già  detto che altro non è che il don Vito Corleone del film "Il padrino", saranno stretti collaboratori di Charles Poletti, il generale plenipotenziario inviato dagli [[USA]] per la "questione meridionale".  
Uno dei principali artefici della strategia di potere mafioso fu Lucky Luciano, notissimo boss detenuto nelle [[carcere|carceri]] americane che fornì agli alleati anglo-americani i nomi di 850 persone su cui “contare". Gli ufficiali dell'OSS (in seguito si trasformerà  in [[CIA]]), che dirigeranno sul campo "l'operazione sbarco", saranno Max Corvo, Victor Anfuso e Vincent Scamporino, quest'ultimo anche legale dei sindacati controllati da Cosa Nostra. In Sicilia, prima dello sbarco, le missioni degli agenti di Scamporino si avvalevano di una fitta rete di protezione mafiosa che, oltre a dare riparo e assistenza, forniva loro ogni genere d'informazione di valore militare <ref>[http://www.italiasociale.org/articoli2006/notizie160106-1.html Da "Italia Sociale"]</ref>.  Il loro gruppo sarà  conosciuto come il "cerchio della mafia". Tra gli americani, in divisa dell'esercito, c'erano [[Albert Anastasia]] (ucciso nel dopoguerra in un negozio di barbiere) e don Vito Genovese, di cui abbiamo già  detto che altro non è che il don Vito Corleone del film "Il padrino", saranno stretti collaboratori di Charles Poletti, il generale plenipotenziario inviato dagli [[USA]] per la "questione meridionale".  
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