Banda del Matese: differenze tra le versioni

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[[File:Banda del Matese.png|thumb|300 px|Rappresentazione dei fatti del Matese]]
[[File:Banda del Matese.png|thumb|300 px|Rappresentazione dei fatti del Matese]]
La storia dell'[[anarchismo italiano]] nella seconda metà  dell'800, all'epoca in cui sono in atto diversi tentativi d'organizzazione del movimento, è anche un continuo susseguirsi di tentativi insurrezionali che indubbiamente fallirono, ma dimostrano comunque la generosità  d'animo e il desiderio di ottenere immediatamente quella [[giustizia sociale]] che pareva si potesse raggiungere solo attraverso la [[rivoluzione]] e l'[[Anarchismo insurrezionale|atto insurrezionale]].  
La storia dell'[[anarchismo italiano]] nella seconda metà  dell'800, all'epoca in cui sono in atto diversi tentativi d'organizzazione del movimento, è anche un continuo susseguirsi di tentativi insurrezionali che indubbiamente fallirono, ma dimostrano comunque la generosità  d'animo e il desiderio di ottenere immediatamente quella [[giustizia sociale]] che pareva si potesse raggiungere solo attraverso la [[rivoluzione]] e l'[[Anarchismo insurrezionale|atto insurrezionale]].  


[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)| L'insurrezione di Bologna nel 1874]] fu il primo di questi tentativi, quella del Matese (una regione tra Campania e Molise che nel periodo successivo al risorgimento dimostrò la propria ostilità  al nuovo [[Stato]] italiano attraverso il [[brigantaggio]]) nel [[1877]] fu la seconda e fu attuata tra gli altri da [[Errico Malatesta]], [[Carlo Cafiero]] [[Francesco Pezzi]], [[Napoleone Papini]] e [[Cesare Ceccarelli]]. Costoro passarono alla storia con il nome di Banda del Matese.
[[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)| L'insurrezione di Bologna nel 1874]] fu il primo di questi tentativi, quella del Matese (una regione tra Campania e Molise che nel periodo successivo al risorgimento dimostrò la propria ostilità  al nuovo [[Stato]] italiano attraverso il [[brigantaggio]]) nel [[1877]] fu la seconda e fu attuata tra gli altri da [[Errico Malatesta]], [[Carlo Cafiero]] [[Francesco Pezzi]], [[Napoleone Papini]] e [[Cesare Ceccarelli]]. Costoro passarono alla storia con il nome di Banda del Matese.


== Il movimento anarchico italiano tra l'insurrezione di Bologna (1874) e quella del Matese (1877)==
== Il movimento anarchico italiano tra l'insurrezione di Bologna (1874) e quella del Matese (1877)==
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Dopo la fallita [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)| insurrezione di Bologna (1874)]], il movimento anarchico italiano dovette fronteggiare una grave crisi in conseguenza della dura repressione cui fu sottoposto (persecuzioni, arresti, scioglimento di diverse organizzazioni ecc.).
Dopo la fallita [[insurrezione rivoluzionaria di Bologna (1874)| insurrezione di Bologna (1874)]], il movimento anarchico italiano dovette fronteggiare una grave crisi in conseguenza della dura repressione cui fu sottoposto (persecuzioni, arresti, scioglimento di diverse organizzazioni ecc.).


Nel giugno [[1876]], dopo il processo per i moti di Bologna ([[1874]]), tutti gli anarchici coinvolti ritornarono in [[libertà ]], decisi più che mai della necessità  di rimettere in moto l'attività  rivoluzionaria. Nell'inverno del [[1876]]\[[1877|77]], subito dopo il [[Internazionale_antiautoritaria#Il_Congresso_di_Berna_.281876.29|Congresso internazionalista di Berna]] ([[26 ottobre|26]]-[[29 ottobre]] [[1876]]), soprattutto Cafiero e Malatesta dichiararono che la Federazione italiana era pronta ad un nuovo atto insurrezionale:
Nel giugno [[1876]], dopo il processo per i moti di Bologna ([[1874]]), tutti gli anarchici coinvolti ritornarono in [[libertà ]], decisi più che mai della necessità  di rimettere in moto l'attività  rivoluzionaria. Nell'inverno del [[1876]]\[[1877|77]], subito dopo il [[Internazionale_antiautoritaria#Il_Congresso_di_Berna_.281876.29|Congresso internazionalista di Berna]] ([[26 ottobre|26]]-[[29 ottobre]] [[1876]]), soprattutto Cafiero e Malatesta dichiararono che la Federazione italiana era pronta ad un nuovo atto insurrezionale:
:«La Federazione Italiana crede che il fatto insurrezionale, destinato ad affermare con delle azioni il principio socialista, sia il mezzo di propaganda più efficace ed il solo che, senza ingannare e corrompere le masse possa penetrare nei più profondi strati sociali...». ([[Carlo Cafiero]] e [[Errico Malatesta]], Congresso di Berna dell'[[Internazionale antiautoritaria]], 1876)
:«La Federazione Italiana crede che il fatto insurrezionale, destinato ad affermare con delle azioni il principio socialista, sia il mezzo di propaganda più efficace ed il solo che, senza ingannare e corrompere le masse possa penetrare nei più profondi strati sociali...». ([[Carlo Cafiero]] e [[Errico Malatesta]], Congresso di Berna dell'[[Internazionale antiautoritaria]], 1876)


Essi credevano che l'insurrezione dovesse partire non dalla città  ma dalla campagna. Non con il contributo degli operai, come sostenevano i marxisti, bensì spingendo alla rivolta i contadini delle aree più depresse della penisola. Quest'idea peraltro non era nuova e si ispirava profondamente al pensiero di [[Carlo Pisacane]] che tanto proselitismo aveva fatto durante il risorgimento italiano. Non solo, lo stesso [[Bakunin]], aveva più volte ribadito l'importanza del movimento contadino rispetto ai propositi rivoluzionari anarchici.
Essi credevano che l'insurrezione dovesse partire non dalla città  ma dalla campagna. Non con il contributo degli operai, come sostenevano i marxisti, bensì spingendo alla rivolta i contadini delle aree più depresse della penisola. Quest'idea peraltro non era nuova e si ispirava profondamente al pensiero di [[Carlo Pisacane]] che tanto proselitismo aveva fatto durante il risorgimento italiano. Non solo, lo stesso [[Bakunin]], aveva più volte ribadito l'importanza del movimento contadino rispetto ai propositi rivoluzionari anarchici.


Ecco perchè [[Carlo Cafiero|Cafiero]] e [[Malatesta]] (la banda del Matese si costituì principalmente per merito loro) individuarono nel Matese la zona adatta alla guerriglia rivoluzionaria convinti che la popolazione locale, per lo più poverissima, li avrebbe seguiti con entusiasmo. I fatti dimostrarono però che si sbagliavano.
Ecco perchè [[Carlo Cafiero|Cafiero]] e [[Malatesta]] (la banda del Matese si costituì principalmente per merito loro) individuarono nel Matese la zona adatta alla guerriglia rivoluzionaria convinti che la popolazione locale, per lo più poverissima, li avrebbe seguiti con entusiasmo. I fatti dimostrarono però che si sbagliavano.
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== Il processo ==
== Il processo ==
Dopo l'arresto, i componenti della banda incarcerati a S. Maria Capua Vetere. Inizialmente l'intenzione era quella di far giudicare gli insorti da un tribunale di guerra, il che avrebbe significato la condanna a morte per fucilazione. Per fortuna ciò non accadde ed invece furono giudicati da un tribunale civile. Decisiva fu l'intercessione della figlia di [[Carlo Pisacane]], [[Silvia Pisacane|Silvia]], che era stata adottata del Ministro degli Interni Nicotera e che probabilmente aveva avuto contatti con gli [[AIT|internazionalisti]] napoletani. Era stato l'avvocato [[Carlo Gambuzzi]], già  amico di [[Bakunin]], a chiederle aiuto «e tanto scongiurò la giovane perché intercedesse presso il padre adottivo, in nome dell'affinità  d'idee dell'analogia dei casi che legavano al ricordo del Pisacane la banda del Matese che Silvia riuscì a strappare al Nicotera la revoca della primitiva decisione. La minaccia del giudizio sommario era scongiurata».
Dopo l'arresto, i componenti della banda incarcerati a S. Maria Capua Vetere. Inizialmente l'intenzione era quella di far giudicare gli insorti da un tribunale di guerra, il che avrebbe significato la condanna a morte per fucilazione. Per fortuna ciò non accadde ed invece furono giudicati da un tribunale civile. Decisiva fu l'intercessione della figlia di [[Carlo Pisacane]], [[Silvia Pisacane|Silvia]], che era stata adottata del Ministro degli Interni Nicotera e che probabilmente aveva avuto contatti con gli [[AIT|internazionalisti]] napoletani. Era stato l'avvocato [[Carlo Gambuzzi]], già  amico di [[Bakunin]], a chiederle aiuto «e tanto scongiurò la giovane perché intercedesse presso il padre adottivo, in nome dell'affinità  d'idee dell'analogia dei casi che legavano al ricordo del Pisacane la banda del Matese che Silvia riuscì a strappare al Nicotera la revoca della primitiva decisione. La minaccia del giudizio sommario era scongiurata».


Il processo contro la banda del Matese, difesa tra gli altri anche dal giovanissimo [[Francesco Saverio Merlino]], iniziò il [[14 agosto]] [[1878]] e si concluse il [[25 agosto|25]] dello stesso mese. La sentenza dichiarò innocenti i ventisei anarchici imputati della morte di un carabiniere, attribuita invece a causa sopravvenuta. Al termine della lettura nella sala scoppiò un caloroso battimano.  
Il processo contro la banda del Matese, difesa tra gli altri anche dal giovanissimo [[Francesco Saverio Merlino]], iniziò il [[14 agosto]] [[1878]] e si concluse il [[25 agosto|25]] dello stesso mese. La sentenza dichiarò innocenti i ventisei anarchici imputati della morte di un carabiniere, attribuita invece a causa sopravvenuta. Al termine della lettura nella sala scoppiò un caloroso battimano.  
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