Argo Secondari: differenze tra le versioni

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Nato a Roma, '''Argo Secondari''' appartiene ad una famiglia borghese: il padre, tra i primi medici omeopatici in [[Italia]], dopo il praticantato divenne il medico personale di Giolitti, mentre la madre discendeva da un'antica e facoltosa famiglia. Quando è poco più che adolescente, stando a quanto riporta ''Ribelli!'' di [[Pino Caccucci]] <ref> Si veda il capitolo intitolato ''Argo l'Ardito'' dello stesso libro, edizioni Feltrinelli, pag. 121</ref>, si imbarca verso il Sudamerica, risiedendo per un certo periodo tra l'[[Argentina]] e il [[Cile]], dove viene catturato insieme ad un equipaggio sospettato di pirateria, ma sia per la sua giovane età  che per la sua probabile estraneità  ai fatti viene ben presto liberato.  
Nato a Roma, '''Argo Secondari''' appartiene ad una famiglia borghese: il padre, tra i primi medici omeopatici in [[Italia]], dopo il praticantato divenne il medico personale di Giolitti, mentre la madre discendeva da un'antica e facoltosa famiglia. Quando è poco più che adolescente, stando a quanto riporta ''Ribelli!'' di [[Pino Caccucci]] <ref> Si veda il capitolo intitolato ''Argo l'Ardito'' dello stesso libro, edizioni Feltrinelli, pag. 121</ref>, si imbarca verso il Sudamerica, risiedendo per un certo periodo tra l'[[Argentina]] e il [[Cile]], dove viene catturato insieme ad un equipaggio sospettato di pirateria, ma sia per la sua giovane età  che per la sua probabile estraneità  ai fatti viene ben presto liberato.  


Nel suo peregrinare americano entra in contatto con le frange anarchiche locali e si avvicina al [[anarchismo|pensiero anarchico]]; all'approssimarsi della [[Prima Guerra Mondiale]] decide di rientrare in [[Italia]] per partecipare al conflitto:  è un interventista e come molti "[[interventisti di sinistra]]"  (fra questi c'é anche [[Vincenzo Baldazzi]], <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Baldazzi Vincenzo Vincenzo Balbazzi]</ref>Ardito ed uno dei capi più valorosi degli [[Arditi del Popolo]], in seguito capo della Resistenza a Roma per quanto riguarda la fazione politica che si richiamava a [[Giustizia e Libertà ]]) egli spera in una trasformazione della guerra in [[rivoluzione sociale]] egualitaria. Quelli che la pensano come lui non erano tanti, ma s'erano dotati di un [[stampa anarchica|giornale]] propagandistico: «Guerra Sociale».<ref>[http://iccu01e.caspur.it/ms/internetCulturale.php?id=oai%3Abncf.firenze.sbn.it%3A21%3AFI0098%3AEUROPEANA_a0539%3ACFI0355790%3A1&teca=Bncf La Guerra sociale]</ref>
Nel suo peregrinare americano entra in contatto con le frange anarchiche locali e si avvicina al [[anarchismo|pensiero anarchico]]; all'approssimarsi della [[Prima Guerra Mondiale]] decide di rientrare in [[Italia]] per partecipare al conflitto:  è un interventista e come molti "[[interventisti di sinistra]]"  (fra questi c'é anche [[Vincenzo Baldazzi]], <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Baldazzi Vincenzo Vincenzo Balbazzi]</ref>Ardito ed uno dei capi più valorosi degli [[Arditi del Popolo]], in seguito capo della Resistenza a Roma per quanto riguarda la fazione politica che si richiamava a [[Giustizia e Libertà]]) egli spera in una trasformazione della guerra in [[rivoluzione sociale]] egualitaria. Quelli che la pensano come lui non erano tanti, ma s'erano dotati di un [[stampa anarchica|giornale]] propagandistico: «Guerra Sociale».<ref>[http://iccu01e.caspur.it/ms/internetCulturale.php?id=oai%3Abncf.firenze.sbn.it%3A21%3AFI0098%3AEUROPEANA_a0539%3ACFI0355790%3A1&teca=Bncf La Guerra sociale]</ref>


=== La Prima guerra mondiale ===
=== La Prima guerra mondiale ===
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Dopo aver partecipato con i Legionari Fiumani all'[[Impresa di Fiume]], in cui il suo intento era quello di costituire una "Repubblica dei Soviet", idea peraltro ipotizzata anche da [[Mario Carli]] sul giornale dei Legionari fiumani, «[[La Testa di Ferro]]» [[File:Testadif.jpg|500px|thumb|left|''Frontespizio de La Testa di Ferro'']], viene arrestato mentre tenta di riparare in [[Svizzera]] per aver organizzato "un colpo di mano", con lo scopo di occupare il parlamento e il ministero delle guerra; infatti nel luglio [[1919]], durante la "rivolta contro il carovita", aveva tentato, senza riuscirvi, di portare con sé un folto gruppo del 17° Reparto d'Assalto Arditi di stanza a Vallelata (Roma), nella speranza di impossessarsi di armi e munizioni e soprattutto di convincere i soldati a schierarsi dalla parte del popolo, ma il tutto fu stroncato sul nascere, anche se in seguito otterrà  maggiori fortune con la costituzione degli [[Arditi del Popolo]] a partire da una costola degli Arditi.  
Dopo aver partecipato con i Legionari Fiumani all'[[Impresa di Fiume]], in cui il suo intento era quello di costituire una "Repubblica dei Soviet", idea peraltro ipotizzata anche da [[Mario Carli]] sul giornale dei Legionari fiumani, «[[La Testa di Ferro]]» [[File:Testadif.jpg|500px|thumb|left|''Frontespizio de La Testa di Ferro'']], viene arrestato mentre tenta di riparare in [[Svizzera]] per aver organizzato "un colpo di mano", con lo scopo di occupare il parlamento e il ministero delle guerra; infatti nel luglio [[1919]], durante la "rivolta contro il carovita", aveva tentato, senza riuscirvi, di portare con sé un folto gruppo del 17° Reparto d'Assalto Arditi di stanza a Vallelata (Roma), nella speranza di impossessarsi di armi e munizioni e soprattutto di convincere i soldati a schierarsi dalla parte del popolo, ma il tutto fu stroncato sul nascere, anche se in seguito otterrà  maggiori fortune con la costituzione degli [[Arditi del Popolo]] a partire da una costola degli Arditi.  


Liberato nel marzo [[1920]], grazie all'amnistia per i reati contro la sicurezza dello [[Stato]], frequenta [[Gabriele D'Annunzio]] ed [[Eva Kühn]] (moglie di [[Giovanni Amendola]]) quando comincia ad interessarsi di esoterismo partecipando a riunioni di cultori dell'argomento. Nel maggio seguente, in dissenso con la corrente "antibolscevica" degli arditi romani (guidata da [[Giuseppe Bottai]] e [[Ulisse Igliori]]) e col sostegno di [[Filippo Naldi]] e [[Peppino Garibaldi]], Secondari e la sua componente anarchico-repubblicana estromettono il direttivo e provocano la scissione dell'associazione in due tronconi. Ma all'interno della corrente che fa a lui riferimento, costituitasi in Commissione provvisoria della nuova Associazione arditi d'Italia (schedata dalla questura romana come «associazione politica mazziniana degli arditi»), si formano ancora una volta due tendenze contrapposte: quella di Naldi e Garibaldi, su posizioni moderate, e quella dei "sovversivi" Secondariani che - a detta della questura capitolina - intenderebbero «proclamare la repubblica comunista». Secondari cerca, in effetti, di fare scendere in piazza gli arditi romani al fianco dei lavoratori in occasione delle agitazioni del [[biennio rosso]], ma visti fallire i propri intendimenti, si dimette dalle cariche direttive, tanto che qualche settimana più tardi le [[autorità ]] possono registrare lo scioglimento di fatto della sezione romana dell'associazione degli arditi. Deve trascorrere quasi un anno perché, nel giugno del [[1921]], la sezione si riorganizzi, approfittando della ripresa dell'Associazione nazionale arditi d'Italia e del suo nuovo orientamento, se non proprio "anti", quanto meno "a-fascista".  
Liberato nel marzo [[1920]], grazie all'amnistia per i reati contro la sicurezza dello [[Stato]], frequenta [[Gabriele D'Annunzio]] ed [[Eva Kühn]] (moglie di [[Giovanni Amendola]]) quando comincia ad interessarsi di esoterismo partecipando a riunioni di cultori dell'argomento. Nel maggio seguente, in dissenso con la corrente "antibolscevica" degli arditi romani (guidata da [[Giuseppe Bottai]] e [[Ulisse Igliori]]) e col sostegno di [[Filippo Naldi]] e [[Peppino Garibaldi]], Secondari e la sua componente anarchico-repubblicana estromettono il direttivo e provocano la scissione dell'associazione in due tronconi. Ma all'interno della corrente che fa a lui riferimento, costituitasi in Commissione provvisoria della nuova Associazione arditi d'Italia (schedata dalla questura romana come «associazione politica mazziniana degli arditi»), si formano ancora una volta due tendenze contrapposte: quella di Naldi e Garibaldi, su posizioni moderate, e quella dei "sovversivi" Secondariani che - a detta della questura capitolina - intenderebbero «proclamare la repubblica comunista». Secondari cerca, in effetti, di fare scendere in piazza gli arditi romani al fianco dei lavoratori in occasione delle agitazioni del [[biennio rosso]], ma visti fallire i propri intendimenti, si dimette dalle cariche direttive, tanto che qualche settimana più tardi le [[autorità]] possono registrare lo scioglimento di fatto della sezione romana dell'associazione degli arditi. Deve trascorrere quasi un anno perché, nel giugno del [[1921]], la sezione si riorganizzi, approfittando della ripresa dell'Associazione nazionale arditi d'Italia e del suo nuovo orientamento, se non proprio "anti", quanto meno "a-fascista".  


Il [[22 giugno]], insieme al repubblicano [[Luigi Piccioni]] e a gli anarchici individualisti che fanno capo ad [[Attilio Paolinelli]], Secondari convoca un'assemblea nei locali della sezione romana (uno scantinato sito nel quartiere Prati-Trionfale) nella quale - dopo una bagarre tra filofascisti e antifascisti - si decide di convocare per il [[27 giugno]], l'assemblea generale degli arditi per la rielezione del direttorio. In questa sede, lancia la proposta - accolta con entusiasmo dalla maggioranza dei presenti - di costituire un BTG degli Arditi del popolo composto da tre compagnie (i nomi delle quali, "Temeraria", "Dannata" e "Folgore", sarebbero stati suggeriti da D'Annunzio) con il compito di difendere le sedi operaie colpite dalla reazione [[fascismo|fascista]] («'''''... Fino a quando i [[Fascismo|fascisti]] continueranno a bruciare le Casa del Popolo, case sacre ai lavoratori, fino a quando i fascisti assassineranno i fratelli operai, fino a quando continueranno la guerra fratricida gli Arditi d'Italia non potranno con loro aver nulla di comune. Un solco profondo di sangue e di macerie fumanti divide fascisti e Arditi'''''» <ref name="umanità ">Dichiarazione di Argo Secondari all'assemblea degli [[Arditi del Popolo]] del [[27 giugno]] [[1921]], riportata da </ref>") e di porre le basi per la [[rivoluzione sociale]]: «'''''... Ben lontani dal patriottardo pescicanismo, fieri del nostro orgoglio di razza, consci che la nostra Patria è ovunque siano popoli oppressi: Operai, Masse Lavoratrici, Arditi d'Italia, A NOI!'''''» <ref>Sintesi di parte del discorso di un ex ufficiale Legionario Fiumano ([[1922]], fornito da un infiltrato per conto della questura Roma durante una riunione alla presenza di Argo Secondari</ref>.  Con il sostegno del Comitato di difesa proletaria romano e appoggiandosi a strutture simili in altre parti d'Italia, il Battaglione romano si trasforma ben presto in organizzazione nazionale - denominata Associazione fra gli Arditi del popolo - la quale, nel volgere di pochissimi giorni, conosce un successo insperato: quasi 150 sezioni per circa ventimila aderenti. Fuoriusciti dall'organizzazione gli elementi di stretta osservanza dannunziana (alcuni di loro abbandonano gli Arditi del popolo perché Secondari avrebbe tolto «dall'Associazione la bandiera Tricolore sostituendola con bandierine nere»), Secondari - la cui leadership politico-organizzativa è pressoché incontrastata - è il protagonista della prima manifestazione [[antifascismo|antifascista]] (il "raduno" dell'Orto Botanico del [[6 luglio]] [[1921]]), alla quale, sotto il suo comando, prendono parte circa duemila Arditi del popolo.
Il [[22 giugno]], insieme al repubblicano [[Luigi Piccioni]] e a gli anarchici individualisti che fanno capo ad [[Attilio Paolinelli]], Secondari convoca un'assemblea nei locali della sezione romana (uno scantinato sito nel quartiere Prati-Trionfale) nella quale - dopo una bagarre tra filofascisti e antifascisti - si decide di convocare per il [[27 giugno]], l'assemblea generale degli arditi per la rielezione del direttorio. In questa sede, lancia la proposta - accolta con entusiasmo dalla maggioranza dei presenti - di costituire un BTG degli Arditi del popolo composto da tre compagnie (i nomi delle quali, "Temeraria", "Dannata" e "Folgore", sarebbero stati suggeriti da D'Annunzio) con il compito di difendere le sedi operaie colpite dalla reazione [[fascismo|fascista]] («'''''... Fino a quando i [[Fascismo|fascisti]] continueranno a bruciare le Casa del Popolo, case sacre ai lavoratori, fino a quando i fascisti assassineranno i fratelli operai, fino a quando continueranno la guerra fratricida gli Arditi d'Italia non potranno con loro aver nulla di comune. Un solco profondo di sangue e di macerie fumanti divide fascisti e Arditi'''''» <ref name="umanità ">Dichiarazione di Argo Secondari all'assemblea degli [[Arditi del Popolo]] del [[27 giugno]] [[1921]], riportata da </ref>") e di porre le basi per la [[rivoluzione sociale]]: «'''''... Ben lontani dal patriottardo pescicanismo, fieri del nostro orgoglio di razza, consci che la nostra Patria è ovunque siano popoli oppressi: Operai, Masse Lavoratrici, Arditi d'Italia, A NOI!'''''» <ref>Sintesi di parte del discorso di un ex ufficiale Legionario Fiumano ([[1922]], fornito da un infiltrato per conto della questura Roma durante una riunione alla presenza di Argo Secondari</ref>.  Con il sostegno del Comitato di difesa proletaria romano e appoggiandosi a strutture simili in altre parti d'Italia, il Battaglione romano si trasforma ben presto in organizzazione nazionale - denominata Associazione fra gli Arditi del popolo - la quale, nel volgere di pochissimi giorni, conosce un successo insperato: quasi 150 sezioni per circa ventimila aderenti. Fuoriusciti dall'organizzazione gli elementi di stretta osservanza dannunziana (alcuni di loro abbandonano gli Arditi del popolo perché Secondari avrebbe tolto «dall'Associazione la bandiera Tricolore sostituendola con bandierine nere»), Secondari - la cui leadership politico-organizzativa è pressoché incontrastata - è il protagonista della prima manifestazione [[antifascismo|antifascista]] (il "raduno" dell'Orto Botanico del [[6 luglio]] [[1921]]), alla quale, sotto il suo comando, prendono parte circa duemila Arditi del popolo.
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