Antispecismo: differenze tra le versioni

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I libertari antispecisti hanno sempre ritenuto, e ritengono ancora, che non si debba separare e parcellizzare lo sfruttamento animale da quello umano o ambientale, bensì che sia necessario estirpare qualsiasi tipologia di dominio dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sugli animali (e sulla [[natura]]), poiché ognuno è conseguenza dell'altro e in quanto, come più volte ha scritto [[Murray Bookchin]], non basta eliminare le classi sociali e lo sfruttamento economico per eliminare la [[gerarchia]] e il dominio, perché questi si possono riformare su basi [[razzismo|razziali]], [[sessismo|sessuali]] e anche [[specismo|speciste]].
I libertari antispecisti hanno sempre ritenuto, e ritengono ancora, che non si debba separare e parcellizzare lo sfruttamento animale da quello umano o ambientale, bensì che sia necessario estirpare qualsiasi tipologia di dominio dell'uomo sull'uomo e dell'uomo sugli animali (e sulla [[natura]]), poiché ognuno è conseguenza dell'altro e in quanto, come più volte ha scritto [[Murray Bookchin]], non basta eliminare le classi sociali e lo sfruttamento economico per eliminare la [[gerarchia]] e il dominio, perché questi si possono riformare su basi [[razzismo|razziali]], [[sessismo|sessuali]] e anche [[specismo|speciste]].


La resistenza animale è inevitabilmente legata alla questione dei rifugi: chi fugge da fattorie e macelli o è stato liberato da attivisti ha bisogno di un posto dove stare, perché altrimenti sarebbe circondato da un ambiente fortemente antropico e spesso ostile oppure, improvvisamente tornato in natura, sarebbe semplicemente incapace di provvedere a se stesso. Rifugi sono in via di sviluppo in Italia e spesso sono gestiti da organizzazioni antispecistiche, come ''Agropunk'': nelle colline toscane, una fattoria intensiva per i tacchini di proprietà della corporazione ''Amadori'' è stata occupata e trasformata in un focolaio di iniziative anarchiche e antispecistiche, nonché in una casa accogliente per molti animali precedentemente allevati.
Gli animali fuggiti da fattorie e macelli o liberati da attivisti hanno bisogno di un posto dove stare, perché altrimenti sarebbero circondati da un ambiente fortemente antropico e spesso ostile oppure, improvvisamente tornati in natura, sarebbero semplicemente incapaci di provvedere a se stessi. Questi rifugi sono spesso gestiti da organizzazioni antispecistiche, come ''Agropunk'': in Italia, nelle colline toscane, una fattoria intensiva per i tacchini di proprietà della società ''Amadori'' è stata occupata e trasformata in un focolaio di iniziative anarchiche e antispecistiche, nonché in una casa accogliente per molti animali precedentemente allevati.


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