Antimilitarismo: differenze tra le versioni

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== Letteratura antimilitarista ==
== Letteratura antimilitarista ==
[[File:Sc'vèik.jpg|thumb|''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] nell'illustrazione originale di [[Josef Lada]],.]]
[[File:Sc'vèik.jpg|thumb|''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] nell'illustrazione originale di [[Josef Lada]],.]]
Lo scoppio delle guerre, soprattutto dalla fine dell'800 in poi, ha spesso portato con sè come corollario alla pubblicazione di numerose opere letterarie di denuncia della guerra come atto criminale e anti-umano. Probabilmente il primo ad impegnarsi in questo genere di [[letteratura]] fu [[Lev Tolstoj]] con i ''Racconti di Sebastopoli'', pubblicati nel [[1855]] dopo la sua esperienza all'assedio di Sebastopoli. Questo e altri scritti minori<ref>Es. ''Lettera agli italiani'', pubblicata solo molti anni dopo contro la guerra italo-abissina e nel ''Lettera agli svedesi'' (1899) sulla renitenza alla leva.</ref> influenzarono lo sviluppo del primo movimento antimilitarista, che come detto ebbe un impronta sostanzialmente [[pacifista]]. In [[Italia]] in questo filone si inserisce ''Una nobile follia'' (1866) di [[Iginio Tarchetti]], che narra le vicende di Filippo Sporta, costretto a lasciare la propria famiglia e il proprio paese per essere inviato come soldato di leva nella Campagna di Crimea<ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Crimea Guerra di Crimea]</ref> dove per legittima difesa ucciderà  un soldato dell'[[esercito]] russo. Questo fatto gli sconvolgerà  la vita. Tarchetti rimase voce isolata ed i pochi intellettuali che lo seguirono nella denuncia della follia militarista furono [[Cletto Arrighi]] e [[Felice Cavallotti]], due scrittori per lo più ancora oggi ignorati dalla storiografia "ufficiale".
Lo scoppio delle guerre, soprattutto dalla fine dell'800 in poi, ha spesso portato con sè come corollario alla pubblicazione di numerose opere letterarie di denuncia della guerra come atto criminale e anti-umano. Probabilmente il primo ad impegnarsi in questo genere di [[letteratura]] fu [[Lev Tolstoj]] con i ''Racconti di Sebastopoli'', pubblicati nel [[1855]] dopo la sua esperienza all'assedio di Sebastopoli. Questo e altri scritti minori<ref>Es. ''Lettera agli italiani'', pubblicata solo molti anni dopo contro la guerra italo-abissina e nel ''Lettera agli svedesi'' (1899) sulla renitenza alla leva.</ref> influenzarono lo sviluppo del primo movimento antimilitarista, che come detto ebbe un impronta sostanzialmente [[pacifista]]. In [[Italia]] in questo filone si inserisce ''Una nobile follia'' (1866) di [[Iginio Tarchetti]], che narra le vicende di Filippo Sporta, costretto a lasciare la propria famiglia e il proprio paese per essere inviato come soldato di leva nella Campagna di Crimea <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra_di_Crimea Guerra di Crimea]</ref> dove per legittima difesa ucciderà  un soldato dell'[[esercito]] russo. Questo fatto gli sconvolgerà  la vita. Tarchetti rimase voce isolata ed i pochi intellettuali che lo seguirono nella denuncia della follia militarista furono [[Cletto Arrighi]] e [[Felice Cavallotti]], due scrittori per lo più ancora oggi ignorati dalla storiografia "ufficiale".


Lo scoppio della grande guerra (1914-1918) portò con sè successivamente alla pubblicazione di veri e propri capolavori della letteratura in genere e dell'antimilitarismo nello specifico<ref>Ovviamente esistono anche una moltitudine di saggi e scritti vari che raccontano l'orrore e l'assurdità  di quella guerra. Per approfondimenti si veda: [[Testi: antimilitarismo|Libri sull'antimilitarismo]]</ref>, si va dal satirico ''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] a ''Un anno sull'altipiano'' di Emilio Lussu, da ''Addio alle armi'' di [[Ernest Hemingway]] a ''Nelle tempeste d'acciaio'' di di Ernst Jünger, per finire con ''Niente di nuovo sul fronte occidentale'' di Erich Maria Remarque,  ''La paura e altri racconti della grande guerra'' di Federico de Roberto e tanti altri.
Lo scoppio della grande guerra (1914-1918) portò con sè successivamente alla pubblicazione di veri e propri capolavori della letteratura in genere e dell'antimilitarismo nello specifico<ref>Ovviamente esistono anche una moltitudine di saggi e scritti vari che raccontano l'orrore e l'assurdità  di quella guerra. Per approfondimenti si veda: [[Testi: antimilitarismo|Libri sull'antimilitarismo]]</ref>, si va dal satirico ''[[Il buon soldato Sc'vèik]]'' di [[Jaroslav Hasek]] a ''Un anno sull'altipiano'' di Emilio Lussu, da ''Addio alle armi'' di [[Ernest Hemingway]] a ''Nelle tempeste d'acciaio'' di di Ernst Jünger, per finire con ''Niente di nuovo sul fronte occidentale'' di Erich Maria Remarque,  ''La paura e altri racconti della grande guerra'' di Federico de Roberto e tanti altri.
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