Anarchismo e Massoneria: differenze tra le versioni

Nessun cambiamento nella dimensione ,  10:27, 4 giu 2020
m
Sostituzione testo - "nonchè" con "nonché"
Nessun oggetto della modifica
m (Sostituzione testo - "nonchè" con "nonché")
Riga 9: Riga 9:
Le dinamiche sviluppatesi in tutte le società autoritarie sono state sempre tese a favorire le divisioni delle masse come metodo di gestione del potere e di controllo sociale (''Divide et impera''). Le religioni, per esempio, sono da sempre uno di questi elementi e proprio per questo oggetto di critica non solo da parte del [[movimento anarchico]] e dagli altri movimenti di matrice socialista, ma anche di quelle associazioni non politicamente definite come la massoneria.  
Le dinamiche sviluppatesi in tutte le società autoritarie sono state sempre tese a favorire le divisioni delle masse come metodo di gestione del potere e di controllo sociale (''Divide et impera''). Le religioni, per esempio, sono da sempre uno di questi elementi e proprio per questo oggetto di critica non solo da parte del [[movimento anarchico]] e dagli altri movimenti di matrice socialista, ma anche di quelle associazioni non politicamente definite come la massoneria.  


Vista anche la contemporanea fede nell'[[individuo]], nella [[scienza]] e nella [[ragione]], nonchè la volontà di costruire una società di donne e uomini liberi, uguali e fraterni, si potrebbe immaginare che tra [[anarchismo]] e massoneria esistano molti punti di convergenza, ma in realtà ciò corrisponde al vero solo formalmente, dal momento che massoneria e [[anarchismo]] si differenziano incontrovertibilmente sia per [[coerenza mezzi-fini|mezzi che per fini]]. Per esempio, mentre gli anarchici hanno sempre cercato di portare avanti i propri ideali alla luce del sole e conformemente ai propri principi antiautoritari, i massoni storicamente da sempre operano in maniera occulta ed ambigua attraverso l'attività di logge [[gerarchia|gerarchizzate]] più o meno occulte.  
Vista anche la contemporanea fede nell'[[individuo]], nella [[scienza]] e nella [[ragione]], nonché la volontà di costruire una società di donne e uomini liberi, uguali e fraterni, si potrebbe immaginare che tra [[anarchismo]] e massoneria esistano molti punti di convergenza, ma in realtà ciò corrisponde al vero solo formalmente, dal momento che massoneria e [[anarchismo]] si differenziano incontrovertibilmente sia per [[coerenza mezzi-fini|mezzi che per fini]]. Per esempio, mentre gli anarchici hanno sempre cercato di portare avanti i propri ideali alla luce del sole e conformemente ai propri principi antiautoritari, i massoni storicamente da sempre operano in maniera occulta ed ambigua attraverso l'attività di logge [[gerarchia|gerarchizzate]] più o meno occulte.  


Non è quindi un caso se molto spesso le vacuità di fondo dei principi massonici abbiano ciclicamente portato alla luce atteggiamenti ambivalenti, come all'inizio del ventennio mussoliniano, quando più o meno compattamente le obbedienze italiane appoggiarono la marcia su Roma e il nascente regime [[fascista]], salvo poi assumere atteggiamenti diversi in seguito, dal momento che alcune di esse (es. Grande Oriente) si schierarono contro Mussolini, mentre altre (Grande Loggia d'Italia) persisterono nel loro fiancheggiamento del [[totalitarismo]] del regime. <ref>Lo storico statunitense Peter Tompkins nel volume ''Dalle carte segrete del Duce'', ha dimostrato che tutti e quattro i “quadrumviri” della Marcia su Roma (Italo Balbo, Michele Bianchi, Cesare Maria De Vecchi e Emilio De Bono) appartenevano alla Gran Loggia d'Italia (ugualmente erano massoni importanti gerarchi quali Roberto Farinacci, Cesare Rossi, Giacomo Acerbo e Giovanni Marinelli) Il Gran Maestro Roul Palermi fu sempre fedele al fascismo, anche quando la maggioranza della Grande Loggia d'Italia si schierò contro il Duce. Provò a costituire una nuova organizzazione massonica, l'''Ordine nazionale di cultura e beneficenza San Giovanni di Scozia'', raggruppando tutti i massoni filo-fascisti, ma essa naufragò dopo pochi anni.</ref>
Non è quindi un caso se molto spesso le vacuità di fondo dei principi massonici abbiano ciclicamente portato alla luce atteggiamenti ambivalenti, come all'inizio del ventennio mussoliniano, quando più o meno compattamente le obbedienze italiane appoggiarono la marcia su Roma e il nascente regime [[fascista]], salvo poi assumere atteggiamenti diversi in seguito, dal momento che alcune di esse (es. Grande Oriente) si schierarono contro Mussolini, mentre altre (Grande Loggia d'Italia) persisterono nel loro fiancheggiamento del [[totalitarismo]] del regime. <ref>Lo storico statunitense Peter Tompkins nel volume ''Dalle carte segrete del Duce'', ha dimostrato che tutti e quattro i “quadrumviri” della Marcia su Roma (Italo Balbo, Michele Bianchi, Cesare Maria De Vecchi e Emilio De Bono) appartenevano alla Gran Loggia d'Italia (ugualmente erano massoni importanti gerarchi quali Roberto Farinacci, Cesare Rossi, Giacomo Acerbo e Giovanni Marinelli) Il Gran Maestro Roul Palermi fu sempre fedele al fascismo, anche quando la maggioranza della Grande Loggia d'Italia si schierò contro il Duce. Provò a costituire una nuova organizzazione massonica, l'''Ordine nazionale di cultura e beneficenza San Giovanni di Scozia'', raggruppando tutti i massoni filo-fascisti, ma essa naufragò dopo pochi anni.</ref>
64 364

contributi