Anarchismo e Marxismo: differenze tra le versioni

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[[File:Karl_Marx_001.jpg|thumb|[[Karl Marx]]]]Anche se il [[anarco-comunismo|comunismo libertario]] e il marxismo sono due [[filosofia|filosofie]] politiche molto differenti, le similitudini rinvenibili nella metodologia e nel pensiero di alcuni anarchici e marxisti non devono indurre a fraintendimenti.<br />
[[File:Karl_Marx_001.jpg|thumb|[[Karl Marx]]]]Anche se il [[anarco-comunismo|comunismo libertario]] e il marxismo sono due [[filosofia|filosofie]] politiche molto differenti, le similitudini rinvenibili nella metodologia e nel pensiero di alcuni anarchici e marxisti non devono indurre a fraintendimenti.<br />
L'[[l'Internazionale dei lavoratori|Associazione internazionale dei lavoratori]], alla sua fondazione, era un'alleanza di numerosi gruppi socialisti, inclusi anarchici e marxisti. Le due parti avevano uno scopo comune: il superamento dello [[Stato]] borghese e delle ideologie dei comuni avversari politici (conservatori, protofascisti ed altri politicanti di destra). Ma ciascuno era critico nei confronti dell'altro ed il relativo conflitto ha in seguito preso corpo nelle diverse argomentazioni tra [[Bakunin]], come esponente delle idee anarchiche e [[Karl Marx]]. Nel [[1872]], un conflitto nella [[Prima Internazionale]] conduce all'espulsione di Bakunin e dei “bakunisti”, decisa da parte di [[Karl Marx|Marx]] al Congresso di Hague nel [[1872]].
L'[[l'Internazionale dei lavoratori|Associazione internazionale dei lavoratori]], alla sua fondazione, era un'alleanza di numerosi gruppi socialisti, inclusi anarchici e marxisti. Le due parti avevano uno scopo comune: il superamento dello [[Stato]] borghese e delle ideologie dei comuni avversari politici (conservatori, protofascisti ed altri politicanti di destra). Ma ciascuno era critico nei confronti dell'altro ed il relativo conflitto ha in seguito preso corpo nelle diverse argomentazioni tra [[Bakunin]], come esponente delle idee anarchiche e [[Karl Marx]]. Nel [[1872]], un conflitto nella [[Prima Internazionale]] conduce all'espulsione di Bakunin e dei “bakunisti”, decisa da parte di [[Karl Marx|Marx]] al Congresso di Hague nel [[1872]].


== Argomenti intorno alle sorti dello Stato. ==
== Argomenti intorno alle sorti dello Stato. ==


Gli Stati-nazione si sono originati in Europa in seguito al [[trattato di Westfalia]] del [[1649]]. Gli studiosi di politica moderna descrivono lo [[Stato]] come «una comunità  di uomini, stabiliti su di un proprio territorio e possedenti una organizzazione dalla quale scaturisca [...] una potenza suprema d'azione, di comando e di coercizione» <ref>Secondo Carré de Malberg in ''Contributi alla teoria dello Stato'' ([[1921]])</ref>. Ne deriva che lo [[Stato]] si definisce come un territorio, una popolazione chiamata “nazione” ed un'[[autorità ]] che si esercita su di essa. Lo [[Stato]] è normalmente centralizzato e gerarchico. Esso governa attraverso le sue  istituzioni e «apparirebbe come un'istituzione che, su un dato territorio, dispone del  monopolio sull'uso legittimo della forza fisica», per utilizzare i termini proposti dal sociologo tedesco [[Max Weber]] nel suo saggio del [[1918]], ''La Vocazione del politico'' <ref>La citazione esatta è: «Per contro bisogna concepire lo Stato contemporaneo come una comunità  umana che, nei limiti di un territorio determinato - la nozione di territorio è stata una delle sue caratteristiche - rivendica con successo, per il proprio tornaconto, il monopolio legittimo della violenza fisica», ''La Scienza e la politica'' (''Wissenschaft als Beruf'' et ''Politik als Beruf''), sezione ''La Vocazione della politica'' (''Politik als Beruf''), p.29 dell'archivio PDF disponible su [http://classiques.uqac.ca/classiques/Weber/savant_politique/Le_savant.html Les Classiques des sciences sociales]</ref>. Ciò significa che gli individui riconoscono l'[[autorità ]] dello [[Stato]] accettando di obbedirgli: questa [[autorità ]] è fondata sulla tradizione, il carisma del dirigente o, nella società  moderna, sulla razionalità  messa in opera da legalità  e burocrazia. Sul piano giuridico, il criterio principale dello Stato è quello dell'esercizio della [[sovranità ]], che è un potere incondizionato, da cui derivano tutti gli altri poteri. Ciò significa che nell'ambito del proprio territorio lo [[Stato]] dispone delle sue competenze e dei propri esecutori. La [[sovranità ]] si definisce ugualmente, nel diritto, come la detenzione dell'autorità  suprema, vale a dire di un potere assoluto (a cui tutti sono sottomessi) e incondizionato (che non dipende da chicchessia).
Gli Stati-nazione si sono originati in Europa in seguito al [[trattato di Westfalia]] del [[1649]]. Gli studiosi di politica moderna descrivono lo [[Stato]] come «una comunità  di uomini, stabiliti su di un proprio territorio e possedenti una organizzazione dalla quale scaturisca [...] una potenza suprema d'azione, di comando e di coercizione» <ref>Secondo Carré de Malberg in ''Contributi alla teoria dello Stato'' ([[1921]])</ref>. Ne deriva che lo [[Stato]] si definisce come un territorio, una popolazione chiamata “nazione” ed un'[[autorità ]] che si esercita su di essa. Lo [[Stato]] è normalmente centralizzato e gerarchico. Esso governa attraverso le sue  istituzioni e «apparirebbe come un'istituzione che, su un dato territorio, dispone del  monopolio sull'uso legittimo della forza fisica», per utilizzare i termini proposti dal sociologo tedesco [[Max Weber]] nel suo saggio del [[1918]], ''La Vocazione del politico'' <ref>La citazione esatta è: «Per contro bisogna concepire lo Stato contemporaneo come una comunità  umana che, nei limiti di un territorio determinato - la nozione di territorio è stata una delle sue caratteristiche - rivendica con successo, per il proprio tornaconto, il monopolio legittimo della violenza fisica», ''La Scienza e la politica'' (''Wissenschaft als Beruf'' et ''Politik als Beruf''), sezione ''La Vocazione della politica'' (''Politik als Beruf''), p.29 dell'archivio PDF disponible su [http://classiques.uqac.ca/classiques/Weber/savant_politique/Le_savant.html Les Classiques des sciences sociales]</ref>. Ciò significa che gli individui riconoscono l'[[autorità ]] dello [[Stato]] accettando di obbedirgli: questa [[autorità ]] è fondata sulla tradizione, il carisma del dirigente o, nella società  moderna, sulla razionalità  messa in opera da legalità  e burocrazia. Sul piano giuridico, il criterio principale dello Stato è quello dell'esercizio della [[sovranità ]], che è un potere incondizionato, da cui derivano tutti gli altri poteri. Ciò significa che nell'ambito del proprio territorio lo [[Stato]] dispone delle sue competenze e dei propri esecutori. La [[sovranità ]] si definisce ugualmente, nel diritto, come la detenzione dell'autorità  suprema, vale a dire di un potere assoluto (a cui tutti sono sottomessi) e incondizionato (che non dipende da chicchessia).


Queste definizioni sono accettate da un po' tutte le correnti ad eccezione del [[marxismo]].
Queste definizioni sono accettate da un po' tutte le correnti ad eccezione del [[marxismo]].


In effetti questa concezione di [[Stato]] è stato oggetto di critica da parte di [[Karl Marx]], per il quale la Nazione è secondaria rispetto al rapporto delle classi sociali e l'esistenza che ne deriva dei rapporti di produzione. L'approccio dello [[Stato]] fatto da Marx è puramente economico. Lo Stato è definito come l'organo della [[repressione]] di una classe sociale su tutte le altre.<br />
In effetti questa concezione di [[Stato]] è stato oggetto di critica da parte di [[Karl Marx]], per il quale la Nazione è secondaria rispetto al rapporto delle classi sociali e l'esistenza che ne deriva dei rapporti di produzione. L'approccio dello [[Stato]] fatto da Marx è puramente economico. Lo Stato è definito come l'organo della [[repressione]] di una classe sociale su tutte le altre.<br />
Lo Stato appare nelle differenze della società  civile ed il suo ruolo, nel sistema capitalista, è di permettere il mantenimento dei rapporti di sfruttamento. Lo [[Stato]] è innanzitutto considerato come un apparato di violenza e d'oppressione che conviene far sparire dopo un  periodo di transizione (la dittatura del proletariato). In questa definizione, l'idea di dittatura del proletariato può prendere numerosi significati secondo l'interlocutore marxista: dell'utilizzazione legittima della forza fisica da parte del consiglio degli operai/ie armati/e fino al monopolio della forza da una parte composta da intellettuali dichiaratesi come “capi del proletariato”. Nella teoria marxista con l'eliminazione della suddivisione della società  in classi sociali, anche lo Stato si estingue.  
Lo Stato appare nelle differenze della società  civile ed il suo ruolo, nel sistema capitalista, è di permettere il mantenimento dei rapporti di sfruttamento. Lo [[Stato]] è innanzitutto considerato come un apparato di violenza e d'oppressione che conviene far sparire dopo un  periodo di transizione (la dittatura del proletariato). In questa definizione, l'idea di dittatura del proletariato può prendere numerosi significati secondo l'interlocutore marxista: dell'utilizzazione legittima della forza fisica da parte del consiglio degli operai/ie armati/e fino al monopolio della forza da una parte composta da intellettuali dichiaratesi come “capi del proletariato”. Nella teoria marxista con l'eliminazione della suddivisione della società  in classi sociali, anche lo Stato si estingue.  
   
   
Il [[marxismo]] ha una definizione unica di [[Stato]]: esso è l'organo della [[repressione]] di una classe sociale su tutte le altre. Per i marxisti tutto lo Stato è intrinsecamente una dittatura di una classe sulle altre. Nella teoria marxista, se le differenze tra le classi sparissero, sparirebbe anche lo [[Stato]]. Gli anarchici stimano irrilevante l'identità  dell'''élite'' politica o economica, perché si tratta pur sempre di un organo di dominazione al servizio di una classe. Al contrario, i marxisti ritengono che l'abbattimento di una classe dominante richiede inevitabilmente una [[repressione]] superiore. [[Bakunin]] scrisse nel suo saggio ''[[Stato e Anarchia]]'' <ref>[http://www.marxists.org/reference/archive/bakunin/works/1873/statism-anarchy.htm Testo disponibile in inglese]</ref>: «Loro (i marxisti) sostengono che solo la dittatura – la loro evidentemente – può creare la volontà  del popolo, allorché la nostra risposta a tale questione è: tutte le dittature non possono avere altro obiettivo che la propria perpetuazione e ciò non può che generare la schiavitù del popolo tollerante; la libertà  può essere creata solo a partire dalla libertà , cioè da una ribellione universale di una parte del popolo e la libera organizzazione di masse laboriose dal basso in alto».
Il [[marxismo]] ha una definizione unica di [[Stato]]: esso è l'organo della [[repressione]] di una classe sociale su tutte le altre. Per i marxisti tutto lo Stato è intrinsecamente una dittatura di una classe sulle altre. Nella teoria marxista, se le differenze tra le classi sparissero, sparirebbe anche lo [[Stato]]. Gli anarchici stimano irrilevante l'identità  dell'''élite'' politica o economica, perché si tratta pur sempre di un organo di dominazione al servizio di una classe. Al contrario, i marxisti ritengono che l'abbattimento di una classe dominante richiede inevitabilmente una [[repressione]] superiore. [[Bakunin]] scrisse nel suo saggio ''[[Stato e Anarchia]]'' <ref>[http://www.marxists.org/reference/archive/bakunin/works/1873/statism-anarchy.htm Testo disponibile in inglese]</ref>: «Loro (i marxisti) sostengono che solo la dittatura – la loro evidentemente – può creare la volontà  del popolo, allorché la nostra risposta a tale questione è: tutte le dittature non possono avere altro obiettivo che la propria perpetuazione e ciò non può che generare la schiavitù del popolo tollerante; la libertà  può essere creata solo a partire dalla libertà , cioè da una ribellione universale di una parte del popolo e la libera organizzazione di masse laboriose dal basso in alto».
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===Il processo di transizione===
===Il processo di transizione===
{{vedi|Dittatura del proletariato}}
{{vedi|Dittatura del proletariato}}
Per gli anarchici, l'ideologia rivendicata dai differenti tipi di [[Stato]] – che siano capitalisti, fascisti o comunisti – non è pertinente poiché tutti gli Stati sono fondamentalmente violenti e reprimono la maggioranza lavoratrice in nome del profitto della minoranza dirigente. Inoltre, gli anarchici sostengono che lo “Stato operaio” difeso dai marxisti è una contraddizione (impossibilità ) logica, poiché non appena una qualunque “avanguardia” autoproclamata prende il potere statale essa cessa di fare parte del proletariato (semmai ne abbia fatto mai parte) e diviene membro della “classe coordinante”.
Per gli anarchici, l'ideologia rivendicata dai differenti tipi di [[Stato]] – che siano capitalisti, fascisti o comunisti – non è pertinente poiché tutti gli Stati sono fondamentalmente violenti e reprimono la maggioranza lavoratrice in nome del profitto della minoranza dirigente. Inoltre, gli anarchici sostengono che lo “Stato operaio” difeso dai marxisti è una contraddizione (impossibilità ) logica, poiché non appena una qualunque “avanguardia” autoproclamata prende il potere statale essa cessa di fare parte del proletariato (semmai ne abbia fatto mai parte) e diviene membro della “classe coordinante”.
Gli anarchici deducono che tutti gli [[Stato|Stati]] sono illegittimi poiché fanno tutti ricorso alla violenza sistematica e alla repressione della maggioranza dei lavoratori\lavoratrici a favore della minoranza dirigente.
Gli anarchici deducono che tutti gli [[Stato|Stati]] sono illegittimi poiché fanno tutti ricorso alla violenza sistematica e alla repressione della maggioranza dei lavoratori\lavoratrici a favore della minoranza dirigente.
[[File:Engels.jpg|thumb|left|[[Friedrich Engels]]]]
[[File:Engels.jpg|thumb|left|[[Friedrich Engels]]]]
[[File:Kropotkin.jpg|right|thumb|[[Pëtr Kropotkin]]]]
[[File:Kropotkin.jpg|right|thumb|[[Pëtr Kropotkin]]]]
La "teoria sullo [[Stato]]", precedentemente evocata, porta ad interrogarsi sulla necessità  del processo di transizione che conduca alla fine alla creazione di una società  "senza [[Stato]]", sulla quale tanto i marxisti che gli anarchici sono d'accordo (fermo restando il concetto marxista di Stato sopra riportato). I marxisti pensano che la transizione, per poter essere efficace (per arrivare a quello che [[Karl Marx|Marx]] chiama “[[vero comunismo]]”), richieda la [[repressione]] della reazione [[capitalismo|capitalista]], poiché altrimenti ristabilirebbe il proprio potere, e la creazione di uno [[Stato]] diretto dagli operai.
La "teoria sullo [[Stato]]", precedentemente evocata, porta ad interrogarsi sulla necessità  del processo di transizione che conduca alla fine alla creazione di una società  "senza [[Stato]]", sulla quale tanto i marxisti che gli anarchici sono d'accordo (fermo restando il concetto marxista di Stato sopra riportato). I marxisti pensano che la transizione, per poter essere efficace (per arrivare a quello che [[Karl Marx|Marx]] chiama “[[vero comunismo]]), richieda la [[repressione]] della reazione [[capitalismo|capitalista]], poiché altrimenti ristabilirebbe il proprio potere, e la creazione di uno [[Stato]] diretto dagli operai.


Inoltre, gli anarchici sostengono che lo "Stato operaio", difeso dai [[marxismo|marxisti]], è una contraddizione in termini, poiché qualunque «avanguardia», auto-proclamatasi tale, che prende il potere statale, cessa di far parte del proletariato (se mai ne ha fatto parte) e diviene membro della «classe dominante». L'idea della [[dittatura del proletariato]] è ugualmente criticata dalla maggior parte degli anarchici, sia sul piano teorico che su quello storico. È abbastanza evidente che non è una classe intera a prendere il potere, ma una sua minoranza, un partito, secondo l'ottica leninista, che dunque non fa altro che imporre una "dittatura sul proletariato" e non una "dittatura del proletariato".  
Inoltre, gli anarchici sostengono che lo "Stato operaio", difeso dai [[marxismo|marxisti]], è una contraddizione in termini, poiché qualunque «avanguardia», auto-proclamatasi tale, che prende il potere statale, cessa di far parte del proletariato (se mai ne ha fatto parte) e diviene membro della «classe dominante». L'idea della [[dittatura del proletariato]] è ugualmente criticata dalla maggior parte degli anarchici, sia sul piano teorico che su quello storico. È abbastanza evidente che non è una classe intera a prendere il potere, ma una sua minoranza, un partito, secondo l'ottica leninista, che dunque non fa altro che imporre una "dittatura sul proletariato" e non una "dittatura del proletariato".  


Gli anarchici illustrano le loro proposte mettendo in evidenza le misure [[repressione|repressive]] messe in atto da [[Lenin]], [[Lev Trotzky|Trotsky]] e [[Stalin]], sin dal principio della [[La Rivoluzione Russa| rivoluzione russa]]. Essi avanzano ugualmente l'argomento che l'ex-URSS non era affatto democratica, così come anche tutti gli altri Stati auto-proclamatisi “marxisti”. Al contrario i  marxisti mettono in evidenza il presunto “fallimento” (essi propongono l'esempio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)| Rivoluzione spagnola]]), delle [[rivoluzione|rivoluzioni]] in cui hanno preso parte gli anarchici.
Gli anarchici illustrano le loro proposte mettendo in evidenza le misure [[repressione|repressive]] messe in atto da [[Lenin]], [[Lev Trotzky|Trotsky]] e [[Stalin]], sin dal principio della [[La Rivoluzione Russa| rivoluzione russa]]. Essi avanzano ugualmente l'argomento che l'ex-URSS non era affatto democratica, così come anche tutti gli altri Stati auto-proclamatisi “marxisti”. Al contrario i  marxisti mettono in evidenza il presunto “fallimento” (essi propongono l'esempio della [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)| Rivoluzione spagnola]]), delle [[rivoluzione|rivoluzioni]] in cui hanno preso parte gli anarchici.


'''Marxisti e anarchici non perseguono il medesimo scopo''': '''gli anarchici vogliono l'abolizione di ogni forma di Stato''' (una «sciocchezza», secondo lo stesso [[Engels]]), i marxisti ritengono, invece, che lo Stato si autoestinguerà , o meglio '''«non ci sarà  uno Stato nel significato politico attuale»'''<ref>Parole di Marx.</ref> (Stato classista). '''I marxisti''', contrariamente agli anarchici, '''mirano a cambiare (non ad abolire) lo Stato''': in un primo tempo, lo Stato muta la sua classe dirigente, diventando uno “Stato operaio”, in cui la classe dominante è il proletariato; essi considerano quindi la [[repressione]] della borghesia come un fatto necessario e preliminare all'estinzione dello [[Stato]] borghese. In seguito, lo "[[Stato]] operaio", venuti a cessare gli antagonismi tra le classi, si estinguerà , trasformandosi in uno Stato senza dominio di classe (ossia in una forma di [[democrazia diretta]]): «lo Stato politico e con lui l'autorità  politica scompariranno in conseguenza della prossima rivoluzione sociale [...] cioè [...] '''le funzioni pubbliche perderanno il loro carattere politico e si cangeranno in semplici funzioni amministrative''', veglianti ai veri interessi sociali»<ref>Parole di Engels.</ref> (dunque, '''non si tratta della scomparsa dello Stato ''tout court'', ma dello Stato marxianamente inteso, ossia dello Stato retto da una classe dominante''').
'''Marxisti e anarchici non perseguono il medesimo scopo''': '''gli anarchici vogliono l'abolizione di ogni forma di Stato''' (una «sciocchezza», secondo lo stesso [[Engels]]), i marxisti ritengono, invece, che lo Stato si autoestinguerà , o meglio '''«non ci sarà  uno Stato nel significato politico attuale»'''<ref>Parole di Marx.</ref> (Stato classista). '''I marxisti''', contrariamente agli anarchici, '''mirano a cambiare (non ad abolire) lo Stato''': in un primo tempo, lo Stato muta la sua classe dirigente, diventando uno “Stato operaio”, in cui la classe dominante è il proletariato; essi considerano quindi la [[repressione]] della borghesia come un fatto necessario e preliminare all'estinzione dello [[Stato]] borghese. In seguito, lo "[[Stato]] operaio", venuti a cessare gli antagonismi tra le classi, si estinguerà , trasformandosi in uno Stato senza dominio di classe (ossia in una forma di [[democrazia diretta]]): «lo Stato politico e con lui l'autorità  politica scompariranno in conseguenza della prossima rivoluzione sociale [...] cioè [...] '''le funzioni pubbliche perderanno il loro carattere politico e si cangeranno in semplici funzioni amministrative''', veglianti ai veri interessi sociali»<ref>Parole di Engels.</ref> (dunque, '''non si tratta della scomparsa dello Stato ''tout court'', ma dello Stato marxianamente inteso, ossia dello Stato retto da una classe dominante''').


Gli anarchici ritengono che la creazione di qualsiasi nuovo [[Stato]] metterà  comunque il potere nelle mani di una minoranza, e che lo [[Stato]], con le sue [[repressione|capacità  repressive]] e i suoi apparati burocratici massivi, avrà  la tendenza a perpetrarsi, piuttosto che ad «estinguersi». In pratica, la creazione di un nuovo [[Stato]], anche se qualificato come “operaio”, sarebbe controrivoluzionario, per cui, per eliminarlo, sarebbe necessaria una seconda [[rivoluzione]]. Gli anarchici preferiscono quindi sostituire allo "Stato borghese" i [[consigli operai]] (vedi [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)]]), i [[sindacalismo|sindacati]] o comunque qualsiasi struttura organizzativa decentralizzata e [[gerarchia|non-gerarchica]].  
Gli anarchici ritengono che la creazione di qualsiasi nuovo [[Stato]] metterà  comunque il potere nelle mani di una minoranza, e che lo [[Stato]], con le sue [[repressione|capacità  repressive]] e i suoi apparati burocratici massivi, avrà  la tendenza a perpetrarsi, piuttosto che ad «estinguersi». In pratica, la creazione di un nuovo [[Stato]], anche se qualificato come “operaio”, sarebbe controrivoluzionario, per cui, per eliminarlo, sarebbe necessaria una seconda [[rivoluzione]]. Gli anarchici preferiscono quindi sostituire allo "Stato borghese" i [[consigli operai]] (vedi [[Consigli ed occupazioni di fabbrica in Italia (1919-20)]]), i [[sindacalismo|sindacati]] o comunque qualsiasi struttura organizzativa decentralizzata e [[gerarchia|non-gerarchica]].  


Per illustrare i limiti dell'approccio [[marxismo|marxista]], gli anarchici ricordano che dopo la caduta dell'URSS i movimenti popolari che chiesero l'abolizione della dittatura statale furono duramente [[repressione|repressi]]. Ciò dimostra che una seconda [[rivoluzione]] è praticamente impossibile.
Per illustrare i limiti dell'approccio [[marxismo|marxista]], gli anarchici ricordano che dopo la caduta dell'URSS i movimenti popolari che chiesero l'abolizione della dittatura statale furono duramente [[repressione|repressi]]. Ciò dimostra che una seconda [[rivoluzione]] è praticamente impossibile.
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La maggior parte dei marxisti ritiene lecita la violenza su larga scala quando le circostanze impongono l'autodifesa collettiva (es. contro la reazione borghese o contro un'invasione di stampo imperialista). Molti marxisti ritengono legittima anche la violenza più feroce, se questa servisse a giungere al fine preposto: la [[dittatura del proletariato]] e il [[comunismo]].
La maggior parte dei marxisti ritiene lecita la violenza su larga scala quando le circostanze impongono l'autodifesa collettiva (es. contro la reazione borghese o contro un'invasione di stampo imperialista). Molti marxisti ritengono legittima anche la violenza più feroce, se questa servisse a giungere al fine preposto: la [[dittatura del proletariato]] e il [[comunismo]].


Secondo molti marxisti, gli anarchici, per via della loro reticenza ad organizzarsi concretamente, per il loro rifiuto della violenza proletaria e del “terrorismo di [[Stato]]”, possono essere tacciati di attività  controrivoluzionaria. In questo modo essi giustificano la [[repressione]] subita dai libertari in [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Spagna]], [[Ucraina libertaria|Ucraina]], [[ La Rivoluzione Russa|Russia]], [[Rivoluzione cubana|Cuba]] ecc. (molti marxisti confondono l'organizzazione con l'[[autorità |autoritarismo]]: l'[[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|esperienza spagnola]] e [[Ucraina libertaria|ucraina]], tanto per fare degli esempi, dimostrano invece la possibilità  di organizzarsi in maniera [[gerarchia|non gerarchica]]).
Secondo molti marxisti, gli anarchici, per via della loro reticenza ad organizzarsi concretamente, per il loro rifiuto della violenza proletaria e del “terrorismo di [[Stato]], possono essere tacciati di attività  controrivoluzionaria. In questo modo essi giustificano la [[repressione]] subita dai libertari in [[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|Spagna]], [[Ucraina libertaria|Ucraina]], [[ La Rivoluzione Russa|Russia]], [[Rivoluzione cubana|Cuba]] ecc. (molti marxisti confondono l'organizzazione con l'[[autorità |autoritarismo]]: l'[[la Rivoluzione spagnola (1936-39)|esperienza spagnola]] e [[Ucraina libertaria|ucraina]], tanto per fare degli esempi, dimostrano invece la possibilità  di organizzarsi in maniera [[gerarchia|non gerarchica]]).


== Le classi ==
== Le classi ==
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Per molti anarchici (soprattutto i [[anarco-comunismo |comunisti]], ma non solo) non solo le classi esistono ma occorre anche ricomporre gli interessi di tutti coloro che subiscono lo sfruttamento dell'assetto sociale capitalistico.
Per molti anarchici (soprattutto i [[anarco-comunismo |comunisti]], ma non solo) non solo le classi esistono ma occorre anche ricomporre gli interessi di tutti coloro che subiscono lo sfruttamento dell'assetto sociale capitalistico.


Questa concezione differente sulla [[classismo|società  divisa in classi]] comporta che i [[marxismo|marxisti]] releghino la lotta di classe allo scontro tra [[capitalismo|capitalisti]] e proletariato, mentre gli anarchici allargano tale conflitto a tutti gli sfruttati. Altro punto di disaccordo come conseguenza di queste differente visioni è la relazione tra la condizione di classe e la coscienza di classe: per una parte dei [[marxismo|marxisti]] i due termini (di classe e di coscienza di classe) finiranno in una maniera deterministica prima o poi a coincidere; per altri [[marxismo|marxisti]] la coscienza di classe non è necessaria a tutta la “classe”, ma a solo una parte “illuminata”, l'avanguardia, ovverosia il partito (nella versione leninista, addirittura, esterno al movimento operaio, perché quest'ultimo appesantito dai suoi bisogni quotidiani non può comprendere i suoi bisogni storici e futuri).  
Questa concezione differente sulla [[classismo|società  divisa in classi]] comporta che i [[marxismo|marxisti]] releghino la lotta di classe allo scontro tra [[capitalismo|capitalisti]] e proletariato, mentre gli anarchici allargano tale conflitto a tutti gli sfruttati. Altro punto di disaccordo come conseguenza di queste differente visioni è la relazione tra la condizione di classe e la coscienza di classe: per una parte dei [[marxismo|marxisti]] i due termini (di classe e di coscienza di classe) finiranno in una maniera deterministica prima o poi a coincidere; per altri [[marxismo|marxisti]] la coscienza di classe non è necessaria a tutta la “classe”, ma a solo una parte “illuminata”, l'avanguardia, ovverosia il partito (nella versione leninista, addirittura, esterno al movimento operaio, perché quest'ultimo appesantito dai suoi bisogni quotidiani non può comprendere i suoi bisogni storici e futuri).  


Per gli anarchici, soprattutto per i [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]], invece, il rapporto tra classe e coscienza di classe è certamente mediato dall'avanguardia, che però agisce come corpo interno del proletariato e del variegato mondo degli sfruttati, fungendo da punto di riferimento e non da guida che si eleva al di sopra delle masse sfruttate. Per gli anarchici solo un [[proletariato]] unito e cosciente della propria condizione può fare una [[rivoluzione]] veramente libertaria e senza delegare alcuno a questo compito.
Per gli anarchici, soprattutto per i [[anarco-comunismo|comunisti anarchici]], invece, il rapporto tra classe e coscienza di classe è certamente mediato dall'avanguardia, che però agisce come corpo interno del proletariato e del variegato mondo degli sfruttati, fungendo da punto di riferimento e non da guida che si eleva al di sopra delle masse sfruttate. Per gli anarchici solo un [[proletariato]] unito e cosciente della propria condizione può fare una [[rivoluzione]] veramente libertaria e senza delegare alcuno a questo compito.
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I [[marxismo|marxisti]], pur mantenendo nella forma una certa apertura mentale verso nuclei famigliari alternativi ai modelli dominanti, nella pratica hanno talvolta considerato queste rivendicazioni come frutto dell'ideologia borghese. Durante la [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]] e in altre esperienze, i marxisti si sono spesso sforzati di ricondurre "alla legalità " della famiglia di diritto, la strutturazione dei rapporti interpersonali, pur mantenendo alcuni "istituti borghesi" di salvaguardia delle [[libertà ]] individuali, quali per esempio il divorzio.
I [[marxismo|marxisti]], pur mantenendo nella forma una certa apertura mentale verso nuclei famigliari alternativi ai modelli dominanti, nella pratica hanno talvolta considerato queste rivendicazioni come frutto dell'ideologia borghese. Durante la [[La Rivoluzione Russa|rivoluzione russa]] e in altre esperienze, i marxisti si sono spesso sforzati di ricondurre "alla legalità " della famiglia di diritto, la strutturazione dei rapporti interpersonali, pur mantenendo alcuni "istituti borghesi" di salvaguardia delle [[libertà ]] individuali, quali per esempio il divorzio.


Anche sulla '''religione''' anarchici e marxisti hanno punti di vista differenti. L'[[anarchismo]] propugna l'idea di estirpare qualsiasi causa che determini lo sviluppo del pensiero religioso. Per i [[marxismo|marxisti]] l'"[[ateismo]] di [[Stato]]" e la [[repressione]] sono i mezzi necessari atti ad impedire la diffusione della religione, considerato che quest'ultima è ritenuta un ostacolo al “naturale” decorso degli avvenimenti storici che dovrebbero condurre al [[comunismo]]<ref> Nei paesi dell'ex blocco sovietico, nonostante l'[[ateismo]] di [[Stato]] fosse alla base delle costituzioni di quei paesi, talvolta le associazioni religiose sono rimaste titolari di beni o di funzioni sociali caritative e assistenziali. In Polonia l'influenza dei cattolici nella vita politica fu invece sempre molto alta. Nel centro e sud America si è assistito ad un tentativo di conciliare marxismo e religione, attraverso lo sviluppo dell'ideologia denominata "teologia della liberazione", per altro molto contrastata dalle [[gerarchia|gerarchie]] ecclesiastiche.</ref>.
Anche sulla '''religione''' anarchici e marxisti hanno punti di vista differenti. L'[[anarchismo]] propugna l'idea di estirpare qualsiasi causa che determini lo sviluppo del pensiero religioso. Per i [[marxismo|marxisti]] l'"[[ateismo]] di [[Stato]]" e la [[repressione]] sono i mezzi necessari atti ad impedire la diffusione della religione, considerato che quest'ultima è ritenuta un ostacolo al “naturale” decorso degli avvenimenti storici che dovrebbero condurre al [[comunismo]]<ref> Nei paesi dell'ex blocco sovietico, nonostante l'[[ateismo]] di [[Stato]] fosse alla base delle costituzioni di quei paesi, talvolta le associazioni religiose sono rimaste titolari di beni o di funzioni sociali caritative e assistenziali. In Polonia l'influenza dei cattolici nella vita politica fu invece sempre molto alta. Nel centro e sud America si è assistito ad un tentativo di conciliare marxismo e religione, attraverso lo sviluppo dell'ideologia denominata "teologia della liberazione", per altro molto contrastata dalle [[gerarchia|gerarchie]] ecclesiastiche.</ref>.
Gli anarchici, pur agendo in maniera tale da eliminare ogni elemento strutturale e sovrastrutturale (fattori educativi, culturali ecc.) che permettono il consolidamento della religione, ritengono che la [[libertà ]] religiosa individuale e associativa debba essere tutelata (come tutte le [[libertà ]] individuali), purché questa non comporti privilegi per alcuni o limiti la [[libertà ]] di altri.
Gli anarchici, pur agendo in maniera tale da eliminare ogni elemento strutturale e sovrastrutturale (fattori educativi, culturali ecc.) che permettono il consolidamento della religione, ritengono che la [[libertà ]] religiosa individuale e associativa debba essere tutelata (come tutte le [[libertà ]] individuali), purché questa non comporti privilegi per alcuni o limiti la [[libertà ]] di altri.


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