Anarchia e diritto (di Pier Francesco Zarcone): differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,"
m (Sostituzione testo - "[à][\s\s]" con "à ")
m (Sostituzione testo - "[à][\s][,]" con "à,")
Riga 3: Riga 3:
Fra le caratteristiche dei comunisti anarchici, e non secondaria, c'è la capacità  di affrontare - in coerenza con i principi originari dell'anarchismo di classe da [[Bakunin]] in poi - i problemi concreti posti dal mondo in cui si vive (con i suoi ininterrotti dinamismi e le sue progressive mutazioni) mediante la spregiudicatezza dei liberi pensatori, che non hanno paura di apportare le necessarie specificazioni e, se del caso, correzioni di rotta. Correzioni che non riguardano i principi in sé, bensì le loro applicazioni ed interpretazioni. I principi, infatti, sono come le stelle del cielo: punti stabili che consentono di navigare e di giungere là  dove si vuole o si deve andare. Ed inoltre sono - sotto un certo aspetto - come il sabato ebraico che un antico rabbi di Nazareth definì "fatto per l'uomo", e non viceversa.
Fra le caratteristiche dei comunisti anarchici, e non secondaria, c'è la capacità  di affrontare - in coerenza con i principi originari dell'anarchismo di classe da [[Bakunin]] in poi - i problemi concreti posti dal mondo in cui si vive (con i suoi ininterrotti dinamismi e le sue progressive mutazioni) mediante la spregiudicatezza dei liberi pensatori, che non hanno paura di apportare le necessarie specificazioni e, se del caso, correzioni di rotta. Correzioni che non riguardano i principi in sé, bensì le loro applicazioni ed interpretazioni. I principi, infatti, sono come le stelle del cielo: punti stabili che consentono di navigare e di giungere là  dove si vuole o si deve andare. Ed inoltre sono - sotto un certo aspetto - come il sabato ebraico che un antico rabbi di Nazareth definì "fatto per l'uomo", e non viceversa.


La "galassia" anarchica nel mondo da molto tempo versa in una situazione particolare che schematizzando e semplificando - pur con tutti i limiti che ciò implica - può dirsi composta dai comunisti anarchici e dagli altri. Quest'ultima generica componente ha ormai abbandonato, a livello di orizzonte e di azione (ma non sempre a parole), la reale prospettiva rivoluzionaria, quella che fece dell'anarchismo delle origini la componente socialista antiautoritaria della Iª Internazionale. E la [[rivoluzione]] opera in modo indissolubilmente binario: da un lato distrugge l'assetto contro cui combatte; da un altro lato costruisce la nuova società , e con essa l'uomo nuovo.
La "galassia" anarchica nel mondo da molto tempo versa in una situazione particolare che schematizzando e semplificando - pur con tutti i limiti che ciò implica - può dirsi composta dai comunisti anarchici e dagli altri. Quest'ultima generica componente ha ormai abbandonato, a livello di orizzonte e di azione (ma non sempre a parole), la reale prospettiva rivoluzionaria, quella che fece dell'anarchismo delle origini la componente socialista antiautoritaria della Iª Internazionale. E la [[rivoluzione]] opera in modo indissolubilmente binario: da un lato distrugge l'assetto contro cui combatte; da un altro lato costruisce la nuova società, e con essa l'uomo nuovo.


== Anarchia o anomia? ==
== Anarchia o anomia? ==


L'avvenuto abbandono della prospettiva rivoluzionaria si manifesta anche con la consolidata mancanza di un ideario in ordine ai problemi fisiologici inerenti all'aspetto costruttivo della società  libertaria. La cosa non riguarda, certo, le caratteristiche specifiche della nuova società , la cui costruzione spetta alle masse rivoluzionarie. Ma fra esse operano gli anarchici, il cui ruolo dovrebbe essere quello di svolgere una funzione di sensibilizzzazione e di indirizzo della progressiva maturazione della coscienza di classe delle masse medesime. Per fare questo, il minimo consiste nel sapere indicare almeno le essenziali linee di base da seguire, con particolare riguardo alle problematiche ed alle questioni "fisiologiche", che cioè sono ineliminabili anche per una società  nata da una rivoluzione sociale radicale, e quindi comunista, che debbono essere impostate in modo diverso dal passato. Naturalmente, se si vuole, tutto questo può essere tranquillamente ignorato, e ci si può chiudere in modo apodittico nella mera reiterazione dei principi classici dell'anarchismo, oppure ci si può inchiodare su certe dogmatiche applicazioni di essi - comunque e dovunque - a guisa di elementi cardine di un'identità  testimoniale: tipo, gli anarchici non votano mai, e basta! Se voti, ed a prescindere dalle congiunture, non sei anarchico.
L'avvenuto abbandono della prospettiva rivoluzionaria si manifesta anche con la consolidata mancanza di un ideario in ordine ai problemi fisiologici inerenti all'aspetto costruttivo della società  libertaria. La cosa non riguarda, certo, le caratteristiche specifiche della nuova società, la cui costruzione spetta alle masse rivoluzionarie. Ma fra esse operano gli anarchici, il cui ruolo dovrebbe essere quello di svolgere una funzione di sensibilizzzazione e di indirizzo della progressiva maturazione della coscienza di classe delle masse medesime. Per fare questo, il minimo consiste nel sapere indicare almeno le essenziali linee di base da seguire, con particolare riguardo alle problematiche ed alle questioni "fisiologiche", che cioè sono ineliminabili anche per una società  nata da una rivoluzione sociale radicale, e quindi comunista, che debbono essere impostate in modo diverso dal passato. Naturalmente, se si vuole, tutto questo può essere tranquillamente ignorato, e ci si può chiudere in modo apodittico nella mera reiterazione dei principi classici dell'anarchismo, oppure ci si può inchiodare su certe dogmatiche applicazioni di essi - comunque e dovunque - a guisa di elementi cardine di un'identità  testimoniale: tipo, gli anarchici non votano mai, e basta! Se voti, ed a prescindere dalle congiunture, non sei anarchico.


Certe rigidità  "pretesche" (l'uomo fatto per il sabato) naturalmente trascurano di distinguere fra consultazioni elettorali "ordinarie" e quelle in cui sono in gioco (o possono entrare in gioco) diritti fondamentali del cittadino e/o del lavoratore; oppure cambi di governo o di regime peggiorativi (non dimentichiamo che Hitler andò al potere per via elettorale). Tutti esiti che una partecipazione al voto - di legittima difesa, stanti le regole del sistema - a volte potrebbero essere evitati. E invece no: fra l'andare al massacro dopo le elezioni, ed il votare prima, taluni preferiscono il massacro. Un problema di gusti.
Certe rigidità  "pretesche" (l'uomo fatto per il sabato) naturalmente trascurano di distinguere fra consultazioni elettorali "ordinarie" e quelle in cui sono in gioco (o possono entrare in gioco) diritti fondamentali del cittadino e/o del lavoratore; oppure cambi di governo o di regime peggiorativi (non dimentichiamo che Hitler andò al potere per via elettorale). Tutti esiti che una partecipazione al voto - di legittima difesa, stanti le regole del sistema - a volte potrebbero essere evitati. E invece no: fra l'andare al massacro dopo le elezioni, ed il votare prima, taluni preferiscono il massacro. Un problema di gusti.


Ad ogni modo, la mancanza di chiarezza e concretezza sull'aspetto costruttivo della società , dopo l'auspicata rivoluzione sociale, ha importanti effetti negativi, perché espone tutto il movimento anarchico alle accuse (a volte fondate) di ingenuità  ed inconcretezza che gli avversari gettano a piene mani.  
Ad ogni modo, la mancanza di chiarezza e concretezza sull'aspetto costruttivo della società, dopo l'auspicata rivoluzione sociale, ha importanti effetti negativi, perché espone tutto il movimento anarchico alle accuse (a volte fondate) di ingenuità  ed inconcretezza che gli avversari gettano a piene mani.  


Invece le risposte ci sarebbero, se solo si abbandonassero certi modi di pensare, astratti da ogni realtà  e dotati più di carattere favolistico che rivoluzionario. La matrice di essi sta in un esasperato (quand'anche inconfessato) individualismo che nella sua essenza ha ben poco di "sociale", incentrandosi sulla vecchia e sterile posizione del "fa quello che vuoi", la quale assolutizza l'azione autonoma dell'individuo/monade. Notò già  [[Luigi Fabbri]], sull'influsso delle ideologie borghesi nel milieu anarchico, che  
Invece le risposte ci sarebbero, se solo si abbandonassero certi modi di pensare, astratti da ogni realtà  e dotati più di carattere favolistico che rivoluzionario. La matrice di essi sta in un esasperato (quand'anche inconfessato) individualismo che nella sua essenza ha ben poco di "sociale", incentrandosi sulla vecchia e sterile posizione del "fa quello che vuoi", la quale assolutizza l'azione autonoma dell'individuo/monade. Notò già  [[Luigi Fabbri]], sull'influsso delle ideologie borghesi nel milieu anarchico, che  


''"L'importanza massima data a un atto (...) di ribellione scaturisce dalla importanza massima che la dottrina politica borghese dà  a pochi uomini in confronto di tutto l'ambiente sociale (...). Così ci troviamo ad aver constatato due forme d'influenza borghese sull'anarchismo: l'una indiretta, che si manifesta in una importanza maggiore data al fatto rivoluzionario che non allo scopo a cui esso doveva tendere, - e l'altra indiretta, della letteratura borghese decadente (...) volta a idealizzare le forme più antisociali di ribellione individuale. (...). Lo stesso fu per la questione dell'organizzazione. Gli anarchici hanno sempre sostenuto che non c'è vita fuori dell'associazione e della solidarietà , e che non è possibile la lotta e la rivoluzione senza un'organizzazione preordinata dei rivoluzionari. Ma ai borghesi faceva comodo dipingerci come fautori dell'anarchia nel senso di confusione, e cominciarono a dire che siamo amorfisti, nemici di ogni organizzazione; e a tal uopo scovarono Nietzsche e poi [[Stirner]]... Molti anarchici abboccarono all'amo, e diventarono sul serio amorfisti, stirneriani, nicciani e consimili diavolerie: negarono l'organizzazione, la solidarietà , il socialismo; per finire, alcuni, col rimettere sull'altare la proprietà , precisamente facendo l'interesse della borghesia individualista. Le loro idee divennero, in questo senso, - secondo la frase di [[Filippo Turati]], - ''l'esagerazione dell'individualismo borghese''."'' (1)
''"L'importanza massima data a un atto (...) di ribellione scaturisce dalla importanza massima che la dottrina politica borghese dà  a pochi uomini in confronto di tutto l'ambiente sociale (...). Così ci troviamo ad aver constatato due forme d'influenza borghese sull'anarchismo: l'una indiretta, che si manifesta in una importanza maggiore data al fatto rivoluzionario che non allo scopo a cui esso doveva tendere, - e l'altra indiretta, della letteratura borghese decadente (...) volta a idealizzare le forme più antisociali di ribellione individuale. (...). Lo stesso fu per la questione dell'organizzazione. Gli anarchici hanno sempre sostenuto che non c'è vita fuori dell'associazione e della solidarietà, e che non è possibile la lotta e la rivoluzione senza un'organizzazione preordinata dei rivoluzionari. Ma ai borghesi faceva comodo dipingerci come fautori dell'anarchia nel senso di confusione, e cominciarono a dire che siamo amorfisti, nemici di ogni organizzazione; e a tal uopo scovarono Nietzsche e poi [[Stirner]]... Molti anarchici abboccarono all'amo, e diventarono sul serio amorfisti, stirneriani, nicciani e consimili diavolerie: negarono l'organizzazione, la solidarietà, il socialismo; per finire, alcuni, col rimettere sull'altare la proprietà, precisamente facendo l'interesse della borghesia individualista. Le loro idee divennero, in questo senso, - secondo la frase di [[Filippo Turati]], - ''l'esagerazione dell'individualismo borghese''."'' (1)


Nessuno vuole mettere in discussione l'importanza dell'individuo (il cui contenuto sta nella risposta alla domanda: "che cos'è Tizio?"), poiché ad esso corrisponde una persona (a cui si riferisce la domanda: "chi è Tizio?", ma la risposta non può che risiedere nell'ineffabilità  dell'esistenza singola).  
Nessuno vuole mettere in discussione l'importanza dell'individuo (il cui contenuto sta nella risposta alla domanda: "che cos'è Tizio?"), poiché ad esso corrisponde una persona (a cui si riferisce la domanda: "chi è Tizio?", ma la risposta non può che risiedere nell'ineffabilità  dell'esistenza singola).  
Riga 21: Riga 21:
La persona è irripetibile, è un valore unico; ed è asse portante del pensiero e dell'azione dei libertari la difesa dell'individuo/persona dai tentacoli di un assetto sociale basato sul dominio. Ma la questione dell'individuo/persona va vista in una dimensione binaria, cioè attinente al suo rapporto con il contesto associato, che include anche la difesa di quest'ultimo, quando assolutamente necessario. I primi anarchici dell'Internazionale erano socialisti e comunisti perché si rendevano conto appieno della natura e/o realtà  sociale dell'essere umano.
La persona è irripetibile, è un valore unico; ed è asse portante del pensiero e dell'azione dei libertari la difesa dell'individuo/persona dai tentacoli di un assetto sociale basato sul dominio. Ma la questione dell'individuo/persona va vista in una dimensione binaria, cioè attinente al suo rapporto con il contesto associato, che include anche la difesa di quest'ultimo, quando assolutamente necessario. I primi anarchici dell'Internazionale erano socialisti e comunisti perché si rendevano conto appieno della natura e/o realtà  sociale dell'essere umano.


Vivendo in società , ed essendo portato a ciò, l'individuo/persona - fermo restando il suo intrinseco valore a-ssoluto (vale a dire as-tratto da tutto) - in termini pratici non è assoluto per nulla, bensì è inserito in fitte trame di relazioni sociali con persone e situazioni che sono "altre da lui", e che il più delle volte non vengono immediatamente percepite: si pensi, banalmente, alla casa, al cibo, ai vestiti, ai trasporti pubblici e privati, ai rifornimenti energetici, etc.  
Vivendo in società, ed essendo portato a ciò, l'individuo/persona - fermo restando il suo intrinseco valore a-ssoluto (vale a dire as-tratto da tutto) - in termini pratici non è assoluto per nulla, bensì è inserito in fitte trame di relazioni sociali con persone e situazioni che sono "altre da lui", e che il più delle volte non vengono immediatamente percepite: si pensi, banalmente, alla casa, al cibo, ai vestiti, ai trasporti pubblici e privati, ai rifornimenti energetici, etc.  


Tutto ciò è frutto del lavoro e dell'intervento di altri, a loro volta interrelazionati e che compongono la cosiddetta "società ". Di questo l'individuo/persona fruisce, non può farne a meno, e contribuisce col proprio lavoro. Bisogna tenerne conto prima di asserire l'incondizionata e totale autonomia dell'individuo/persona di fronte alla società  in genere ed a quella nata dalla rivoluzione in particolare.
Tutto ciò è frutto del lavoro e dell'intervento di altri, a loro volta interrelazionati e che compongono la cosiddetta "società ". Di questo l'individuo/persona fruisce, non può farne a meno, e contribuisce col proprio lavoro. Bisogna tenerne conto prima di asserire l'incondizionata e totale autonomia dell'individuo/persona di fronte alla società  in genere ed a quella nata dalla rivoluzione in particolare.
Riga 66: Riga 66:
Pur tuttavia, in sociologia politica da tempo è stata introdotta una distinzione che ha una sua obiettiva ragion d'essere, in quanto a livello essenziale sono individuabili due differenti specie nell'ambito del più ampio genere della macro-associazione: la società  e la comunità . La seconda è antica, mentre le prima è moderna.
Pur tuttavia, in sociologia politica da tempo è stata introdotta una distinzione che ha una sua obiettiva ragion d'essere, in quanto a livello essenziale sono individuabili due differenti specie nell'ambito del più ampio genere della macro-associazione: la società  e la comunità . La seconda è antica, mentre le prima è moderna.


L'essenza della comunità  sta nella profonda unità  del differente che vive al suo interno e la costituisce; di modo che la partecipazione ad essa non è per il singolo un'alienazione bensì una realizzazione. La società , invece, è costituita da "una cerchia di uomini che, come nella comunità , vivono e abitano (...) l'uno accanto all'altro, ma che sono non già  essenzialmente legati, bensì essenzialmente separati, rimanendo separati nonostante tutti i legami, mentre là  [nella comunità ; N.d.R.] rimangono legati nonostante tutte le separazioni. (...) ognuno sta per proprio conto ed in uno stato di tensione contro tutti gli altri. (...) ciò che uno possiede e gode è posseduto e goduto contro tutti gli altri; non esiste in realtà  alcun bene che sia tale per tutti" (4). E nelle società  capitaliste questa è la regola generale.
L'essenza della comunità  sta nella profonda unità  del differente che vive al suo interno e la costituisce; di modo che la partecipazione ad essa non è per il singolo un'alienazione bensì una realizzazione. La società, invece, è costituita da "una cerchia di uomini che, come nella comunità, vivono e abitano (...) l'uno accanto all'altro, ma che sono non già  essenzialmente legati, bensì essenzialmente separati, rimanendo separati nonostante tutti i legami, mentre là  [nella comunità ; N.d.R.] rimangono legati nonostante tutte le separazioni. (...) ognuno sta per proprio conto ed in uno stato di tensione contro tutti gli altri. (...) ciò che uno possiede e gode è posseduto e goduto contro tutti gli altri; non esiste in realtà  alcun bene che sia tale per tutti" (4). E nelle società  capitaliste questa è la regola generale.
I comunisti anarchici per parte loro puntano alla creazione di comunità  che si federino fra di loro, dilatando al massimo il senso dell'appartenenza, della partecipazione e dell'affratellamento. È in questa prospettiva che vanno impostati ed esaminati i problemi che si possono porre.
I comunisti anarchici per parte loro puntano alla creazione di comunità  che si federino fra di loro, dilatando al massimo il senso dell'appartenenza, della partecipazione e dell'affratellamento. È in questa prospettiva che vanno impostati ed esaminati i problemi che si possono porre.


Riga 81: Riga 81:
Sull'argomento sono state scritte intere e dotte biblioteche, ma per i non specialisti della materia (e comunque non solo per essi) l'impressione è di una serie di fumose disquisizioni (ideologiche nel senso marxiano del termine) spesso campate per aria. Anche perché (come riconoscono gli stessi fautori/teorici del diritto naturale) non si tratta di "un codice di leggi deducibili razionalmente, di regole che possono determinarsi fino agli ultimi dettagli con precisione immediata e col solo aiuto della logica (...) non può farsi una casistica del diritto naturale" (6).
Sull'argomento sono state scritte intere e dotte biblioteche, ma per i non specialisti della materia (e comunque non solo per essi) l'impressione è di una serie di fumose disquisizioni (ideologiche nel senso marxiano del termine) spesso campate per aria. Anche perché (come riconoscono gli stessi fautori/teorici del diritto naturale) non si tratta di "un codice di leggi deducibili razionalmente, di regole che possono determinarsi fino agli ultimi dettagli con precisione immediata e col solo aiuto della logica (...) non può farsi una casistica del diritto naturale" (6).


Recentemente uno scrittore libertario ha definito il diritto naturale "come un insieme di principi generali che qualsiasi diritto positivo che pretende di servire l'idea di giustizia (invece degli interessi del gruppo sociale dominante) deve rispettare, adattare alle circostanze concrete del luogo e dell'epoca e tentare di applicare nella vita reale" (7). L'agggettivo "naturale" rimanderebbe ad una natura umana definita nei termini della razionalità  e della libertà , e non ad una natura esterna e trascendente.  
Recentemente uno scrittore libertario ha definito il diritto naturale "come un insieme di principi generali che qualsiasi diritto positivo che pretende di servire l'idea di giustizia (invece degli interessi del gruppo sociale dominante) deve rispettare, adattare alle circostanze concrete del luogo e dell'epoca e tentare di applicare nella vita reale" (7). L'agggettivo "naturale" rimanderebbe ad una natura umana definita nei termini della razionalità  e della libertà, e non ad una natura esterna e trascendente.  


Sembrerebbe tutto chiaro, ma non lo è. Si resta sempre nell'indefinito, non già  per quanto attiene ai principi generali: per esempio, unicuique suum è un principio generale accettabile sotto tutti i cieli ed in qualunque contesto culturale. Che cosa vada poi a significare concretamente... resta irrisolto anche all'interno dello stesso contesto culturale, dipendendo dai vari sottosistemi ideologici che lo compongono.
Sembrerebbe tutto chiaro, ma non lo è. Si resta sempre nell'indefinito, non già  per quanto attiene ai principi generali: per esempio, unicuique suum è un principio generale accettabile sotto tutti i cieli ed in qualunque contesto culturale. Che cosa vada poi a significare concretamente... resta irrisolto anche all'interno dello stesso contesto culturale, dipendendo dai vari sottosistemi ideologici che lo compongono.
Riga 98: Riga 98:
Analoghe riflessioni si possono fare sul concetto di "[[libertà ]]". Che significa? Anche su questo punto abbiamo a disposizione una sterminata biblioteca, altrettanto inutile sul piano della pratica.  
Analoghe riflessioni si possono fare sul concetto di "[[libertà ]]". Che significa? Anche su questo punto abbiamo a disposizione una sterminata biblioteca, altrettanto inutile sul piano della pratica.  


In termini generali, nella prospettiva comunista anarchica vale - per quanto concerne la libertà  - la classica impostazione di Bakunin, amante fanatico della libertà , ma "non di quella libertà  individualista, egoista, meschina e fittizia vantata dalla scuola di [[Rousseau]], come da tutte le altre scuole del liberalismo borghese (...). No, io intendo la sola ,libertà  che sia veramente degna di tale uomo, la libertà  che consiste nel pieno sviluppo di tutte le potenze materiali, intellettuali e morali le quali si trovano nello stato di facoltà  latenti in ognuno; la libertà  che non riconosce altre restrizioni all'infuori di quelle che ci sono tracciate dalle leggi della nostra stessa natura (...) Io intendo questa libertà  di ciascuno, che lungi dall'arrestarsi come di fronte ad un limite innanzi alla libertà  altrui, vi trova la sua conferma e la sua estensione all'infinito (...)" (8). Una libertà , quindi, che si definisce nella sua socialità .
In termini generali, nella prospettiva comunista anarchica vale - per quanto concerne la libertà  - la classica impostazione di Bakunin, amante fanatico della libertà, ma "non di quella libertà  individualista, egoista, meschina e fittizia vantata dalla scuola di [[Rousseau]], come da tutte le altre scuole del liberalismo borghese (...). No, io intendo la sola ,libertà  che sia veramente degna di tale uomo, la libertà  che consiste nel pieno sviluppo di tutte le potenze materiali, intellettuali e morali le quali si trovano nello stato di facoltà  latenti in ognuno; la libertà  che non riconosce altre restrizioni all'infuori di quelle che ci sono tracciate dalle leggi della nostra stessa natura (...) Io intendo questa libertà  di ciascuno, che lungi dall'arrestarsi come di fronte ad un limite innanzi alla libertà  altrui, vi trova la sua conferma e la sua estensione all'infinito (...)" (8). Una libertà, quindi, che si definisce nella sua socialità .


Nell'ottica comunista anarchica esistono tre categorie generali di "libertà ": la libertà  "da", "per", "con". La libertà  "per", è possibile solo se esiste la libertà  "con", perché la sua effettività  - stante la socialità  inerente all'essere umano - dipende dall'essere liberi insieme ad altri esseri umani. Essere liberi vuol dire essere responsabili di noi stessi con noi stessi e con gli altri.
Nell'ottica comunista anarchica esistono tre categorie generali di "libertà ": la libertà  "da", "per", "con". La libertà  "per", è possibile solo se esiste la libertà  "con", perché la sua effettività  - stante la socialità  inerente all'essere umano - dipende dall'essere liberi insieme ad altri esseri umani. Essere liberi vuol dire essere responsabili di noi stessi con noi stessi e con gli altri.


Nessuno di noi è il centro dell'universo, che se fosse il contrario potrebbero risultare giustificate le posizioni di egoismo estremo. Il nostro essere centro personale non prescinde mai dalla relazioni con gli altri centri personali, che nella concezione del comunismo anarchico finiscono - per così dire - con l'essere concentrici. La libertà , scrisse Proudhon, "non esiste che nella società . La libertà  è anarchica perché essa non ammette il dominio della volontà , ma solo l'autorità  della legge, vale a dire della necessità  (...) è essenzialmente organizzativa" (9).
Nessuno di noi è il centro dell'universo, che se fosse il contrario potrebbero risultare giustificate le posizioni di egoismo estremo. Il nostro essere centro personale non prescinde mai dalla relazioni con gli altri centri personali, che nella concezione del comunismo anarchico finiscono - per così dire - con l'essere concentrici. La libertà, scrisse Proudhon, "non esiste che nella società . La libertà  è anarchica perché essa non ammette il dominio della volontà, ma solo l'autorità  della legge, vale a dire della necessità  (...) è essenzialmente organizzativa" (9).


In merito al diritto naturale, a conclusione del discorso, va pure detto che esso, con i suoi principi generali che il diritto positivo dovrebbe poi tradurre in pratica, finisce col collocarsi in uno strano empireo situato fra la sfera etica e quella giuridica vera e propria. Talché appare alquanto anomala l'attribuzione ad esso della qualifica di "diritto".  
In merito al diritto naturale, a conclusione del discorso, va pure detto che esso, con i suoi principi generali che il diritto positivo dovrebbe poi tradurre in pratica, finisce col collocarsi in uno strano empireo situato fra la sfera etica e quella giuridica vera e propria. Talché appare alquanto anomala l'attribuzione ad esso della qualifica di "diritto".  
Riga 117: Riga 117:


E sull'imperatività  delle norme sociali sembrano congrue e significative queste sue parole contenute nel c.d. Catechismo Rivoluzionario:  
E sull'imperatività  delle norme sociali sembrano congrue e significative queste sue parole contenute nel c.d. Catechismo Rivoluzionario:  
''"Tuttavia la società  non deve affatto restare completamente disarmata contro gli individui parassiti, malfattori e nocivi. Dovendo essere il lavoro la base di tutti i diritti politici, la società  (...) potrà  privarne gli individui maggiorenni che non essendo né invalidi, né malati, né vecchi, vivranno a spese della carità  pubblica o privata (...). Essendo inalienabile la libertà  di ogni individuo umano, la società  non tollererà  mai che qualunque individuo alieni giuridicamente la sua libertà  (...). Tutte le persone che avranno perso i loro diritti politici saranno anche private del diritto di allevare e terene presso di sé i loro figli. (...) Ogni individuo condannato dalle leggi di una qualunque società , comune provincia o nazione, conserverà  il diritto di non sottomettersi alla pena che gli avrà  inflitto, dichiarando che non vuole più far parte di questa società . Ma in questo caso, la società  avrà  a sua volta il diritto di espellerlo dal suo seno e di dichiararlo al di fuori della sua garanzia e protezione. Ricaduto così sotto la legge naturale occhio per occhio e dente per dente, almeno sul territorio occupato da questa società , il refrattario potrà  essere spogliato, maltrattato, ed anche ucciso senza che quest'ultima se ne preoccupi"'' (12).
''"Tuttavia la società  non deve affatto restare completamente disarmata contro gli individui parassiti, malfattori e nocivi. Dovendo essere il lavoro la base di tutti i diritti politici, la società  (...) potrà  privarne gli individui maggiorenni che non essendo né invalidi, né malati, né vecchi, vivranno a spese della carità  pubblica o privata (...). Essendo inalienabile la libertà  di ogni individuo umano, la società  non tollererà  mai che qualunque individuo alieni giuridicamente la sua libertà  (...). Tutte le persone che avranno perso i loro diritti politici saranno anche private del diritto di allevare e terene presso di sé i loro figli. (...) Ogni individuo condannato dalle leggi di una qualunque società, comune provincia o nazione, conserverà  il diritto di non sottomettersi alla pena che gli avrà  inflitto, dichiarando che non vuole più far parte di questa società . Ma in questo caso, la società  avrà  a sua volta il diritto di espellerlo dal suo seno e di dichiararlo al di fuori della sua garanzia e protezione. Ricaduto così sotto la legge naturale occhio per occhio e dente per dente, almeno sul territorio occupato da questa società, il refrattario potrà  essere spogliato, maltrattato, ed anche ucciso senza che quest'ultima se ne preoccupi"'' (12).


Si dirà  che Bakunin non è un dogma, e siamo d'accordo. Quel che qui interessa è che tali affermazioni provengono da un anarchico indubitato e di prestigio, con implicazioni di principio chiare ed importanti, per quanto per certi versi talune conseguenze appaiano fortemente datate.
Si dirà  che Bakunin non è un dogma, e siamo d'accordo. Quel che qui interessa è che tali affermazioni provengono da un anarchico indubitato e di prestigio, con implicazioni di principio chiare ed importanti, per quanto per certi versi talune conseguenze appaiano fortemente datate.


Oltre all'ammissione delle norme sociali imperative, in Bakunin trova spazio pure l'aspetto sanzionatorio. La ricostruzione di certi passaggi del suo torrentizio ragionare (notoriamente egli non privilegiò la sistematica) non è sempre agevole: tuttavia, se da un lato sostenne la più ampia libertà  associativa per qualunque fine, anche se contrario agli interessi sociali; da un altro lato chiaramente affermò che ''"In caso di mancato adempimento di un impegno liberamente contratto e anche in caso di attacco aperto e provato contro la proprietà , contro la persona, e soprattutto contro la libertà  di un cittadino (...) la società  infliggerà  al delinquente indigeno o straniero le pene stabilite dalle sue leggi"!'' (13)
Oltre all'ammissione delle norme sociali imperative, in Bakunin trova spazio pure l'aspetto sanzionatorio. La ricostruzione di certi passaggi del suo torrentizio ragionare (notoriamente egli non privilegiò la sistematica) non è sempre agevole: tuttavia, se da un lato sostenne la più ampia libertà  associativa per qualunque fine, anche se contrario agli interessi sociali; da un altro lato chiaramente affermò che ''"In caso di mancato adempimento di un impegno liberamente contratto e anche in caso di attacco aperto e provato contro la proprietà, contro la persona, e soprattutto contro la libertà  di un cittadino (...) la società  infliggerà  al delinquente indigeno o straniero le pene stabilite dalle sue leggi"!'' (13)


Ed in [[James Guillaume]] il diritto sociale di coercizione a difesa del gruppo associato e dei suoi principi fondanti viene affermato con una nettezza di orientamenti anche strutturali che può stupire (o scandalizzare) chi sia abituato solo alle attuali affabulazioni di taluni anarchici:  
Ed in [[James Guillaume]] il diritto sociale di coercizione a difesa del gruppo associato e dei suoi principi fondanti viene affermato con una nettezza di orientamenti anche strutturali che può stupire (o scandalizzare) chi sia abituato solo alle attuali affabulazioni di taluni anarchici:  


''"È improbabile che in una società  in cui ognuno potrà  vivere in piena libertà  del frutto del suo lavoro, e troverà  tutti i suoi bisogni abbondantemente soddisfatti, ci possano ancora essere dei casi e di furto e di brigantaggio. (...) Nondimeno non sarà  inutile prendere delle precauzioni per la sicurezza delle persone. Questo servizio che si potrebbe chiamare, se ciò non avesse un significato troppo equivoco, la polizia del comune, non sarà  affidato, come è attualmente, ad un corpo speciale: tutti gli abitanti saranno chiamati a prendervi parte, e a vegliare a turni nelle sezioni di polizia che la comune avrà  creato. (...) Evidentemente non si potrà , dietro pretesto di rispettare i diritti dell'individuo e di negare l'autorità , lasciare circolare un assassino o attendere che qualche amico della vittima applichi la legge del taglione. Sarà  necessario privarlo della sua libertà  e trattenerlo in una casa speciale, fino a quando possa, senza pericolo, essere restituito alla società ".'' (14)
''"È improbabile che in una società  in cui ognuno potrà  vivere in piena libertà  del frutto del suo lavoro, e troverà  tutti i suoi bisogni abbondantemente soddisfatti, ci possano ancora essere dei casi e di furto e di brigantaggio. (...) Nondimeno non sarà  inutile prendere delle precauzioni per la sicurezza delle persone. Questo servizio che si potrebbe chiamare, se ciò non avesse un significato troppo equivoco, la polizia del comune, non sarà  affidato, come è attualmente, ad un corpo speciale: tutti gli abitanti saranno chiamati a prendervi parte, e a vegliare a turni nelle sezioni di polizia che la comune avrà  creato. (...) Evidentemente non si potrà, dietro pretesto di rispettare i diritti dell'individuo e di negare l'autorità, lasciare circolare un assassino o attendere che qualche amico della vittima applichi la legge del taglione. Sarà  necessario privarlo della sua libertà  e trattenerlo in una casa speciale, fino a quando possa, senza pericolo, essere restituito alla società ".'' (14)


Il fatto è che i maggiori pensatori e rivoluzionari comunisti anarchici che più hanno inciso sull'anarchismo nel mondo, oltre a ragionare sulle possibili linee organizzative di base di una società  senza Stato (sia per chiarirsi le idee, sia per essere in grado di dare risposte coerenti alle inevitabili obiezioni degli avversari), lo hanno inteso come organismo esterno e/o sovraordinato alla società , con tutto quello che ne è conseguito e ne consegue; prospettando, però, un assetto comunitario in cui - bandito il dominio - l'autorità  promana dal basso verso l'alto, con una "globalità " che abbraccia il politico e l'economico.
Il fatto è che i maggiori pensatori e rivoluzionari comunisti anarchici che più hanno inciso sull'anarchismo nel mondo, oltre a ragionare sulle possibili linee organizzative di base di una società  senza Stato (sia per chiarirsi le idee, sia per essere in grado di dare risposte coerenti alle inevitabili obiezioni degli avversari), lo hanno inteso come organismo esterno e/o sovraordinato alla società, con tutto quello che ne è conseguito e ne consegue; prospettando, però, un assetto comunitario in cui - bandito il dominio - l'autorità  promana dal basso verso l'alto, con una "globalità " che abbraccia il politico e l'economico.


Tant'è che in quest'ottica [[Noam Chomsky]] ha potuto scrivere che "Gli anarchici, quelli a cui ci riferiamo [Bakunin e Kropotkin; N.d.R.] hanno sempre creduto che il controllo della vita produttiva fosse condizione "sine qua non" per una vera e significativa pratica democratica" (15). E controllo dell'economia vuol dire esercizio di autorità  e gestione da parte dei lavoratori organizzati.
Tant'è che in quest'ottica [[Noam Chomsky]] ha potuto scrivere che "Gli anarchici, quelli a cui ci riferiamo [Bakunin e Kropotkin; N.d.R.] hanno sempre creduto che il controllo della vita produttiva fosse condizione "sine qua non" per una vera e significativa pratica democratica" (15). E controllo dell'economia vuol dire esercizio di autorità  e gestione da parte dei lavoratori organizzati.
Riga 157: Riga 157:
Laddove non si abbia unanimità  nella formazione delle norme che sanciscano diritti ed obblighi, ovvero nella loro modifica, è ovvio che non potrà  più parlarsi di carattere pattizio alla base delle norme stesse. Questa, comunque, sarà  sempre il frutto di un'autonomia collettiva che punta a garantire lo sviluppo del singolo, del corpo societario e delle loro autonomie; e per i soggetti che siano stati contrari alle deliberazioni in questione dovrebbe avere essenzialmente un valore "regolativo/indicativo", dando loro il senso di quale sarà  l'orientamento della maggioranza con cui essi nel loro agire dovranno fare i conti, in modo da potersi comportare di conseguenza, assumendosi le responsabilità  inerenti.
Laddove non si abbia unanimità  nella formazione delle norme che sanciscano diritti ed obblighi, ovvero nella loro modifica, è ovvio che non potrà  più parlarsi di carattere pattizio alla base delle norme stesse. Questa, comunque, sarà  sempre il frutto di un'autonomia collettiva che punta a garantire lo sviluppo del singolo, del corpo societario e delle loro autonomie; e per i soggetti che siano stati contrari alle deliberazioni in questione dovrebbe avere essenzialmente un valore "regolativo/indicativo", dando loro il senso di quale sarà  l'orientamento della maggioranza con cui essi nel loro agire dovranno fare i conti, in modo da potersi comportare di conseguenza, assumendosi le responsabilità  inerenti.


Lo stesso Stirner ebbe a scrivere che "La condizione originaria dell'uomo non è l'isolamento o la solitudine, ma la vita sociale" (17). E che ad ogni buon conto "C'è differenza tra una società  che limita la mia libertà , e una società  che limita la mia individualità . Nel primo caso vi è unione, intesa associazione. Ma, quando la mia individualità  è minacciata, è allora che essa si trova di fronte a una società  che costituisce un potere a sé stante, un potere al di sopra dell'Io, che mi è inaccessibile (...) che io non posso né controllare né utilizzare (...). Nessuna associazione potrebbe venir fondata né esistere senza alcuna limitazione della libertà  (...). Una limitazione della libertà  è in ogni caso inevitabile" (18).
Lo stesso Stirner ebbe a scrivere che "La condizione originaria dell'uomo non è l'isolamento o la solitudine, ma la vita sociale" (17). E che ad ogni buon conto "C'è differenza tra una società  che limita la mia libertà, e una società  che limita la mia individualità . Nel primo caso vi è unione, intesa associazione. Ma, quando la mia individualità  è minacciata, è allora che essa si trova di fronte a una società  che costituisce un potere a sé stante, un potere al di sopra dell'Io, che mi è inaccessibile (...) che io non posso né controllare né utilizzare (...). Nessuna associazione potrebbe venir fondata né esistere senza alcuna limitazione della libertà  (...). Una limitazione della libertà  è in ogni caso inevitabile" (18).


Una delle osservazioni che può farsi in ordine a questo problema riguarda le persone che, per motivi vari, non abbiano voglia, di partecipare - come pure sarebbe loro diritto ed interesse - alle deliberazioni collettive. Anche questo vale come esercizio di libertà  che un aggregato sociale non potrà  che rispettare. Il risvolto, però, è il solito: la responsabilità . L'aver preferito non fare nemmeno intendere le proprie ragioni, rinunciando eventualmente ad influire sull'esito delle deliberazioni, varrà  come silenzio/assenso preventivo, e di fronte ad un deliberato assembleare già  formatosi i motivi di lamentela saranno ragionevolmente assai ridotti.
Una delle osservazioni che può farsi in ordine a questo problema riguarda le persone che, per motivi vari, non abbiano voglia, di partecipare - come pure sarebbe loro diritto ed interesse - alle deliberazioni collettive. Anche questo vale come esercizio di libertà  che un aggregato sociale non potrà  che rispettare. Il risvolto, però, è il solito: la responsabilità . L'aver preferito non fare nemmeno intendere le proprie ragioni, rinunciando eventualmente ad influire sull'esito delle deliberazioni, varrà  come silenzio/assenso preventivo, e di fronte ad un deliberato assembleare già  formatosi i motivi di lamentela saranno ragionevolmente assai ridotti.
Riga 168: Riga 168:
*sia snella e non voluminosa;
*sia snella e non voluminosa;
*lasci uno spazio ampio all'autonomia privata, intervenendo solo per gli aspetti assolutamente di interesse collettivo;
*lasci uno spazio ampio all'autonomia privata, intervenendo solo per gli aspetti assolutamente di interesse collettivo;
*presenti il meno possibile un carattere ordinatorio, dando preferenza ai modelli di comportamento ritenuti più funzionali per la collettività  stessa, senza però tendere a trasformarli in esclusivi, in modo da consentire ai singoli di meglio realizzare il proprio interesse insieme a quello generale, esplicandosi la libertà  individuale entro i soli limiti e divieti che la collettività , per le sue esigenze vitali abbia ritenuto necessario porre in essere.  
*presenti il meno possibile un carattere ordinatorio, dando preferenza ai modelli di comportamento ritenuti più funzionali per la collettività  stessa, senza però tendere a trasformarli in esclusivi, in modo da consentire ai singoli di meglio realizzare il proprio interesse insieme a quello generale, esplicandosi la libertà  individuale entro i soli limiti e divieti che la collettività, per le sue esigenze vitali abbia ritenuto necessario porre in essere.  


Le norme sul traffico richiederanno sempre una precettistica di dettaglio; le altre no.
Le norme sul traffico richiederanno sempre una precettistica di dettaglio; le altre no.


Tutta la normativa prodotta da una collettività  libertaria, in sintesi, non potrà  che ispirarsi, per essere coerente con le proprie radici, a quanto scrisse ad esempio [[Rudolf Rocker]]: "La libertà  (...) è (...) la possibilità  concreta per tutti gli esseri umani di sviluppare pienamente nella vita le facoltà , le capacità , i talenti che la natura ha dato loro e porli al servizio della società " (19).
Tutta la normativa prodotta da una collettività  libertaria, in sintesi, non potrà  che ispirarsi, per essere coerente con le proprie radici, a quanto scrisse ad esempio [[Rudolf Rocker]]: "La libertà  (...) è (...) la possibilità  concreta per tutti gli esseri umani di sviluppare pienamente nella vita le facoltà, le capacità, i talenti che la natura ha dato loro e porli al servizio della società " (19).


Un aspetto, comunque, va ribadito: in una collettività  libertaria la situazione è ben diversa da quella di una società  statale dove la legge è una mostruosa creazione (soprattutto la legislazione amministrativa) che punta a regolare nel dettaglio una serie infinita di attività  ed aspetti della vita privata e sociale. Nella collettività  libertaria le caratteristiche essenziali - e quindi le esigenze - fanno sì che la produzione di norme possa avvenire solo laddove realmente necessario o indispensabile, lasciando campo libero alle autonomie private e/o collettive; e che - in linea di massima - la normazione può incentrarsi fondamentalmente nella determinazione di landmarks (positivi e negativi), pietre miliari o punti di orientamento di base.
Un aspetto, comunque, va ribadito: in una collettività  libertaria la situazione è ben diversa da quella di una società  statale dove la legge è una mostruosa creazione (soprattutto la legislazione amministrativa) che punta a regolare nel dettaglio una serie infinita di attività  ed aspetti della vita privata e sociale. Nella collettività  libertaria le caratteristiche essenziali - e quindi le esigenze - fanno sì che la produzione di norme possa avvenire solo laddove realmente necessario o indispensabile, lasciando campo libero alle autonomie private e/o collettive; e che - in linea di massima - la normazione può incentrarsi fondamentalmente nella determinazione di landmarks (positivi e negativi), pietre miliari o punti di orientamento di base.
Riga 190: Riga 190:
2. Sull'argomento, R. GIULIANELLI, L'Anarchia nelle enciclopedie e nei dizionari italiani. Note sulla storia di un lemma, in Rivista Storica dell'Anarchismo, n.1, 200, pp.95-107.
2. Sull'argomento, R. GIULIANELLI, L'Anarchia nelle enciclopedie e nei dizionari italiani. Note sulla storia di un lemma, in Rivista Storica dell'Anarchismo, n.1, 200, pp.95-107.
3. J. GÓMEZ CASAS, Storia dell'anarcosindacalismo spagnolo, Milano 1975, p. 77.
3. J. GÓMEZ CASAS, Storia dell'anarcosindacalismo spagnolo, Milano 1975, p. 77.
4. F. TÖNNIES, Comunità  e Società , Milano 1979, pp. 83-84.
4. F. TÖNNIES, Comunità  e Società, Milano 1979, pp. 83-84.
5. G. FASSÒ, La legge della ragione, Bologna 1964.
5. G. FASSÒ, La legge della ragione, Bologna 1964.
6. F. De ESCALANTE, El derecho natural entre la "exigencia" ética y el "razonamiento" político, in El Derecho Natural Hispánico, Madrid 1973, pp.96-97.
6. F. De ESCALANTE, El derecho natural entre la "exigencia" ética y el "razonamiento" político, in El Derecho Natural Hispánico, Madrid 1973, pp.96-97.
Riga 203: Riga 203:
15. N. CHOMSKY, Anarchia e Libertà  - Scritti e interviste, Roma 2003, p. 53.
15. N. CHOMSKY, Anarchia e Libertà  - Scritti e interviste, Roma 2003, p. 53.
16. Ibidem, p. 60.
16. Ibidem, p. 60.
17. M. STIRNER, L'unico e la sua proprietà , riportato in D. GUÉRIN, op. cit., p. 34.
17. M. STIRNER, L'unico e la sua proprietà, riportato in D. GUÉRIN, op. cit., p. 34.
18. Ibidem, p. 35.
18. Ibidem, p. 35.
19. R. ROCKER, Anarcho-syndicalism, London 1938, p. 31.
19. R. ROCKER, Anarcho-syndicalism, London 1938, p. 31.
64 364

contributi