A Batalha: differenze tra le versioni

608 byte rimossi ,  14:52, 21 nov 2020
Riga 8: Riga 8:
Il [[23 febbraio]] [[1919]] nacque in Portogallo il quotidiano [[anarco-sindacalista]] ''A Batalha'', organo della [[CGT portoghese|CGT]]. Diventò il secondo quotidiano del paese, con una tiratura di 25.000 esemplari. Il suo primo redattore fu [[Alexandre Vieira]], ma altri collaboratori rilevanti furono: [[Pinto Quartim]], [[Julião Quintinha]], [[Mário Domingos]], [[Ferreira de Castro]] e [[Roberto Nobre]]. Pubblicava anche una rivista grafica quindicinale intitolata ''A Renovação'' col sottotitolo «nuovi orizzonti sociali».
Il [[23 febbraio]] [[1919]] nacque in Portogallo il quotidiano [[anarco-sindacalista]] ''A Batalha'', organo della [[CGT portoghese|CGT]]. Diventò il secondo quotidiano del paese, con una tiratura di 25.000 esemplari. Il suo primo redattore fu [[Alexandre Vieira]], ma altri collaboratori rilevanti furono: [[Pinto Quartim]], [[Julião Quintinha]], [[Mário Domingos]], [[Ferreira de Castro]] e [[Roberto Nobre]]. Pubblicava anche una rivista grafica quindicinale intitolata ''A Renovação'' col sottotitolo «nuovi orizzonti sociali».


Durante la prima Repubblica ricevette numerosi attacchi, sino al colpo di stato del [[28 maggio]] [[1926]], quando pubblicare giornali radicali come ''A batalha'' diventò praticamente impossibile. L'ultimo numero fu pubblicato il [[26 maggio]] [[1927]].
Durante la prima Repubblica ricevette numerosi attacchi, sino al colpo di Stato del [[28 maggio]] [[1926]], quando pubblicare giornali radicali come ''A Batalha'' diventò praticamente impossibile. L'ultimo numero fu pubblicato il [[26 maggio]] [[1927]].


Il giornale ricomparve diverse volte, la prima dal settembre [[1930]] al novembre dello stesso anno, prima di venir chiuso nuovamente; poi dal [[1934]] al [[1937]] e dal [[1940]] al [[1950]], seppur con varie vicissitudini legate a diversi momenti repressivi imposti dalle [[autorità]] militari.
La seconda serie uscì dal [[13 settembre]] [[1930]] al novembre dello stesso anno, prima di una nuova chiusura conseguente alla [[violenza]] della [[polizia]] e alla repressione.


Dopo il [[25 aprile]] [[1974]] (fine della dittatura e ritorno del paese alla [[democrazia]]), ''A Batalha'' ricomparve nelle edicole il [[21 settembre]]. Diretto dallo storico [[Emídio Santana]], il giornale apparteneva alla proprietà della ''Cooperativa Editora A Batalha'' con sede Rua Angelina Vidal, nº 17, a Lisbona. ''A Batalha'' riapparve «per rioccupare la sua missione essenziale: dare voce e forza all'organizzazione [[sindacale]] dei lavoratori, chiarire le necessità urgenti della sua riorganizzazione e, soprattutto, desiderando la sua indipendenza da qualsiasi vicenda politica o partito, essere l'espressione genuina dei diritti e delle rivenicazioni dei lavoratori» («[''A Batalha''] ha lo scopo di innalzare «la bandiera dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]]», con il motto ''L'EMANCIPAZIONE DEI LAVORATORI DEVE ESSERE IL LAVORO DEI LAVORATORI stessi!''»). <ref>[http://archive.is/bHzBh ''A BATALHA'']</ref>
La terza serie, per quanto irregolare e stampata clandestinamente in un decrepito mulino ad acqua di Monsanto (Lisbona), ebbe lunga durata e conobbe un periodo di regolare circolazione dal [[1934]] al [[1937]]. Ricomparve in base alla disponibilità di mezzi e capacità operativa per tutti gli anni Quaranta e Cinquanta, seppur con varie vicissitudini legate a diversi momenti repressivi imposti dalle [[autorità]] militari.


Apparso in formato medio-grande, con un titolo rosso e otto pagine, la quindicina contava ancora sulla preziosa collaborazione di alcuni dei più storici militanti anarchici, come Emídio Santana, Elias Matias (da Évora), Francisco Quintal, Hipólito dos Santos, Jaime Fonseca, Jaime Rebelo, João Maria Campos, José Correia Pires, José dos Reis Sequeira, Júlio Felgueiras, Mário José Domingues (scrittore ed ex editore di A BATALHA), Nicolau Saião, Rui Vaz de Carvalho, ecc.
Dopo il [[25 aprile]] [[1974]] (fine della dittatura e ritorno del paese alla [[democrazia]]), ''A Batalha'' ricomparve nelle edicole il [[21 settembre]]. Diretto dallo storico [[Emídio Santana]], il giornale apparteneva alla proprietà della ''Cooperativa Editora A Batalha'' con sede Rua Angelina Vidal, nº 17, a Lisbona. ''A Batalha'' riapparve «per rioccupare la sua missione essenziale: dare voce e forza all'organizzazione [[sindacale]] dei lavoratori, chiarire le necessità urgenti della sua riorganizzazione e, soprattutto, desiderando la sua indipendenza da qualsiasi vicenda politica o partito, essere l'espressione genuina dei diritti e delle rivenicazioni dei lavoratori» allo scopo di «innalzare la bandiera dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]] al motto di ''L'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi!''». <ref>[http://archive.is/bHzBh ''A BATALHA'']</ref>


Difensore dei valori e degli obiettivi dell'anarchismo e dell'anarco-sindacalismo, ha dato grande risalto alle lotte sociali, sindacati e movimenti sociali, sostenendo esplicitamente gli scioperi di JORNAL DO COMÉRCIO, TAP, SOGANTAL, Applied Magnetics, EFACEC, FRIANTARTICUS, SACOR e lavoratori rurali , difende le esperienze di autogestione, le occupazioni delle aziende e la costituzione di sindacati, come nel caso del Sindacato Continuo, Facchini e Similari.
In formato medio-grande, con un titolo rosso e otto pagine, il quindicinale contava ancora sulla preziosa collaborazione di alcuni storici militanti [[anarchici]], tra cui [[Elias Matias]] (da Évora), [[Francisco Quintal]], [[Hipólito dos Santos]], [[Jaime Fonseca]], [[Jaime Rebelo]], [[João Maria Campos]], [[José Correia Pires]], [[José dos Reis Sequeira]], [[Júlio Felgueiras]], [[Mário José Domingues]] (scrittore ed ex editore di ''A Batalha''), [[Nicolau Saião]] e [[Rui Vaz de Carvalho]].


BATALHA ha riunito i resti significativi dell'antico movimento anarchico, servendo in questo periodo di riferimento essenziale per il pensiero libertario. Diventò di grandi dimensioni a partire dal n. 7 del 4 gennaio 1975, e questa IV Serie si conclude nel maggio 1977 con la pubblicazione del n. 36.
Difensore dei valori e degli obiettivi dell'[[anarchismo]] e dell'[[anarco-sindacalismo]], ''A Batalha'' dette risalto a lotte sociali e [[sindacali]], a movimenti sociali, sostenendo esplicitamente scioperi di operai e di agricoltori, esperienze di autogestione, occupazioni di aziende e costituzione di [[sindacati]]. Il giornale riunì così i resti significativi dell'antico [[movimento anarchico]], divenendo un riferimento essenziale per il pensiero libertario. Diventò di grandi dimensioni a partire dal n. 7 del [[4 gennaio]] [[1975]]. Questa quarta serie si concluse nel maggio del [[1977]] con la pubblicazione del 36.


Era l'erede e il legittimo seguace della rivista A BATALHA, fondata il 23 febbraio 1919 e che fu brutalmente chiusa e bandita a seguito del movimento rivoluzionario democratico e repubblicano del 7 febbraio 1927. La Seconda Serie riappare il 13 settembre 1930 , ancora una volta vittima della violenza della polizia e dell'interdizione già nel novembre 1930.
La quinta serie fu pubblicata tra il [[1991]] e il [[1995]] da Rua do Marquês de Ponte de Lima (Lisbona).
 
La III Serie ebbe una lunga durata, per quanto irregolare a causa delle vicissitudini della repressione clandestina e poliziesca, conobbe tuttavia un periodo di regolare circolazione, in quanto fu stampata clandestinamente tra il 1934 e il 1937 in un decrepito mulino ad acqua della fornace Monsanto, a Lisbona. Ricomparve in base alla disponibilità di mezzi e capacità operativa per tutti gli anni Quaranta e Cinquanta.
 
Il V Série, pubblicato tra il 1991 e il 1995 da Rua do Marquês de Ponte de Lima, città di Lisbona.


== Note ==
== Note ==
64 364

contributi