A Batalha: differenze tra le versioni

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La terza serie, per quanto irregolare e stampata clandestinamente in un decrepito mulino ad acqua di Monsanto (Lisbona), ebbe lunga durata e conobbe un periodo di regolare circolazione dal [[1934]] al [[1937]]. Ricomparve in base alla disponibilità di mezzi e capacità operativa per tutti gli anni Quaranta e Cinquanta, seppur con varie vicissitudini legate a diversi momenti repressivi imposti dalle [[autorità]] militari.
La terza serie, per quanto irregolare e stampata clandestinamente in un decrepito mulino ad acqua di Monsanto (Lisbona), ebbe lunga durata e conobbe un periodo di regolare circolazione dal [[1934]] al [[1937]]. Ricomparve in base alla disponibilità di mezzi e capacità operativa per tutti gli anni Quaranta e Cinquanta, seppur con varie vicissitudini legate a diversi momenti repressivi imposti dalle [[autorità]] militari.


Dopo il [[25 aprile]] [[1974]] (fine della dittatura e ritorno del paese alla [[democrazia]]), ''A Batalha'' ricomparve nelle edicole il [[21 settembre]]. Diretto dallo storico [[Emídio Santana]], il giornale apparteneva alla proprietà della ''Cooperativa Editora A Batalha'' con sede Rua Angelina Vidal, nº 17, a Lisbona. ''A Batalha'' riapparve «per rioccupare la sua missione essenziale: dare voce e forza all'organizzazione [[sindacale]] dei lavoratori, chiarire le necessità urgenti della sua riorganizzazione e, soprattutto, desiderando la sua indipendenza da qualsiasi vicenda politica o partito, essere l'espressione genuina dei diritti e delle rivenicazioni dei lavoratori» allo scopo di «innalzare la bandiera dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]] al motto di ''L'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi!''». <ref>[http://archive.is/bHzBh ''A BATALHA'']</ref>
Dopo il [[25 aprile]] [[1974]] (fine della dittatura e ritorno del paese alla [[democrazia]]), ''A Batalha'' riapparve nelle edicole il [[21 settembre]]. Diretto dallo storico [[Emídio Santana]], il giornale apparteneva alla proprietà della ''Cooperativa Editora A Batalha'' con sede Rua Angelina Vidal, nº 17, a Lisbona. ''A Batalha'' tornò «per rioccupare la sua missione essenziale: dare voce e forza all'organizzazione [[sindacale]] dei lavoratori, chiarire le necessità urgenti della sua riorganizzazione e, soprattutto, desiderando la sua indipendenza da qualsiasi vicenda politica o partito, essere l'espressione genuina dei diritti e delle rivenicazioni dei lavoratori» allo scopo di «innalzare la bandiera dell'[[Associazione Internazionale dei Lavoratori]] al motto di ''L'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi!''». <ref>[http://archive.is/bHzBh ''A BATALHA'']</ref>


In formato medio-grande, con un titolo rosso e otto pagine, il quindicinale contava ancora sulla preziosa collaborazione di alcuni storici militanti [[anarchici]], tra cui [[Elias Matias]] (da Évora), [[Francisco Quintal]], [[Hipólito dos Santos]], [[Jaime Fonseca]], [[Jaime Rebelo]], [[João Maria Campos]], [[José Correia Pires]], [[José dos Reis Sequeira]], [[Júlio Felgueiras]], [[Mário José Domingues]] (scrittore ed ex editore di ''A Batalha''), [[Nicolau Saião]] e [[Rui Vaz de Carvalho]].
In formato medio-grande, con un titolo rosso e otto pagine, il quindicinale contava ancora sulla preziosa collaborazione di alcuni storici militanti [[anarchici]], tra cui [[Elias Matias]] (da Évora), [[Francisco Quintal]], [[Hipólito dos Santos]], [[Jaime Fonseca]], [[Jaime Rebelo]], [[João Maria Campos]], [[José Correia Pires]], [[José dos Reis Sequeira]], [[Júlio Felgueiras]], [[Mário José Domingues]] (scrittore ed ex editore di ''A Batalha''), [[Nicolau Saião]] e [[Rui Vaz de Carvalho]].


Difensore dei valori e degli obiettivi dell'[[anarchismo]] e dell'[[anarco-sindacalismo]], ''A Batalha'' dette risalto a lotte sociali e [[sindacali]], a movimenti sociali, sostenendo esplicitamente scioperi di operai e di agricoltori, esperienze di autogestione, occupazioni di aziende e costituzione di [[sindacati]]. Il giornale riunì così i resti significativi dell'antico [[movimento anarchico]], divenendo un riferimento essenziale per il pensiero libertario. Diventò di grandi dimensioni a partire dal n° 7 del [[4 gennaio]] [[1975]]. Questa quarta serie si concluse nel maggio del [[1977]] con la pubblicazione del n° 36.
Difensore dei valori e degli obiettivi dell'[[anarchismo]] e dell'[[anarco-sindacalismo]], ''A Batalha'' dette risalto a lotte sociali e [[sindacali]], a movimenti sociali, sostenendo esplicitamente scioperi di operai e di agricoltori, esperienze di autogestione, occupazioni di aziende e costituzione di [[sindacati]]. Il giornale riunì così i resti significativi dell'antico [[movimento anarchico]], divenendo un riferimento essenziale per il pensiero libertario. Diventò di grandi dimensioni a partire dal n° 7 del [[4 gennaio]] [[1975]].  
 
Questa quarta serie si concluse nel maggio del [[1977]] con la pubblicazione del n° 36.


La quinta serie fu pubblicata tra il [[1991]] e il [[1995]] da Rua do Marquês de Ponte de Lima (Lisbona).
La quinta serie fu pubblicata tra il [[1991]] e il [[1995]] da Rua do Marquês de Ponte de Lima (Lisbona).
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