François Rabelais: differenze tra le versioni

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Per premiarlo del valido aiuto prestatogli nella guerra contro Pricocole, Gargantua concede a fra' Giovanni Fracassatutto di fondare un'abbazia a suo piacimento, «al contrario» di tutte le altre. La costruzione architettonica, come i costumi dei thelemiti, si ispirano a un senso di totale [[libertà]] e apertura, di raffinata gioia di vivere. La fiducia nella naturale bontà degli uomini, garantita da una libera educazione, è alla base dell'armonia di questa ideale città felice. Rabelais consacra gli ultimi sei capitoli del primo libro a Thélème. Si tratta di uno strano insieme di testi: vi si trova, con la critica del mondo monacale, una proposta di vita ideale, che non coincide però completamente con il programma educativo di Panocrate. L'episodio si chiude con una iscrizione il cui senso resta misterioso. Al tempo stesso modello ed enigma, Thélème è un luogo «altro», «diverso», un'[[utopia]], che pure non sfugge all'ottica ambigua che investe ogni episodio del romanzo.
Per premiarlo del valido aiuto prestatogli nella guerra contro Pricocole, Gargantua concede a fra' Giovanni Fracassatutto di fondare un'abbazia a suo piacimento, «al contrario» di tutte le altre. La costruzione architettonica, come i costumi dei thelemiti, si ispirano a un senso di totale [[libertà]] e apertura, di raffinata gioia di vivere. La fiducia nella naturale bontà degli uomini, garantita da una libera educazione, è alla base dell'armonia di questa ideale città felice. Rabelais consacra gli ultimi sei capitoli del primo libro a Thélème. Si tratta di uno strano insieme di testi: vi si trova, con la critica del mondo monacale, una proposta di vita ideale, che non coincide però completamente con il programma educativo di Panocrate. L'episodio si chiude con una iscrizione il cui senso resta misterioso. Al tempo stesso modello ed enigma, Thélème è un luogo «altro», «diverso», un'[[utopia]], che pure non sfugge all'ottica ambigua che investe ogni episodio del romanzo.


<blockquote>Tutta la loro vita trascorreva non secondo leggi, statuti e regole, ma il libero volere e il franco arbitrio. Si alzavano quando lo credevano opportuno, bevevano, mangiavano, lavoravano e dormivano quando ne avevano desiderio; nessuno li svegliava, né li forzava a bere, a mangiare, o a far questo o quello. Così aveva deciso Gargantua. La regola, quindi, consisteva in un solo dettame: FA' QUEL CHE VUOI, perché le persone libere, bennate, ben istruite, che hanno modo di conversare in oneste compagnie, posseggono per natura un istinto e un pungolo che le spingono sempre verso la virtù, e le allontanano dal vizio, ed è ciò che chiamano onore. E son coloro che, quando una vile soggezione o imposizione li deprimono e li fanno schiavi, volgono ogni nobile passione, per la quale tendevano liberamente alla virtù, a infrangere o piegare il giogo della servitù; perché noi vogliamo sempre fare cose proibite e desideriamo quel che ci è negato. (da ''Gargantua e Pantagruele'')</blockquote>
<blockquote>Tutta la loro vita trascorreva non secondo leggi, statuti e regole, ma il libero volere e il franco arbitrio. Si alzavano quando lo credevano opportuno, bevevano, mangiavano, lavoravano e dormivano quando ne avevano desiderio; nessuno li svegliava, né li forzava a bere, a mangiare, o a far questo o quello. Così aveva deciso Gargantua. La regola, quindi, consisteva in un solo dettame: FA' QUEL CHE VUOI, perché le persone libere, bennate, ben istruite, che hanno modo di conversare in oneste compagnie, posseggono per natura un istinto e un pungolo che le spingono sempre verso la virtù, e le allontanano dal vizio, ed è ciò che chiamano onore. E son coloro che, quando una vile soggezione o imposizione li deprimono e li fanno schiavi, volgono ogni nobile passione, per la quale tendevano liberamente alla virtù, a infrangere o piegare il giogo della servitù; perché noi vogliamo sempre fare cose proibite e desideriamo quel che ci è negato.<ref>Da ''Gargantua e Pantagruele''.</ref></blockquote>


== La lingua ==
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