Pierre-Joseph Proudhon: differenze tra le versioni

Riga 47: Riga 47:
[[File:Proudhon2.jpg|miniatura|400px|La firma di Proudhon]]
[[File:Proudhon2.jpg|miniatura|400px|La firma di Proudhon]]
[[File:Proudhon-children.jpg|thumb|300px|left|Pierre-Joseph Proudhon e i suoi figli]]
[[File:Proudhon-children.jpg|thumb|300px|left|Pierre-Joseph Proudhon e i suoi figli]]
Per Proudhon la [[giustizia sociale|giustizia]] è naturalmente intrinseca nella coscienza e nella storia umana: «giacché, se la giustizia non è innata all'umanità, se le è superiore, esterna e straniera, ne risulta che la società umana non ha leggi proprie, che il soggetto collettivo non ha costume; che lo stato sociale è uno stato contro natura, la civilizzazione è una depravazione».
Per Proudhon la [[giustizia sociale|giustizia]] è naturalmente intrinseca nella coscienza e nella storia umana: «[...] se la giustizia non è innata all'umanità, se le è superiore, esterna e straniera, ne risulta che la [[società]] umana non ha leggi proprie, che il soggetto collettivo non ha costume, che lo [[stato]] sociale è uno [[stato]] contro natura, che la civilizzazione è una depravazione».


Sul piano politico Proudhon critica l'accentramento statale (da qui prende forma il concetto di [[federalismo]]), auspicando l'abolizione dello [[Stato]] e di ogni forma di dominio, così da promuovere quell'assoluto egualitarismo di cui egli si fa assertore: per Proudhon appropriarsi dei frutti di un valore che non è stato prodotto con il proprio lavoro è un furto.
Sul piano politico Proudhon critica l'accentramento statale (da qui prende forma il concetto di [[federalismo]]), auspicando l'abolizione dello [[Stato]] e di ogni forma di dominio, così da promuovere quell'assoluto egualitarismo di cui egli si fa assertore: per Proudhon appropriarsi dei frutti di un valore che non è stato prodotto con il proprio lavoro è un furto.
66 506

contributi