Carmelo Bene: differenze tra le versioni

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{{citazione|Al governo c’è una fondamentale mancanza di ingredienti erotici, ci sono delle perversioni senza portafoglio; senza sforzo mi sono sforzato sempre di rappresentare queste cose in un contesto anarchico squisitamente politico e quando l'operaio vede lo spettacolo deve dire: mi stanno defraudando di una mia carica vitale. Si potrebbe dire: forse domani se saremo liberi potremo occuparci di noi. Questo è pericoloso! Sputa sulla famiglia, sputa sulla patria, su Dio, sulla madre, sui soldi, sull'anima, sulla religione, su me stesso; i cosiddetti anarchici sapevano che migliorare il lavoro significava niente, una truffa - qualunque ideologia è una truffa come qualunque prospettiva di lavoro, se poi il lavoro lo vediamo anche in prospettiva...|Carmelo Bene (da ''Se il teatro è erotismo non si può dire che Bene'', ''Il Nuovo'', [[6 luglio]] [[1975]])}}  
{{citazione|Al governo c’è una fondamentale mancanza di ingredienti erotici, ci sono delle perversioni senza portafoglio; senza sforzo mi sono sforzato sempre di rappresentare queste cose in un contesto anarchico squisitamente politico e quando l'operaio vede lo spettacolo deve dire: mi stanno defraudando di una mia carica vitale. Si potrebbe dire: forse domani se saremo liberi potremo occuparci di noi. Questo è pericoloso! Sputa sulla famiglia, sputa sulla patria, su Dio, sulla madre, sui soldi, sull'anima, sulla religione, su me stesso; i cosiddetti anarchici sapevano che migliorare il lavoro significava niente, una truffa - qualunque ideologia è una truffa come qualunque prospettiva di lavoro, se poi il lavoro lo vediamo anche in prospettiva...|Carmelo Bene (da ''Se il teatro è erotismo non si può dire che Bene'', ''Il Nuovo'', [[6 luglio]] [[1975]])}}  


Benché rifiutasse l'etichetta di "[[anarchico]]", Carmelo Bene si è definito tale in svariate occasioni. Tutto il suo teatro rappresenta un gesto sovversivo nei confronti dei paradigmi dominanti del teatro convenzionale.
Benché rifiutasse l'etichetta di "[[anarchico]]", Carmelo Bene si è definito tale in svariate occasioni ed ha, in particolare, sottolineato più volte l'importanza del pensiero di [[Max Stirner]].  
 
Ad esempio, in un'intervista apparsa su ''Quartaparete'' (''Incontro con Carmelo Bene'', di Ruggero Bianchi e Gigi Livio) del marzo [[1976]] troviamo questo scambio:
:CB: «Torno a ripetere: esisto solo io, sono unico e irripetibile, come dice [[Max Stirner]], l'unica persona intelligente che abbia avuto la storia del pensiero».
:Intervistatore: «Un'affermazione pericolosa... ».
:CB: «Di questa me ne assumo ogni rischio».
:Intervistatore: «Pericolosa, intendo, nel senso che [[Stirner]] è uno dei punti più delicati della meditazione contemporanea. Cioè, con [[Stirner]], per esempio, si può tranquillamente partire verso il [[fascismo]]... »
:CB: «Anche da [[Nietzsche]] si può andare al [[nazismo]]... ».
:Intervistatore: «No. Distorcendo [[Nietzsche]]... ».
:CB: «Ma anche distorcendo [[Stirner]]. Vi invito a leggere bene ''L'unico e la sua proprietà''. Ma a leggerlo veramente bene. Leggerlo tutto molto bene. Leggerlo veramente bene.»
 
Tutto il suo teatro di Carmelo Bene rappresenta un gesto sovversivo nei confronti dei paradigmi dominanti del teatro convenzionale.


Alle unità aristoteliche di tempo, di luogo e d'azione Bene contrappone rispettivamente il rifiuto della storia, <ref>Bene scaglia anatemi ed improperi contro il teatro dell'azione o del "moto a luogo", che viene a svolgersi nel tempo '''''Kronos''''', contro gli "spazzini del proscenio" (così definisce gli attori) del teatro di regia, a cui contrappone quello della "scrittura di scena" (e in seguito quello della "macchina attoriale"), che accade nel tempo '''''Aion'''''. Sulla dicotomia ''Kronos''/''Aion'' è forte l'influenza di Gilles Deleuze, che in ''Logica del senso'' ([[1969]]) ne sviluppò la teorizzazione a partire dal pensiero degli Stoici.</ref> il teatro come "non-luogo" <ref>In quello che Bene definisce "Grande Teatro" agisce, o meglio, viene agito il "non-attore" o la "macchina attoriale", non vi è rappresentazione e rappresentanza, divisione dei ruoli, messaggio più o meno sociale, psicodrammaticità. In questa [[utopia]] o "'''non-luogo'''" viene a imporsi l'osceno (fuori scena e fuori di sé) e l'assenza, il porno (l'aldilà del desiderio: in tal senso Bene ha definito [[Franz Kafka]] il più grande pornografo).</ref> e l'atto. <ref>Bene sostiene l'impossibilità di una qualunque azione di realizzare appieno uno scopo, se non smarrendosi nell'atto. L''''atto''' è ciò che tenta di negare, di ostacolare, di sgambettare l'azione, che resta orfana del suo artefice.</ref>
Alle unità aristoteliche di tempo, di luogo e d'azione Bene contrappone rispettivamente il rifiuto della storia, <ref>Bene scaglia anatemi ed improperi contro il teatro dell'azione o del "moto a luogo", che viene a svolgersi nel tempo '''''Kronos''''', contro gli "spazzini del proscenio" (così definisce gli attori) del teatro di regia, a cui contrappone quello della "scrittura di scena" (e in seguito quello della "macchina attoriale"), che accade nel tempo '''''Aion'''''. Sulla dicotomia ''Kronos''/''Aion'' è forte l'influenza di Gilles Deleuze, che in ''Logica del senso'' ([[1969]]) ne sviluppò la teorizzazione a partire dal pensiero degli Stoici.</ref> il teatro come "non-luogo" <ref>In quello che Bene definisce "Grande Teatro" agisce, o meglio, viene agito il "non-attore" o la "macchina attoriale", non vi è rappresentazione e rappresentanza, divisione dei ruoli, messaggio più o meno sociale, psicodrammaticità. In questa [[utopia]] o "'''non-luogo'''" viene a imporsi l'osceno (fuori scena e fuori di sé) e l'assenza, il porno (l'aldilà del desiderio: in tal senso Bene ha definito [[Franz Kafka]] il più grande pornografo).</ref> e l'atto. <ref>Bene sostiene l'impossibilità di una qualunque azione di realizzare appieno uno scopo, se non smarrendosi nell'atto. L''''atto''' è ciò che tenta di negare, di ostacolare, di sgambettare l'azione, che resta orfana del suo artefice.</ref>
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