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[[File:Sacco_Vanzetti.png|thumb|right|300px|Sacco e Vanzetti]] | [[File:Sacco_Vanzetti.png|thumb|right|300px|Sacco e Vanzetti]] | ||
'''Ferdinando Sacco''' (Torremaggiore, Foggia, [[22 aprile]] [[1891]] - Charlestown, [[23 agosto]] [[1927]]), conosciuto come '''Nicola''', e '''Bartolomeo Vanzetti''' (Villafalletto, [[11 giugno]] [[1888]]- Charlestown, [[23 agosto]] [[1927]]) furono due [[anarchia|anarchici]] italiani che vennero arrestati, processati e giustiziati negli [[USA|Stati Uniti]] negli "anni '20", con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia di una fabbrica di scarpe. Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi | '''Ferdinando Sacco''' (Torremaggiore, Foggia, [[22 aprile]] [[1891]] - Charlestown, [[23 agosto]] [[1927]]), conosciuto come '''Nicola''', e '''Bartolomeo Vanzetti''' (Villafalletto, [[11 giugno]] [[1888]]- Charlestown, [[23 agosto]] [[1927]]) furono due [[anarchia|anarchici]] italiani che vennero arrestati, processati e giustiziati negli [[USA|Stati Uniti]] negli "anni '20", con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia di una fabbrica di scarpe. Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; non vennero nemmeno assolti dopo che un altro uomo ammise, nel [[1925]], la responsabilità di quei crimini. | ||
Sacco, di origine pugliese, di professione faceva il ciabattino mentre Vanzetti - che gli amici chiamavano ''Tumlin'', ed era originario di Villafalletto, Cuneo - gestiva una rivendita di pesci. Furono giustiziati sulla sedia elettrica a Dedham, Massachusetts, il [[23 agosto]] [[1927]]. | Sacco, di origine pugliese, di professione faceva il ciabattino mentre Vanzetti - che gli amici chiamavano ''Tumlin'', ed era originario di Villafalletto, Cuneo - gestiva una rivendita di pesci. Furono giustiziati sulla sedia elettrica a Dedham, Massachusetts, il [[23 agosto]] [[1927]]. | ||
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==Brevi note biografiche sul periodo italiano== | ==Brevi note biografiche sul periodo italiano== | ||
*'''Ferdinando Sacco''' (solo in seguito, in [[Messico]], si | *'''Ferdinando Sacco''' (solo in seguito, in [[Messico]], si farà chiamare Nicola) nasce a Torremaggiore (attualmente in provincia di Foggia) il [[22 aprile]] [[1891]] in una numerosissima famiglia, padre, madre e 17 figli. Vissuto in una famiglia di agricoltori tutto sommato benestanti, commercianti di vino e olio, a nove anni lascia la [[scuola]] per iniziare a lavorare nei campi di famiglia. Ferdinando ama la vita all'aria aperta ed è affascinato dalla tecnologia dei primi macchinari adoperati in alcuni lavori agricoli, però è voglioso di vivere nuove esperienze, in particolare è affascinato dall'America, che tutti dicono essere la terra dove è possibile raggiungere la felicità . Ed è per questo che decide di emigrare, per cercare la felicità . | ||
*'''Bartolomeo Vanzetti''' nasce a Villafalletto (attualmente in Piemonte) l'[[11 giugno]] [[1888]]. All' | *'''Bartolomeo Vanzetti''' nasce a Villafalletto (attualmente in Piemonte) l'[[11 giugno]] [[1888]]. All'età di 13 anni il padre lo obbliga a lavorare come apprendista in diverse pasticcerie, un mestiere che non gli piaceva soprattutto che Bartolomeo amava stare all'aperto. Un paio di anni di apprendistato mineranno la sua salute e soprattutto faranno nasce in lui un certo rancore verso il padre, che per quanto gli volesse bene aveva con lui atteggiamenti eccessivamente autoritari. In seguito, divenuto orfano di madre, sceglie di allontanarsi dall'[[autorità ]] del padre, che voleva farlo lavorare nella caffetteria di famiglia, emigrando verso gli [[USA]]: è il [[9 giugno]] [[1908]].<ref name="nota">[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-32610221.html Altre brevi note biografiche]</ref>. Come Sacco, ciò che spinse Vanzetti non era la miseria, ma il desiderio di costruirsi una nuova vita, che nel suo paese non era più particolarmente stimolante specialmente dopo la morte dell'amata madre. | ||
==L'immigrazione negli USA== | ==L'immigrazione negli USA== | ||
Arrivarono negli [[USA]] - Sacco nel [[1909]] e Vanzetti nel [[1908]] - senza conoscersi tra loro. Sacco, che aveva quasi diciotto anni, emigra col fratello maggiore Sabino<ref>Rientrato in [[Italia]], | Arrivarono negli [[USA]] - Sacco nel [[1909]] e Vanzetti nel [[1908]] - senza conoscersi tra loro. Sacco, che aveva quasi diciotto anni, emigra col fratello maggiore Sabino<ref>Rientrato in [[Italia]], diventerà sindaco socialista di Torremaggiore</ref>, Vanzetti venti. Quest'ultimo, al processo, descriverà così l'esperienza dell'immigrazione: «Al centro immigrazione, ebbi la prima sorpresa. Gli emigranti venivano smistati come tanti animali. Non una parola di gentilezza, di incoraggiamento, per alleggerire il fardello di dolori che pesa così tanto su chi è appena arrivato in America». | ||
[[File:Luigigalleani2.jpg|thumb|[[Luigi Galleani]]]] | [[File:Luigigalleani2.jpg|thumb|[[Luigi Galleani]]]] | ||
E in seguito scrisse: «Dove potevo andare? Cosa potevo fare? Quella era la Terra promessa. Il treno della sopraelevata passava sferragliando e non rispondeva niente. Le automobili e i tram passavano oltre senza badare a me». | E in seguito scrisse: «Dove potevo andare? Cosa potevo fare? Quella era la Terra promessa. Il treno della sopraelevata passava sferragliando e non rispondeva niente. Le automobili e i tram passavano oltre senza badare a me». | ||
Sacco, che in [[Italia]] aveva fatto diversi lavori, si stabilisce a Milford (Massachusetts), dove è presente una folta | Sacco, che in [[Italia]] aveva fatto diversi lavori, si stabilisce a Milford (Massachusetts), dove è presente una folta comunità foggiana che praticamente lece sentire quasi come fosse a casa. Dopo essere stato impiegato in lavori di bassa manovalanza, Sacco fece un corso di specializzazione come operaio calzaturiero, trovando poi lavoro quasi immediatamente in una fabbrica di calzature nella stessa Milford. Si sposò e andò ad abitare in una casa con giardino, che si poteva permettere in quanto riceveva una buona paga da operaio specializzato. Con la moglie ebbe un figlio, Dante, e una figlia, Ines. Lavorava sei giorni la settimana, dieci ore al giorno. Pur essendo un lavoratore relativamente privilegiato, Sacco si sentiva vicino alle sofferenze dei lavoratori immigrati sfruttati e oppressi da una classe padronale senza scrupoli. Per questo inizialmente si avvicinò alla attività dell'[[IWW]], poi dal [[1913]] prese a frequentare il «Centro di Studi Sociali» di Milford che lo introdusse nel [[movimento anarchico]]. | ||
Lettore e sostenitore del giornale anarchico ''[[Cronaca Sovversiva]]'' di [[Luigi Galleani]], cominciò a partecipare con grande perseveranza alle manifestazioni operaie dell'epoca, attraverso le quali i lavoratori chiedevano salari più alti e migliori condizioni di lavoro. A causa di queste | Lettore e sostenitore del giornale anarchico ''[[Cronaca Sovversiva]]'' di [[Luigi Galleani]], cominciò a partecipare con grande perseveranza alle manifestazioni operaie dell'epoca, attraverso le quali i lavoratori chiedevano salari più alti e migliori condizioni di lavoro. A causa di queste attività venne arrestato il [[3 dicembre]] [[1916]], per aver partecipato ad una manifestazione di [[solidarietà ]] in favore degli operai di Mesabi (Minnesota). | ||
Vanzetti fece molti lavori, prendeva tutto ciò che gli capitava. Si spostò in diverse | Vanzetti fece molti lavori, prendeva tutto ciò che gli capitava. Si spostò in diverse città degli USA, lavorando in varie trattorie, in una cava, in un'acciaieria e in una fabbrica di cordami, la Plymouth Cordage Company. Leggeva molto: [[Karl Marx|Marx]], [[Charles Darwin]], [[Victor Hugo]], [[Gorkij]], [[Lev Tolstoj]], [[Emile Zola]] e Dante furono tra i suoi autori preferiti. Dal [[1912]] divenne un accanito lettore di ''[[Cronaca Sovversiva]]'', per il quale a volte scriverà anche degli articoli, e fece la conoscenza di molti esponenti dell'[[anarchismo statunitense]]. A Plymouth (Massachusetts) fu lungamente ospite della famiglia dell'anarchico [[Vincenzo Brini]], che era un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli anarchici e gli immigrati in difficoltà . Nel [[1916]] Vanzetti guidò uno [[sciopero]] contro la Plymouth nonostante già non lavorasse più per questa fabbrica. | ||
=== In Messico per sfuggire alla coscrizione === | === In Messico per sfuggire alla coscrizione === | ||
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Nel [[1917]] il governo americano decise di entrare nel conflitto della prima guerra mondiale e stabilì che tutti i cittadini maschi residenti sul suolo americano dovessero registrarsi agli uffici della leva, quantunque rischiassero di essere chiamati alle armi solo quelli con la cittadinanza americana. Vanzetti, che nel frattempo aveva fatto richiesta per ottenere la cittadinanza, era tra questi; Sacco invece, aveva ancora la cittadinanza italiana quindi avrebbe solo dovuto registrarsi. | Nel [[1917]] il governo americano decise di entrare nel conflitto della prima guerra mondiale e stabilì che tutti i cittadini maschi residenti sul suolo americano dovessero registrarsi agli uffici della leva, quantunque rischiassero di essere chiamati alle armi solo quelli con la cittadinanza americana. Vanzetti, che nel frattempo aveva fatto richiesta per ottenere la cittadinanza, era tra questi; Sacco invece, aveva ancora la cittadinanza italiana quindi avrebbe solo dovuto registrarsi. | ||
Furono questi momenti di intensi dibattiti, [[Luigi Galleani|Galleani]] invitò gli anarchici a non registrarsi e a darsi alla | Furono questi momenti di intensi dibattiti, [[Luigi Galleani|Galleani]] invitò gli anarchici a non registrarsi e a darsi alla clandestinità . Gli anarchici del Massachusetts si ritrovarono a Boston per discutere sul da farsi. Fu in quell'occasione che Sacco e Vanzetti si conobbero, stringendo rapporti anche con altri importanti anarchici della zona come [[Mario Buda]] e [[Carlo Valdinoci]], ecc. | ||
Tutto il collettivo galleanista del Massachussetts decise di fuggire in [[Messico]], a Monterrey, dove Vanzetti si fece chiamare Bartolomeo Negrini, mentre Sacco utilizzò lo pseudonimo Nicola Mosmacotelli<ref>Nicola era il nome di uno dei suoi fratelli, Mosmacotelli quello della madre.</ref>. L'esilio in [[Messico]], come detto, serviva per evitare la chiamata alle armi durante la prima guerra mondiale, non certo per vigliaccheria ma per non dover collaborare agli interessi di classe portati avanti da [[Stato]] e capitale. Non solo, molti pensavano che la [[rivoluzione russa]] avrebbe incendiato tutta l'Europa, quindi il Messico poteva essere solo una tappa prima del nuovo ritorno in [[Italia]] per partecipare a quella [[rivoluzione]] che ritenevano fosse prossima. | Tutto il collettivo galleanista del Massachussetts decise di fuggire in [[Messico]], a Monterrey, dove Vanzetti si fece chiamare Bartolomeo Negrini, mentre Sacco utilizzò lo pseudonimo Nicola Mosmacotelli<ref>Nicola era il nome di uno dei suoi fratelli, Mosmacotelli quello della madre.</ref>. L'esilio in [[Messico]], come detto, serviva per evitare la chiamata alle armi durante la prima guerra mondiale, non certo per vigliaccheria ma per non dover collaborare agli interessi di classe portati avanti da [[Stato]] e capitale. Non solo, molti pensavano che la [[rivoluzione russa]] avrebbe incendiato tutta l'Europa, quindi il Messico poteva essere solo una tappa prima del nuovo ritorno in [[Italia]] per partecipare a quella [[rivoluzione]] che ritenevano fosse prossima. | ||
Ma la [[rivoluzione]] non veniva e le | Ma la [[rivoluzione]] non veniva e le difficoltà di sopravvivenza in [[Messico]], per questo il gruppo, alla spicciolata decise di far rientro negli [[Stati Uniti]]. | ||
===Di nuovo negli USA: | ===Di nuovo negli USA: attività insurrezioniste=== | ||
Anche in esilio, il gruppo aveva proseguito nelle sue | Anche in esilio, il gruppo aveva proseguito nelle sue attività contro la [[violenza]] padronale e istituzionale <ref>Il governo americano attuò una serie di leggi volte a reprimere l'organizzazione dei proletari (si veda [[Anarchist Exclusion Act]]) e contemporaneamente utilizzò le forze militari per letteralmente massacrare i lavoratori in lotta: es. [[Massacro di Ludlow (USA, 1914)|Massacro di Ludlow (1914)]],[[Massacro di Everett (USA, 1916)|Everett (1916)]], [[Massacro di Centralia (USA, 1919)|Centralia (1919)]]</ref>, organizzando una serie di innumerevoli attentati contro le [[autorità ]] americane e collaborando con gli anarchici messicani impegnati nella [[rivoluzione messicana|rivoluzione]]. | ||
[[File:Andrea Salsedo.jpg|170 px|thumb|left|[[Andrea Salsedo]]]] | [[File:Andrea Salsedo.jpg|170 px|thumb|left|[[Andrea Salsedo]]]] | ||
Sacco, che continuò a farsi chiamare Nicola pur avendo abbandonato il cognome della madre, si stabilì a Brockton, nei pressi del quale trovò lavoro in una fabbrica calzaturiera. Vanzetti, che invece riprese ad utilizzare il suo nome e cognome originale, fece rientro a Plymouth, dove sbarcava il lunario con diverse occupazione, in particolare nella bella stagione era impegnato come pescivendolo. | Sacco, che continuò a farsi chiamare Nicola pur avendo abbandonato il cognome della madre, si stabilì a Brockton, nei pressi del quale trovò lavoro in una fabbrica calzaturiera. Vanzetti, che invece riprese ad utilizzare il suo nome e cognome originale, fece rientro a Plymouth, dove sbarcava il lunario con diverse occupazione, in particolare nella bella stagione era impegnato come pescivendolo. | ||
Nick e Bart, che ormai avevano anche stretto una stabile amicizia, frequentavano il Gruppo Autonomo di Boston, da dove venivano coordinate numerose | Nick e Bart, che ormai avevano anche stretto una stabile amicizia, frequentavano il Gruppo Autonomo di Boston, da dove venivano coordinate numerose attività a cui lor spesso partecipavano in quanto militanti riconosciuti come tali: | ||
:«Credevano tutti e due nell'Idea. Non si fermavano a pensare cosa potesse succedere loro. "Se muoio muio ma questo era quello che volevo fare". Questo era il loro modo di pensare. Erano diversi tra loro: Sacco era irritabile; Vanzetti era calmo, pensieroso e aveva una spiegazione per tutto. Ma erano entrambi militanti e pronti a fare qualsiasi cosa fosse stata necessaria per raggiungere la loro bella idea.» <ref>«Intervista con C. Silvestri». Citato da [[Paul Avrich]], ''Ribelli in paradiso'', pag 263</ref> | :«Credevano tutti e due nell'Idea. Non si fermavano a pensare cosa potesse succedere loro. "Se muoio muio ma questo era quello che volevo fare". Questo era il loro modo di pensare. Erano diversi tra loro: Sacco era irritabile; Vanzetti era calmo, pensieroso e aveva una spiegazione per tutto. Ma erano entrambi militanti e pronti a fare qualsiasi cosa fosse stata necessaria per raggiungere la loro bella idea.» <ref>«Intervista con C. Silvestri». Citato da [[Paul Avrich]], ''Ribelli in paradiso'', pag 263</ref> | ||
In quel periodo proseguivano gli attentati violenti di matrice anarchica, che l'FBI poi | In quel periodo proseguivano gli attentati violenti di matrice anarchica, che l'FBI poi attribuirà in gran parte agli anarchici del Massachussets; in uno di questi ([[2 giugno]] [[1919]]), diretto contro il procuratore Palmer, morì a causa della prematura esplosione della bomba l'ex-editore di «[[Cronaca Sovversiva]]» e collaboratore di [[Luigi Galleani|Galleani]] [[Carlo Valdinoci]]. | ||
:«Voi non avete dimostrato | :«Voi non avete dimostrato pietà nei nostri confronti! Noi faremo lo stesso. E deportateci! Noi vi faremo saltare in aria!» (''Manifesto degli anarchici americani'') | ||
:«Voi avete provocato lo scontro. Voi ci avete rinchiuso deportato e ucciso. Noi accettiamo la sfida. Il proletariato ha il diritto di proteggersi in quanto la sua stampa è stata soffocata, le bocche imbavagliate, intendiamo parlare per esso con la voce della dinamite» (Volantino trovato davanti a casa del procuratore Plamer)<ref>[http://www.umanitanova.org/2015/03/25/ribelli-in-paradiso-sacco-vanzetti-e-il-movimento-anarchico-negli-stati-unit/ Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti]</ref> | :«Voi avete provocato lo scontro. Voi ci avete rinchiuso deportato e ucciso. Noi accettiamo la sfida. Il proletariato ha il diritto di proteggersi in quanto la sua stampa è stata soffocata, le bocche imbavagliate, intendiamo parlare per esso con la voce della dinamite» (Volantino trovato davanti a casa del procuratore Plamer)<ref>[http://www.umanitanova.org/2015/03/25/ribelli-in-paradiso-sacco-vanzetti-e-il-movimento-anarchico-negli-stati-unit/ Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti]</ref> | ||
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Il [[5 maggio]] [[1920]], probabilmente grazie ad una "soffiata", Nick e Bart vennero fermati alle 22:00 mentre erano sul tram che li doveva portare a Brockton. Durante la perquisizione furono trovati nei loro cappotti volantini anarchici e alcune armi. | Il [[5 maggio]] [[1920]], probabilmente grazie ad una "soffiata", Nick e Bart vennero fermati alle 22:00 mentre erano sul tram che li doveva portare a Brockton. Durante la perquisizione furono trovati nei loro cappotti volantini anarchici e alcune armi. | ||
In ''Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti'', [[Paul Avrich]] ritiene che Sacco e Vanzetti siano stati arrestati sul tram, di rientro da un incontro con [[Mario Buda]] (questi possedeva un'automobile) e [[Ferruccio Coacci]], nel corso del quale avrebbero dovuto liberarsi di diversi kg di dinamite e altro materiale compromettente. Infatti, poichè il gruppo anarchico di Boston era al corrente che [[Andrea Salsedo]] e [[Roberto Elia]], dopo essere stati arrestati illegalmente e torturati, avevano confessato di aver stampato il volantino ''Plain Words'' per conto di [[Nicola Recchi]]. Inoltre avevano fatto forse altri nomi di compagni coinvolti negli attentati del [[2 giugno]] [[1919]] (in uno di questi morì l'anarchico [[Carlo Valdinoci]]), per questo si aspettavano nuove perquisizioni e per questo credevano fosse urgente liberarsi di tutto ciò che era compromettente. Nicola Sacco addirittura aveva intenzione di mettersi al sicuro facendo rientro in [[Italia]], visto che aveva | In ''Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti'', [[Paul Avrich]] ritiene che Sacco e Vanzetti siano stati arrestati sul tram, di rientro da un incontro con [[Mario Buda]] (questi possedeva un'automobile) e [[Ferruccio Coacci]], nel corso del quale avrebbero dovuto liberarsi di diversi kg di dinamite e altro materiale compromettente. Infatti, poichè il gruppo anarchico di Boston era al corrente che [[Andrea Salsedo]] e [[Roberto Elia]], dopo essere stati arrestati illegalmente e torturati, avevano confessato di aver stampato il volantino ''Plain Words'' per conto di [[Nicola Recchi]]. Inoltre avevano fatto forse altri nomi di compagni coinvolti negli attentati del [[2 giugno]] [[1919]] (in uno di questi morì l'anarchico [[Carlo Valdinoci]]), per questo si aspettavano nuove perquisizioni e per questo credevano fosse urgente liberarsi di tutto ciò che era compromettente. Nicola Sacco addirittura aveva intenzione di mettersi al sicuro facendo rientro in [[Italia]], visto che aveva già svolto diverse pratiche per potersi imbarcare da New York per ritornare a Torremaggiore. | ||
I due furono fermati, ma probabilmente la [[polizia]] aveva come obiettivo [[Mario Buda|Buda]] e [[Ferruccio Coacci|Coacci]], ritenuti complici della rapina insieme a [[Riccardo Orciani]]. Sacco e Vanzetti erano convinti di essere stati fermati per la loro implicazione negli attentati del [[2 giugno]] e solo dopo seppero di essere stati arrestati per una rapina. Essere trattato come un delinquente comune fece infuriare Nicola Sacco: | I due furono fermati, ma probabilmente la [[polizia]] aveva come obiettivo [[Mario Buda|Buda]] e [[Ferruccio Coacci|Coacci]], ritenuti complici della rapina insieme a [[Riccardo Orciani]]. Sacco e Vanzetti erano convinti di essere stati fermati per la loro implicazione negli attentati del [[2 giugno]] e solo dopo seppero di essere stati arrestati per una rapina. Essere trattato come un delinquente comune fece infuriare Nicola Sacco: | ||
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Dopo tre giorni d'interrogatori i due vennero accusati dal procuratore Gunn Katzamnn anche di una rapina avvenuta a South Baintree, un sobborgo di Boston, circa un mese prima del loro arresto ([[15 aprile]] [[1920]]), in cui erano stati assassinati due uomini, il cassiere della ditta - il calzaturificio «Slater and Morrill» - e una guardia giurata. Vanzetti fu accusato anche della rapina ai danni di un furgone che trasportava le paghe degli operai di un calzaturificio, compiuta il [[24 dicembre]] [[1919]] a Bridgewater. | Dopo tre giorni d'interrogatori i due vennero accusati dal procuratore Gunn Katzamnn anche di una rapina avvenuta a South Baintree, un sobborgo di Boston, circa un mese prima del loro arresto ([[15 aprile]] [[1920]]), in cui erano stati assassinati due uomini, il cassiere della ditta - il calzaturificio «Slater and Morrill» - e una guardia giurata. Vanzetti fu accusato anche della rapina ai danni di un furgone che trasportava le paghe degli operai di un calzaturificio, compiuta il [[24 dicembre]] [[1919]] a Bridgewater. | ||
Alle accuse della magistratura contro i due, la | Alle accuse della magistratura contro i due, la comunità anarchica italo-americana risponde immediatamente con una serie di azioni dirette. In particolare, il [[16 settembre]] un carretto carico di esplosivo defraga accanto alla sede della [[banca]] “Morgan & Stanley” e la Borsa valori. Morirono 38 persone e altre duecento vengono ferite. | ||
Le [[ | Le [[autorità ]] statunitensi risposero prontamente e l'inchiesta fu affidata a William J. Flynn, direttore tra il [[1919]] e il [[1921]] del ''Bureau of Investigation'', battè immediatamente la pista anarchica, rivolgendo le proprie attenzioni in particolare su cinque uomini: [[Mario Buda]], un anarchico romagnolo amico di Sacco e Vanzetti che però non sarà mai incriminato ufficialmente anche a causa della sua clamorosa fuga in [[Italia]] <ref>Nella penisola [[Mario Buda|Buda]] diventerà un informatore della polizia fascista dell'[[OVRA]]. Alcuni ritengono che abbia svolto il ruolo di provocatore anche prima degli anni '30, quando ufficialmente fu assoldato dai fascisti come agente provocatore</ref>, [[Ferruccio Coacci|Coacci]] (già stato iscritto nelle liste di deportazione verso l'[[Italia]], partì in fretta e furia da Ellis Island il [[16 aprile]]), [[Riccardo Orciani|Orciani]] (riuscì a dimostrare la propria innocenza con un alibi di ferro, dal momento che all'ora della rapina del [[15 aprile]] si trovava al lavoro) ed infine Sacco e Vanzetti, che alla fine rinarrano gli unici accusati del crimine. | ||
== Il processo e la condanna == | == Il processo e la condanna == | ||
I tre processi (nel primo processo Vanzetti fu condannato a 12 anni di [[carcere]] per la prima rapina; nel secondo - 14 luglio 1921 - i due vennero invece condannati a morte) che seguirono e le successive condanne a morte furono utilizzate in chiave politica, ovvero per dare un esempio a tutti i militanti della sinistra. Non c'era nessuna prova a loro carico, addirittura alcune testimonianze li scagionavano. Addirittura non si tenne conto della confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che ammise di aver preso parte alla rapina e di non aver mai visto Sacco e Vanzetti. | I tre processi (nel primo processo Vanzetti fu condannato a 12 anni di [[carcere]] per la prima rapina; nel secondo - 14 luglio 1921 - i due vennero invece condannati a morte) che seguirono e le successive condanne a morte furono utilizzate in chiave politica, ovvero per dare un esempio a tutti i militanti della sinistra. Non c'era nessuna prova a loro carico, addirittura alcune testimonianze li scagionavano. Addirittura non si tenne conto della confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che ammise di aver preso parte alla rapina e di non aver mai visto Sacco e Vanzetti. | ||
Alla base del verdetto di condanna - a parere di molti - vi furono da parte di polizia, procuratori distrettuali, giudice e giuria pregiudizi e una forte | Alla base del verdetto di condanna - a parere di molti - vi furono da parte di polizia, procuratori distrettuali, giudice e giuria pregiudizi e una forte volontà di perseguire una "politica del terrore" suggerita dal ministro della giustizia Palmer e culminata nella vicenda delle deportazioni. Sotto questo aspetto, Sacco e Vanzetti venivano considerati due "agnelli sacrificali" utili per testare la nuova linea di condotta contro gli avversari del [[governo]]. Erano infatti immigrati italiani con una comprensione imperfetta della lingua inglese (migliore in Vanzetti, che terrà un famoso discorso, in occasione della lettura del verdetto di condanna a morte); erano inoltre note le loro idee politiche radicali. Il giudice Webster Thayer li definì senza mezze parole due '''''anarchici bastardi'''''. | ||
Si trattava di un periodo della storia americana caratterizzato da una intensa paura degli anarchici (vedi [[Anarchist Exclusion Act]]) e soprattutto dei [[comunismo|comunisti]], la [[Palmer raids|paura rossa]] del [[1917]] - [[1920]]. Sacco e Vanzetti, non erano comunisti, ma avevano avuto piccoli precedenti con la [[giustizia]] per le | Si trattava di un periodo della storia americana caratterizzato da una intensa paura degli anarchici (vedi [[Anarchist Exclusion Act]]) e soprattutto dei [[comunismo|comunisti]], la [[Palmer raids|paura rossa]] del [[1917]] - [[1920]]. Sacco e Vanzetti, non erano comunisti, ma avevano avuto piccoli precedenti con la [[giustizia]] per le attività politiche, ma erano conosciuti dalle [[autorità ]] locali come militanti radicali che erano stati coinvolti in [[sciopero|scioperi]], agitazioni politiche e [[propaganda]] contro la guerra. | ||
== Il Comitato di Difesa e la posizione degli intellettuali == | == Il Comitato di Difesa e la posizione degli intellettuali == | ||
[[File:Aldino Felicani.jpg|thumb|200 px|left|[[Aldino Felicani]], fondatore del Comitato di Difesa]] | [[File:Aldino Felicani.jpg|thumb|200 px|left|[[Aldino Felicani]], fondatore del Comitato di Difesa]] | ||
Il Comitato di Difesa Sacco-Vanzetti fu costituito il [[9 maggio]] [[1920]], immediatamente dopo l'arresto, da un gruppo di compagni anarchici alla cui guida vi era l'amico di Vanzetti [[Aldino Felicani]]. Il Comitato si occupò di reperire fondi per la difesa legale dei due anarchici, pubblicare articoli e scritti vari che evidenziassero la natura politica e discriminatoria (di classe e di razza, contro gli immigrati) del procedimento processuale. All'interno del Comitato entrarono a far parte anche liberali, democratici, socialisti e intellettuali a favore della [[giustizia]] e della | Il Comitato di Difesa Sacco-Vanzetti fu costituito il [[9 maggio]] [[1920]], immediatamente dopo l'arresto, da un gruppo di compagni anarchici alla cui guida vi era l'amico di Vanzetti [[Aldino Felicani]]. Il Comitato si occupò di reperire fondi per la difesa legale dei due anarchici, pubblicare articoli e scritti vari che evidenziassero la natura politica e discriminatoria (di classe e di razza, contro gli immigrati) del procedimento processuale. All'interno del Comitato entrarono a far parte anche liberali, democratici, socialisti e intellettuali a favore della [[giustizia]] e della libertà d'espressione. Le divergenze tra interne tra gli anarchici e i moderati crearono problemi nello sviluppo di una strategia univoca, tuttavia esse cercarono di essere appianate mediante l'intervento di figure intermediarie come Gardner Jackson, giornalista del ''Boston Globe''. | ||
Molti scrittori e artisti in genere contribuirono a svelare il crimine che si stava compiendo ai danni dei due [[anarchia|anarchici]] italiani: si può citare l'opera di [[Upton Sinclair]] intitolata ''Boston'' e ''U.S.A.'' di [[John Dos Passos]]; sul piano artistico si possono menzionare i quadri di Ben Shahn o le caricature di Robert Minor. Non meno importante fu la critica alle procedure processuali irregolari, denunciate da [[Henry L. Mencken]] (uomo non di sinistra, ma uno dei primi ad intervenire in sostegno a Sacco e Vanzetti) e [[Felix Frankfurter]] (professore di diritto ad Harvard)<ref name="passioni">[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-32609630.html Sacco e Vanzetti o le passioni militanti]</ref>. | Molti scrittori e artisti in genere contribuirono a svelare il crimine che si stava compiendo ai danni dei due [[anarchia|anarchici]] italiani: si può citare l'opera di [[Upton Sinclair]] intitolata ''Boston'' e ''U.S.A.'' di [[John Dos Passos]]; sul piano artistico si possono menzionare i quadri di Ben Shahn o le caricature di Robert Minor. Non meno importante fu la critica alle procedure processuali irregolari, denunciate da [[Henry L. Mencken]] (uomo non di sinistra, ma uno dei primi ad intervenire in sostegno a Sacco e Vanzetti) e [[Felix Frankfurter]] (professore di diritto ad Harvard)<ref name="passioni">[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-32609630.html Sacco e Vanzetti o le passioni militanti]</ref>. | ||
Molti altri famosi intellettuali, compresi [[Dorothy Parker]], [[Edna St. Vincent Millay]], [[Bertrand Russell]], [[John Dos Passos]], [[Upton Sinclair]], [[George Bernard Shaw]] e [[H. G. Wells]], sostennero a favore di ''Nick e Bart'' una campagna per giungere ad un nuovo processo; l'iniziativa, tuttavia, non | Molti altri famosi intellettuali, compresi [[Dorothy Parker]], [[Edna St. Vincent Millay]], [[Bertrand Russell]], [[John Dos Passos]], [[Upton Sinclair]], [[George Bernard Shaw]] e [[H. G. Wells]], sostennero a favore di ''Nick e Bart'' una campagna per giungere ad un nuovo processo; l'iniziativa, tuttavia, non approderà ad alcun risultato. | ||
==La protesta e l'esecuzione== | ==La protesta e l'esecuzione== | ||
: «Quando le sue ossa, signor Thayer, non saranno che polvere, e i vostri nomi, le vostre istituzioni, non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome - il nome di Nicola Sacco - | : «Quando le sue ossa, signor Thayer, non saranno che polvere, e i vostri nomi, le vostre istituzioni, non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome - il nome di Nicola Sacco - sarà ancora vivo nel cuore della gente. Noi dobbiamo ringraziarvi. Senza di voi saremmo morti come due poveri sfruttati: un buon calzolaio, un bravo pescivendolo... E mai, in tutta la nostra vita, avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione fra gli uomini.» (''La Tragedia di Sacco e Vanzetti'', Francis Russell.) | ||
All'inizio Sacco e Vanzetti furono difesi dalla | All'inizio Sacco e Vanzetti furono difesi dalla comunità italiana (un ruolo importante lo ebbe anche il [[stampa anarchica|giornale anarchico]] «[[L'Adunata dei Refrattari]]» e il comitato in loro difesa, promosso negli USA da [[Aldino Felicani]], una delle più sfruttate e oppresse in quel periodo negli [[USA]], poi soprattutto dai [[marxismo|marxisti]] e dal movimento anarchico internazionale: «[[Le Libertaire]]», è il primo [[stampa anarchica|giornale]] francese a parlarne, a cui presto si aggiungerà [[Soccorso rosso internazionale]] e l'Internazionale comunista. Tutti insieme riuscirono a smuovere le coscienze di molti intellettuali, addirittura l'[[ateismo|ateo]] anarchico francese [[Louis Lecoin]] non esitò a ichiedere al papa di intervenire. <ref name="lecoin">[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-32610073.html da "Latradizionelibertaria.over-blog.it"]</ref> | ||
I [[comunismo|comunisti]] americani fecero sentire la propria voce di protesta solo nel [[1927]] con l'intenzione di trarne un vantaggio politico<ref name="passioni">[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-32609630.html Sacco e Vanzetti o le passioni militanti]</ref>. | I [[comunismo|comunisti]] americani fecero sentire la propria voce di protesta solo nel [[1927]] con l'intenzione di trarne un vantaggio politico<ref name="passioni">[http://latradizionelibertaria.over-blog.it/article-32609630.html Sacco e Vanzetti o le passioni militanti]</ref>. | ||
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Dopo la morte dei due anarchici, due catafalchi furono eretti nella camera ardente. Kenneth Whistler vi si recò e spiegò sui catafalchi un enorme striscione, sul quale era scritta una frase pronunciata dal giudice Thayer, rivolta a un amico, pochi giorni dopo aver pronunciato la sentenza: «Hai visto che cosa ho fatto a quei due bastardi anarchici, l'altro giorno?». | Dopo la morte dei due anarchici, due catafalchi furono eretti nella camera ardente. Kenneth Whistler vi si recò e spiegò sui catafalchi un enorme striscione, sul quale era scritta una frase pronunciata dal giudice Thayer, rivolta a un amico, pochi giorni dopo aver pronunciato la sentenza: «Hai visto che cosa ho fatto a quei due bastardi anarchici, l'altro giorno?». | ||
La loro esecuzione innescò rivolte popolari anche a Londra, Parigi e in diverse | La loro esecuzione innescò rivolte popolari anche a Londra, Parigi e in diverse città della [[Germania]]. | ||
== Discorsi e scritti di Sacco e Vanzetti == | == Discorsi e scritti di Sacco e Vanzetti == | ||
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sin dal giorno che ti vidi per l'ultima volta ho sempre avuto idea di scriverti questa lettera: ma la durata del mio digiuno e il pensiero di non potermi esprimere come era mio desiderio, mi hanno fatto attendere fino ad oggi. Non avrei mai pensato che il nostro inseparabile amore potesse così tragicamente finire!<br /> | sin dal giorno che ti vidi per l'ultima volta ho sempre avuto idea di scriverti questa lettera: ma la durata del mio digiuno e il pensiero di non potermi esprimere come era mio desiderio, mi hanno fatto attendere fino ad oggi. Non avrei mai pensato che il nostro inseparabile amore potesse così tragicamente finire!<br /> | ||
Ma questi sette anni di dolore mi dicono che ciò è stato reso possibile. Però questa nostra separazione forzata non ha cambiato di un atomo il nostro affetto che rimane più saldo e più vivo che mai. Anzi, se ciò è possibile, si è ingigantito ancor più. Molto abbiamo sofferto durante il nostro lungo calvario. <br />[[File:Sacvan.jpg|thumb|300px|left|Sacco (a destra) e Vanzetti (a sinistra) in manette]] | Ma questi sette anni di dolore mi dicono che ciò è stato reso possibile. Però questa nostra separazione forzata non ha cambiato di un atomo il nostro affetto che rimane più saldo e più vivo che mai. Anzi, se ciò è possibile, si è ingigantito ancor più. Molto abbiamo sofferto durante il nostro lungo calvario. <br />[[File:Sacvan.jpg|thumb|300px|left|Sacco (a destra) e Vanzetti (a sinistra) in manette]] | ||
Noi protestiamo oggi, come protestammo ieri e protesteremo sempre per la nostra | Noi protestiamo oggi, come protestammo ieri e protesteremo sempre per la nostra libertà . Se cessai il mio sciopero della fame, lo feci perchè in me non era rimasta ormai alcuna ombra di vita ed io scelsi quella forma di protesta per reclamare la vita e non la morte, il mio sacrificio era animato dal desiderio vivissimo che vi era in me, per ritornare a stringere tra le mie braccia la tua piccola cara sorellina Ines, tua madre, te e tutti i miei cari amici e compagni di vita, non di morte. Perciò, figlio, la vita di oggi torna calma e tranquilla a rianimare il mio povero corpo, se pure lo spirito rimane senza orizzonte e sempre sperduto tra tetre, nere visioni di morte. Ricordati anche di ciò figlio mio. Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso. Aiuta i perseguitati e le vittime perchè essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili. Continuamente pensavo a te, Dante mio, nei tristi giorni trascorsi nella cella di morte, il canto, le tenere voci dei bimbi che giungevano fino a me dal vicino giardino di giuoco ove vi era la vita e la gioia spensierata - a soli pochi passi di distanza dalle mura che serrano in una atroce agonia tre anime in pena! Tutto ciò mi faceva pensare a te e ad Ines insistentemente, e vi desideravo tanto, oh, tanto, figli miei! Ma poi pensai che fu meglio che tu non fossi venuto a vedermi in quei giorni, perché nella cella di morte ti saresti trovato al cospetto del quadro spaventoso di tre uomini in agonia, in attesa di essere uccisi, e tale tragica visione non so quale effetto avrebbe potuto produrre nella tua mente, e quale influenza avrebbe potuto avere nel futuro. D'altra parte, se tu non fossi un ragazzo troppo sensibile una tale visione avrebbe potuto esserti utile in un futuro domani, quando tu avresti potuto ricordarla per dire al mondo tutta la vergogna di questo secolo che è racchiusa in questa crudele forma di persecuzione e di morte infame. Si, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre Idee che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire. Dante, per una volta ancora ti esorto ad essere buono ed amare con tutto il tuo affetto tua madre in questi tristi giorni: ed io sono sicuro che con tutte le tue cure e tutto il tuo affetto ella si sentirà meno infelice. E non dimenticare di conservare un poco del tuo amore per me, figlio, perchè io ti amo tanto, tanto... I migliori miei fraterni saluti per tutti i buoni amici e compagni, baci affettuosi per la piccola Ines e per la mamma, e a te un abbraccio di cuore dal tuo padre e compagno.<br /> | ||
:'''''Nicola Sacco'''''» | :'''''Nicola Sacco'''''» | ||
=== Incitamento alla vendetta === | === Incitamento alla vendetta === | ||
In quello che | In quello che risulterà essere una sorta di testamento prima della condanna, Sacco e Vanzetti firmano un articolo dal titolo ''Il giorno dell'esecuzione si avvicina e i prigionieri avvertono: "la salute è in voi!"'', che nel giugno del 1916 compare sulle pagine di ''[[Protesta Umana]]'', organo del Comitato di Difesa Sacco-Vanzetti, che si conclude con queste parole: | ||
: «''Compagni, Amici, Lavoratori!: Noi vi gridiamo: "La salute è in voi! Ricordatelo: La salute è in voi!”''» | : «''Compagni, Amici, Lavoratori!: Noi vi gridiamo: "La salute è in voi! Ricordatelo: La salute è in voi!”''» | ||
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===Rivivrei per fare le stesse cose=== | ===Rivivrei per fare le stesse cose=== | ||
:Ho da dire che sono innocente. In tutta la mia vita non ho mai rubato, non ho mai ammazzato, non ho mai versato sangue umano, io. Ho combattuto per eliminare il delitto. Primo fra tutti: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. E se c'è una ragione per la quale sono qui è questa, e nessun'altra. Una frase, una frase signor Katzmann, mi torna sempre alla mente: “Lei signor Vanzetti, è venuto qui nel paese di Bengodi per arricchire”. Una frase che mi | :Ho da dire che sono innocente. In tutta la mia vita non ho mai rubato, non ho mai ammazzato, non ho mai versato sangue umano, io. Ho combattuto per eliminare il delitto. Primo fra tutti: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. E se c'è una ragione per la quale sono qui è questa, e nessun'altra. Una frase, una frase signor Katzmann, mi torna sempre alla mente: “Lei signor Vanzetti, è venuto qui nel paese di Bengodi per arricchire”. Una frase che mi dà allegria. Io non ho mai pensato di arricchire. Non è questa la ragione per cui sto soffrendo e pagando. Sto soffrendo e pagando per colpe che effettivamente ho commesso. Sto soffrendo e pagando perché sono anarchico. E mi sun anarchic! Perché sono italiano... e io sono italiano. Ma sono così convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e io per due volte potessi rinascere, rivivrei per fare esattamente le stesse cose che ho fatto. Nicola Sacco... il mio compagno Nicola! Sì, può darsi che a parlare io vada meglio di lui. Ma quante volte, quante volte, guardandolo, pensando a lui, a quest'uomo che voi giudicate ladro e assassino, e che ammazzerete... Quando le sue ossa signor Thayer non saranno che polvere, e i vostri nomi, le vostre istituzioni non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome, il nome di Nicola Sacco, sarà ancora vivo nel cuore della gente. (Rivolgendosi a Sacco) Noi dobbiamo ringraziarli. Senza di loro noi saremmo morti come due poveri sfruttati. (Tornando a rivolgersi alla Corte) Un buon calzolaio, un bravo pescivendolo, e mai in tutta la nostra vita avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione fra gli uomini. Voi avete dato un senso alla vita di due poveri sfruttati!»<ref>[http://www.arivista.org/?nr=399&pag=85.htm#1 Fonte:A-Rivista anarchica]</ref> | ||
[[File:sv1.png|thumb|leftt|170 px|Commemorazione di Sacco e Vanzetti (Carrara, 1° maggio 2010)]] | [[File:sv1.png|thumb|leftt|170 px|Commemorazione di Sacco e Vanzetti (Carrara, 1° maggio 2010)]] | ||
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*Lorenzo Tibaldo, ''Sotto un cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti'', Claudiana, Torino, 2008. | *Lorenzo Tibaldo, ''Sotto un cielo stellato. Vita e morte di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti'', Claudiana, Torino, 2008. | ||
*Alberto Gedda, ''Gridatelo dai tetti, autobiografia e lettere di Bartolomeo Vanzetti'', Fusta Editore, Saluzzo, 2005. | *Alberto Gedda, ''Gridatelo dai tetti, autobiografia e lettere di Bartolomeo Vanzetti'', Fusta Editore, Saluzzo, 2005. | ||
*Luigi Botta, ''Sacco e Vanzetti: giustiziata la | *Luigi Botta, ''Sacco e Vanzetti: giustiziata la verità '', prefazione di Pietro Nenni, Edizioni Gribaudo, Cavallermaggiore, 1978. | ||
*Howard Fast, ''Sacco e Vanzetti'', Edizioni di Cultura Sociale, Roma, 1953. | *Howard Fast, ''Sacco e Vanzetti'', Edizioni di Cultura Sociale, Roma, 1953. | ||