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Anche nella [[Nazismo|Germania nazista]] e nella [[Franchismo|Spagna franchista]] il movimento operaio fu ridotto ai minimi termini, quantunque le frange più combattive continuarono lungamente la loro strenua battaglia contro il [[totalitarismo]] <ref>Si veda il caso di [[Marinus van der Lubbe]]</ref>. | Anche nella [[Nazismo|Germania nazista]] e nella [[Franchismo|Spagna franchista]] il movimento operaio fu ridotto ai minimi termini, quantunque le frange più combattive continuarono lungamente la loro strenua battaglia contro il [[totalitarismo]] <ref>Si veda il caso di [[Marinus van der Lubbe]]</ref>. | ||
I paesi a [[governo]] democratico che non avevano subito la tirannia nazi-fascista ne furono comunque condizionati e durante quegli anni il movimento operaio e sindacale, soprattutto a partire dagli anni Trenta, tese a relazionarsi con lo [[Stato]] attraverso rapporti sindacali che di fatto escludevano la conflittualità , anche perché in [[Gran Bretagna]] lo [[sciopero generale]] dei minatori del [[1926]] aveva dato al [[governo]] il pretesto per un ridimensionamento delle [[libertà ]] sindacali (nel [[1927]] fu dichiarato illegale ogni sciopero non corporativo). Tali restrizioni si protrassero fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, durante la quale il movimento operaio inglese e il [[sindacato]] appoggiarono fedelmente il governo conservatore di Churchill. In [[Francia]] il movimento rimase inizialmente sotto la guida della [[CGT]], sempre ispirata dai principi dell'[[azione diretta]], ma dopo la scissione del [[1921]], la temporanea nascita della ''Confédération générale du travail unitaire'' (CGTU), di composizione operaia e di tendenza [[comunista]], e la successiva riunificazione (tra il [[1925]] e il [[1928]]), la CGT vide sostanziali modifiche nella sua composizione socio-professionale, che ora vedeva il predominio di dipendenti pubblici e di fatto orientò il sindacato verso una rapporto con [[Stato]] e capitale | I paesi a [[governo]] democratico che non avevano subito la tirannia nazi-fascista ne furono comunque condizionati e durante quegli anni il movimento operaio e sindacale, soprattutto a partire dagli anni Trenta, tese a relazionarsi con lo [[Stato]] attraverso rapporti sindacali che di fatto escludevano la conflittualità , anche perché in [[Gran Bretagna]] lo [[sciopero generale]] dei minatori del [[1926]] aveva dato al [[governo]] il pretesto per un ridimensionamento delle [[libertà ]] sindacali (nel [[1927]] fu dichiarato illegale ogni sciopero non corporativo). Tali restrizioni si protrassero fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, durante la quale il movimento operaio inglese e il [[sindacato]] appoggiarono fedelmente il governo conservatore di Churchill. In [[Francia]] il movimento rimase inizialmente sotto la guida della [[CGT]], sempre ispirata dai principi dell'[[azione diretta]], ma dopo la scissione del [[1921]], la temporanea nascita della ''Confédération générale du travail unitaire'' (CGTU), di composizione operaia e di tendenza [[comunista]], e la successiva riunificazione (tra il [[1925]] e il [[1928]]), la CGT vide sostanziali modifiche nella sua composizione socio-professionale, che ora vedeva il predominio di dipendenti pubblici e di fatto orientò il sindacato verso una rapporto con [[Stato]] e capitale meno conflittuale e più concertativi. Questo modifiche culminarono nell'ingresso della [[CGT]] nel movimento che tra il [[1935]] e il [[1936]] portò al governo del cosiddetto Fronte popolare. | ||
===Dal 1945 ai giorni nostri=== | ===Dal 1945 ai giorni nostri=== |