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Pur essendo "uomo d'azione" Di Giovanni non nega l’importanza della teoria. Pubblica numerosi testi anarchici e il [[stampa anarchica|giornale]] «[[Il culmine]]» (il primo numero uscì nell’agosto del [[1925]]), che si pone l’obiettivo di: | Pur essendo "uomo d'azione" Di Giovanni non nega l’importanza della teoria. Pubblica numerosi testi anarchici e il [[stampa anarchica|giornale]] «[[Il culmine]]» (il primo numero uscì nell’agosto del [[1925]]), che si pone l’obiettivo di: | ||
*diffondere le idee anarchiche tra i lavoratori italiani. | *diffondere le idee anarchiche tra i lavoratori italiani. | ||
*contrastare la propaganda dei partiti politici pseudo-rivoluzionari, che fanno | *contrastare la propaganda dei partiti politici pseudo-rivoluzionari, che fanno dell'[[antifascismo]] una speculazione per le loro future conquiste elettorali. | ||
*iniziare tra i lavoratori italiani agitazioni di carattere esclusivamente libertario per mantenere vivo lo spirito di avversione al Fascismo. *stabilire un’intensa ed attiva collaborazione tra i gruppi anarchici italiani e il movimento anarchico locale. | *iniziare tra i lavoratori italiani agitazioni di carattere esclusivamente libertario per mantenere vivo lo spirito di avversione al Fascismo. *stabilire un’intensa ed attiva collaborazione tra i gruppi anarchici italiani e il movimento anarchico locale. | ||
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== I contrasti con il movimento anarchico == | == I contrasti con il movimento anarchico == | ||
[[Image:Severino di Giovanni in court.jpg|thumb|250px|left|Severino Di Giovanni in un momento processuale]] | [[Image:Severino di Giovanni in court.jpg|thumb|250px|left|Severino Di Giovanni in un momento processuale]] | ||
Le azioni di '''Severino Di Giovanni''' e della sua banda furono spesso mal sopportate dal movimento anarchico, sino addirittura arrivare al suo isolamento a causa di una serie di azioni ritenute eccessivamente cruente. Già dopo la bomba al consolato italiano di Buenos Aires - che essendo collocata all’ingresso dell’edificio determinò la morte di 9 persone, molte delle quali erano lì solo in attesa solo di un visto - gran parte degli [[Personalità anarchiche|anarchici]] espressero il loro sdegno. Successivamente, dopo l’attentato alla "National City Bank" (due morti e ventitré feriti), altre accuse furono rovesciate addosso a Di Giovanni e alla sua banda. Egli cercò di difendersi attraverso una serie di articoli pubblicati su «[[Il culmine]]» e attraverso una lettera | Le azioni di '''Severino Di Giovanni''' e della sua banda furono spesso mal sopportate dal movimento anarchico, sino addirittura arrivare al suo isolamento a causa di una serie di azioni ritenute eccessivamente cruente. Già dopo la bomba al consolato italiano di Buenos Aires - che essendo collocata all’ingresso dell’edificio determinò la morte di 9 persone, molte delle quali erano lì solo in attesa solo di un visto - gran parte degli [[Personalità anarchiche|anarchici]] espressero il loro sdegno. Successivamente, dopo l’attentato alla "National City Bank" (due morti e ventitré feriti), altre accuse furono rovesciate addosso a Di Giovanni e alla sua banda. Egli cercò di difendersi attraverso una serie di articoli pubblicati su «[[Il culmine]]» e attraverso una lettera all'«[[L’Adunata dei Refrattari]]» (organo degli [[anarco-individualismo|anarco-individualisti]] italiani negli [[USA|Stati Uniti]]), in cui chiedeva l’istituzione di una commissione anarchica internazionale che giudicasse i fatti. [[Luigi Fabbri]] e [[Vincenzo Capuana]] mostrarono attenzione ai suoi scritti, inducendo Di Giovanni a credere che si trattasse di una specie di assenso alle sue azioni. | ||
I successivi attentati - una bomba ai danni di una cattedrale (un morto), una bomba fu collocata in un bastimento insieme a [[Buenaventura Durruti]] (esule in Argentina durante quegli anni) e infine l’uccisione del compagno anarchico [[Emilio Lopez Arango]], nuovo direttore del giornale anarchico avversario «[[La protesta]]», determinarono il totale isolamento di Severino Di Giovanni e della sua banda. | I successivi attentati - una bomba ai danni di una cattedrale (un morto), una bomba fu collocata in un bastimento insieme a [[Buenaventura Durruti]] (esule in Argentina durante quegli anni) e infine l’uccisione del compagno anarchico [[Emilio Lopez Arango]], nuovo direttore del giornale anarchico avversario «[[La protesta]]», determinarono il totale isolamento di Severino Di Giovanni e della sua banda. |