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La CGT, che si avvaleva di collaboratori come [[Arnaldo Simões Januário]], diffondeva le proprie idee attraverso un proprio periodico: «[[A Batalha]]». Inizialmente arrivò a contare diverse migliaia di iscritti (secondo [http://en.wikipedia.org/wiki/General_Confederation_of_Labour_%28Portugal%29 Wikipedia] parrebbe aver raggiunto le 100 mila unità intorno al triennio 1919-1922) - concentrati soprattutto nelle città industriali di Lisbona, Setúbal, Barreiro, Porto, Braga e Covilhã - che col tempo scemarono rapidamente. | La CGT, che si avvaleva di collaboratori come [[Arnaldo Simões Januário]], diffondeva le proprie idee attraverso un proprio periodico: «[[A Batalha]]». Inizialmente arrivò a contare diverse migliaia di iscritti (secondo [http://en.wikipedia.org/wiki/General_Confederation_of_Labour_%28Portugal%29 Wikipedia] parrebbe aver raggiunto le 100 mila unità intorno al triennio 1919-1922) - concentrati soprattutto nelle città industriali di Lisbona, Setúbal, Barreiro, Porto, Braga e Covilhã - che col tempo scemarono rapidamente. | ||
[[File:A Batalha.JPG|thumb|200px|left|Primo numero del giornale ''[[A Batalha]]'' dopo la fine della dittatura]] | |||
===La dittatura=== | ===La dittatura=== | ||
[[File:Santana1.jpg|thumb|200px|[[Emidio Santana]]]] | [[File:Santana1.jpg|thumb|200px|[[Emidio Santana]]]] | ||
L'organizzazione sindacale cesserà le proprie attività nel [[1927]] a causa della [[repressione]] portata avanti dalla dittatura militare, instauratasi nel paese dal [[28 maggio]] [[1926]]. Nel [[1927]], tentò l'organizzazione di uno sciopero generale contro il governo, che però non riuscì e provocò circa 100 morti, la deportazione nei territori d'oltremare di almeno 600 persone coinvolte nei conflitti ed il divieto di pubblicazione del giornale ''[[A Batalha]]''. | L'organizzazione sindacale cesserà le proprie attività nel [[1927]] a causa della [[repressione]] portata avanti dalla dittatura militare, instauratasi nel paese dal [[28 maggio]] [[1926]]. Nel [[1927]], tentò l'organizzazione di uno sciopero generale contro il governo, che però non riuscì e provocò circa 100 morti, la deportazione nei territori d'oltremare di almeno 600 persone coinvolte nei conflitti ed il divieto di pubblicazione del giornale ''[[A Batalha]]''. |