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====Follia, devianza e normalizzazione ==== | ====Follia, devianza e normalizzazione ==== | ||
Attraverso la ricerca di come si è giunti a determinati “saperi”, Foucault si concentra sulle cosiddette “devianze” (pazzi, omosessuali ecc.). Per esempio, l'omosessuale, considerato un “deviato”, passò dalla figura di “sodomita” e “vizioso” a | Attraverso la ricerca di come si è giunti a determinati “saperi”, Foucault si concentra sulle cosiddette “devianze” (pazzi, omosessuali ecc.). Per esempio, l'omosessuale, considerato un “deviato”, passò dalla figura di “sodomita” e “vizioso” a quella di “malato” e “''pazzo''”. | ||
La follia (devianza) inizia con la storia dell'internamento dei folli, invece nel medioevo il "pazzo" era quasi un elemento sacrale, in quanto espressione di un rischio dell'uomo e segnalava un limite con cui la ragione doveva necessariamente confrontarsi. Più o meno dal XVI° al XIX° secolo, la follia (e la devianza in genere) si distacca da questo concetto medioevale per divenire il contenitore dell'emarginazione sociale. Si fa quindi ricorso ad un frequente ricorso all'internamento in grandi istituzioni, che erano una via di mezzo fra manicomio e [[carcere|prigione]]. | La follia (devianza) inizia con la storia dell'internamento dei folli, invece nel medioevo il "pazzo" era quasi un elemento sacrale, in quanto espressione di un rischio dell'uomo e segnalava un limite con cui la ragione doveva necessariamente confrontarsi. Più o meno dal XVI° al XIX° secolo, la follia (e la devianza in genere) si distacca da questo concetto medioevale per divenire il contenitore dell'emarginazione sociale. Si fa quindi ricorso ad un frequente ricorso all'internamento in grandi istituzioni, che erano una via di mezzo fra manicomio e [[carcere|prigione]]. |