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== Il romanzo == | == Il romanzo == | ||
Il romanzo narra la storia di un giovane, Vincenzo D., colto, sensibile, amante della natura e dell'[[arte]], innamorato di una donna e assolutamente incapace di compiere violenza contro ogni essere vivente. Quando Vincenzo viene chiamato a prestare servizio militare subisce la tipica violenza della disciplina forzata e l'annullamento della propria [[Individualità |individualità ]], che lo riduce ad una vera e propria macchina da guerra. A questo punto Vincenzo parte per la guerra di Crimea ([[1852]]-[[1855]]), partecipando il [[16 agosto]] [[1855]] alla battaglia del fiume Cernaia. | Il romanzo narra la storia di un giovane, Vincenzo D., colto, sensibile, amante della natura e dell'[[arte]], innamorato di una donna e assolutamente incapace di compiere violenza contro ogni essere vivente. Quando Vincenzo viene chiamato a prestare servizio militare subisce la tipica violenza della disciplina forzata e l'annullamento della propria [[Individualità |individualità]], che lo riduce ad una vera e propria macchina da guerra. A questo punto Vincenzo parte per la guerra di Crimea ([[1852]]-[[1855]]), partecipando il [[16 agosto]] [[1855]] alla battaglia del fiume Cernaia. | ||
[[Igino Tarchetti]] descrive questo episodio non come un «evento strategico nella politica estera cavouriana», come spesso viene ancora definito nei testi storici, bensì per quello che in realtà fu: un macello di uomini, un massacro crudele, privo di alcun senso e di ogni attrazione eroica ed estetica. L'autore si serve del protagonista, e delle sue intricate vicende personali <ref name="Vincenzo D."> Vincenzo D. è in realtà Filippo Sporta che dopo aver ucciso, per legittima difesa, un soldato nemico sul campo di battaglia, decide di disertare e di assumere l'identità, appunto Vincenzo D., di un uomo di cui trova casualmente il cadavere.</ref>, per sostenere la necessità di abolire tutti gli eserciti e tutte le forme di dominio. | [[Igino Tarchetti]] descrive questo episodio non come un «evento strategico nella politica estera cavouriana», come spesso viene ancora definito nei testi storici, bensì per quello che in realtà fu: un macello di uomini, un massacro crudele, privo di alcun senso e di ogni attrazione eroica ed estetica. L'autore si serve del protagonista, e delle sue intricate vicende personali <ref name="Vincenzo D."> Vincenzo D. è in realtà Filippo Sporta che dopo aver ucciso, per legittima difesa, un soldato nemico sul campo di battaglia, decide di disertare e di assumere l'identità, appunto Vincenzo D., di un uomo di cui trova casualmente il cadavere.</ref>, per sostenere la necessità di abolire tutti gli eserciti e tutte le forme di dominio. |