Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona: differenze tra le versioni

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Così sono nate le Giunte di Buon Governo, nell'agosto del 2003, e con queste si è continuato l'apprendistato e l'esercizio del "comandare obbedendo".
Così sono nate le Giunte di Buon Governo, nell'agosto del 2003, e con queste si è continuato l'apprendistato e l'esercizio del "comandare obbedendo".


Da allora e fino alla metà  del 2005, la dirigenza dell'EZLN non ha più dato ordini sulle questioni civili, ma ha accompagnato ed appoggiato le autorità  elette democraticamente dalle comunità , inoltre, ha vigilato che le comunità  e la società  civile nazionale ed internazionale fossero opportunamente informate sugli aiuti ricevuti e sul loro utilizzo. Ed ora stiamo trasferendo il lavoro di vigilanza del buon governo alle basi di appoggio zapatiste, con incarichi temporanei a rotazione, in modo che tutti e tutte imparino e svolgano questo compito. Perché noi pensiamo che un popolo che non vigila sui suoi governanti, è condannato ad essere schiavo, e noi combattiamo per essere liberi, non per cambiare padrone ogni sei anni.
Da allora e fino alla metà  del 2005, la dirigenza dell'EZLN non ha più dato ordini sulle questioni civili, ma ha accompagnato ed appoggiato le autorità  elette democraticamente dalle comunità, inoltre, ha vigilato che le comunità  e la società  civile nazionale ed internazionale fossero opportunamente informate sugli aiuti ricevuti e sul loro utilizzo. Ed ora stiamo trasferendo il lavoro di vigilanza del buon governo alle basi di appoggio zapatiste, con incarichi temporanei a rotazione, in modo che tutti e tutte imparino e svolgano questo compito. Perché noi pensiamo che un popolo che non vigila sui suoi governanti, è condannato ad essere schiavo, e noi combattiamo per essere liberi, non per cambiare padrone ogni sei anni.


L'EZLN, durante questi 4 anni, ha trasferito alle Giunte di Buon Governo ed ai Municipi Autonomi, gli appoggi ed i contatti che, in tutto il Messico e nel mondo, sono stati raccolti in questi anni di guerra e resistenza. Inoltre, in questo periodo, l'EZLN ha costruito un supporto economico e politico che permettesse alle comunità  zapatiste di andare avanti con meno difficoltà  nella costruzione della loro autonomia e migliorare le loro condizioni di vita. Non è molto, ma è molto di più di quanto si aveva prima dell'inizio della sollevazione, nel gennaio del 1994. Se si legge qualcuno degli studi che fanno i governi, si vede che le uniche comunità  indigene che hanno migliorato le proprie condizioni di vita, cioè la loro salute, educazione, alimentazione, abitazione, sono quelle che si trovano in territorio zapatista, come diciamo noi, dove si trovano le nostre comunità . Tutto questo è stato possibile grazie allo sviluppo dei popoli zapatisti ed al sostegno molto grande ricevuto da persone buone e nobili che chiamiamo "società  civili", e dalle loro organizzazioni di tutto il mondo. Come se tutte queste persone avessero reso reale quella cosa del "un altro mondo è possibile", ma nei fatti, non nelle chiacchiere.
L'EZLN, durante questi 4 anni, ha trasferito alle Giunte di Buon Governo ed ai Municipi Autonomi, gli appoggi ed i contatti che, in tutto il Messico e nel mondo, sono stati raccolti in questi anni di guerra e resistenza. Inoltre, in questo periodo, l'EZLN ha costruito un supporto economico e politico che permettesse alle comunità  zapatiste di andare avanti con meno difficoltà  nella costruzione della loro autonomia e migliorare le loro condizioni di vita. Non è molto, ma è molto di più di quanto si aveva prima dell'inizio della sollevazione, nel gennaio del 1994. Se si legge qualcuno degli studi che fanno i governi, si vede che le uniche comunità  indigene che hanno migliorato le proprie condizioni di vita, cioè la loro salute, educazione, alimentazione, abitazione, sono quelle che si trovano in territorio zapatista, come diciamo noi, dove si trovano le nostre comunità . Tutto questo è stato possibile grazie allo sviluppo dei popoli zapatisti ed al sostegno molto grande ricevuto da persone buone e nobili che chiamiamo "società  civili", e dalle loro organizzazioni di tutto il mondo. Come se tutte queste persone avessero reso reale quella cosa del "un altro mondo è possibile", ma nei fatti, non nelle chiacchiere.
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Allora, nella globalizzazione neoliberista, i grandi capitalisti che vivono nei paesi potenti, come gli Stati Uniti, vogliono che tutto il mondo diventi come una grande impresa dove si producono merci e come un gran mercato. Un mercato mondiale, un mercato per comprare e vendere tutto quello che si produce nel mondo e per nascondere tutto lo sfruttamento di tutto il mondo. Allora i capitalisti globalizzati si inseriscono dappertutto, in tutti i paesi, per fare i loro grandi affari, ovvero, i loro grandi sfruttamenti. E non rispettano niente e si insediano a forza. Praticamente conquistano gli altri paesi. Per questo noi zapatisti diciamo che la globalizzazione neoliberista è una guerra di conquista di tutto il mondo, una guerra mondiale, una guerra che il capitalismo conduce per dominare a livello mondiale. Questa conquista a volte avviene con eserciti che invadono un paese e lo conquistano con la forza. Invece a volte avviene attraverso l'economia, cioè i grandi capitalisti mettono il loro denaro in un altro paese o gli prestano denaro, ma a condizione che obbedisca a quello che loro dicono. E introducono anche le loro idee, cioè la cultura capitalista che è la cultura della merce, del profitto, del mercato.
Allora, nella globalizzazione neoliberista, i grandi capitalisti che vivono nei paesi potenti, come gli Stati Uniti, vogliono che tutto il mondo diventi come una grande impresa dove si producono merci e come un gran mercato. Un mercato mondiale, un mercato per comprare e vendere tutto quello che si produce nel mondo e per nascondere tutto lo sfruttamento di tutto il mondo. Allora i capitalisti globalizzati si inseriscono dappertutto, in tutti i paesi, per fare i loro grandi affari, ovvero, i loro grandi sfruttamenti. E non rispettano niente e si insediano a forza. Praticamente conquistano gli altri paesi. Per questo noi zapatisti diciamo che la globalizzazione neoliberista è una guerra di conquista di tutto il mondo, una guerra mondiale, una guerra che il capitalismo conduce per dominare a livello mondiale. Questa conquista a volte avviene con eserciti che invadono un paese e lo conquistano con la forza. Invece a volte avviene attraverso l'economia, cioè i grandi capitalisti mettono il loro denaro in un altro paese o gli prestano denaro, ma a condizione che obbedisca a quello che loro dicono. E introducono anche le loro idee, cioè la cultura capitalista che è la cultura della merce, del profitto, del mercato.


Con la conquista, il capitalismo fa quello che vuole, cioè distrugge e cambia quello che non gli piace ed elimina quello che lo disturba. Per esempio lo disturbano quelli che non producono né comprano né vendono le merci della modernità , o quelli che si ribellano a questo ordine. E quelli che non gli servono, li disprezza. Per questo motivo gli indigeni disturbano la globalizzazione neoliberista e per questo li disprezzano e li vogliono eliminare. Il capitalismo neoliberista cancella anche le leggi che non gli permettono di sfruttare ed avere molti profitti. Per esempio si impone che tutto si possa comprare e vendere e dato che il capitalismo ha il denaro, allora compra tutto. Così il capitalismo distrugge i paesi che conquista con la globalizzazione neoliberista, ma poi vuole pure risistemare tutto o rifarlo di nuovo ma a modo suo, cioè in modo che gli dia benefici e senza nessuno che lo disturbi. Così, la globalizzazione neoliberista, cioè capitalista, distrugge quello che c'è in quei paesi, distrugge la loro cultura, la loro lingua, il loro sistema economico, il loro sistema politico e distrugge anche le forme di relazione in questi paesi. Cioè, distrugge tutto quello che fa sì che un paese sia un paese.
Con la conquista, il capitalismo fa quello che vuole, cioè distrugge e cambia quello che non gli piace ed elimina quello che lo disturba. Per esempio lo disturbano quelli che non producono né comprano né vendono le merci della modernità, o quelli che si ribellano a questo ordine. E quelli che non gli servono, li disprezza. Per questo motivo gli indigeni disturbano la globalizzazione neoliberista e per questo li disprezzano e li vogliono eliminare. Il capitalismo neoliberista cancella anche le leggi che non gli permettono di sfruttare ed avere molti profitti. Per esempio si impone che tutto si possa comprare e vendere e dato che il capitalismo ha il denaro, allora compra tutto. Così il capitalismo distrugge i paesi che conquista con la globalizzazione neoliberista, ma poi vuole pure risistemare tutto o rifarlo di nuovo ma a modo suo, cioè in modo che gli dia benefici e senza nessuno che lo disturbi. Così, la globalizzazione neoliberista, cioè capitalista, distrugge quello che c'è in quei paesi, distrugge la loro cultura, la loro lingua, il loro sistema economico, il loro sistema politico e distrugge anche le forme di relazione in questi paesi. Cioè, distrugge tutto quello che fa sì che un paese sia un paese.


Quindi, la globalizzazione neoliberista vuole distruggere le Nazioni del mondo e vuole che rimanga una sola Nazione o paese, cioè il paese del denaro, del capitale. Ed il capitalismo vuole allora che tutto sia come lui vuole, cioè a modo suo, e ciò che è diverso perché non gli piace, lo perseguita e l'attacca o lo mette da parte in un angolo e fa come se non esistesse.
Quindi, la globalizzazione neoliberista vuole distruggere le Nazioni del mondo e vuole che rimanga una sola Nazione o paese, cioè il paese del denaro, del capitale. Ed il capitalismo vuole allora che tutto sia come lui vuole, cioè a modo suo, e ciò che è diverso perché non gli piace, lo perseguita e l'attacca o lo mette da parte in un angolo e fa come se non esistesse.
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Ma non è tanto facile per la globalizzazione neoliberista, perché gli sfruttati di ogni paese non si accontentano e non dicono che non c'è più nulla da fare, ma si ribellano; e quelli che protestano e disturbano, resistono e non si lasciano eliminare. Ed allora vediamo che in tutto il mondo quelli che sono fregati fanno resistenze per non arrendersi, cioè si ribellano, e non solo in un paese ma in tutti i posti in cui si trovano numerosi, cioè: dove c'è una globalizzazione neoliberista, c'è anche una globalizzazione della ribellione.
Ma non è tanto facile per la globalizzazione neoliberista, perché gli sfruttati di ogni paese non si accontentano e non dicono che non c'è più nulla da fare, ma si ribellano; e quelli che protestano e disturbano, resistono e non si lasciano eliminare. Ed allora vediamo che in tutto il mondo quelli che sono fregati fanno resistenze per non arrendersi, cioè si ribellano, e non solo in un paese ma in tutti i posti in cui si trovano numerosi, cioè: dove c'è una globalizzazione neoliberista, c'è anche una globalizzazione della ribellione.


Ed in questa globalizzazione della ribellione non ci sono solo i lavoratori delle campagne e delle città , ma ci sono anche altri ed altre che sono perseguitati e disprezzati per lo stesso motivo, perché non si lasciano dominare, come le donne, i giovani, gli indigeni, gli omosessuali, le lesbiche, i transessuali, gli emigranti e molti altri gruppi presenti in tutto il mondo ma che non vediamo finché non gridano ora basta al disprezzo e si sollevano e allora sì li vediamo e li sentiamo e li conosciamo.
Ed in questa globalizzazione della ribellione non ci sono solo i lavoratori delle campagne e delle città, ma ci sono anche altri ed altre che sono perseguitati e disprezzati per lo stesso motivo, perché non si lasciano dominare, come le donne, i giovani, gli indigeni, gli omosessuali, le lesbiche, i transessuali, gli emigranti e molti altri gruppi presenti in tutto il mondo ma che non vediamo finché non gridano ora basta al disprezzo e si sollevano e allora sì li vediamo e li sentiamo e li conosciamo.


Ed allora noi vediamo che tutti questi gruppi di persone stanno lottando contro il neoliberismo, cioè contro il piano della globalizzazione capitalista e stanno lottando per l'umanità .
Ed allora noi vediamo che tutti questi gruppi di persone stanno lottando contro il neoliberismo, cioè contro il piano della globalizzazione capitalista e stanno lottando per l'umanità .
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E queste sono delle grandi disgrazie per la nostra Patria. Perché nella campagna oramai non si producono alimenti, ma solo quello che vendono i grandi capitalisti e le terre buone sono rubate con la complicità  e con l'appoggio dei politici. Nelle campagne sta succedendo lo stesso come ai tempi del Porfirismo, solo che, invece dei latifondisti, ora sono alcune imprese straniere quelle che fregano per bene il contadino. E dove prima c'erano crediti e prezzi protetti, adesso ci sono solo elemosine,... e a volte neanche queste.
E queste sono delle grandi disgrazie per la nostra Patria. Perché nella campagna oramai non si producono alimenti, ma solo quello che vendono i grandi capitalisti e le terre buone sono rubate con la complicità  e con l'appoggio dei politici. Nelle campagne sta succedendo lo stesso come ai tempi del Porfirismo, solo che, invece dei latifondisti, ora sono alcune imprese straniere quelle che fregano per bene il contadino. E dove prima c'erano crediti e prezzi protetti, adesso ci sono solo elemosine,... e a volte neanche queste.


Per il lavoratore della città , invece, le fabbriche chiudono e si resta senza lavoro, o si aprono quelle che si chiamano maquiladoras che sono di proprietà  degli stranieri e che pagano una miseria per molte ore di lavoro. Quindi, non importa il prezzo dei prodotti di cui ha bisogno il popolo perché, che sia caro o a buon mercato, non c'è stipendio. E se qualcuno lavorava in una piccola o media impresa, adesso non lavora più, perché è chiusa e l'ha comprata una grande transnazionale. E se qualcuno aveva un piccolo commercio, è sparito pure questo oppure si è messo a lavorare clandestinamente per le grandi imprese che sfruttano all'inverosimile e fanno lavorare perfino i bambini e le bambine. E se prima il lavoratore si rivolgeva al suo sindacato per chiedere legalmente i suoi diritti, adesso non più, perché lo stesso sindacato gli dice che deve accettare che gli abbassino il salario o la giornata di lavoro o che gli tolgano i servizi, perché se no l'impresa chiude e se ne va in un altro paese. E poi c'è quella cosa del "microcommercio", quasi il programma economico del governo perché tutti i lavoratori della città  si mettano a vendere gomme da masticare o schede telefoniche agli angoli delle strade. E la pura distruzione economica anche nelle città .
Per il lavoratore della città, invece, le fabbriche chiudono e si resta senza lavoro, o si aprono quelle che si chiamano maquiladoras che sono di proprietà  degli stranieri e che pagano una miseria per molte ore di lavoro. Quindi, non importa il prezzo dei prodotti di cui ha bisogno il popolo perché, che sia caro o a buon mercato, non c'è stipendio. E se qualcuno lavorava in una piccola o media impresa, adesso non lavora più, perché è chiusa e l'ha comprata una grande transnazionale. E se qualcuno aveva un piccolo commercio, è sparito pure questo oppure si è messo a lavorare clandestinamente per le grandi imprese che sfruttano all'inverosimile e fanno lavorare perfino i bambini e le bambine. E se prima il lavoratore si rivolgeva al suo sindacato per chiedere legalmente i suoi diritti, adesso non più, perché lo stesso sindacato gli dice che deve accettare che gli abbassino il salario o la giornata di lavoro o che gli tolgano i servizi, perché se no l'impresa chiude e se ne va in un altro paese. E poi c'è quella cosa del "microcommercio", quasi il programma economico del governo perché tutti i lavoratori della città  si mettano a vendere gomme da masticare o schede telefoniche agli angoli delle strade. E la pura distruzione economica anche nelle città .


Quello che accade è che l'economia del paese è compromessa tanto in campagna come in città , perché molti messicani e messicane devono lasciare la loro Patria, la terra messicana, ed andare a cercarsi il lavoro in un altro paese, gli Stati Uniti, e lì non li trattano bene ma li sfruttano, li perseguitano, li disprezzano e perfino li ammazzano. Allora nel neoliberismo che c'impongono i malgoverni non è migliorata l'economia, al contrario, la campagna è piena di necessità  e nelle città  non c'è lavoro. Il Messico sta diventando un paese dove prima nascono e vivono, e poi muoiono, quelli che lavorano per la ricchezza degli stranieri, in particolare dei gringos ricchi. Per questo diciamo che il Messico è dominato dagli Stati Uniti.
Quello che accade è che l'economia del paese è compromessa tanto in campagna come in città, perché molti messicani e messicane devono lasciare la loro Patria, la terra messicana, ed andare a cercarsi il lavoro in un altro paese, gli Stati Uniti, e lì non li trattano bene ma li sfruttano, li perseguitano, li disprezzano e perfino li ammazzano. Allora nel neoliberismo che c'impongono i malgoverni non è migliorata l'economia, al contrario, la campagna è piena di necessità  e nelle città  non c'è lavoro. Il Messico sta diventando un paese dove prima nascono e vivono, e poi muoiono, quelli che lavorano per la ricchezza degli stranieri, in particolare dei gringos ricchi. Per questo diciamo che il Messico è dominato dagli Stati Uniti.


Bene, ma non succede solo questo, perché il neoliberismo ha cambiato anche la classe politica del Messico, cioè i politici, perché li ha fatti diventare come dei commessi di bottega che devono fare tutto il possibile per vendere tutto e a buon mercato. Avete visto che hanno già  cambiato le leggi per cancellare l'articolo 27 della Costituzione per vendere le terre ejidali e comunali. Quello fu Salinas de Gortari, e lui e le sue bande dissero che era per il bene della campagna e del contadino che così prosperava e viveva meglio. Ma è stato così? La campagna messicana sta peggio che mai ed i contadini sono più a terra che ai tempi di Porfirio Díaz. Ed hanno detto anche che privatizzeranno, cioè che venderanno agli stranieri le imprese dello Stato che servivano al benessere del popolo. Dato che non funzionano bene e si devono modernizzare, è meglio venderle. Ma, invece di migliorare, i diritti sociali conquistati nella rivoluzione del 1910 ora fanno pena... e rabbia. Ed hanno detto pure che bisogna aprire le frontiere per far entrare tutto il capitale straniero, che così si incoraggeranno gli impresari messicani a fare meglio le cose. Ma ora vediamo che non ci sono neanche più imprese nazionali, se le sono mangiate tutte gli stranieri, e quello che vendono è peggio di ciò che si faceva in Messico.
Bene, ma non succede solo questo, perché il neoliberismo ha cambiato anche la classe politica del Messico, cioè i politici, perché li ha fatti diventare come dei commessi di bottega che devono fare tutto il possibile per vendere tutto e a buon mercato. Avete visto che hanno già  cambiato le leggi per cancellare l'articolo 27 della Costituzione per vendere le terre ejidali e comunali. Quello fu Salinas de Gortari, e lui e le sue bande dissero che era per il bene della campagna e del contadino che così prosperava e viveva meglio. Ma è stato così? La campagna messicana sta peggio che mai ed i contadini sono più a terra che ai tempi di Porfirio Díaz. Ed hanno detto anche che privatizzeranno, cioè che venderanno agli stranieri le imprese dello Stato che servivano al benessere del popolo. Dato che non funzionano bene e si devono modernizzare, è meglio venderle. Ma, invece di migliorare, i diritti sociali conquistati nella rivoluzione del 1910 ora fanno pena... e rabbia. Ed hanno detto pure che bisogna aprire le frontiere per far entrare tutto il capitale straniero, che così si incoraggeranno gli impresari messicani a fare meglio le cose. Ma ora vediamo che non ci sono neanche più imprese nazionali, se le sono mangiate tutte gli stranieri, e quello che vendono è peggio di ciò che si faceva in Messico.
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E ci sono lavoratori della campagna, contadini, che si organizzano e fanno le loro marce e mobilitazioni per esigere crediti ed appoggi per l'agricoltura.
E ci sono lavoratori della campagna, contadini, che si organizzano e fanno le loro marce e mobilitazioni per esigere crediti ed appoggi per l'agricoltura.


E ci sono lavoratori della città  che non permettono che tolgano loro i diritti o che privatizzino il loro lavoro, ma protestano e manifestano affinché non tolgano loro quel poco che hanno ed affinché non tolgano al paese quello che è suo, come l'elettricità , il petrolio, la previdenza sociale, l'educazione.
E ci sono lavoratori della città  che non permettono che tolgano loro i diritti o che privatizzino il loro lavoro, ma protestano e manifestano affinché non tolgano loro quel poco che hanno ed affinché non tolgano al paese quello che è suo, come l'elettricità, il petrolio, la previdenza sociale, l'educazione.


E ci sono studenti che non permettono che si privatizzi l'educazione e lottano perché sia gratuita e popolare e scientifica, cioè che non si debba pagare perché tutte le persone possano imparare, e perché nelle scuole non s'insegnino cavolate.
E ci sono studenti che non permettono che si privatizzi l'educazione e lottano perché sia gratuita e popolare e scientifica, cioè che non si debba pagare perché tutte le persone possano imparare, e perché nelle scuole non s'insegnino cavolate.
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E ci sono sacerdoti e suore e quelli che si chiamano secolari, che non stanno con i ricchi né con i rassegnati alla preghiera, ma si organizzano per accompagnare le lotte del paese.
E ci sono sacerdoti e suore e quelli che si chiamano secolari, che non stanno con i ricchi né con i rassegnati alla preghiera, ma si organizzano per accompagnare le lotte del paese.


E ci sono quelli che si chiamano attivisti sociali che sono uomini e donne che hanno passato tutta la loro vita a lottare per il popolo sfruttato e sono gli stessi che hanno partecipato ai grandi scioperi ed alle azioni operaie, alle grandi mobilitazioni cittadine, nei grandi movimenti contadini e che hanno subito le grandi repressioni, e tutti, anche se alcuni hanno già  una certa età , proseguono senza arrendersi e vanno da una parte all'altra cercando la lotta, cercando l'organizzazione, cercando la giustizia, e si fanno organizzazioni di sinistra, organizzazioni non governative, organizzazioni dei diritti umani, organizzazioni di difesa dei prigionieri politici e di verità  sui desaparecidos, pubblicazioni di sinistra, organizzazioni di insegnanti o di studenti, cioè lotta sociale e perfino organizzazioni politico-militari, e semplicemente non se ne stanno tranquilli e sanno molto perché hanno visto molto e sentito e vissuto e lottato.
E ci sono quelli che si chiamano attivisti sociali che sono uomini e donne che hanno passato tutta la loro vita a lottare per il popolo sfruttato e sono gli stessi che hanno partecipato ai grandi scioperi ed alle azioni operaie, alle grandi mobilitazioni cittadine, nei grandi movimenti contadini e che hanno subito le grandi repressioni, e tutti, anche se alcuni hanno già  una certa età, proseguono senza arrendersi e vanno da una parte all'altra cercando la lotta, cercando l'organizzazione, cercando la giustizia, e si fanno organizzazioni di sinistra, organizzazioni non governative, organizzazioni dei diritti umani, organizzazioni di difesa dei prigionieri politici e di verità  sui desaparecidos, pubblicazioni di sinistra, organizzazioni di insegnanti o di studenti, cioè lotta sociale e perfino organizzazioni politico-militari, e semplicemente non se ne stanno tranquilli e sanno molto perché hanno visto molto e sentito e vissuto e lottato.


E così, in generale, noi vediamo che nel nostro paese che si chiama Messico, c'è molta gente che non lascia perdere, che non si arrende, che non si vende. Cioè che è degna. E questo ci dà  molta gioia ed allegria perché con tutta questa gente i neoliberisti non vinceranno tanto facilmente e forse si riuscirà  a salvare la nostra Patria dai grandi furti e dalle distruzioni che compiono. E pensiamo che forse il nostro "noi" potrebbe includere tutte queste ribellioni...  
E così, in generale, noi vediamo che nel nostro paese che si chiama Messico, c'è molta gente che non lascia perdere, che non si arrende, che non si vende. Cioè che è degna. E questo ci dà  molta gioia ed allegria perché con tutta questa gente i neoliberisti non vinceranno tanto facilmente e forse si riuscirà  a salvare la nostra Patria dai grandi furti e dalle distruzioni che compiono. E pensiamo che forse il nostro "noi" potrebbe includere tutte queste ribellioni...  
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L'EZLN mantiene ancora il suo impegno di insistere nella via della lotta politica con questa iniziativa pacifica che stiamo presentando. Pertanto, l'EZLN proseguirà  nel suo intendimento di non avere nessun tipo di relazione segreta con organizzazioni politico-militari nazionali o di altri paesi.
L'EZLN mantiene ancora il suo impegno di insistere nella via della lotta politica con questa iniziativa pacifica che stiamo presentando. Pertanto, l'EZLN proseguirà  nel suo intendimento di non avere nessun tipo di relazione segreta con organizzazioni politico-militari nazionali o di altri paesi.


L'EZLN riconferma il suo impegno di difendere, appoggiare ed obbedire alle comunità  indigene zapatiste che lo compongono e che sono il suo comando supremo, e, senza interferire nei loro processi democratici interni e nella misura delle sue possibilità , contribuire al rafforzamento della loro autonomia, buon governo e migliorare le loro condizioni di vita. Ovvero, quello che faremo in Messico e nel mondo, lo faremo senza armi, attraverso un movimento civile e pacifico, e senza trascurare né smettere di appoggiare le nostre comunità .
L'EZLN riconferma il suo impegno di difendere, appoggiare ed obbedire alle comunità  indigene zapatiste che lo compongono e che sono il suo comando supremo, e, senza interferire nei loro processi democratici interni e nella misura delle sue possibilità, contribuire al rafforzamento della loro autonomia, buon governo e migliorare le loro condizioni di vita. Ovvero, quello che faremo in Messico e nel mondo, lo faremo senza armi, attraverso un movimento civile e pacifico, e senza trascurare né smettere di appoggiare le nostre comunità .


Pertanto...
Pertanto...
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2. Andremo ad ascoltare e parlare direttamente, senza intermediari né mediazioni, con le persone semplici ed umili del popolo messicano e, secondo quanto ascolteremo ed impareremo, costruiremo insieme a queste persone che, come noi, sono umili e semplici, un programma nazionale di lotta, ma un programma che sia chiaramente di sinistra cioè anticapitalista e antineoliberista, cioè per la giustizia, la democrazia e la libertà  per il popolo messicano.
2. Andremo ad ascoltare e parlare direttamente, senza intermediari né mediazioni, con le persone semplici ed umili del popolo messicano e, secondo quanto ascolteremo ed impareremo, costruiremo insieme a queste persone che, come noi, sono umili e semplici, un programma nazionale di lotta, ma un programma che sia chiaramente di sinistra cioè anticapitalista e antineoliberista, cioè per la giustizia, la democrazia e la libertà  per il popolo messicano.


3. Cercheremo di costruire o ricostruire un'altro modo di fare politica, che ancora una volta abbia lo spirito di servire gli altri, senza interessi materiali, con sacrificio, con dedizione, con onestà , che rispetti la parola, per cui l'unico compenso sia la soddisfazione del dovere compiuto, cioè come prima facevano i militanti di sinistra che non si fermavano né con le botte, la prigione o la morte, tanto meno con banconote di dollaro.
3. Cercheremo di costruire o ricostruire un'altro modo di fare politica, che ancora una volta abbia lo spirito di servire gli altri, senza interessi materiali, con sacrificio, con dedizione, con onestà, che rispetti la parola, per cui l'unico compenso sia la soddisfazione del dovere compiuto, cioè come prima facevano i militanti di sinistra che non si fermavano né con le botte, la prigione o la morte, tanto meno con banconote di dollaro.


4. Inoltre, promuoveremo una lotta per chiedere una nuova Costituzione, cioè nuove leggi che prendano in considerazione le richieste del popolo messicano che sono: casa, terra, lavoro, cibo, salute, educazione, informazione, cultura, indipendenza, democrazia, giustizia, libertà  e pace. Una nuova Costituzione che riconosca i diritti e le libertà  del popolo, e difenda il debole di fronte al potente.
4. Inoltre, promuoveremo una lotta per chiedere una nuova Costituzione, cioè nuove leggi che prendano in considerazione le richieste del popolo messicano che sono: casa, terra, lavoro, cibo, salute, educazione, informazione, cultura, indipendenza, democrazia, giustizia, libertà  e pace. Una nuova Costituzione che riconosca i diritti e le libertà  del popolo, e difenda il debole di fronte al potente.
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Sì al rispetto reciproco dell'autonomia e indipendenza di organizzazione, delle proprie forme di lotta, del proprio metodo di organizzazione, dei propri processi interni di presa delle decisioni, delle proprie rappresentanze legittime, delle proprie aspirazioni e istanze; e sì ad un impegno chiaro di difesa congiunta e coordinata della sovranità  nazionale, con l'opposizione intransigente ai tentativi di privatizzazione dell'energia elettrica, del petrolio, dell'acqua e delle risorse naturali.
Sì al rispetto reciproco dell'autonomia e indipendenza di organizzazione, delle proprie forme di lotta, del proprio metodo di organizzazione, dei propri processi interni di presa delle decisioni, delle proprie rappresentanze legittime, delle proprie aspirazioni e istanze; e sì ad un impegno chiaro di difesa congiunta e coordinata della sovranità  nazionale, con l'opposizione intransigente ai tentativi di privatizzazione dell'energia elettrica, del petrolio, dell'acqua e delle risorse naturali.


Dunque, come si dice, invitiamo le organizzazioni politiche e sociali di sinistra che non sono registrate, le persone che rivendicano di essere di sinistra che non appartengono ai partiti politici, a riunirci a tempo, luogo e modo che proporremo a vostra opportunità , per organizzare una campagna nazionale, visitare tutti gli angoli possibili della nostra patria, per ascoltare ed organizzare la parola del nostro popolo. Quindi, è come una campagna, ma molto diversa perché non è elettorale.
Dunque, come si dice, invitiamo le organizzazioni politiche e sociali di sinistra che non sono registrate, le persone che rivendicano di essere di sinistra che non appartengono ai partiti politici, a riunirci a tempo, luogo e modo che proporremo a vostra opportunità, per organizzare una campagna nazionale, visitare tutti gli angoli possibili della nostra patria, per ascoltare ed organizzare la parola del nostro popolo. Quindi, è come una campagna, ma molto diversa perché non è elettorale.


Fratelli e sorelle:
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