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=== Le banche e lo Stato moderno === | === Le banche e lo Stato moderno === | ||
L'[[economia]] si riprese speditamente in tutta Europa nel ‘500, le politiche finanziarie dei monarchi erano molto esose e si dovevano per forza avvalere dei prestiti che concedevano loro le banche controllate da importanti famiglie di banchieri. Per esempio, i Fugger finanziavano la dinastia di Carlo V | L'[[economia]] si riprese speditamente in tutta Europa nel ‘500, le politiche finanziarie dei monarchi erano molto esose e si dovevano per forza avvalere dei prestiti che concedevano loro le banche controllate da importanti famiglie di banchieri. Per esempio, i Fugger finanziavano la dinastia di Carlo V d'Asburgo, ma quando questi dichiarò il fallimento (1607) <ref>[http://www.pbmstoria.it/unita/bancaborsa/lebancheilredispagna.php Le banche e il re di Spagna]</ref> anche la famiglia Fugger fece bancarotta. Fu l'estensione dei traffici commerciali e soprattutto la nascita dello [[Stato]] moderno (nel XVII secolo) a comportare il rafforzamento e l'evoluzione del sistema bancario nel modo in cui anche oggi viene concepito. Lo [[Stato]] moderno si prefiggeva politiche interne d'accentramento e consolidamento dei propri poteri ([[giustizia]], fisco, [[polizia]]), la creazione di eserciti professionali permanenti e una marina mercantile adeguata. In politica estera si svilupparono politiche guerrafondaie per poter prevalere e dominare in Europa. Queste politiche interne ed estere così ambiziose necessitavano ovviamente di molti denari, i quali venivano presi in prestito dalle banche private. Ecco quindi che lo [[Stato|Stato moderno]] si presenta immediatamente come strumento controllato dalle classi dominanti, che avevano tutto l'interesse a portare avanti politiche solo a loro vantaggiose ed estremamente dispendiose per la maggioranza del popolo. | ||
Proprio per fronteggiare gli esosi costi dello [[Stato]] moderno, nel ‘600 nacquero anche banche pubbliche (es. Banca di Amsterdam) o comunque in parte controllate dai governi. Così lo [[Stato]] garantiva i depositi e si garantiva anche una buona reperibilità di fondi. Nel [[1694]] il Parlamento inglese creò la Banca | Proprio per fronteggiare gli esosi costi dello [[Stato]] moderno, nel ‘600 nacquero anche banche pubbliche (es. Banca di Amsterdam) o comunque in parte controllate dai governi. Così lo [[Stato]] garantiva i depositi e si garantiva anche una buona reperibilità di fondi. Nel [[1694]] il Parlamento inglese creò la Banca d'Inghilterra, che aveva i seguenti poteri: raccogliere finanziamenti da investire, comprare e vendere oro e argento e soprattutto battere moneta, compresi biglietti a vista (banconote). Questo suo monopolio era però sotto il controllo del Parlamento. | ||
La Banca d'Inghilterra, come la Banca di [[Francia]] e [[Germania]], non fu inizialmente, come solitamente si dice, una vera e propria banca di stato o della corona, ma fu fondata da un gruppo di ricchi artigiani, mercanti e aristocratici guidati da Sir William Paterson nel [[1694]]. La banca era più o meno posta sotto il controllo del Parlamento inglese. Nazionalizzata il [[1° marzo]] [[1946]] come conseguenza della Seconda Guerra Mondiale, la Banca d'Inghilterra nacque per fornire credito allo stato, il quale pagava interessi troppo alti, dal 12 al 20%, ai ricchi mercanti della Compagnia delle Indie Orientali. Le politiche del governo erano indirizzate a favorire gli interessi dei mercanti stessi che gli prestavano soldi ad interessi esorbitanti, per questo fu necessario avere una banca che gli garantisse fondi facilmente reperibili: | La Banca d'Inghilterra, come la Banca di [[Francia]] e [[Germania]], non fu inizialmente, come solitamente si dice, una vera e propria banca di stato o della corona, ma fu fondata da un gruppo di ricchi artigiani, mercanti e aristocratici guidati da Sir William Paterson nel [[1694]]. La banca era più o meno posta sotto il controllo del Parlamento inglese. Nazionalizzata il [[1° marzo]] [[1946]] come conseguenza della Seconda Guerra Mondiale, la Banca d'Inghilterra nacque per fornire credito allo stato, il quale pagava interessi troppo alti, dal 12 al 20%, ai ricchi mercanti della Compagnia delle Indie Orientali. Le politiche del governo erano indirizzate a favorire gli interessi dei mercanti stessi che gli prestavano soldi ad interessi esorbitanti, per questo fu necessario avere una banca che gli garantisse fondi facilmente reperibili: |