Medicina sociale: differenze tra le versioni

m
Sostituzione testo - "aecc." con "a ecc."
Nessun oggetto della modifica
m (Sostituzione testo - "aecc." con "a ecc.")
Riga 254: Riga 254:
: «La povertà è il sintomo e la schiavitù è la malattia». ([[Isaac Puente|Isaac Puente Amestoy]])
: «La povertà è il sintomo e la schiavitù è la malattia». ([[Isaac Puente|Isaac Puente Amestoy]])


: «La guerra e la medicina, la violenza e la malattia, la morte venuta da dentro o da fuori: ecco i limiti che sembrano assoluti nella nostra attuale esistenza. Abbiamo anche paura degli altri e del nostro corpo. Ecco perché mettiamo la nostra fiducia tra le mani degli specialisti e degli scienziati. Così come noi siamo divenuti incapaci di comprendere i segnali che ci lancia il nostro corpo (dolori, malattie e tutti i sintomi possibili) così la medicina è rimasta una delle ultime scienze di cui la legittimazione è rimasta più o meno intatta. La maggior parte di ogni salto tecnologico, al di là che le sue conseguenze siano o no catastrofiche, è stato giustificato dalle possibilità di un suo uso medico (energia nucleare, chimica, aeronautica, programmi spaziali ecc.). La vita è considerata un valore assoluto, indipendentemente dall'ideologia e la cultura. Anche il regime politico più brutale e totalitario guadagna consensi se è capace di aumentare la durata media di vita. Per molto tempo non saremo più capaci di comprendere il nostro corpo e di preoccuparci di ciò che è alla base della nostra identità culturale, noi dipendiamo dalla dittatura medica e da una classe di religiosi che può definire praticamente tutti gli aspetti della nostra vita. Primi fra tutte le istituzioni, gli ospedali sono i più totalitari e gerarchici. Se la vita (nella sua accezione bio-medica), fosse il principale valore, dovremmo possedere un immenso complesso medico, delle attrezzature per le cure intensive in ogni casa, delle banche di organi artificiali, delle macchine per prolungare la vitaecc. Questi sforzi a carattere industriale rischiano di occupare tutta la nostra energia e tutto il nostro tempo, rischiamo di diventare gli schiavi di una sopravvivenza ideale. La cultura è anche una maniera di occuparsi della morte. Costruire piramidi piuttosto che ospedali, gli egiziani non erano tutto sommato così pazzi. I cimiteri, i mausolei per gli avi, i funerali non sono altro che uno spreco di materiale ed energia: salvano delle vite (contro l'industria della vita). Se non saremo tutti capaci di accettare la morte, in un modo o nell'altro continueremo ad uccidere e ad essere uccisi». ([[P.M.]], [http://www.lyber-eclat.net/lyber/bolo/bete.html BETE] in «Bolo'Bolo»)
: «La guerra e la medicina, la violenza e la malattia, la morte venuta da dentro o da fuori: ecco i limiti che sembrano assoluti nella nostra attuale esistenza. Abbiamo anche paura degli altri e del nostro corpo. Ecco perché mettiamo la nostra fiducia tra le mani degli specialisti e degli scienziati. Così come noi siamo divenuti incapaci di comprendere i segnali che ci lancia il nostro corpo (dolori, malattie e tutti i sintomi possibili) così la medicina è rimasta una delle ultime scienze di cui la legittimazione è rimasta più o meno intatta. La maggior parte di ogni salto tecnologico, al di là che le sue conseguenze siano o no catastrofiche, è stato giustificato dalle possibilità di un suo uso medico (energia nucleare, chimica, aeronautica, programmi spaziali ecc.). La vita è considerata un valore assoluto, indipendentemente dall'ideologia e la cultura. Anche il regime politico più brutale e totalitario guadagna consensi se è capace di aumentare la durata media di vita. Per molto tempo non saremo più capaci di comprendere il nostro corpo e di preoccuparci di ciò che è alla base della nostra identità culturale, noi dipendiamo dalla dittatura medica e da una classe di religiosi che può definire praticamente tutti gli aspetti della nostra vita. Primi fra tutte le istituzioni, gli ospedali sono i più totalitari e gerarchici. Se la vita (nella sua accezione bio-medica), fosse il principale valore, dovremmo possedere un immenso complesso medico, delle attrezzature per le cure intensive in ogni casa, delle banche di organi artificiali, delle macchine per prolungare la vita ecc. Questi sforzi a carattere industriale rischiano di occupare tutta la nostra energia e tutto il nostro tempo, rischiamo di diventare gli schiavi di una sopravvivenza ideale. La cultura è anche una maniera di occuparsi della morte. Costruire piramidi piuttosto che ospedali, gli egiziani non erano tutto sommato così pazzi. I cimiteri, i mausolei per gli avi, i funerali non sono altro che uno spreco di materiale ed energia: salvano delle vite (contro l'industria della vita). Se non saremo tutti capaci di accettare la morte, in un modo o nell'altro continueremo ad uccidere e ad essere uccisi». ([[P.M.]], [http://www.lyber-eclat.net/lyber/bolo/bete.html BETE] in «Bolo'Bolo»)


==Note==
==Note==
64 369

contributi