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e i preti per giunta ci mandano all'inferno. | e i preti per giunta ci mandano all'inferno. | ||
Statemi a sentire, Beppe, voi che siete lavoratore e che non avete mai succhiato il sangue del vostro simile. I veri birbanti, la gente senza onore sono quelli che vivono di prepotenza, quelli che si sono impadroniti di tutto ciò che sta sotto il sole, e che, a forza di patimenti, hanno ridotto il popolo allo stato di un gregge di montoni che si lascia tranquillamente tosare e scannare. E voi vi mettete, coi signori per darci addosso?! Non basta che essi abbiano dalla loro il governo, il quale, essendo fatto dai signori e pei signori, non può non appoggiarli; bisogna dunque che i nostri stessi fratelli, i lavoratori, i poveri, si scaglino contro di noi perché vogliamo ch'essi abbiano pane e libertà . | Statemi a sentire, Beppe, voi che siete lavoratore e che non avete mai succhiato il sangue del vostro simile. I veri birbanti, la gente senza onore sono quelli che vivono di prepotenza, quelli che si sono impadroniti di tutto ciò che sta sotto il sole, e che, a forza di patimenti, hanno ridotto il popolo allo stato di un gregge di montoni che si lascia tranquillamente tosare e scannare. E voi vi mettete, coi signori per darci addosso?! Non basta che essi abbiano dalla loro il governo, il quale, essendo fatto dai signori e pei signori, non può non appoggiarli; bisogna dunque che i nostri stessi fratelli, i lavoratori, i poveri, si scaglino contro di noi perché vogliamo ch'essi abbiano pane e libertà . | ||
Ah, se la miseria, l'ignoranza forzata, l'abito contratto in secoli di schiavitù, non spiegassero questo fatto doloroso, io direi che sono senza onore e senza dignità quei poveri che fanno da puntello agli oppressori dell'umanità , e non già noi, che mettiamo a repentaglio questo misero tozzo di pane e questo straccio di libertà , per cercare di giungere al punto che tutti stiano bene. | Ah, se la miseria, l'ignoranza forzata, l'abito contratto in secoli di schiavitù, non spiegassero questo fatto doloroso, io direi che sono senza onore e senza dignità quei poveri che fanno da puntello agli oppressori dell'umanità, e non già noi, che mettiamo a repentaglio questo misero tozzo di pane e questo straccio di libertà, per cercare di giungere al punto che tutti stiano bene. | ||
'''Beppe''' - Sì, sì, belle cose codeste; ma senza il timor di Dio non si fa niente di buono. Tu non me la dai ad intendere: ho inteso parlare quel santo uomo del nostro parroco il quale dice che tu e i tuoi compagni siete un branco di scomunicati; ho inteso il Sor Antonio, che è stato agli studi e che legge sempre i giornali, ed anche lui dice che voialtri siete o matti o birbanti, che vorreste mangiare e bere senza far niente, e che invece di fare il bene dei lavoratori, impedite ai signori di accomodare le cose meglio che si può. | '''Beppe''' - Sì, sì, belle cose codeste; ma senza il timor di Dio non si fa niente di buono. Tu non me la dai ad intendere: ho inteso parlare quel santo uomo del nostro parroco il quale dice che tu e i tuoi compagni siete un branco di scomunicati; ho inteso il Sor Antonio, che è stato agli studi e che legge sempre i giornali, ed anche lui dice che voialtri siete o matti o birbanti, che vorreste mangiare e bere senza far niente, e che invece di fare il bene dei lavoratori, impedite ai signori di accomodare le cose meglio che si può. | ||
'''Giorgio''' - Beppe, se vogliamo ragionare, lasciamo in pace Dio e i Santi; perché, vedete, il nome di Dio serve come pretesto e comodino per tutti quelli che vogliono ingannare ed opprimere i loro simili. I re dicono che Dio ha dato loro il diritto di regnare, e quando due re si contendono un paese, tutti e due pretendono di essere inviati da Dio. Dio poi dà sempre ragione a colui che ha più soldati ed armi migliori. Il proprietario, lo strozzino, l'incettatore, tutti parlano di Dio; e rappresentanti di Dio si dicono il prete cattolico, il protestante, l'ebreo, | '''Giorgio''' - Beppe, se vogliamo ragionare, lasciamo in pace Dio e i Santi; perché, vedete, il nome di Dio serve come pretesto e comodino per tutti quelli che vogliono ingannare ed opprimere i loro simili. I re dicono che Dio ha dato loro il diritto di regnare, e quando due re si contendono un paese, tutti e due pretendono di essere inviati da Dio. Dio poi dà sempre ragione a colui che ha più soldati ed armi migliori. Il proprietario, lo strozzino, l'incettatore, tutti parlano di Dio; e rappresentanti di Dio si dicono il prete cattolico, il protestante, l'ebreo, | ||
il turco, ed in nome di Dio si fanno la guerra, e cercano ciascuno di tirare l'acqua al suo mulino. Del povero non s'incarica nessuno. A sentirli, Dio avrebbe dato ogni cosa a loro, ed avrebbe condannato noialtri soli alla miseria ed al lavoro. Ad essi il paradiso di questo mondo e nell'altro; a noi l'inferno su questa terra, ed il paradiso soltanto nel mondo di là , se saremo stati schiavi sommessi... e se ci avanza posto. | il turco, ed in nome di Dio si fanno la guerra, e cercano ciascuno di tirare l'acqua al suo mulino. Del povero non s'incarica nessuno. A sentirli, Dio avrebbe dato ogni cosa a loro, ed avrebbe condannato noialtri soli alla miseria ed al lavoro. Ad essi il paradiso di questo mondo e nell'altro; a noi l'inferno su questa terra, ed il paradiso soltanto nel mondo di là, se saremo stati schiavi sommessi... e se ci avanza posto. | ||
Sentite, Beppe: in affari di coscienza io non ci voglio entrare, ed ognuno è libero di pensare come vuole. Per conto mio, a Dio ed a tutte le storie che ci contano ai preti non ci credo, perché chi le conta ci trova un po'troppo interesse; e perché ci sono tante religioni, i cui preti pretendono di essere essi che dicono la verità , e prove non ne dà nessuno. Anche io potrei inventare un mondo di fandonie e dire che chi non mi crede e non mi obbedisce sarà condannato al fuoco eterno. Voi mi trattereste da impostore; ma se io pigliassi un bambino e | Sentite, Beppe: in affari di coscienza io non ci voglio entrare, ed ognuno è libero di pensare come vuole. Per conto mio, a Dio ed a tutte le storie che ci contano ai preti non ci credo, perché chi le conta ci trova un po'troppo interesse; e perché ci sono tante religioni, i cui preti pretendono di essere essi che dicono la verità, e prove non ne dà nessuno. Anche io potrei inventare un mondo di fandonie e dire che chi non mi crede e non mi obbedisce sarà condannato al fuoco eterno. Voi mi trattereste da impostore; ma se io pigliassi un bambino e | ||
gli dicessi sempre la stessa cosa senza che nessuno gli dicesse mai il contrario, fatto grande egli crederebbe a me, tale e quale come voi credete al parroco. | gli dicessi sempre la stessa cosa senza che nessuno gli dicesse mai il contrario, fatto grande egli crederebbe a me, tale e quale come voi credete al parroco. | ||
Ma, insomma voi siete libero di credere come vi pare, però non venite a raccontarmi che Dio vuole che voi lavoriate e soffriate la fame, che i vostri figli debbano venir su stentati e malaticci per mancanza di pane e di cure, e che le vostre figlie debbano essere esposte a diventar le drude del vostro profumato padroncino, perché allora io direi che il vostro Dio è un assassino. | Ma, insomma voi siete libero di credere come vi pare, però non venite a raccontarmi che Dio vuole che voi lavoriate e soffriate la fame, che i vostri figli debbano venir su stentati e malaticci per mancanza di pane e di cure, e che le vostre figlie debbano essere esposte a diventar le drude del vostro profumato padroncino, perché allora io direi che il vostro Dio è un assassino. | ||
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'''Beppe''' - Se si sono presa la roba per prepotenza, allora nò. Ma i signori dicono che le loro ricchezze sono il frutto del lavoro, e non mi pare che stia bene il levare a uno quello che ha prodotto colle sue fatiche. | '''Beppe''' - Se si sono presa la roba per prepotenza, allora nò. Ma i signori dicono che le loro ricchezze sono il frutto del lavoro, e non mi pare che stia bene il levare a uno quello che ha prodotto colle sue fatiche. | ||
'''Giorgio''' - E già , la solita storia! Quelli che non lavorano e che non hanno mai lavorato, parlano sempre in nome del lavoro. | '''Giorgio''' - E già, la solita storia! Quelli che non lavorano e che non hanno mai lavorato, parlano sempre in nome del lavoro. | ||
Ora, ditemi voi come si fa a produrre e chi ha prodotto la terra, i metalli, il carbon fossile, le pietre e | Ora, ditemi voi come si fa a produrre e chi ha prodotto la terra, i metalli, il carbon fossile, le pietre e | ||
cose simili. Queste cose, o che l'abbia fatte Dio o che ci siano per opera spontanea della natura, è certo che tutti, venendo al mondo, ce le abbiamo trovate; dunque dovrebbero servire a tutti. Che direste voi ‘e i signori si volessero impadronire dell'aria per servirsene essi, e darne a noi soltanto un pochino e della più puzzolente, facendocela pagare con stenti e sudori? E la sola differenza tra la terra e l'aria è che per la terra hanno trovato il modo d'impossessarsene e dividersela tra di loro, e per l'aria no; che se ne trovassero il mezzo, farebbero dell'aria quello che hanno fatto colla terra. | cose simili. Queste cose, o che l'abbia fatte Dio o che ci siano per opera spontanea della natura, è certo che tutti, venendo al mondo, ce le abbiamo trovate; dunque dovrebbero servire a tutti. Che direste voi ‘e i signori si volessero impadronire dell'aria per servirsene essi, e darne a noi soltanto un pochino e della più puzzolente, facendocela pagare con stenti e sudori? E la sola differenza tra la terra e l'aria è che per la terra hanno trovato il modo d'impossessarsene e dividersela tra di loro, e per l'aria no; che se ne trovassero il mezzo, farebbero dell'aria quello che hanno fatto colla terra. | ||
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'''Beppe''' - Ma allora, quando non vi fossero più signori, come si farebbe a campare? Chi ci darebbe da lavorare? | '''Beppe''' - Ma allora, quando non vi fossero più signori, come si farebbe a campare? Chi ci darebbe da lavorare? | ||
'''Giorgio''' - Pare impossibile! Come! voi lo vedete tutti i giorni; siete voi che zappate, che seminate, che falciate, che battete e portate il frumento nel granaio, siete voi che fate il vino, l'olio, il formaggio e mi domandate come fareste a campare senza signori? Domandate piuttosto come farebbero a campare i signori se non vi fossimo noi poveri imbecilli, lavoranti di campagna e di città , che pensiamo a nutrirli, e a vestirli e... somministriamo loro le nostre figlie, perché possano divertirsi! | '''Giorgio''' - Pare impossibile! Come! voi lo vedete tutti i giorni; siete voi che zappate, che seminate, che falciate, che battete e portate il frumento nel granaio, siete voi che fate il vino, l'olio, il formaggio e mi domandate come fareste a campare senza signori? Domandate piuttosto come farebbero a campare i signori se non vi fossimo noi poveri imbecilli, lavoranti di campagna e di città, che pensiamo a nutrirli, e a vestirli e... somministriamo loro le nostre figlie, perché possano divertirsi! | ||
Poco fa, volevate ringraziare i padroni perché vi danno da vivere. Non capite che sono essi che campano sulle nostre fatiche e che ogni pezzo di pane che essi mettono in bocca, è tolto ai nostri figliuoli? Che ogni regalo che essi fanno alle loro donne, rappresenta la miseria, la fame, il freddo, forse la prostituzione delle donne nostre? | Poco fa, volevate ringraziare i padroni perché vi danno da vivere. Non capite che sono essi che campano sulle nostre fatiche e che ogni pezzo di pane che essi mettono in bocca, è tolto ai nostri figliuoli? Che ogni regalo che essi fanno alle loro donne, rappresenta la miseria, la fame, il freddo, forse la prostituzione delle donne nostre? | ||
Che cosa producono i signori? Niente. Dunque tutto quello che consumano è tolto ai lavoranti. | Che cosa producono i signori? Niente. Dunque tutto quello che consumano è tolto ai lavoranti. | ||
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'''Giorgio''' - Eppure non è difficile; noi vogliamo mettere tutto in comune. | '''Giorgio''' - Eppure non è difficile; noi vogliamo mettere tutto in comune. | ||
Noi partiamo da questo principio che tutti quanti debbono lavorare e tutti debbono stare il meglio che si può. A questo mondo senza lavorare non si può vivere: perciò se uno non lavorasse, dovrebbe vivere sopra il lavoro degli altri, il che è ingiusto ed è dannoso. Si capisce che quando dico che che tutti debbono lavorare, intendo tutti quelli che possono e per quanto possono. Gli storpi, gl'impotenti, i vecchi, debbono essere mantenuti dalla società , perché è dovere d'umanità di non far soffrire nessuno; e poi, vecchi diventeremo tutti, e storpi o impotenti possiamo diventare da un momento all'altro, tanto noi quanto i nostri più cari. | Noi partiamo da questo principio che tutti quanti debbono lavorare e tutti debbono stare il meglio che si può. A questo mondo senza lavorare non si può vivere: perciò se uno non lavorasse, dovrebbe vivere sopra il lavoro degli altri, il che è ingiusto ed è dannoso. Si capisce che quando dico che che tutti debbono lavorare, intendo tutti quelli che possono e per quanto possono. Gli storpi, gl'impotenti, i vecchi, debbono essere mantenuti dalla società, perché è dovere d'umanità di non far soffrire nessuno; e poi, vecchi diventeremo tutti, e storpi o impotenti possiamo diventare da un momento all'altro, tanto noi quanto i nostri più cari. | ||
Ora, se voi riflettete bene, vedrete che tutte le ricchezze cioè tutto ciò che esiste di utile all'uomo si può dividere in due parti. Una parte, che comprende la terra, le macchine e tutti gli strumenti da lavoro, il ferro, il legno, le pietre, i mezzi di trasporto, ecc. è indispensabile per lavorare e deve essere messa in comune, per servire a tutti come strumento e materia da lavoro. In quanto al modo di lavorare poi, è una cosa che si vedrà . Il meglio sarebbe lavorare in comune, perché così con meno fatica si produce di più: anzi è certo che il lavoro in comune sarà abbracciato dappertutto, perché per lavorare ognuno da sè bisognerebbe rinunziare all'aiuto delle macchine, che riducono il lavoro a cosa piacevole e leggera, e perché, quando gli uomini non avranno più bisogno di strapparsi il pane di bocca, non staranno più come cani e gatti, e troveranno piacere a stare insieme e a fare le cose in comune. In ogni modo, anche se in qualche posto la gente volesse lavorare isolatamente, padronissima. L'essenziale è che nessuno viva senza lavorare, obbligando gli altri a lavorare per suo conto, questo non potrebbe più avvenire perché, ognuno avendo diritto a ciò che serve per lavorare, nessuno certamente vorrebbe lavorare per conto altrui. | Ora, se voi riflettete bene, vedrete che tutte le ricchezze cioè tutto ciò che esiste di utile all'uomo si può dividere in due parti. Una parte, che comprende la terra, le macchine e tutti gli strumenti da lavoro, il ferro, il legno, le pietre, i mezzi di trasporto, ecc. è indispensabile per lavorare e deve essere messa in comune, per servire a tutti come strumento e materia da lavoro. In quanto al modo di lavorare poi, è una cosa che si vedrà . Il meglio sarebbe lavorare in comune, perché così con meno fatica si produce di più: anzi è certo che il lavoro in comune sarà abbracciato dappertutto, perché per lavorare ognuno da sè bisognerebbe rinunziare all'aiuto delle macchine, che riducono il lavoro a cosa piacevole e leggera, e perché, quando gli uomini non avranno più bisogno di strapparsi il pane di bocca, non staranno più come cani e gatti, e troveranno piacere a stare insieme e a fare le cose in comune. In ogni modo, anche se in qualche posto la gente volesse lavorare isolatamente, padronissima. L'essenziale è che nessuno viva senza lavorare, obbligando gli altri a lavorare per suo conto, questo non potrebbe più avvenire perché, ognuno avendo diritto a ciò che serve per lavorare, nessuno certamente vorrebbe lavorare per conto altrui. | ||
L'altra parte comprende le cose che servono direttamente al consumo dell'uomo come alimenti, vestiti e case. Di esse, quelle che già ci sono, debbono senz'altro essere messe m comune e distribuite in modo che si possa andare fino alla nuova raccolta, e aspettare che l'industria abbia nuovi prodotti. | L'altra parte comprende le cose che servono direttamente al consumo dell'uomo come alimenti, vestiti e case. Di esse, quelle che già ci sono, debbono senz'altro essere messe m comune e distribuite in modo che si possa andare fino alla nuova raccolta, e aspettare che l'industria abbia nuovi prodotti. | ||
Quelle cose poi che saran prodotte dopo la rivoluzione, quando non vi saranno più padroni oziosi che vivono sulle fatiche di lavoranti affamati, si distribuiranno secondo la volontà dei lavoratori di ciascun paese. Se questi vorranno lavorare in comune e mettere ogni cosa in comune sarà il meglio: allora si cercherà di regolare la produzione in modo da assicurare a tutti il massimo godimento possibile, e tutto è detto. | Quelle cose poi che saran prodotte dopo la rivoluzione, quando non vi saranno più padroni oziosi che vivono sulle fatiche di lavoranti affamati, si distribuiranno secondo la volontà dei lavoratori di ciascun paese. Se questi vorranno lavorare in comune e mettere ogni cosa in comune sarà il meglio: allora si cercherà di regolare la produzione in modo da assicurare a tutti il massimo godimento possibile, e tutto è detto. | ||
Se no, si terrà conto di quello che ciascuno avrà prodotto, perché ciascuno possa prendere la quantità di oggetti equivalente al suo prodotto. È un calcolo abbastanza difficile, ch'io credo anzi addirittura impossibile, ma ciò vuoi dire che quando si vedranno le difficoltà della distribuzione proporzionale, si accetterà più facilmente l'idea di mettere tutto in comune. | Se no, si terrà conto di quello che ciascuno avrà prodotto, perché ciascuno possa prendere la quantità di oggetti equivalente al suo prodotto. È un calcolo abbastanza difficile, ch'io credo anzi addirittura impossibile, ma ciò vuoi dire che quando si vedranno le difficoltà della distribuzione proporzionale, si accetterà più facilmente l'idea di mettere tutto in comune. | ||
In ogni modo, bisognerà che le cose di prima necessità , come pane, case, acqua e cose simili, siano assicurate a tutti, indipendentemente dalla quantità di lavoro che ciascuno può fornire. Qualunque sia l'organizzazione adottata, l'eredità non dovrà esistere più perché non è giusto che uno trovi, nascendo, tutti gli agi, e l'altro la fame e gli stenti, che uno nasca ricco e l'altro povero; e anche se si accettasse l'idea che ognuno è padrone di quello che ha prodotto e che quindi può fare delle economie per suo conto personale, alla sua morte tutte le sue economie ritornerebbero alla massa comune... | In ogni modo, bisognerà che le cose di prima necessità, come pane, case, acqua e cose simili, siano assicurate a tutti, indipendentemente dalla quantità di lavoro che ciascuno può fornire. Qualunque sia l'organizzazione adottata, l'eredità non dovrà esistere più perché non è giusto che uno trovi, nascendo, tutti gli agi, e l'altro la fame e gli stenti, che uno nasca ricco e l'altro povero; e anche se si accettasse l'idea che ognuno è padrone di quello che ha prodotto e che quindi può fare delle economie per suo conto personale, alla sua morte tutte le sue economie ritornerebbero alla massa comune... | ||
I fanciulli intanto dovranno essere allevati ed istruiti a spese di tutti, in modo da procurar loro il massimo sviluppo e la massima capacità possibile. | I fanciulli intanto dovranno essere allevati ed istruiti a spese di tutti, in modo da procurar loro il massimo sviluppo e la massima capacità possibile. | ||
Senza questo non vi sarebbe nè giustizia, nè uguaglianza e sarebbe violato il principio del diritto di ciascuno agli strumenti di lavoro, poichè l'istruzione e la forza fisica e morale sono veri strumenti di lavoro: ed il dare a tutti la terra e le macchine sarebbe una cosa ben insufficiente, se non si cercasse di mettere tutti in grado di servirsene il meglio possibile. | Senza questo non vi sarebbe nè giustizia, nè uguaglianza e sarebbe violato il principio del diritto di ciascuno agli strumenti di lavoro, poichè l'istruzione e la forza fisica e morale sono veri strumenti di lavoro: ed il dare a tutti la terra e le macchine sarebbe una cosa ben insufficiente, se non si cercasse di mettere tutti in grado di servirsene il meglio possibile. | ||
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Oggi stesso, meno rare eccezioni, tutti sentono una ripugnanza indicibile, come istintiva, per il mestiere di spia e per quello di ruffiano. Eppure, facendo questi abbietti mestieri si guadagna assai di più che a zappare la terra, si lavora poco o punto, e si è, più o meno direttamente protetti dalle autorità ! Ma sono mestieri infami perché segno di profonda abbiezione morale e perché non producono che dolori e mali; e quasi tutti preferiscono la | Oggi stesso, meno rare eccezioni, tutti sentono una ripugnanza indicibile, come istintiva, per il mestiere di spia e per quello di ruffiano. Eppure, facendo questi abbietti mestieri si guadagna assai di più che a zappare la terra, si lavora poco o punto, e si è, più o meno direttamente protetti dalle autorità ! Ma sono mestieri infami perché segno di profonda abbiezione morale e perché non producono che dolori e mali; e quasi tutti preferiscono la | ||
miseria all'infamia. Vi sono bensì delle eccezioni, vi sono degli uomini deboli e corrotti che preferiscono l'infamia, ma si tratta sempre di scegliere tra l'infamia e la miseria. Ma chi mai sceglierebbe una vita infame e travagliata quando lavorando, avesse assicurato il benessere e la pubblica stima? Se questo fatto si producesse, sarebbe tanto contrario all'indole normale dell'uomo, che si dovrebbe considerare e trattare come una caso di pazzia qualunque. | miseria all'infamia. Vi sono bensì delle eccezioni, vi sono degli uomini deboli e corrotti che preferiscono l'infamia, ma si tratta sempre di scegliere tra l'infamia e la miseria. Ma chi mai sceglierebbe una vita infame e travagliata quando lavorando, avesse assicurato il benessere e la pubblica stima? Se questo fatto si producesse, sarebbe tanto contrario all'indole normale dell'uomo, che si dovrebbe considerare e trattare come una caso di pazzia qualunque. | ||
E non dubitate, no: la pubblica riprovazione contro l'ozio non mancherebbe di certo, perché il lavoro è il primo bisogno di una società , e l'ozioso non solo farebbe del male a tutti, vivendo sul prodotto altrui senza contribuirvi coll'opera sua, ma romperebbe l'armonia della nuova società e sarebbe l'elemento di un partito di malcontenti che potrebbe desiderar il ritorno al passato. Le collettività sono come gli individui; amano ed onorano ciò che è, o credono utile, odiano e disprezzano ciò che sanno o credono dannoso; possono ingannarsi, e s'ingannano anche troppo spesso: nel caso nostro l'errore non è possibile, perché è troppo evidente che chi non lavora, mangia e beve a spese degli altri, e fa danno a tutti. | E non dubitate, no: la pubblica riprovazione contro l'ozio non mancherebbe di certo, perché il lavoro è il primo bisogno di una società, e l'ozioso non solo farebbe del male a tutti, vivendo sul prodotto altrui senza contribuirvi coll'opera sua, ma romperebbe l'armonia della nuova società e sarebbe l'elemento di un partito di malcontenti che potrebbe desiderar il ritorno al passato. Le collettività sono come gli individui; amano ed onorano ciò che è, o credono utile, odiano e disprezzano ciò che sanno o credono dannoso; possono ingannarsi, e s'ingannano anche troppo spesso: nel caso nostro l'errore non è possibile, perché è troppo evidente che chi non lavora, mangia e beve a spese degli altri, e fa danno a tutti. | ||
Fate la prova a mettervi in società con altri per fare un lavoro in comune e dividervene il prodotto in parti eguali; voi usereste dei riguardi al debole ed all'incapace, ma allo svogliato fareste la vita talmente dura che, o vi lascerebbe o si farebbe venir voglia di lavorare. Così avverrà nella grande società , fino a quando la svogliatezza di alcuni potrà produrre un danno sensibile. | Fate la prova a mettervi in società con altri per fare un lavoro in comune e dividervene il prodotto in parti eguali; voi usereste dei riguardi al debole ed all'incapace, ma allo svogliato fareste la vita talmente dura che, o vi lascerebbe o si farebbe venir voglia di lavorare. Così avverrà nella grande società, fino a quando la svogliatezza di alcuni potrà produrre un danno sensibile. | ||
E poi, alla fin dei conti, quando non si potesse andare innanzi a causa di quelli che non vogliono lavorare, cosa ch'io credo impossibile, il rimedio sarebbe bello e trovato: si espellerebbero dalla comunanza e così, ridotti ad avere solo il diritto alla materia prima ed agli strumenti del lavoro, sarebbero costretti a lavorare, se volessero vivere. | E poi, alla fin dei conti, quando non si potesse andare innanzi a causa di quelli che non vogliono lavorare, cosa ch'io credo impossibile, il rimedio sarebbe bello e trovato: si espellerebbero dalla comunanza e così, ridotti ad avere solo il diritto alla materia prima ed agli strumenti del lavoro, sarebbero costretti a lavorare, se volessero vivere. | ||
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Oggi preferiamo un mestiere ad un altro non già perché esso sia più o meno adatto alle nostre facoltà più o meno corrispondente alle nostre inclinazioni, ma perché ci è più facile apprenderlo, perché guadagniamo e speriamo di guadagnare di più, perché speriamo trovarvi più facilmente lavoro, ed in linea secondaria soltanto, perché quel dato lavoro può essere meno pesante in un altro. Soprattutto poi la scelta ci è imposta dalla nascita, dal caso e dai pregiudizi sociali. | Oggi preferiamo un mestiere ad un altro non già perché esso sia più o meno adatto alle nostre facoltà più o meno corrispondente alle nostre inclinazioni, ma perché ci è più facile apprenderlo, perché guadagniamo e speriamo di guadagnare di più, perché speriamo trovarvi più facilmente lavoro, ed in linea secondaria soltanto, perché quel dato lavoro può essere meno pesante in un altro. Soprattutto poi la scelta ci è imposta dalla nascita, dal caso e dai pregiudizi sociali. | ||
Per esempio, il mestiere di zappatore, un mestiere al quale oggi nessun cittadino si piegherebbe, nemmeno quelli che soffrono la miseria. Eppure l'agricoltura non ha niente di ripugnante in sè, nè la vita dei campi è priva di piaceri. Al contrario, se tu leggi i poeti li trovi tutti pieni di entusiasmo per la vita campestre. Ma la verità è che i poeti, che stampano libri, la terra non l'hanno zappata mai, e quelli che la zappano davvero si ammazzano di fatica, muoiono di fame, vivono peggio delle bestie, e sono calcolati come gente da nulla, tanto che | Per esempio, il mestiere di zappatore, un mestiere al quale oggi nessun cittadino si piegherebbe, nemmeno quelli che soffrono la miseria. Eppure l'agricoltura non ha niente di ripugnante in sè, nè la vita dei campi è priva di piaceri. Al contrario, se tu leggi i poeti li trovi tutti pieni di entusiasmo per la vita campestre. Ma la verità è che i poeti, che stampano libri, la terra non l'hanno zappata mai, e quelli che la zappano davvero si ammazzano di fatica, muoiono di fame, vivono peggio delle bestie, e sono calcolati come gente da nulla, tanto che | ||
l'ultimo vagabondo di città , si stima offeso a sentirsi chiamare contadino. Come volete voi che la gente lavori volentieri la terra? Noi stessi che ci siamo nati, smettiamo non appena ne abbiamo le possibilità , perché qualunque cosa ci mettiamo a fare, stiamo meglio e siamo più rispettati. Ma chi di noi lascerebbe i campi, se lavorasse per proprio conto e trovasse nel lavoro della terra benessere, libertà e rispetto? | l'ultimo vagabondo di città, si stima offeso a sentirsi chiamare contadino. Come volete voi che la gente lavori volentieri la terra? Noi stessi che ci siamo nati, smettiamo non appena ne abbiamo le possibilità, perché qualunque cosa ci mettiamo a fare, stiamo meglio e siamo più rispettati. Ma chi di noi lascerebbe i campi, se lavorasse per proprio conto e trovasse nel lavoro della terra benessere, libertà e rispetto? | ||
Così avviene per tutti i mestieri, perché il mondo oggi è fatto così, che quanto più un lavoro è necessario, quanto più è faticoso, tanto più è mal pagato, disprezzato e fatto in condizioni disumane. Per esempio, andate in un'officina di orefice e troverete che almeno in paragone cogl'immondi abituri in cui viviamo noi, il locale è pulito, ben aerato e riscaldato l'inverno, che il lavoro giornaliero non è enormemente lungo e gli operai, per quanto siano mal pagati perché il padrone leva anche loro il meglio del prodotto, pure relativamente ad altri | Così avviene per tutti i mestieri, perché il mondo oggi è fatto così, che quanto più un lavoro è necessario, quanto più è faticoso, tanto più è mal pagato, disprezzato e fatto in condizioni disumane. Per esempio, andate in un'officina di orefice e troverete che almeno in paragone cogl'immondi abituri in cui viviamo noi, il locale è pulito, ben aerato e riscaldato l'inverno, che il lavoro giornaliero non è enormemente lungo e gli operai, per quanto siano mal pagati perché il padrone leva anche loro il meglio del prodotto, pure relativamente ad altri | ||
lavoratori, stanno discretamente. La sera poi e la festa, quando hanno smesso l'abito del lavoro, vanno dove vogliono senza pericolo che la gente li guardi dietro e li beffeggi. Invece, andate in una miniera, vedrete della povera gente che lavora sotto terra in un'aria pestilenziale, e consuma in pochi anni la vita per un salario derisorio; e se poi, fuori del lavoro, il minatore si permettesse di andare dove bazzicano i signori, sarebbe fortunato se se la cavasse con le beffe soltanto. Come meravigliarsi allora se uno fa piuttosto l'orefice che il | lavoratori, stanno discretamente. La sera poi e la festa, quando hanno smesso l'abito del lavoro, vanno dove vogliono senza pericolo che la gente li guardi dietro e li beffeggi. Invece, andate in una miniera, vedrete della povera gente che lavora sotto terra in un'aria pestilenziale, e consuma in pochi anni la vita per un salario derisorio; e se poi, fuori del lavoro, il minatore si permettesse di andare dove bazzicano i signori, sarebbe fortunato se se la cavasse con le beffe soltanto. Come meravigliarsi allora se uno fa piuttosto l'orefice che il | ||
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'''Giorgio''' - Tutti. Perché tutti, nello stesso tempo che coltiveranno le lettere e le scienze, dovranno fare anche un lavoro manuale; tutti devono lavorare colla testa e colle braccia. Queste due specie di lavoro, lungi dal nuocersi, si aiutano, perché l'uomo per star bene ha bisogno di esercitare tutti i suoi organi, il cervello al pari dei muscoli. Chi ha l'intelligenza sviluppata ed è abituato a pensare, riesce meglio anche nel lavoro manuale; | '''Giorgio''' - Tutti. Perché tutti, nello stesso tempo che coltiveranno le lettere e le scienze, dovranno fare anche un lavoro manuale; tutti devono lavorare colla testa e colle braccia. Queste due specie di lavoro, lungi dal nuocersi, si aiutano, perché l'uomo per star bene ha bisogno di esercitare tutti i suoi organi, il cervello al pari dei muscoli. Chi ha l'intelligenza sviluppata ed è abituato a pensare, riesce meglio anche nel lavoro manuale; | ||
e chi sta in buona salute come si sta quando si esercitano le braccia in condizioni igieniche, ha anche la mente più sveglia e più penetrante.. | e chi sta in buona salute come si sta quando si esercitano le braccia in condizioni igieniche, ha anche la mente più sveglia e più penetrante.. | ||
Del resto, poichè le due specie di lavoro sono necessarie, ed una di esse è più piacevole dell'altra ed è il mezzo col quale l'uomo acquista coscienza e dignità , non è giusto che una parte degli uomini sia condannata all'abbrutimento del lavoro esclusivamente manuale, per lasciare ad alcuni soltanto il privilegio della scienza e quindi del comando; per conseguenza, lo ripeto, tutti debbono fare e i lavori manuali e i lavori intellettuali. | Del resto, poichè le due specie di lavoro sono necessarie, ed una di esse è più piacevole dell'altra ed è il mezzo col quale l'uomo acquista coscienza e dignità, non è giusto che una parte degli uomini sia condannata all'abbrutimento del lavoro esclusivamente manuale, per lasciare ad alcuni soltanto il privilegio della scienza e quindi del comando; per conseguenza, lo ripeto, tutti debbono fare e i lavori manuali e i lavori intellettuali. | ||
'''Beppe''' - Anche questa la capisco; ma, tra i lavori manuali ci saranno sempre quelli pesanti e quelli leggeri, quelli belli e brutti. Chi vorrà per esempio, andare a fare il minatore, e a vuotare i cessi? | '''Beppe''' - Anche questa la capisco; ma, tra i lavori manuali ci saranno sempre quelli pesanti e quelli leggeri, quelli belli e brutti. Chi vorrà per esempio, andare a fare il minatore, e a vuotare i cessi? | ||
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'''Giorgio''' - Senza dubbio, anzi se voi considerate bene la cosa vedrete che gli stessi signori ci guadagnerebbero. Certamente dovrebbero smettere di comandare, di fare i prepotenti e gli oziosi. Dovrebbero lavorare, ma il lavoro, quando fosse fatto coll'aiuto delle macchine e con grande cura del benessere dei lavoratori, si ridurrebbe ad un lieve e piacevole esercizio. Non vanno a caccia ora i signori? Non fanno le corse, la ginnastica e tanti esercizi che dimostrano che il lavoro muscolare è una necessità ed un piacere per tutti gli uomini che sono sani e | '''Giorgio''' - Senza dubbio, anzi se voi considerate bene la cosa vedrete che gli stessi signori ci guadagnerebbero. Certamente dovrebbero smettere di comandare, di fare i prepotenti e gli oziosi. Dovrebbero lavorare, ma il lavoro, quando fosse fatto coll'aiuto delle macchine e con grande cura del benessere dei lavoratori, si ridurrebbe ad un lieve e piacevole esercizio. Non vanno a caccia ora i signori? Non fanno le corse, la ginnastica e tanti esercizi che dimostrano che il lavoro muscolare è una necessità ed un piacere per tutti gli uomini che sono sani e | ||
mangiano bene? Si tratta dunque di fare per la produzione quel lavoro che fanno oggi per un puro divertimento. E quanti vantaggi non risentirebbero i signori stessi dal benessere generale e dalla progredita civiltà ! Guardate per esempio nel nostro paese: quei pochi signori che ci sono, sono ricchi, fanno i principotti: ma intanto le strade sono brutte e sporche per loro come per noi; l'aria cattiva che esce dalle nostre case e dai pantani delle vicinanze ammorba anche loro; il colera che viene per la miseria di genti lontane e si propaga per la miseria nostra, colpisce spesso anche loro; la nostra ignoranza fa sì che essi pure s'abbrutiscano. Come potrebbero fare colle loro ricchezze private a bonificare il paese, a far le strade ed illuminarle? Come eviterebbero le adulto. razioni dei generi di consumo? Come potrebbero usufruire di tutti i progressi della scienza e dell'industria? Tutte cose che quando fossero fatte col concorso di tutti si farebbero facilissimamente. E la loro stessa vanità , come può essere soddisfatta quando la loro società si restringe in pochi? | mangiano bene? Si tratta dunque di fare per la produzione quel lavoro che fanno oggi per un puro divertimento. E quanti vantaggi non risentirebbero i signori stessi dal benessere generale e dalla progredita civiltà ! Guardate per esempio nel nostro paese: quei pochi signori che ci sono, sono ricchi, fanno i principotti: ma intanto le strade sono brutte e sporche per loro come per noi; l'aria cattiva che esce dalle nostre case e dai pantani delle vicinanze ammorba anche loro; il colera che viene per la miseria di genti lontane e si propaga per la miseria nostra, colpisce spesso anche loro; la nostra ignoranza fa sì che essi pure s'abbrutiscano. Come potrebbero fare colle loro ricchezze private a bonificare il paese, a far le strade ed illuminarle? Come eviterebbero le adulto. razioni dei generi di consumo? Come potrebbero usufruire di tutti i progressi della scienza e dell'industria? Tutte cose che quando fossero fatte col concorso di tutti si farebbero facilissimamente. E la loro stessa vanità, come può essere soddisfatta quando la loro società si restringe in pochi? | ||
E tutto questo, senza contare il pericolo continuo di una schioppettata che arrivi loro di dietro a una siepe e la paura di una rivoluzione, e il pensiero di una disgrazia che li riduca alla miseria ed esponga le loro famiglie alla fame, al delitto, alla prostituzione, come vi sono esposte le nostre? Dunque vedete bene che non solo, col levare la roba ai signori, noi non lediamo i loro diritti, ma facciamo loro un gran bene. | E tutto questo, senza contare il pericolo continuo di una schioppettata che arrivi loro di dietro a una siepe e la paura di una rivoluzione, e il pensiero di una disgrazia che li riduca alla miseria ed esponga le loro famiglie alla fame, al delitto, alla prostituzione, come vi sono esposte le nostre? Dunque vedete bene che non solo, col levare la roba ai signori, noi non lediamo i loro diritti, ma facciamo loro un gran bene. | ||
È vero che i signori non la capiscono e non la capiranno mai, perché vogliono comandare, e credono che i poveri siano fatti di un'altra pasta; ma che ci possiamo fare noi? Se non ci vogliono accomodare colle buone tanto peggio per loro: ci accomoderanno colle cattive. | È vero che i signori non la capiscono e non la capiranno mai, perché vogliono comandare, e credono che i poveri siano fatti di un'altra pasta; ma che ci possiamo fare noi? Se non ci vogliono accomodare colle buone tanto peggio per loro: ci accomoderanno colle cattive. | ||
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'''Giorgio''' - E a che serve l'essere comandati? Perché non potremmo fare da noi gl'interessi nostri? | '''Giorgio''' - E a che serve l'essere comandati? Perché non potremmo fare da noi gl'interessi nostri? | ||
Chi comanda fa sempre il comodo suo, e sempre, sia per ignoranza, sia per malvagità , tradisce il popolo. Il potere fa montare i fumi al cervello anche ai migliori; e poi bisogna, ed è forse la ragione principale per non voler comando, bisogna, dico, che gli uomini cessino di essere pecore e si abituino a pensare ed a sentire fieramente della loro dignità e della loro forza. Il comando degli uni educa gli altri all'obbedienza; e, se anche si potesse avere un governo buono, esso sarebbe più corruttore, più debilitante che un governo cattivo: e, durante il dominio suo o dei suoi immediati successori sarebbe più facile che mai un colpo di stato, che distrugga i miglioramenti acquisiti, ristabilendo privilegi e tirannie. Per educare il popolo alla libertà ed alla gestione dei suoi interessi, bisogna lasciarlo fare da sè; fargli sentire la responsabilità dei suoi atti nel bene o nel male che gliene deriva. Farà male molte cose e spesse volte, ma, dalle conseguenze che ne risentirà , capirà che ha fatto male, tenterà nuove vie: senza contare che il male che può fare un popolo abbandonato a se stesso, non è che la | Chi comanda fa sempre il comodo suo, e sempre, sia per ignoranza, sia per malvagità, tradisce il popolo. Il potere fa montare i fumi al cervello anche ai migliori; e poi bisogna, ed è forse la ragione principale per non voler comando, bisogna, dico, che gli uomini cessino di essere pecore e si abituino a pensare ed a sentire fieramente della loro dignità e della loro forza. Il comando degli uni educa gli altri all'obbedienza; e, se anche si potesse avere un governo buono, esso sarebbe più corruttore, più debilitante che un governo cattivo: e, durante il dominio suo o dei suoi immediati successori sarebbe più facile che mai un colpo di stato, che distrugga i miglioramenti acquisiti, ristabilendo privilegi e tirannie. Per educare il popolo alla libertà ed alla gestione dei suoi interessi, bisogna lasciarlo fare da sè; fargli sentire la responsabilità dei suoi atti nel bene o nel male che gliene deriva. Farà male molte cose e spesse volte, ma, dalle conseguenze che ne risentirà, capirà che ha fatto male, tenterà nuove vie: senza contare che il male che può fare un popolo abbandonato a se stesso, non è che la | ||
millesima parte di quello che fa il più benigno dei governi. Perché un bambino impari a camminare bisogna lasciarlo camminare, e non spaventarsi di qualche urto e qualche caduta | millesima parte di quello che fa il più benigno dei governi. Perché un bambino impari a camminare bisogna lasciarlo camminare, e non spaventarsi di qualche urto e qualche caduta | ||
'''Beppe''' - Sì, ma perché il bambino possa esser messo a camminare, bisogna che una certa forza nelle gambe ce l'abbia di già , se no deve stare ancora in braccio alla mamma. | '''Beppe''' - Sì, ma perché il bambino possa esser messo a camminare, bisogna che una certa forza nelle gambe ce l'abbia di già, se no deve stare ancora in braccio alla mamma. | ||
'''Giorgio''' - È vero; ma i governi non somigliano niente affatto alle mamme, e non sono essi che migliorano e fortificano il popolo; anzi i progressi sociali si compiono, quasi sempre, contro o malgrado il governo. Questo, tutto al più, traduce in legge quello che è diventato bisogno e volontà della massa, e lo guasta sempre per spirito di dominio o di monopolio. Ci sono dei popoli più o meno avanzati; però in qualunque stadio della civiltà , anche in quello della selvaggeria, il popolo farebbe i suoi interessi sempre meglio di quello che glieli faccia il | '''Giorgio''' - È vero; ma i governi non somigliano niente affatto alle mamme, e non sono essi che migliorano e fortificano il popolo; anzi i progressi sociali si compiono, quasi sempre, contro o malgrado il governo. Questo, tutto al più, traduce in legge quello che è diventato bisogno e volontà della massa, e lo guasta sempre per spirito di dominio o di monopolio. Ci sono dei popoli più o meno avanzati; però in qualunque stadio della civiltà, anche in quello della selvaggeria, il popolo farebbe i suoi interessi sempre meglio di quello che glieli faccia il | ||
governo, che esce dal suo seno. | governo, che esce dal suo seno. | ||
Voi supponete a quel che sembra, che il governo sia composto dai più intelligenti e dai più capaci, e ciò non è punto vero, perché in generale i governi sono composti direttamente e per delegazione, da coloro che hanno più quattrini. Ma anche se fosse, forse che la gente intelligente diventa tale perché va al governo? Quelli che hanno maggiori capacità se lasciati in mezzo al popolo le eserciteranno a vantaggio del popolo; se messi al governo, non sentendo i bisogni del popolo, trascinati ad occuparsi più degl'interessi creati dalla politica, cioè dal | Voi supponete a quel che sembra, che il governo sia composto dai più intelligenti e dai più capaci, e ciò non è punto vero, perché in generale i governi sono composti direttamente e per delegazione, da coloro che hanno più quattrini. Ma anche se fosse, forse che la gente intelligente diventa tale perché va al governo? Quelli che hanno maggiori capacità se lasciati in mezzo al popolo le eserciteranno a vantaggio del popolo; se messi al governo, non sentendo i bisogni del popolo, trascinati ad occuparsi più degl'interessi creati dalla politica, cioè dal | ||
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associazione di lavoranti darebbe un tanto per conpensare coloro che disimpegnano questi uffici. | associazione di lavoranti darebbe un tanto per conpensare coloro che disimpegnano questi uffici. | ||
I comunisti poi vanno più per le spiccie. Essi dicono: poichè per andar innanzi bene, bisogna che gli uomini si considerino come membri di una sola famiglia; poichè la proprietà deve stare in comune; poichè il lavoro per essere molto produttivo e per potere giovarsi delle macchine deve essere fatto da grandi collettività operaie; poichè per profittare di tutte le varietà di suolo e dì condizioni atmosferiche, e far sì che ogni luogo produca le cose per cui è meglio adatto, e per evitare d'altra parte la concorrenza e gli odii tra i diversi paesi e l'accorrere della gente nel luoghi più ricchi, è necessario stabilire una solidarietà perfetta tra tutti gli uomini del mondo, e poichè sarebbe un lavorio del diavolo il distinguere in un prodotto la parte che spetta ai suoi diversi fattori facciamo una cosa, invece di starci a confondere con quello che hai fatto tu e quello che ho | I comunisti poi vanno più per le spiccie. Essi dicono: poichè per andar innanzi bene, bisogna che gli uomini si considerino come membri di una sola famiglia; poichè la proprietà deve stare in comune; poichè il lavoro per essere molto produttivo e per potere giovarsi delle macchine deve essere fatto da grandi collettività operaie; poichè per profittare di tutte le varietà di suolo e dì condizioni atmosferiche, e far sì che ogni luogo produca le cose per cui è meglio adatto, e per evitare d'altra parte la concorrenza e gli odii tra i diversi paesi e l'accorrere della gente nel luoghi più ricchi, è necessario stabilire una solidarietà perfetta tra tutti gli uomini del mondo, e poichè sarebbe un lavorio del diavolo il distinguere in un prodotto la parte che spetta ai suoi diversi fattori facciamo una cosa, invece di starci a confondere con quello che hai fatto tu e quello che ho | ||
fatto io, lavoriamo tutti e mettiamo ogni cosa in comune. Così ognuno darà alla società tutto quello che le sue forze gli permettono di dare fino a che non vi siano prodotti sufficienti per tutti; ed ognuno piglierà tutto quello che gli bisognerà , limitandosi s'intende, in quello cose per le quali non si sarà ancora potuto raggiungere l'abbondanza. | fatto io, lavoriamo tutti e mettiamo ogni cosa in comune. Così ognuno darà alla società tutto quello che le sue forze gli permettono di dare fino a che non vi siano prodotti sufficienti per tutti; ed ognuno piglierà tutto quello che gli bisognerà, limitandosi s'intende, in quello cose per le quali non si sarà ancora potuto raggiungere l'abbondanza. | ||
'''Beppe''' - Piano: prima mi devi spiegare che significa la parola solidarietà , perché hai detto che vi deve essere solidarietà perfetta fra tutti gli uomini, ed io, bene bene, a dirti la verità , non l'ho capita. | '''Beppe''' - Piano: prima mi devi spiegare che significa la parola solidarietà, perché hai detto che vi deve essere solidarietà perfetta fra tutti gli uomini, ed io, bene bene, a dirti la verità, non l'ho capita. | ||
'''Giorgio''' - Ecco; nella vostra famiglia, per esempio, tutto quello che guadagnate voi, i vostri fratelli, i vostri figli, lo mettete in comune: poi fate la minestra e mangiate tutto, se non ce n'è abbastanza, vuoi dire che vi stringerete la pancia un poco tutti. | '''Giorgio''' - Ecco; nella vostra famiglia, per esempio, tutto quello che guadagnate voi, i vostri fratelli, i vostri figli, lo mettete in comune: poi fate la minestra e mangiate tutto, se non ce n'è abbastanza, vuoi dire che vi stringerete la pancia un poco tutti. | ||
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La sola difficoltà seria sarebbe se vi fossero di molti che non volessero lavorare, ma io v'ho già detto le ragioni per cui il lavoro, che oggi è un pena tanto grave, diventerà un piacere e nello stesso tempo un obbligo morale, che solamente un pazzo potrebbe rifiutarsi di adempiere. E vi ho detto pure che, a peggio andare, se per effetto della cattiva educazione che abbiamo avuta, e per qualche privazione a cui si dovrebbe sottostare prima che la nuova società fosse organizzata per bene e la produzione accresciuta in proporzione dei nuovi bisogni, se, dico, vi fossero di quelli che non vogliono lavorare e ve ne fossero tanti da creare imbarazzi, tutto si ridurrebbe a scansarli fuori dalla comunanza, dando loro materia e strumenti per lavorare per conto loro. Così, se vorranno mangiare, si metteranno a lavorare. | La sola difficoltà seria sarebbe se vi fossero di molti che non volessero lavorare, ma io v'ho già detto le ragioni per cui il lavoro, che oggi è un pena tanto grave, diventerà un piacere e nello stesso tempo un obbligo morale, che solamente un pazzo potrebbe rifiutarsi di adempiere. E vi ho detto pure che, a peggio andare, se per effetto della cattiva educazione che abbiamo avuta, e per qualche privazione a cui si dovrebbe sottostare prima che la nuova società fosse organizzata per bene e la produzione accresciuta in proporzione dei nuovi bisogni, se, dico, vi fossero di quelli che non vogliono lavorare e ve ne fossero tanti da creare imbarazzi, tutto si ridurrebbe a scansarli fuori dalla comunanza, dando loro materia e strumenti per lavorare per conto loro. Così, se vorranno mangiare, si metteranno a lavorare. | ||
Ma voi vedrete che questi casi non si daranno. | Ma voi vedrete che questi casi non si daranno. | ||
Del resto, quello che noi vogliamo fare per forza è la messa in comune del suolo, della materia prima, degli strumenti da lavoro, delle case e di tutte le ricchezze che esistono ora. In quanto poi al modo di organizzarsi e di distribuire la produzione, il popolo farà quello che vorrà , tanto più che altro è dire, altro è fare, e che solamente all'atto pratico si può vedere qual'è il sistema migliore. Anzi si può prevedere quasi con certezza che in alcuni posti si stabilirà il comunismo in altri il collettivismo, in altri qualche altra cosa: e poi, quando si sarà visto chi si trova meglio, a poco a poco tutti accetteranno lo stesso sistema. | Del resto, quello che noi vogliamo fare per forza è la messa in comune del suolo, della materia prima, degli strumenti da lavoro, delle case e di tutte le ricchezze che esistono ora. In quanto poi al modo di organizzarsi e di distribuire la produzione, il popolo farà quello che vorrà, tanto più che altro è dire, altro è fare, e che solamente all'atto pratico si può vedere qual'è il sistema migliore. Anzi si può prevedere quasi con certezza che in alcuni posti si stabilirà il comunismo in altri il collettivismo, in altri qualche altra cosa: e poi, quando si sarà visto chi si trova meglio, a poco a poco tutti accetteranno lo stesso sistema. | ||
L'essenziale, ricordatelo bene, è che nessuno incominci a voler comandare sugli altri e ad impadronirsi della terra e degli strumenti da lavoro. A questo bisogna stare attenti, per impedirlo, se avvenisse, magari a colpi di fucile: il resto camminerà da sè. | L'essenziale, ricordatelo bene, è che nessuno incominci a voler comandare sugli altri e ad impadronirsi della terra e degli strumenti da lavoro. A questo bisogna stare attenti, per impedirlo, se avvenisse, magari a colpi di fucile: il resto camminerà da sè. | ||
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Così per la posta, per il telegrafo, per la navigazione, per l'istruzione pubblica, per gli ospedali: tutte cose che sono fatte, da lavoratori di ogni sorta, come impiegati postali e telegrafici, marinai, maestri, medici, e nelle quali il governo c'entra soltanto per inceppare, guastare e sfruttare. | Così per la posta, per il telegrafo, per la navigazione, per l'istruzione pubblica, per gli ospedali: tutte cose che sono fatte, da lavoratori di ogni sorta, come impiegati postali e telegrafici, marinai, maestri, medici, e nelle quali il governo c'entra soltanto per inceppare, guastare e sfruttare. | ||
La politica, come s'intende e si fa dalla gente di governo, è per noi un'arte difficile, perché si occupa di quelle cose che, per noi lavoratori, non sanno nè di sale nè di pepe, e perché non ha nulla che vedere cogli interessi reali delle popolazioni, ch'essa si occupa soltanto d'ingannare e dominare. Se invece si trattasse di soddisfare, nel miglior modo possibile, ai bisogni del popolo, allora la cosa sarebbe ben più difficile per un deputato che per noi. | La politica, come s'intende e si fa dalla gente di governo, è per noi un'arte difficile, perché si occupa di quelle cose che, per noi lavoratori, non sanno nè di sale nè di pepe, e perché non ha nulla che vedere cogli interessi reali delle popolazioni, ch'essa si occupa soltanto d'ingannare e dominare. Se invece si trattasse di soddisfare, nel miglior modo possibile, ai bisogni del popolo, allora la cosa sarebbe ben più difficile per un deputato che per noi. | ||
Infatti, che cosa volete che sappiano i deputati, che stanno a Roma, dei bisogni di tutte le città e borgate d'Italia? Come volete mai che della gente, che in generale ha perduto il suo tempo col latino e col greco, e lo perde ora con peggiori inutilità , si possa intendere degli interessi dei vari mestieri? Le cose andrebbero altrimenti se ognuno si occupasse delle cose che sa, e dei bisogni che sente e che vede. | Infatti, che cosa volete che sappiano i deputati, che stanno a Roma, dei bisogni di tutte le città e borgate d'Italia? Come volete mai che della gente, che in generale ha perduto il suo tempo col latino e col greco, e lo perde ora con peggiori inutilità, si possa intendere degli interessi dei vari mestieri? Le cose andrebbero altrimenti se ognuno si occupasse delle cose che sa, e dei bisogni che sente e che vede. | ||
Fatta la rivoluzione, bisogna incominciare dal basso e andare all'alto. Il popolo si trova diviso in comuni, ed in ciascun comune vi sono i diversi mestieri, che subito, per l'effetto dell'entusiasmo e sotto l'impulso della propaganda, si costituiranno in associazioni. Ora, degl'interessi del vostro comune e del vostro mestiere chi se ne intende meglio di voi? | Fatta la rivoluzione, bisogna incominciare dal basso e andare all'alto. Il popolo si trova diviso in comuni, ed in ciascun comune vi sono i diversi mestieri, che subito, per l'effetto dell'entusiasmo e sotto l'impulso della propaganda, si costituiranno in associazioni. Ora, degl'interessi del vostro comune e del vostro mestiere chi se ne intende meglio di voi? | ||
Quando poi si tratterà di mettere d'accordo più comuni, o più mestieri, i delegati rispettivi porteranno in apposite assemblee i voti dei loro mandanti e cercheranno di armonizzare i vani bisogni ed i vani desideri. Le deliberazioni saranno sempre soggette al controllo ed all'approvazione dei mandanti, in modo che non c'è pericolo che gli interessi del popolo siano posti in oblio. | Quando poi si tratterà di mettere d'accordo più comuni, o più mestieri, i delegati rispettivi porteranno in apposite assemblee i voti dei loro mandanti e cercheranno di armonizzare i vani bisogni ed i vani desideri. Le deliberazioni saranno sempre soggette al controllo ed all'approvazione dei mandanti, in modo che non c'è pericolo che gli interessi del popolo siano posti in oblio. | ||
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'''Beppe''' - Ma se in un paese o in un'associazione v'è chi l'intende in un modo e chi in un altro, allora come si fa? Vincono quelli che sono di più, non è vero? | '''Beppe''' - Ma se in un paese o in un'associazione v'è chi l'intende in un modo e chi in un altro, allora come si fa? Vincono quelli che sono di più, non è vero? | ||
'''Giorgio''' - Per diritto no, perché in faccia alla verità ed alla giustizia il numero non conta niente, e spesso uno solo può avere ragione contro cento e contro centomila. In pratica si fa come si può; si fa di tutto per conseguire l'unanimità , e quando questo fosse impossibile, si voterebbe e si farebbe come vuole la maggioranza, oppure si rimetterebbe la decisione a terze persone che farebbero da arbitri, salvo sempre però l'inviolabilità dei principi di uguaglianza e di giustizia su cui si regge la società . | '''Giorgio''' - Per diritto no, perché in faccia alla verità ed alla giustizia il numero non conta niente, e spesso uno solo può avere ragione contro cento e contro centomila. In pratica si fa come si può; si fa di tutto per conseguire l'unanimità, e quando questo fosse impossibile, si voterebbe e si farebbe come vuole la maggioranza, oppure si rimetterebbe la decisione a terze persone che farebbero da arbitri, salvo sempre però l'inviolabilità dei principi di uguaglianza e di giustizia su cui si regge la società . | ||
Notate però che le questioni sulle quali non si potrà mettersi d'accordo senza ricorrere al voto o all'arbitrato saranno poche e di poca importanza, perché non vi saranno più le divisioni di interessi che vi sono oggi, perché ognuno potrà scegliersi il paese e l'associazione, vale a dire i compagni con cui meglio se la dice, e soprattutto perché si tratterà sempre di decidere sopra cose chiare, che ognuno può comprendere, e che appartengono piuttosto al campo positivo della scienza che a quello mobile delle opinioni. E più si andrà innanzi e più il voto diventerà | Notate però che le questioni sulle quali non si potrà mettersi d'accordo senza ricorrere al voto o all'arbitrato saranno poche e di poca importanza, perché non vi saranno più le divisioni di interessi che vi sono oggi, perché ognuno potrà scegliersi il paese e l'associazione, vale a dire i compagni con cui meglio se la dice, e soprattutto perché si tratterà sempre di decidere sopra cose chiare, che ognuno può comprendere, e che appartengono piuttosto al campo positivo della scienza che a quello mobile delle opinioni. E più si andrà innanzi e più il voto diventerà | ||
cosa inutile ed antiquata, anzi ridicola affatto, poichè quando si sarà trovato, mediante l'esperienza, qual'è in un dato problema la soluzione che meglio soddisfa ai bisogni di tutti, allora bisognerà dimostrare e persuadere, non già schiacciare con una maggioranza numerica l'opinione avversaria. Per esempio, non vi farebbe ridere oggi il chiamare i contadini a votare sull'epoca in cui si deve seminare il grano, quando questa è una cosa già accertata | cosa inutile ed antiquata, anzi ridicola affatto, poichè quando si sarà trovato, mediante l'esperienza, qual'è in un dato problema la soluzione che meglio soddisfa ai bisogni di tutti, allora bisognerà dimostrare e persuadere, non già schiacciare con una maggioranza numerica l'opinione avversaria. Per esempio, non vi farebbe ridere oggi il chiamare i contadini a votare sull'epoca in cui si deve seminare il grano, quando questa è una cosa già accertata | ||
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'''Giorgio''' - Allora naturalmente bisognerebbe ricorrere alla forza, poichè, se non è giusto che le maggioranza opprimano le minoranze, non è nemmeno giusto il contrario; e come le minoranze hanno il diritto d'insurrezione, le maggioranze hanno quello di difesa, o se la parola non v'offende, di repressione. | '''Giorgio''' - Allora naturalmente bisognerebbe ricorrere alla forza, poichè, se non è giusto che le maggioranza opprimano le minoranze, non è nemmeno giusto il contrario; e come le minoranze hanno il diritto d'insurrezione, le maggioranze hanno quello di difesa, o se la parola non v'offende, di repressione. | ||
Non dimenticate però che sempre e dappertutto gli uomini hanno il diritto imprescrittibile alle materie prime ed agli strumenti di lavoro, sicchè possono sempre separarsi dagli altri e restare liberi e indipendenti. È vero che questa non è una soluzione soddisfacente, perché così i dissidenti resterebbero privati di molti vantaggi che l'individuo isolato o il gruppo non basta a produrre, e che domandano il concorso di tutta una grande collettività ... ma che volete? Gli stessi dissidenti non potrebbero pretendere che la volontà di molti fosse sacrificata a quella di pochi. | Non dimenticate però che sempre e dappertutto gli uomini hanno il diritto imprescrittibile alle materie prime ed agli strumenti di lavoro, sicchè possono sempre separarsi dagli altri e restare liberi e indipendenti. È vero che questa non è una soluzione soddisfacente, perché così i dissidenti resterebbero privati di molti vantaggi che l'individuo isolato o il gruppo non basta a produrre, e che domandano il concorso di tutta una grande collettività ... ma che volete? Gli stessi dissidenti non potrebbero pretendere che la volontà di molti fosse sacrificata a quella di pochi. | ||
Persuadetevi: al di fuori della solidarietà , della fratellanza, dell'amore, al di fuori della mutua assistenza e quando occorre del mutuo compatirsi, e sopportarsi, non ‘v'è che la tirannia o la guerra civile; ma siate sicuro però che, siccome tirannia e guerra civile sono cose che fanno male a tutti, gli uomini, non appena saranno arbitri dei loro destini, si avvieranno verso la solidarietà , in cui soltanto possono realizzarsi i nostri ideali, e per essi la pace, il benessere e la libertà universale. | Persuadetevi: al di fuori della solidarietà, della fratellanza, dell'amore, al di fuori della mutua assistenza e quando occorre del mutuo compatirsi, e sopportarsi, non ‘v'è che la tirannia o la guerra civile; ma siate sicuro però che, siccome tirannia e guerra civile sono cose che fanno male a tutti, gli uomini, non appena saranno arbitri dei loro destini, si avvieranno verso la solidarietà, in cui soltanto possono realizzarsi i nostri ideali, e per essi la pace, il benessere e la libertà universale. | ||
Notate pure che il progresso, mentre tende a solidarizzare sempre più gli uomini tra di loro, tende anche a renderli sempre più indipendenti e capaci di bastare a loro stessi. Per esempio: oggi per viaggiare rapidamente, sopra terra bisogna ricorrere alle ferrovie, le quali richiedono, per essere costruite ed esercitate, il concorso di gran numero di persone, sicché ciascuno è obbligato, anche in anarchia, ad adattarsi al tracciato, all'orario ed alle altre regole che la maggioranza crede migliori. Se però domani s'inventa una locomotiva che un uomo solo può condurre senza pericolo né per lui né per gli altri, sopra una strada qualunque, ecco che non c'è più bisogno di tener conto, in questa questione, del parere altrui, e ciascuno può viaggiare per dove gli pare ed all'ora che gli piace. | Notate pure che il progresso, mentre tende a solidarizzare sempre più gli uomini tra di loro, tende anche a renderli sempre più indipendenti e capaci di bastare a loro stessi. Per esempio: oggi per viaggiare rapidamente, sopra terra bisogna ricorrere alle ferrovie, le quali richiedono, per essere costruite ed esercitate, il concorso di gran numero di persone, sicché ciascuno è obbligato, anche in anarchia, ad adattarsi al tracciato, all'orario ed alle altre regole che la maggioranza crede migliori. Se però domani s'inventa una locomotiva che un uomo solo può condurre senza pericolo né per lui né per gli altri, sopra una strada qualunque, ecco che non c'è più bisogno di tener conto, in questa questione, del parere altrui, e ciascuno può viaggiare per dove gli pare ed all'ora che gli piace. | ||
E così per mille altre cose che si potrebbero fare fin da ora, o che in avvenire si troverà il mezzo di fare; sicché si può dire che la tendenza del progresso è verso un genere di relazione fra gli uomini che si può definire con una formula: solidarietà morale ed indipendenza materiale<ref>Dall'epoca in cui fu scritto questo libro la previsione si è già realizzata. La vettura automobile dà già il mezzo di viaggiare dappertutto e rapidissimamente senza la necessità di una organizzazione complicata e di regole rigorose quali sono richieste per il servizio | E così per mille altre cose che si potrebbero fare fin da ora, o che in avvenire si troverà il mezzo di fare; sicché si può dire che la tendenza del progresso è verso un genere di relazione fra gli uomini che si può definire con una formula: solidarietà morale ed indipendenza materiale<ref>Dall'epoca in cui fu scritto questo libro la previsione si è già realizzata. La vettura automobile dà già il mezzo di viaggiare dappertutto e rapidissimamente senza la necessità di una organizzazione complicata e di regole rigorose quali sono richieste per il servizio | ||
ferroviario. E l'aeronavigazione è già bene avviata e lascia ai singoli maggiore indipendenza, e sopprime molte ineguaglianze dipendenti oggi dalla posizione topografica delle varie località . | ferroviario. E l'aeronavigazione è già bene avviata e lascia ai singoli maggiore indipendenza, e sopprime molte ineguaglianze dipendenti oggi dalla posizione topografica delle varie località . | ||
Così l'invenzione del motore elettrico, colla possibilità di portare la forza motrice dappertutto ed in ogni quantità , ha fatto sì che si può utilizzare le macchine anche a domicilio, ed ha soppresso in molta parte la necessità delle grandi officine, che richiedeva la macchina a vapore per poter essere usata economicamente. | Così l'invenzione del motore elettrico, colla possibilità di portare la forza motrice dappertutto ed in ogni quantità, ha fatto sì che si può utilizzare le macchine anche a domicilio, ed ha soppresso in molta parte la necessità delle grandi officine, che richiedeva la macchina a vapore per poter essere usata economicamente. | ||
Così la telegrafia senza fili tende a sopprimere la necessità di un complicato servizio telegrafico. I progressi della chimica, dell'agraria tendono a rendere ogni punto della terra atto ad ogni genere di coltura, ecc. ecc. | Così la telegrafia senza fili tende a sopprimere la necessità di un complicato servizio telegrafico. I progressi della chimica, dell'agraria tendono a rendere ogni punto della terra atto ad ogni genere di coltura, ecc. ecc. | ||
(Nota dell'Autore 1913)</ref>. | (Nota dell'Autore 1913)</ref>. | ||
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Colui che non conosce la verità non è colpevole; ma lo è grandemente chi la conosce e fa come se l'ignorasse. | Colui che non conosce la verità non è colpevole; ma lo è grandemente chi la conosce e fa come se l'ignorasse. | ||
'''Beppe''' - Hai ragione, ed io appena avrò un po'riflettuto su quello che sui hai detto e mi sarò persuaso per bene, voglio entrare anch'io nel partito e mettermi a propagare queste sante verità , e se poi i signori chiameranno anche me birbante e malfattore, dirò loro che vengano a lavorare e a soffrire come faccio io, e poi avranno diritto di parlare. | '''Beppe''' - Hai ragione, ed io appena avrò un po'riflettuto su quello che sui hai detto e mi sarò persuaso per bene, voglio entrare anch'io nel partito e mettermi a propagare queste sante verità, e se poi i signori chiameranno anche me birbante e malfattore, dirò loro che vengano a lavorare e a soffrire come faccio io, e poi avranno diritto di parlare. | ||
Collana “La Rivolta” | Collana “La Rivolta” |