Ivan Illich: differenze tra le versioni

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{{vedi|L'aumento delle cure genera nuove patologie (di I. Illich)}}
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Per Illich la scienza medica viene concepita come un'“impresa industriale” e come tale gestita e controllata da «produttori (medici, ospedali, laboratori farmaceutici) che incoraggiano la diffusione di procedimenti d'avanguardia costosi e complicati, e riducono così il malato e i suoi familiari allo stato di docili clienti». Il sistema medico incita quindi la popolazione «a lottare per ottenere una sempre maggiore quantità di cure, dispensate da professionisti in materia di igiene, prevenzione, anestesia o assistenza ai moribondi». Per Illich il male sta nella pretesa di voler [[gerarchia|gerarchizzare]] la medicina, impedendo l'autonomia degli [[Individuo|individui]] e strutturandosi sul «monopolio di una [[gerarchia]] monolitica», la quale «si preoccupa di proteggere le sue frontiere incoraggiando la formazione di paraprofessionisti ai quali subappalta le cure che un tempo erano prestate dai familiari e amici del malato».  
Per Illich la scienza medica viene concepita come un'“impresa industriale” e come tale gestita e controllata da «produttori (medici, ospedali, laboratori farmaceutici) che incoraggiano la diffusione di procedimenti d'avanguardia costosi e complicati, e riducono così il malato e i suoi familiari allo stato di docili clienti». Il sistema medico incita quindi la popolazione «a lottare per ottenere una sempre maggiore quantità di cure, dispensate da professionisti in materia di igiene, prevenzione, anestesia o assistenza ai moribondi». Per Illich il male sta nella pretesa di voler [[gerarchia|gerarchizzare]] la medicina, impedendo l'autonomia degli [[Individuo|individui]] e strutturandosi sul «monopolio di una [[gerarchia]] monolitica», la quale «si preoccupa di proteggere le sue frontiere incoraggiando la formazione di paraprofessionisti ai quali subappalta le cure che un tempo erano prestate dai familiari e amici del malato».  
Per l'anarchico austro-messicano la scienza medica ha creato un vero e proprio sistema feudale per difendere «il suo monopolio ortodosso dalla concorrenza sleale delle guarigioni ottenute con metodi eterodossi». Anche nel suo ''[[Nemesi medica]]'', la critica è radicale riguardo all'esclusiva professionale che costringe la società alla dipendenza da una scienza monolitica ed eteronoma. La medicalizzazione della malattia, continua Illich, fa delle «istituzioni di cura» una «grande maschera sanitaria» per «una società distruttrice» e che in questa maniera prende anche il controllo del potere individuale dei suoi cittadini\e, caratteristica questa della stessa società industriale. Gli specialisti ricollegano esclusivamente i nostri bisogni al centro del sistema economico, che è costituito dai servizi professionali e dai beni di consumo.
Per l'anarchico austro-messicano la scienza medica ha creato un vero e proprio sistema feudale per difendere «il suo monopolio ortodosso dalla concorrenza sleale delle guarigioni ottenute con metodi eterodossi». Anche nel suo ''[[Nemesi medica]]'', la critica è radicale riguardo all'esclusiva professionale che costringe la società alla dipendenza da una scienza monolitica ed eteronoma. La medicalizzazione della malattia, continua Illich, fa delle «istituzioni di cura» una «grande maschera sanitaria» per «una società distruttrice» e che in questa maniera prende anche il controllo del potere individuale dei suoi cittadini/e, caratteristica questa della stessa società industriale. Gli specialisti ricollegano esclusivamente i nostri bisogni al centro del sistema economico, che è costituito dai servizi professionali e dai beni di consumo.


In sostanza Illich pone la base della salute di ogni [[Individuo|individuo]] nella sua autonomia personale, poiché egli è fortemente convinto che «in realtà, ogni giorno di più, il profano è in grado di curare il proprio prossimo e, in questo campo, solo una parte di ciò che occorre sapere è necessariamente materia d'insegnamento formale».
In sostanza Illich pone la base della salute di ogni [[Individuo|individuo]] nella sua autonomia personale, poiché egli è fortemente convinto che «in realtà, ogni giorno di più, il profano è in grado di curare il proprio prossimo e, in questo campo, solo una parte di ciò che occorre sapere è necessariamente materia d'insegnamento formale».
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