66 514
contributi
K2 (discussione | contributi) Nessun oggetto della modifica |
K2 (discussione | contributi) Nessun oggetto della modifica |
||
(11 versioni intermedie di uno stesso utente non sono mostrate) | |||
Riga 3: | Riga 3: | ||
| | | | ||
<br> | <br> | ||
{{Biblioteca/Titolo 2|nome=Anarchismo e | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=Patria e umanità (di [[Élisée Reclus]])|autore=Élisée Reclus|altro=}} | ||
[[File:Reclus.jpg|miniatura|230px|[[Élisée Reclus]] in un ritratto di [[Clifford Harper]].]] | |||
La questione se il patriottismo sia incompatibile con l'amore dell'umanità, non può essere trattato senza un'adeguata premessa. Che cosa è "il patriottismo" nella sua accezione veramente popolare, implicitamente inteso nel senso etimologico? È l'amore esclusivo alla [[patria]], sentimento che si completa con un corrispondente odio verso le patrie straniere. E cos'è la patria? Un territorio grande o piccolo, chiaramente delimitato da frontiere di origine diversa, barriere naturali, artificiali o semplici linee tracciate dalla volontà di qualcuno, prima sulla carta e poi traslate sul terreno. | |||
Partendo da queste definizioni che certamente corrispondono all'idea generale delle masse, come d'altronde definito dalle diplomazie, dai regimi militari e dal sistema fiscale, si deve riconoscere che la patria e il suo derivato, il patriottismo, sono una deplorevole sopravvivenza, il prodotto di un egoismo aggressivo che può solo portare alla rovina delle migliori opere umane e allo sterminio degli uomini. | |||
Ma il popolo è sincero e dietro la parola "patria" ha inteso mille cose dolci e belle che non implicano in maniera alcuna la divisione della terra in parcelle nemiche. Il dolce profumo della terra natale, le figure sorridenti dei vecchi che ci hanno amato, i cari ricordi di [[scuola]] e gli studi con bravi colleghi, le azioni intraprese in comune durante la gioventù e soprattutto la favola che risuonò prima nel nostro orecchio, e in cui abbiamo udito le parole che hanno condizionato la nostra vita. Tutto questo è patrimonio naturale di ogni uomo in qualsiasi parte del mondo in cui si trovi la sua origine, tutto questo è anteriore all'idea di una patria limitata, ed è puro sofismo collegare questi sentimenti con l'esistenza di un effimero reticolato che affetta la rotondità del nostro pianeta. | |||
C'è al contrario totale antagonismo tra i primi sentimenti che ci legano alla terra e alla società umana, e tutti gli ostacoli che impediscono la libera formazione dei gruppi umani, che intendono limitare quello che per la natura delle cose non è limitabile, come l'empatia tra gli uomini, il loro spirito di mutua benevolenza e di [[solidarietà]]. | |||
Storicamente, la [[patria]] fu sempre cattiva e funesta. Fu sempre un dominio, rivendicato come proprietà esclusiva da un padrone assoluto o da un gruppo di padroni organizzati gerarchicamente, o, come ai giorni nostri, da un gruppo di classi dirigenti e privilegiate. Sempre, per quanto guardiamo al passato, troviamo che i pacifici cittadini hanno dovuto, in nome di una patria dalle frontiere sempre diverse, lavorare, pagare e combattere, sempre oppressi dai parassiti, re, signori, guerrieri, giudici, diplomatici e milionari. E furono questi parassiti in lotta con altre bande a segnare le barriere di separazione tra popoli vicini, fratelli grazie agli interessi comuni. Per difendere o espandere queste assurde delimitazioni si sono susseguite guerre alle guerre: era chiaro che i segnali di confine dovessero essere installati tra i cadaveri, come un tempo lo erano le porte delle città. | |||
Al giorno d'oggi, le frontiere sono più funeste che mai, anche se sono più spesso attraversate, perché protette con maggior metodo, più scientificamente che nel passato da fortificazioni, stazioni doganali e guardie mobili. Se il commercio pretende di svilupparsi sotto l'impulso di bisogni vitali, si verifica solo dopo lunghe discussioni tra gli stati e la costruzione di grandi opere militari. La zona di divisione è suddivisa per tutta la sua lunghezza; e con incessanti intrighi, con l'aiuto di veri crimini, nascono odi tremendi su entrambi i lati della fittizia frontiera, tracciata lungo un torrente, nei boschi e nei prati. | |||
Ora dobbiamo affermare questo fatto scandaloso, cioè che nel secolo delle locomotive e dei motocicli di tutte le specie non ci sia una sola linea ferroviaria tra Francia e Spagna e nemmeno una strada carreggiabile che attraversi i Pirenei. Nonostante la geografia, non si vuole che due nazioni siano vicine, non si vuole che, cessando di essere patrie diverse, diventino uno stesso paese della stessa famiglia unita. | |||
Il vasto mondo appartiene a noi e noi apparteniamo al mondo. Abbasso tutti i confini, i simboli di dominio e di odio. Corriamo infine ad abbracciare tutti gli uomini e chiamiamoci fratelli. | |||
|} | |||
{| width=100% style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; border: 1px solid #ffffff; background:#ffffff;" | |||
|- | |||
| | |||
<br> | |||
{{Biblioteca/Titolo 2|nome=Lo Stato non è la Patria (di [[Michail Bakunin]])|autore=Michail Bakunin|altro=}} | |||
[[File:Bakunin.jpg|miniatura|230px|[[Michail Bakunin]]]] | |||
'''''Lo Stato non è la patria''''' è una lettera di [[Michail Bakunin]] indirizzata ai compagni anarchici italiani. | |||
«La gioventù mazziniano-garibaldina non s'era mai posta questa domanda: che rappresenta effettivamente un tale Stato italiano pel popolo? Perché mai deve amarlo e tutto a lui sacrificare? | |||
Quando si faceva questa domanda a Mazzini - e ciò non accadeva che raramente, tanto sembrava semplice e facile - egli rispondeva con gran parole: «Patria donata da Dio! Santa missione storica! Culto delle tombe! Ricordo solenne dei martiri! Lungo e glorioso sviluppo delle tradizioni! Roma antica! Roma dei papi! Gregorio VIII! Dante! Savonarola! Roma del popolo!». | |||
Tutto ciò era così nebuloso, così bello, e nel medesimo tempo sì assurdo, da essere sufficiente per abbagliare e stordire i giovani spiriti, più adatti d'altronde all'entusiasmo e alla fede che alla ragione e alla critica. E la gioventù italiana, mentre si faceva uccidere per questa Patria astratta, malediceva la brutalità e il materialismo delle masse, dei contadini in particolare, che mai si son mostrati disposti al sacrificio per la grandezza e per l'indipendenza di questa Patria politica, dello Stato. | |||
Se la gioventù si fosse data la briga di riflettere avrebbe capito, e forse da lungo tempo, che l'indifferenza ben netta delle masse popolari pel destino dello Stato italiano non solo non è un disonore per esse, ma prova, al contrario, d'una intelligenza istintiva che fa comprendere come questo Stato unitario e centralizzato sia, per sua natura, a loro estraneo, ostile, e proficuo solo, per le classi privilegiate di cui garantisce, a lor danno, il dominio e la ricchezza. La prosperità dello Stato è la miseria della nazione reale, del popolo; la grandezza e la potenza dello Stato è la schiavitù del popolo. Il popolo è il nemico naturale e legittimo dello Stato; e sebbene si sottometta - troppo sovente, ahimè - alle autorità, ogni forma di autorità gli è odiosa. | |||
Lo Stato non è la Patria; è l'astrazione, la finzione metafisica, mistica, politica, giuridica della Patria; ma si tratta di un amore naturale, reale; il patriottismo del popolo non è un'idea, ma un fatto; e il patriottismo politico, l'amore dello Stato, non è la giusta espressione di questo fatto, ma un'espressione snaturata per mezzo d'una menzognera astrazione, sempre a profitto di una minoranza che sfrutta. La Patria, la nazionalità, come l'individualità è un fatto naturale e sociale, fisiologico e storico al tempo stesso; non è un principio. Non si può definire principio umano che quello che è universale, comune a tutti gli uomini; ma la nazionalità li separa: non è, dunque, un principio. Principio è, invece, il rispetto che ognuno deve avere pei fatti naturali, reali o sociali. E la nazionalità, come l'individualità, è uno di questi fatti. Dobbiamo, dunque rispettarla. Violarla è un misfatto e, per parlare il linguaggio di Mazzini, diviene un sacro principio ogni volta che è minacciata e violata. Ed è per questo ch'io mi sento sempre e francamente il patriota di tutte le patrie oppresse. | |||
La Patria rappresenta il diritto incontestabile e sacro di tutti gli uomini, associazioni, comuni, regioni, nazioni, di vivere, pensare, volere, agire a loro modo e questo modo è sempre il risultato incontestabile di un lungo sviluppo storico». | |||
|} | |||
{| width=100% style="font-family: Verdana, Arial, Helvetica, sans-serif; border: 1px solid #ffffff; background:#ffffff;" | |||
|- | |||
| | |||
<br> | |||
{{Biblioteca/Titolo 2|nome=Anarchismo e diritto (di [[Alexei Borovoi]])|autore=Alexei Borovoi|altro=}} | |||
[[File:Alexey Borovoy.gif|miniatura|[[Alexei Borovoi]]]] | [[File:Alexey Borovoy.gif|miniatura|[[Alexei Borovoi]]]] | ||
Nella letteratura critica sull'[[anarchismo]], esiste un'opinione, largamente diffusa, secondo la quale l'[[anarchismo]] - che è la categorica negazione della società attuale e del [[diritto]] attuale - ha altresì una posizione negativa sul [[diritto]] in generale, anche nella futura società libertaria. È un'opinione assolutamente errata. | Nella letteratura critica sull'[[anarchismo]], esiste un'opinione, largamente diffusa, secondo la quale l'[[anarchismo]] - che è la categorica negazione della società attuale e del [[diritto]] attuale - ha altresì una posizione negativa sul [[diritto]] in generale, anche nella futura società libertaria. È un'opinione assolutamente errata. |