Il Martello (New York): differenze tra le versioni

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Ma all'interno del [[movimento anarchico]] italo-americano la propaganda [[anarco-individualismo|individualista]] di stampo [[stirneriano]] o [[gallenista]] aveva lasciato impronte e seguaci. <ref>Cfr. G. Cerrito, ''Sulla emigrazione anarchica italiana negli Stati Uniti d'America'', «Volontà», a. XXII, n. 4, luglio-agosto 1969, pp. 269-76.</ref> Nel [[1922]] nacque, dichiarandosi continuatrice della ''[[Cronaca Sovversiva]]'' di [[Luigi Galleani]], ma su posizioni [[anarco-individualismo|individualiste]] e [[antiorganizzative]] molto più esasperate, ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'' (fin dai primi numeri ''[[L'Adunata dei Refrattari|L'Adunata]]'' si definì nettamente [[antiorganizzatrice]] <ref>Vedi R. Souvarine, ''Le due tattiche dell'anarchismo: ricostruire o distruggere'', ''L'Adunata dei Refrattari'', a. I, n. 18, 9 giu. 1922, pp. 1-2.</ref> e di un [[anarco-individualismo|individualismo]] sfrenato che portava alla concezione dell'emergere dell'[[individuo]] «[[anarchico]]», senza distinzione quindi fra sfruttati e sfruttatori). <ref>Cfr. ''Valorizziamo l'individuo in rivolta'', ''L'Adunata dei Refrattari'', a. II, n. 9, 7 aprile 1923, p. 1.</ref>
Ma all'interno del [[movimento anarchico]] italo-americano la propaganda [[anarco-individualismo|individualista]] di stampo [[stirneriano]] o [[gallenista]] aveva lasciato impronte e seguaci. <ref>Cfr. G. Cerrito, ''Sulla emigrazione anarchica italiana negli Stati Uniti d'America'', «Volontà», a. XXII, n. 4, luglio-agosto 1969, pp. 269-76.</ref> Nel [[1922]] nacque, dichiarandosi continuatrice della ''[[Cronaca Sovversiva]]'' di [[Luigi Galleani]], ma su posizioni [[anarco-individualismo|individualiste]] e [[antiorganizzative]] molto più esasperate, ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'' (fin dai primi numeri ''[[L'Adunata dei Refrattari|L'Adunata]]'' si definì nettamente [[antiorganizzatrice]] <ref>Vedi R. Souvarine, ''Le due tattiche dell'anarchismo: ricostruire o distruggere'', ''L'Adunata dei Refrattari'', a. I, n. 18, 9 giu. 1922, pp. 1-2.</ref> e di un [[anarco-individualismo|individualismo]] sfrenato che portava alla concezione dell'emergere dell'[[individuo]] «[[anarchico]]», senza distinzione quindi fra sfruttati e sfruttatori). <ref>Cfr. ''Valorizziamo l'individuo in rivolta'', ''L'Adunata dei Refrattari'', a. II, n. 9, 7 aprile 1923, p. 1.</ref>


Per questa posizione concettuale, oltre che per la pretesa di rappresentare l'ideale puro dell'[[anarchia]] <ref>Vedi l'articolo di fondo del n. 1, 15 aprile 1922, p. 1.</ref>, ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'' entrò in urto con numerosi altri gruppi [[anarchici]] (vedi, a partire dal [[1924]], i giornali «La Sferza», «Il Bohemien», «Lo Staffile», « All'Armi», oltre agli innumerevoli articoli e trafiletti che apparivano su ogni numero de ''[[L'Adunata dei Refrattari|L'Adunata]]'') e particolarmente con il gruppo e i redattori de ''Il Martello''. Questa polemica venne alimentata anche dall'arrivo negli [[Stati Uniti]] di [[Armando Borghi]], che rinnegò la sua esperienza sindacalista e [[organizzatrice]] per spostarsi su posizioni [[antiorganizzative]] <ref>Cfr. [[Armando Borghi]], ''Gli anarchici e le alleanze'', New York, 1927, opuscolo contro l'[[organizzazione]] unitaria antifascista, come era l'Alleanza Antifascista, alla quale collaborò per un certo periodo anche il gruppo de ''[[L'Adunata dei Refrattari|L'Adunata]]'' e alla quale collaborava attivamente il gruppo de ''Il Martello''.</ref>, in stretta aderenza con le posizioni de ''[[L'Adunata dei Refrattari|L'Adunata]]''. Si arrivò così, nel [[1928]], al paradosso con la «scomunica» lanciata contro [[Carlo Tresca]], individuato quale principale responsabile delle posizioni «eretiche» de ''Il Martello''. <ref>Cfr. [[Carlo Tresca]], ''Evviva il giudice Thayer'' e ''Il fattaccio'', XIII, 20, 26 maggio 1928, p. 3; oltre alla copia del documento di «scomunica» in ACSR, C.P.C., busta 5618-9.</ref>
Per questa posizione concettuale, oltre che per la pretesa di rappresentare l'ideale puro dell'[[anarchia]] <ref>Vedi l'articolo di fondo del n. 1, 15 aprile 1922, p. 1.</ref>, ''[[L'Adunata dei Refrattari]]'' entrò in urto con numerosi altri gruppi [[anarchici]] (vedi, a partire dal [[1924]], i giornali «La Sferza», «Il Bohemien», «Lo Staffile», « All'Armi», oltre agli innumerevoli articoli e trafiletti che apparivano su ogni numero de ''[[L'Adunata dei Refrattari|L'Adunata]]'') e particolarmente con il gruppo e i redattori de ''Il Martello''. Questa polemica venne alimentata anche dall'arrivo negli [[Stati Uniti]] di [[Armando Borghi]], che rinnegò la sua esperienza sindacalista e [[organizzatrice]] per spostarsi su posizioni [[antiorganizzative]] <ref>Cfr. [[Armando Borghi]], ''Gli anarchici e le alleanze'', New York, 1927, opuscolo contro l'[[organizzazione]] unitaria [[antifascista]], come era l'Alleanza Antifascista, alla quale collaborò per un certo periodo anche il gruppo de ''[[L'Adunata dei Refrattari|L'Adunata]]'' e alla quale collaborava attivamente il gruppo de ''Il Martello''.</ref>, in stretta aderenza con le posizioni de ''[[L'Adunata dei Refrattari|L'Adunata]]''. Si arrivò così, nel [[1928]], al paradosso con la «scomunica» lanciata contro [[Carlo Tresca]], individuato quale principale responsabile delle posizioni «eretiche» de ''Il Martello''. <ref>Cfr. [[Carlo Tresca]], ''Evviva il giudice Thayer'' e ''Il fattaccio'', XIII, 20, 26 maggio 1928, p. 3; oltre alla copia del documento di «scomunica» in ACSR, C.P.C., busta 5618-9.</ref>


La base reale di questa accusa fu la stessa linea politica del gruppo redazionale de ''Il Martello'' che, in una visione dell'attività rivoluzionaria più aderente al mondo degli immigrati italo-americani, non si chiudeva nella «torre d'avorio», ma riteneva necessario, in un momento di involuzione politica a livello internazionale, un confronto continuo con le altre forze politiche e sindacali e quindi agiva all'interno di comitati ed associazioni [[antifasciste]] unitarie, collaborava con le frange estremiste all'interno dei sindacati e offriva loro l'appoggio del giornale. La concezione dell'[[anarchismo]] de ''Il Martello'', infatti, in parallelo con la parte del [[movimento anarchico]] internazionale che vedeva ormai «l'[[anarchia]] come [[anarchismo]]» <ref>Cfr. G. Cerrito, ''Il movimento anarchico internazionale nella sua struttura attuale'', in ''Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo. Atti del Convegno promosso dalla Fondazione Luigi Einaudi - Torino, 5-6-7 dicembre 1969'', Torino, 1971, p. 131.</ref>, si andava via via evolvendo e costruendo verso una concezione dell'[[anarchismo]] che superasse il momento della propaganda verbale o «[[propaganda col fatto|col fatto]]» e tendesse all'organizzazione delle masse sfruttate rese coscienti dalle esperienze di lotta che compiono insieme sul posto di lavoro, nei sindacati, nelle organizzazioni antifasciste.
La base reale di questa accusa fu la stessa linea politica del gruppo redazionale de ''Il Martello'' che, in una visione dell'attività rivoluzionaria più aderente al mondo degli immigrati italo-americani, non si chiudeva nella «torre d'avorio», ma riteneva necessario, in un momento di involuzione politica a livello internazionale, un confronto continuo con le altre forze politiche e sindacali e quindi agiva all'interno di comitati ed associazioni [[antifasciste]] unitarie, collaborava con le frange estremiste all'interno dei sindacati e offriva loro l'appoggio del giornale. La concezione dell'[[anarchismo]] de ''Il Martello'', infatti, in parallelo con la parte del [[movimento anarchico]] internazionale che vedeva ormai «l'[[anarchia]] come [[anarchismo]]» <ref>Cfr. G. Cerrito, ''Il movimento anarchico internazionale nella sua struttura attuale'', in ''Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo. Atti del Convegno promosso dalla Fondazione Luigi Einaudi - Torino, 5-6-7 dicembre 1969'', Torino, 1971, p. 131.</ref>, si andava via via evolvendo e costruendo verso una concezione dell'[[anarchismo]] che superasse il momento della propaganda verbale o «[[propaganda col fatto|col fatto]]» e tendesse all'organizzazione delle masse sfruttate rese coscienti dalle esperienze di lotta che compiono insieme sul posto di lavoro, nei sindacati, nelle organizzazioni [[antifasciste]].


Il Martello in quegli anni combatte infatti il fascismo in Italia che considera espressione del bisogno « di assicurare il dominio della borghesia sulla classe operaia, sulla massa dei proletari » e « l’illimitato diritto della borghesia a trarre il massimo profitto dall’altrui fatica », chiarendo così come il fascismo non sia che uno dei modi della gestione dello sfruttamento capitalista (cfr. C. Tresca, Re fascista, VII, 38 (28 ott. 1922), p. 1; L. Fabbri, La reazione europea e l’Italia, IX, 46 (22 dic. 1923), p. 3).
Il Martello in quegli anni combatte infatti il fascismo in Italia che considera espressione del bisogno « di assicurare il dominio della borghesia sulla classe operaia, sulla massa dei proletari » e « l’illimitato diritto della borghesia a trarre il massimo profitto dall’altrui fatica », chiarendo così come il fascismo non sia che uno dei modi della gestione dello sfruttamento capitalista (cfr. C. Tresca, Re fascista, VII, 38 (28 ott. 1922), p. 1; L. Fabbri, La reazione europea e l’Italia, IX, 46 (22 dic. 1923), p. 3).


Il giornale segue anche attentamente la penetrazione fascista nelle organizzazioni italo-americane patriottiche e operaie, facendo opera di smascheramento di tale politica, e sarà fra i più attivi promotori dell’Alleanza Antifascista, sorta nel 1923, come organizzazione di difesa e di propaganda antifascista delle forze sindacali e politiche italo-americane. Il Martello spiega questa collaborazione all’Alleanza Antifascista come necessità del momento storico internazionale, di involuzione politica, che richiede l’unione di tutte le forze democratiche per Tabbattimento del fascismo, fermo restando che ogni gruppo politico non deve perdere di vista la propria posizione ideologica e i propri fini rivoluzionari (cfr. Il Martello, In difesa del nostro atteggiamento nelle lotte rivoluzionarie, XII, 4 (22 genn. 1927), pp. 1-2). Il gruppo anarchico de Il Martello, sia come gruppo specifico, che come aderente all’Alleanza svolge un propaganda efficace anche nei confronti degli italiani, inviando per posta in Italia, copie del giornale, volantini incitanti alla ribellione (vd., oltre alle numerose copie del giornale sequestrate, rintracciate in: ACSR, P.S., 1923, b. 44a; e in ACSR, C.P.C., b. 5618-9; il volantino a firma «Gli anarchici», Non date un soldo; un altro a firma « I fuorusciti », L’ultima rapina del governo fascista, entrambi riferentesi al prestito Morgan, rintracciati in ACSR, P.S., 1926, b. 86).
Il giornale segue anche attentamente la penetrazione fascista nelle organizzazioni italo-americane patriottiche e operaie, facendo opera di smascheramento di tale politica, e sarà fra i più attivi promotori dell’Alleanza Antifascista, sorta nel 1923, come organizzazione di difesa e di propaganda [[antifascista]] delle forze sindacali e politiche italo-americane. Il Martello spiega questa collaborazione all’Alleanza Antifascista come necessità del momento storico internazionale, di involuzione politica, che richiede l’unione di tutte le forze democratiche per Tabbattimento del fascismo, fermo restando che ogni gruppo politico non deve perdere di vista la propria posizione ideologica e i propri fini rivoluzionari (cfr. Il Martello, In difesa del nostro atteggiamento nelle lotte rivoluzionarie, XII, 4 (22 genn. 1927), pp. 1-2). Il gruppo anarchico de Il Martello, sia come gruppo specifico, che come aderente all’Alleanza svolge un propaganda efficace anche nei confronti degli italiani, inviando per posta in Italia, copie del giornale, volantini incitanti alla ribellione (vd., oltre alle numerose copie del giornale sequestrate, rintracciate in: ACSR, P.S., 1923, b. 44a; e in ACSR, C.P.C., b. 5618-9; il volantino a firma «Gli anarchici», Non date un soldo; un altro a firma « I fuorusciti », L’ultima rapina del governo fascista, entrambi riferentesi al prestito Morgan, rintracciati in ACSR, P.S., 1926, b. 86).


L’attività antifascista de Il Martello si fa incisiva a tal punto che il giornale sarà preso di mira non solo dagli organi ufficiali di stampa del fascismo in Italia, ma anche dalle autorità americane, su pressione dell’ambasciatore italiano. Tresca sarà arrestato il 14 agosto 1923 con una scusa banale: quella di aver spedito per posta un numero de Il Martello contenente pubblicità a pubblicazioni favorevoli al controllo delle nascite. Tresca sarà condannato a un anno di carcere (sulla vicenda, cfr. Carlo Tresca arrestato e rilasciato dietro garanzia, IX, 31 (18 ag. 1923), p. 2; Storia di una persecuzione disonesta e indecente, IX, 46 (22 dic. 1923), pp. 1-2; C. Tresca, «L’Impero » di Roma torna alla carica, X, 12 (29 dic. 1924), p. 3. Sulle pressioni esercitate dall’ambasciatore italiano sulle autorità americane, vedi, Consolato Generale d’Italia a New York a Ministero degli Interni, 20 giu. 1926; idem, 21 lug. 1926, in ACSR, P.S., 1926, b.86; oltre ai vari riferimenti contenuti nelle cartelle di Tresca e Vacirca del C.P.C.
L’attività [[antifascista]] de Il Martello si fa incisiva a tal punto che il giornale sarà preso di mira non solo dagli organi ufficiali di stampa del fascismo in Italia, ma anche dalle autorità americane, su pressione dell’ambasciatore italiano. Tresca sarà arrestato il 14 agosto 1923 con una scusa banale: quella di aver spedito per posta un numero de Il Martello contenente pubblicità a pubblicazioni favorevoli al controllo delle nascite. Tresca sarà condannato a un anno di carcere (sulla vicenda, cfr. Carlo Tresca arrestato e rilasciato dietro garanzia, IX, 31 (18 ag. 1923), p. 2; Storia di una persecuzione disonesta e indecente, IX, 46 (22 dic. 1923), pp. 1-2; C. Tresca, «L’Impero » di Roma torna alla carica, X, 12 (29 dic. 1924), p. 3. Sulle pressioni esercitate dall’ambasciatore italiano sulle autorità americane, vedi, Consolato Generale d’Italia a New York a Ministero degli Interni, 20 giu. 1926; idem, 21 lug. 1926, in ACSR, P.S., 1926, b.86; oltre ai vari riferimenti contenuti nelle cartelle di Tresca e Vacirca del C.P.C.


Allo stesso modo il giornale segue tutte le vicende che riguardano il movimento dei lavoratori italiani negli Stati Uniti, appoggia ogni tentativo di organizzazione autonoma dei lavoratori in quei sindacati come l’Amalgamated Clothing Workers of America e l’International Ladies Garment Workers Union, dove la presenza degli italiani è importante (cfr.: alcuni dei numerosi articoli sull’argomento, P. Scipione, Lo sciopero dei sarti di Philadelphia, VIII, 35 (7 ott. 1922), p. 2; Ego Sum [C. Tresca], Lo sciopero dei sarti, XI, 47 (20 nov. 1927), p. 1; Red, Reazione gialla, XI, 24 (12 giu. 1926), p. 1). In questi sindacati, come in altri, ci si contrappone apertamente all’attività collaborazionista dei dirigenti, che hanno perso completamente di vista la necessità della lotta di classe e trascinano i lavoratori nella collaborazione col sistema capitalistico (cfr. Open shop, VII, 5 (12 febb. 1921), p. 3).
Allo stesso modo il giornale segue tutte le vicende che riguardano il movimento dei lavoratori italiani negli Stati Uniti, appoggia ogni tentativo di organizzazione autonoma dei lavoratori in quei sindacati come l’Amalgamated Clothing Workers of America e l’International Ladies Garment Workers Union, dove la presenza degli italiani è importante (cfr.: alcuni dei numerosi articoli sull’argomento, P. Scipione, Lo sciopero dei sarti di Philadelphia, VIII, 35 (7 ott. 1922), p. 2; Ego Sum [C. Tresca], Lo sciopero dei sarti, XI, 47 (20 nov. 1927), p. 1; Red, Reazione gialla, XI, 24 (12 giu. 1926), p. 1). In questi sindacati, come in altri, ci si contrappone apertamente all’attività collaborazionista dei dirigenti, che hanno perso completamente di vista la necessità della lotta di classe e trascinano i lavoratori nella collaborazione col sistema capitalistico (cfr. Open shop, VII, 5 (12 febb. 1921), p. 3).
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Se da un lato questa politica ingabbia nuovamente le spinte innovatrici del movimento operaio per qualche anno, dall’altra dà la possibilità ai lavoratori di difendere le loro organizzazioni e di rafforzarle, e lascia dei margini di autonomia che, grazie anche alle esperienze accumulate nelle lotte dell’inizio del secolo dall’Industriai Workers of thè World, permetteranno la rinascita del movimento di classe con l’occupazione delle fabbriche automobilistiche nel 1936-7 (cfr. Quo vadis?, XXII, II (28 giu. 1937), p. 1).
Se da un lato questa politica ingabbia nuovamente le spinte innovatrici del movimento operaio per qualche anno, dall’altra dà la possibilità ai lavoratori di difendere le loro organizzazioni e di rafforzarle, e lascia dei margini di autonomia che, grazie anche alle esperienze accumulate nelle lotte dell’inizio del secolo dall’Industriai Workers of thè World, permetteranno la rinascita del movimento di classe con l’occupazione delle fabbriche automobilistiche nel 1936-7 (cfr. Quo vadis?, XXII, II (28 giu. 1937), p. 1).


Sono gli anni intorno al ’36-’39, anni di speranze per il gruppo anarchico de Il Martello, che vede nella rivoluzione spagnola una delle tappe fondamentali della lotta fra forze fasciste e forze rivoluzionarie a livello internazionale. Il Martello giudica conveniente la formazione di un fronte unico che rafforzi le fila degli antifascisti spagnoli, e per questo giustifica anche la partecipazione al governo di una parte degli anarchici (cfr. L’atteggiamento degli anarchici spagnoli, XXII, 1 (14 genn. 1937), p. 5). Anche se appoggia le posizioni di Durruti che dal fronte rivolge dure parole alle forze che minano con la loro azione il processo di socializzazione dell’economia in atto (cfr. C. Tresca, Durruti, XXI, 20 (28 nov. 1936), p. 1), e riporta con entusiasmo le posizioni degli «amici di Durruti» che «protestano spesso contro gli sperperi, le manovre governative e lottano per la rivoluzione sociale » (cfr. Voci di ammonimento della gioventù spagnola, XX, 17 (14 ott. 1936), p. 4).
Sono gli anni intorno al ’36-’39, anni di speranze per il gruppo anarchico de Il Martello, che vede nella rivoluzione spagnola una delle tappe fondamentali della lotta fra forze fasciste e forze rivoluzionarie a livello internazionale. Il Martello giudica conveniente la formazione di un fronte unico che rafforzi le fila degli [[antifascisti]] spagnoli, e per questo giustifica anche la partecipazione al governo di una parte degli anarchici (cfr. L’atteggiamento degli anarchici spagnoli, XXII, 1 (14 genn. 1937), p. 5). Anche se appoggia le posizioni di Durruti che dal fronte rivolge dure parole alle forze che minano con la loro azione il processo di socializzazione dell’economia in atto (cfr. C. Tresca, Durruti, XXI, 20 (28 nov. 1936), p. 1), e riporta con entusiasmo le posizioni degli «amici di Durruti» che «protestano spesso contro gli sperperi, le manovre governative e lottano per la rivoluzione sociale » (cfr. Voci di ammonimento della gioventù spagnola, XX, 17 (14 ott. 1936), p. 4).


Questa posizione ambigua de Il Martello è dovuta all’entusiasmo suscitato dall’esperienza che gli anarchici e le forze rivoluzionarie stavano vivendo in Spagna, dalla considerazione che ciò che si stava realizzando è in fase sperimentale e ha quindi bisogno di aiuto e di comprensione. Ma queste giustificazioni cadranno quando l’esperienza spagnola si concluderà in maniera negativa, creando una frattura insanabile fra movimento libertario e comunisti stalinisti. (È necessario notare che Il Martello, come la maggior parte dei giornali anarchici aveva appoggiato in un primo momento la rivoluzione bolscevica sia per mancanza di notizie dettagliate che per l’entusiasmo destato dagli avvenimenti. Il primo articolo critico nei confronti del governo bolscevico appare nell’agosto del 1921 (La fame in Russia, VII, 27 (13 ago. 1921), p. 2), ma l’opposizione si fa sempre più puntuale e serrata, fino ad arrivare alla netta presa di posizione antileninista; cfr., ad es., C. Tresca, Lenin, X, 5 (2 febb. 1924), p. 3).
Questa posizione ambigua de Il Martello è dovuta all’entusiasmo suscitato dall’esperienza che gli anarchici e le forze rivoluzionarie stavano vivendo in Spagna, dalla considerazione che ciò che si stava realizzando è in fase sperimentale e ha quindi bisogno di aiuto e di comprensione. Ma queste giustificazioni cadranno quando l’esperienza spagnola si concluderà in maniera negativa, creando una frattura insanabile fra movimento libertario e comunisti stalinisti. (È necessario notare che Il Martello, come la maggior parte dei giornali anarchici aveva appoggiato in un primo momento la rivoluzione bolscevica sia per mancanza di notizie dettagliate che per l’entusiasmo destato dagli avvenimenti. Il primo articolo critico nei confronti del governo bolscevico appare nell’agosto del 1921 (La fame in Russia, VII, 27 (13 ago. 1921), p. 2), ma l’opposizione si fa sempre più puntuale e serrata, fino ad arrivare alla netta presa di posizione antileninista; cfr., ad es., C. Tresca, Lenin, X, 5 (2 febb. 1924), p. 3).
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Ne deriva per Il Martello la riflessione più generale sulla posizione degli anarchici di fronte alle altre forze di sinistra in periodo pre e post-rivoluzionario. La permissività e la libera sperimentazione concessa a comunisti e socialisti autoritari in Spagna hanno portato allo sfaldamento delle possibilità rivoluzionarie. Per questo, conclude Il Martello, è necessario porsi come organizzazione con obiettivi ben precisi e tattiche conseguenti, (cfr. Brand [Ciriaco Arrigoni], L’ingenuità anarchica, XXII, 17 (14 ott. 1937), p. 4; C. Tresca, La controrivoluzione in marcia, XXIII, 9 (28 mag. 1937), pp. 1-3).
Ne deriva per Il Martello la riflessione più generale sulla posizione degli anarchici di fronte alle altre forze di sinistra in periodo pre e post-rivoluzionario. La permissività e la libera sperimentazione concessa a comunisti e socialisti autoritari in Spagna hanno portato allo sfaldamento delle possibilità rivoluzionarie. Per questo, conclude Il Martello, è necessario porsi come organizzazione con obiettivi ben precisi e tattiche conseguenti, (cfr. Brand [Ciriaco Arrigoni], L’ingenuità anarchica, XXII, 17 (14 ott. 1937), p. 4; C. Tresca, La controrivoluzione in marcia, XXIII, 9 (28 mag. 1937), pp. 1-3).


L’esperienza spagnola influisce anche sull’attività de Il Martello negli Stati Uniti. Il gruppo de Il Martello toglie l’appoggio dato al Comitato d’Azione Antifascista, che sotto l’influenza dei comunisti, sta trasformandosi da organismo antifascista di classe in strumento di collaborazione, di fronte unico (cfr. Ego Sum [C. Tresca], L’antifascismo in berlina, XXI, 28 (25 lug. 1936), p. 4; La Commissione di Controllo, Precisando, XX, 5 (15 nov. 1936), p. 1). In seguito approfondirà il dissidio con i comunisti riportando una copiosa documentazione della repressione contro gli anarchici e gli aderenti al POUM operata dagli stalinisti in Spagna (cfr. Mosca invia al macello i libertari spagnoli, XXIII, 18 (11 lug. 1939), p. 3; e Serenate staliniane, XXVI, 17 (14 ott. 1941), pp. 2-6, per citare alcuni degli articoli più significativi).
L’esperienza spagnola influisce anche sull’attività de Il Martello negli Stati Uniti. Il gruppo de Il Martello toglie l’appoggio dato al Comitato d’Azione Antifascista, che sotto l’influenza dei comunisti, sta trasformandosi da organismo [[antifascista]] di classe in strumento di collaborazione, di fronte unico (cfr. Ego Sum [C. Tresca], L’antifascismo in berlina, XXI, 28 (25 lug. 1936), p. 4; La Commissione di Controllo, Precisando, XX, 5 (15 nov. 1936), p. 1). In seguito approfondirà il dissidio con i comunisti riportando una copiosa documentazione della repressione contro gli anarchici e gli aderenti al POUM operata dagli stalinisti in Spagna (cfr. Mosca invia al macello i libertari spagnoli, XXIII, 18 (11 lug. 1939), p. 3; e Serenate staliniane, XXVI, 17 (14 ott. 1941), pp. 2-6, per citare alcuni degli articoli più significativi).


Nel frattempo Il Martello intensifica la sua azione all’interno del movimento anarchico, e appoggia l’iniziativa del « Gruppo Berneri » di New York di indire un convegno degli anarchici italiani negli Stati Uniti. Il Martello sospenderà anche le pubblicazioni dal gennaio 1939 al febbraio 1940 per dare spazio al giornale del movimento « L’Intesa Libertana» (cfr.: Pel Convegno, XXIV, 2 (28 genn. 1939), p. 2; Le relazioni del Gruppo ’Il Martello’ e del giornale ’L’Intesa Libertaria’, XXIV, 9 (14 mag. 1939), p. 4.
Nel frattempo Il Martello intensifica la sua azione all’interno del movimento anarchico, e appoggia l’iniziativa del « Gruppo Berneri » di New York di indire un convegno degli anarchici italiani negli Stati Uniti. Il Martello sospenderà anche le pubblicazioni dal gennaio 1939 al febbraio 1940 per dare spazio al giornale del movimento « L’Intesa Libertana» (cfr.: Pel Convegno, XXIV, 2 (28 genn. 1939), p. 2; Le relazioni del Gruppo ’Il Martello’ e del giornale ’L’Intesa Libertaria’, XXIV, 9 (14 mag. 1939), p. 4.


Nell’ambiente antifascista americano intanto si assiste ad nuova ondata di adesioni « dell’ultim’ora », di fronte all’entrata in guerra degli Stati Uniti e alla sempre più certa sconfitta del fascismo in Italia. È in questo clima che la sera dell’11 gennaio 1943 Tresca viene assassinato da ignoti.
Nell’ambiente [[antifascista]] americano intanto si assiste ad nuova ondata di adesioni « dell’ultim’ora », di fronte all’entrata in guerra degli Stati Uniti e alla sempre più certa sconfitta del fascismo in Italia. È in questo clima che la sera dell’11 gennaio 1943 Tresca viene assassinato da ignoti.


Il Martello continuerà ad uscire, dopo la morte di Tresca, come « Quindicinale libertario fondato da Carlo Tresca», fino al 1946, diretto prima dal «Gruppo Carlo Tresca» (composto da D. Carrillo, A. Casalini, D. Dominik, F. Guadagni, G. Grazzini, G. Mancini, A. Madrignano, V. Pasquandrea, G. Priore, L. Zagni, G. Zanelli, M. Zavarella, J. Mancini), poi dal « Gruppo Autonomo ».
Il Martello continuerà ad uscire, dopo la morte di Tresca, come « Quindicinale libertario fondato da Carlo Tresca», fino al 1946, diretto prima dal «Gruppo Carlo Tresca» (composto da D. Carrillo, A. Casalini, D. Dominik, F. Guadagni, G. Grazzini, G. Mancini, A. Madrignano, V. Pasquandrea, G. Priore, L. Zagni, G. Zanelli, M. Zavarella, J. Mancini), poi dal « Gruppo Autonomo ».


Il gruppo, anche se fluttuante, si richiama agli anni migliori del giornale e della vita di Tresca, alla sua militanza nell’IWW, e si dichiara estraneo a qualsiasi legame con la « recente immigrazione sedicente antifascista » (con chiaro riferimento agli antifascisti di recente data) che anche Tresca aveva combattuto. Comunque il giornale avrà meno incisività e mordente, anche se svolgerà un’attiva campagna per una risposta rivoluzionaria del popolo italiano alla caduta del fascismo (cfr. Partigiani non consegnate le armi, XXX, 7 (nov. 1945), p. 1).
Il gruppo, anche se fluttuante, si richiama agli anni migliori del giornale e della vita di Tresca, alla sua militanza nell’IWW, e si dichiara estraneo a qualsiasi legame con la « recente immigrazione sedicente [[antifascista]] » (con chiaro riferimento agli [[antifascisti]] di recente data) che anche Tresca aveva combattuto. Comunque il giornale avrà meno incisività e mordente, anche se svolgerà un’attiva campagna per una risposta rivoluzionaria del popolo italiano alla caduta del fascismo (cfr. Partigiani non consegnate le armi, XXX, 7 (nov. 1945), p. 1).


==Note==
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