Pedagogia libertaria: differenze tra le versioni

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I libertari non solo criticano da tempo l'istruzione ufficiale, ma auspicano anche la formazione di nuovi sistemi educativi in cui l'apprendimento degli scolari venga concepito in maniera non coercitiva e tenendo conto delle peculiarità specifiche di ogni fanciullo. Per questo essi hanno da sempre sviluppato il concetto di educazione integrale (integrazione tra teoria e pratica, lavoro manuale e intellettuale), di modo che dall'educazione il fanciullo possa aprire davanti a sé vasti orizzonte culturali e lavorativi che lo rendano effettivamente libero di scegliere la sua strada.
I libertari non solo criticano da tempo l'istruzione ufficiale, ma auspicano anche la formazione di nuovi sistemi educativi in cui l'apprendimento degli scolari venga concepito in maniera non coercitiva e tenendo conto delle peculiarità specifiche di ogni fanciullo. Per questo essi hanno da sempre sviluppato il concetto di educazione integrale (integrazione tra teoria e pratica, lavoro manuale e intellettuale), di modo che dall'educazione il fanciullo possa aprire davanti a sé vasti orizzonte culturali e lavorativi che lo rendano effettivamente libero di scegliere la sua strada.


Uno dei primi a mettere in pratica le proprie idee fu [[Lev Tolstoj]], che nel [[1860]], durante un viaggio in Europa (Italia, Francia, Germania ...), si accorse della svogliatezza degli studenti che frequentavano la [[scuola]], giungendo ala conclusione che tale condizione fosse da imputare all'istituzione scolastica e non certo agli scolari. Lo scrittore russo denunciò i metodi educativi che castravano l'intelligenza dei bambini anziché stimolarla, auspicando la formazione di una diversa [[scuola|istituzione soclastica]]. Lo scrittore russo distinse l'educazione dalla cultura: mentre la seconda rappresentava tutto il libero fluire di quegli elementi che contribuiscono a formare un essere umano cosciente di sé e del suo suolo nel mondo, la prima ha a che vedere con la coercizione ed il tentativo di impedire il libero fluire della cultura.  Di qui l'idea che l'apprendimento per il bambino non potesse avvenire che attraverso un'educazione libertaria che lasciasse fluire liberamente la cultura. <ref>[http://www.criticamente.com/cultura_arte/Tolstoj_Lev_-_Educazione_e_formazione_culturale.htm Educazione e formazione culturale]</ref>
Uno dei primi a mettere in pratica le proprie idee fu [[Lev Tolstoj]], che nel [[1860]], durante un viaggio in Europa (Italia, Francia, Germania... ), si accorse della svogliatezza degli studenti che frequentavano la [[scuola]], giungendo ala conclusione che tale condizione fosse da imputare all'istituzione scolastica e non certo agli scolari. Lo scrittore russo denunciò i metodi educativi che castravano l'intelligenza dei bambini anziché stimolarla, auspicando la formazione di una diversa [[scuola|istituzione soclastica]]. Lo scrittore russo distinse l'educazione dalla cultura: mentre la seconda rappresentava tutto il libero fluire di quegli elementi che contribuiscono a formare un essere umano cosciente di sé e del suo suolo nel mondo, la prima ha a che vedere con la coercizione ed il tentativo di impedire il libero fluire della cultura.  Di qui l'idea che l'apprendimento per il bambino non potesse avvenire che attraverso un'educazione libertaria che lasciasse fluire liberamente la cultura. <ref>[http://www.criticamente.com/cultura_arte/Tolstoj_Lev_-_Educazione_e_formazione_culturale.htm Educazione e formazione culturale]</ref>


Le considerazioni tolstojane avevano notevoli punti in comune con quelle di un altro libertario assai critico dell'educazione statale: [[William Godwin]]. Egli riteneva che l'educazione istituzionale fosse un mezzo funzionale alla formazione di cittadini abituati ad essere governati e a sostenere menzogne quali il [[patriottismo]] (ossia a fiancheggiare il potere politico ed economico-capitalistico), perché «...il governo dipende sempre dall'opinione dei governati». Il pensiero di Godwin si fondava su tre punti fondamentali, tutti assai affini con la visione di [[Tolstoj]]:
Le considerazioni tolstojane avevano notevoli punti in comune con quelle di un altro libertario assai critico dell'educazione statale: [[William Godwin]]. Egli riteneva che l'educazione istituzionale fosse un mezzo funzionale alla formazione di cittadini abituati ad essere governati e a sostenere menzogne quali il [[patriottismo]] (ossia a fiancheggiare il potere politico ed economico-capitalistico), perché «...il governo dipende sempre dall'opinione dei governati». Il pensiero di Godwin si fondava su tre punti fondamentali, tutti assai affini con la visione di [[Tolstoj]]:
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