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Il regime sovietico non gradiva l'autonomismo proletario e sin dal [[1918]] aveva cominciato a mostrare il proprio volto autoritario con la “bolscevizzazione” dei [[soviet]], in virtù della quale non solo venivano espulse tutte le componenti di opposizione ma anche si gerarchizzava un organismo (i soviet appunto) nata per promuovere la [[libertà ]] di [[autogestione]] dei lavoratori.  
Il regime sovietico non gradiva l'autonomismo proletario e sin dal [[1918]] aveva cominciato a mostrare il proprio volto autoritario con la “bolscevizzazione” dei [[soviet]], in virtù della quale non solo venivano espulse tutte le componenti di opposizione ma anche si gerarchizzava un organismo (i soviet appunto) nata per promuovere la [[libertà ]] di [[autogestione]] dei lavoratori.  
[[Image:Emma Goldman.jpg|thumb|200 px|[[Emma Goldman]], anarchica russa, fu attivamente impegnata ad impedire la repressione di Kronstadt]]
[[Image:Emma Goldman.jpg|thumb|200 px|[[Emma Goldman]], anarchica russa, fu attivamente impegnata ad impedire la repressione di Kronstadt]]
Per contrastare il [[socialismo libertario]] di Kronostad, i bolscevichi usarono l'arma della diffamazione, affiggendo sui muri delle principali città  manifesti in cui si millantava il tradimento del [[soviet]] di Kronstadt, passato al comando del fantomatico controrivoluzionario Kozlovskij (esisteva a Kronstadt un ex-ufficiale con quel nome, ma non esercitava alcuna [[autorità ]] e inoltre non era un controrivoluzionario). La «Leningradskaja Pravda» pubblicò la falsa notizia dell’arresto e dell??esecuzione non eseguita “per miracolo” del "Commissario della flotta e dell’esercito" Kuzmin (successivamente Kuzmin ebbe a dire che sostanzialmente se l’era vista brutta ma che non gli fu fatto niente...).  
Per contrastare il [[socialismo libertario]] di Kronostad, i bolscevichi usarono l'arma della diffamazione, affiggendo sui muri delle principali città  manifesti in cui si millantava il tradimento del [[soviet]] di Kronstadt, passato al comando del fantomatico controrivoluzionario Kozlovskij (esisteva a Kronstadt un ex-ufficiale con quel nome, ma non esercitava alcuna [[autorità ]] e inoltre non era un controrivoluzionario). La «Leningradskaja Pravda» pubblicò la falsa notizia dell’arresto e dell'esecuzione non eseguita “per miracolo” del "Commissario della flotta e dell’esercito" Kuzmin (successivamente Kuzmin ebbe a dire che sostanzialmente se l’era vista brutta ma che non gli fu fatto niente...).  


In realtà  gli insorti (i “leader” della rivolta erano sostanzialmente degli sconosciuti: [[Stepan Petrichenko|Petricenko]]<ref name="Petrichenko">Prima di Kronstadt, Petrichenko fu uno dei leaders dell'esperienza vissuta nella [[Repubblica Sovietica di Naissaar]]</ref>, [[Perepelkin]] ecc.) avevano cercato di limitare gli episodi di [[violenza]] contro i bolscevichi (alcuni brutti episodi sono imputabili alle libere inizative di qualche testa calda del luogo), arrestando solo qualche funzionario bolscevico che si era dissociato dalle decisioni del "popolo di Piazza Ancora". Anzi, ancor di più, lo stesso Kuzmin e il "Presidente Esecutivo della Repubblica" Kalinin, furono accolti amichevolmente, ma quest’ultimo li accusò di egoismo e tradimento, promettendo una dura repressione che non tardò ad arrivare.<ref name="menzogne"> Le menzogne bolsceviche sono state ben illustrate da [[Victor Serge]] nel suo ''[[Memorie di un rivoluzionario]]'' (da pag 154 a pag 162)</ref>
In realtà  gli insorti (i “leader” della rivolta erano sostanzialmente degli sconosciuti: [[Stepan Petrichenko|Petricenko]]<ref name="Petrichenko">Prima di Kronstadt, Petrichenko fu uno dei leaders dell'esperienza vissuta nella [[Repubblica Sovietica di Naissaar]]</ref>, [[Perepelkin]] ecc.) avevano cercato di limitare gli episodi di [[violenza]] contro i bolscevichi (alcuni brutti episodi sono imputabili alle libere inizative di qualche testa calda del luogo), arrestando solo qualche funzionario bolscevico che si era dissociato dalle decisioni del "popolo di Piazza Ancora". Anzi, ancor di più, lo stesso Kuzmin e il "Presidente Esecutivo della Repubblica" Kalinin, furono accolti amichevolmente, ma quest’ultimo li accusò di egoismo e tradimento, promettendo una dura repressione che non tardò ad arrivare.<ref name="menzogne"> Le menzogne bolsceviche sono state ben illustrate da [[Victor Serge]] nel suo ''[[Memorie di un rivoluzionario]]'' (da pag 154 a pag 162)</ref>


Nell'appello ''agli operai, soldati rossi e marinai'', del [[13 marzo]] (cioè quando l'attacco bolscevico era già  in atto da qualche girono), Kronstadt respingerà  l'infame accusa di essere dei controrivoluzionari guidati da generali bianchi:
Nell'appello ''agli operai, soldati rossi e marinai'', del [[13 marzo]] (cioè quando l'attacco bolscevico era già  in atto da qualche girono), Kronstadt respingerà  l'infame accusa di essere dei controrivoluzionari guidati da generali bianchi:
: «Il 2 marzo ci siamo sollevati a Kronstadt contro il giogo dei comunisti e spieghiamo la bandiera rossa della terza rivoluzione dei proletari. Soldati rossi, marinai, ope­rai! Kronstadt rivoluzionaria è insorta! Denunciamo che vi si inganna, che non vi si dice la verità  di ciò che accade. Non vi si dice che siamo pronti a dare in olocausto la nostra vita per l’emancipazione degli operai e dei conta­dini. Vi vogliono persuadere che il comitato rivoluzionario provvisorio e sottoposto ai generali bianchi ed ai pope. Vogliamo finirla con le calunnie! VI diciamo i nomi dei membri del nostro comitato. '''Patricencko''', impiegato nelle officine delle linee marittime; Jacobenko, telefonista della sezione telefonica di Kronstadt; '''Osokobenko''', macchinista nelle linee marittime ‘‘Sebastopoli '''Perepelkin''', elettricista nella Sebastopoli’’; Archipov, primo macchinista; '''Petru­chew''', primo elettricista nella “pertopavlovsk “; '''Kupolv''', medico; '''Verchinin''', marinaio della ‘??Sebastopoli ‘‘; '''Tukin'''. operaio elettricista; '''Romenko''', riparatore navale; '''Oreschin''', ispettore nella terza scuola del lavoro: '''Pabloww''', operaio; '''Baikow''', amministratore; '''Walk''', direttore di una segheria; '''Kilgast''', saldatore». <ref name="isv">[http://www.socialismolibertario.it/rocher.htm Bolscevismo ed anarchismo, cap. 6]</ref>
: «Il 2 marzo ci siamo sollevati a Kronstadt contro il giogo dei comunisti e spieghiamo la bandiera rossa della terza rivoluzione dei proletari. Soldati rossi, marinai, ope­rai! Kronstadt rivoluzionaria è insorta! Denunciamo che vi si inganna, che non vi si dice la verità  di ciò che accade. Non vi si dice che siamo pronti a dare in olocausto la nostra vita per l’emancipazione degli operai e dei conta­dini. Vi vogliono persuadere che il comitato rivoluzionario provvisorio e sottoposto ai generali bianchi ed ai pope. Vogliamo finirla con le calunnie! VI diciamo i nomi dei membri del nostro comitato. '''Patricencko''', impiegato nelle officine delle linee marittime; Jacobenko, telefonista della sezione telefonica di Kronstadt; '''Osokobenko''', macchinista nelle linee marittime ‘‘Sebastopoli '''Perepelkin''', elettricista nella Sebastopoli’’; Archipov, primo macchinista; '''Petru­chew''', primo elettricista nella “pertopavlovsk “; '''Kupolv''', medico; '''Verchinin''', marinaio della "Sebastopoli "; '''Tukin'''. operaio elettricista; '''Romenko''', riparatore navale; '''Oreschin''', ispettore nella terza scuola del lavoro: '''Pabloww''', operaio; '''Baikow''', amministratore; '''Walk''', direttore di una segheria; '''Kilgast''', saldatore». <ref name="isv">[http://www.socialismolibertario.it/rocher.htm Bolscevismo ed anarchismo, cap. 6]</ref>


===Kronstadt nel mirino dei bianchi: il "Memorandum" del centro nazionale ===
===Kronstadt nel mirino dei bianchi: il "Memorandum" del centro nazionale ===
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