Chiesa cattolica: differenze tra le versioni

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In generale, fu l’Alto Medioevo l'età  in cui la Chiesa entra negli ambienti di potere; questo fu inizialmente un atto dovuto dei vescovi verso i propri fedeli a cui si volle garantire un'esistenza dignitosa. Perciò la Chiesa diviene il principale [[proprietario]] terriero ed il monastero l'unico baluardo della [[civiltà ]] in mezzo alla desolazione. Tuttavia, proprio nei monasteri l'ambiente ecclesiastico incontra i vizi del [[potere]]. Infatti il mantenimento di tali luoghi religiosi era molto dispendioso economicamente e la Chiesa fu dunque costretta a maneggiare ingenti somme di [[moneta alternativa|denaro]] ed a trovare mezzi per ricercarle.
In generale, fu l’Alto Medioevo l'età  in cui la Chiesa entra negli ambienti di potere; questo fu inizialmente un atto dovuto dei vescovi verso i propri fedeli a cui si volle garantire un'esistenza dignitosa. Perciò la Chiesa diviene il principale [[proprietario]] terriero ed il monastero l'unico baluardo della [[civiltà ]] in mezzo alla desolazione. Tuttavia, proprio nei monasteri l'ambiente ecclesiastico incontra i vizi del [[potere]]. Infatti il mantenimento di tali luoghi religiosi era molto dispendioso economicamente e la Chiesa fu dunque costretta a maneggiare ingenti somme di [[moneta alternativa|denaro]] ed a trovare mezzi per ricercarle.


In questa età  fu elaborato il clamoroso falso della “donazione di Costantino”, il documento con cui l'imperatore Costantino avrebbe ceduto al papa Silvestro I il possesso, giuridico ed amministrativo, del futuro Stato Pontificio. La falsità  dello stesso fu provata nel XV secolo dallo storico e filologo Lorenzo Valla, il quale notò gravissimi errori nel testo, come la descrizione di particolari costumi non in uso all'epoca o la presenza di “Costantinopoli” quando alla data attribuita alla donazione, tale città  era nominata ancora come Bisanzio. <ref>[http://www.marzorati.org/svizzera/donazione.html La falsa donazione di Costantino]</ref>
In questa età  fu elaborato il clamoroso falso della “donazione di Costantino”, il documento con cui l'imperatore Costantino avrebbe ceduto al papa Silvestro I il possesso, giuridico ed amministrativo, del futuro Stato Pontificio. La falsità  dello stesso fu provata nel XV secolo dallo storico e filologo Lorenzo Valla, il quale notò gravissimi errori nel testo, come la descrizione di particolari costumi non in uso all'epoca o la presenza di “Costantinopoli” quando alla data attribuita alla donazione, tale città  era nominata ancora come Bisanzio. <ref>[http://www.marzorati.org/svizzera/donazione.html La falsa donazione di Costantino]</ref>


Sotto l'influenza esercitata dalla Chiesa, sempre durante questa fase storica, l'imperatore cristiano Giustiniano (483-565 d.C.), nel suo ''Corpus iuris civilis'' (una raccolta di leggi che è ancor oggi alla base di gran parte del diritto occidentale), ribadì la condanna a morte per i sodomiti, come peraltro ben esplicitato dalla Bibbia (Levitico, XX 13); Giustiniano proseguì sulla stessa strada intrapresa da Valentiniano II e Teodosio I che, per primi, nel 390 d.C. avevano previsto il rogo come punizione contro i sodomiti, ispirandosi alla punizione biblica di Sodoma e Gomorra.
Sotto l'influenza esercitata dalla Chiesa, sempre durante questa fase storica, l'imperatore cristiano Giustiniano (483-565 d.C.), nel suo ''Corpus iuris civilis'' (una raccolta di leggi che è ancor oggi alla base di gran parte del diritto occidentale), ribadì la condanna a morte per i sodomiti, come peraltro ben esplicitato dalla Bibbia (Levitico, XX 13); Giustiniano proseguì sulla stessa strada intrapresa da Valentiniano II e Teodosio I che, per primi, nel 390 d.C. avevano previsto il rogo come punizione contro i sodomiti, ispirandosi alla punizione biblica di Sodoma e Gomorra.
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Dopo la morte di Liutprando, la Chiesa fiuta il vento e si schiera con i nostri futuri colonizzatori: i Franchi. Papa Stefano II non vuole solo rompere con il [[popolo]] che ha dato nome alla Lombardia ma anche coi bizantini teorici padroni di Roma. [[Sovranità ]] teorica in quanto l'assenza di potere civile reale nella Città  Eterna ha favorito la brama di territori dei papi che ora hanno scorto un nuovo alleato: Pipino il Breve cui papa Zaccaria diede carattere sacro all'[[autorità ]] sua e dei suoi discendenti. I Franchi fanno comodo alla Chiesa dopo che il re longobardo Astolfo ha conquistato Ravenna e il Lazio, minacciando Roma. Nel [[754]] Stefano II incorona Pipino ed i suoi due figli; il Breve è l'unica speranza del Sommo Pastore poiché anche Bisanzio lo ha abbandonato a causa dei contrasti sull'[[iconoclasta|iconoclastia]]. Dunque in cambio della benedizione, il sovrano figlio di Carlo Martello scende in [[Italia]], a sostegno del patrono della Cristianità , sconfigge i longobardi ed obbliga il loro governante a restituire tutti i territori papalini, Ravenna compresa.  
Dopo la morte di Liutprando, la Chiesa fiuta il vento e si schiera con i nostri futuri colonizzatori: i Franchi. Papa Stefano II non vuole solo rompere con il [[popolo]] che ha dato nome alla Lombardia ma anche coi bizantini teorici padroni di Roma. [[Sovranità ]] teorica in quanto l'assenza di potere civile reale nella Città  Eterna ha favorito la brama di territori dei papi che ora hanno scorto un nuovo alleato: Pipino il Breve cui papa Zaccaria diede carattere sacro all'[[autorità ]] sua e dei suoi discendenti. I Franchi fanno comodo alla Chiesa dopo che il re longobardo Astolfo ha conquistato Ravenna e il Lazio, minacciando Roma. Nel [[754]] Stefano II incorona Pipino ed i suoi due figli; il Breve è l'unica speranza del Sommo Pastore poiché anche Bisanzio lo ha abbandonato a causa dei contrasti sull'[[iconoclasta|iconoclastia]]. Dunque in cambio della benedizione, il sovrano figlio di Carlo Martello scende in [[Italia]], a sostegno del patrono della Cristianità , sconfigge i longobardi ed obbliga il loro governante a restituire tutti i territori papalini, Ravenna compresa.  


I Longobardi vengono definitivamente sconfitti dal successore di Pipino, Carlo Magno, che diventerà  il nuovo signore del settentrione italiano e imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, incoronato da papa Leone III nel [[800]] a Roma. Grazie al grande re franco il “patrimonio di San Pietro” viene notevolmente ampliato: ottiene Roma; l'esarcato di Ravenna; Toscana; Spoleto. Prende forma, durante l'era carolingia, quello che sarà  lo [[Stato]] della Chiesa, un'area territoriale che si espande nell'[[Italia]] centrale.
I Longobardi vengono definitivamente sconfitti dal successore di Pipino, Carlo Magno, che diventerà  il nuovo signore del settentrione italiano e imperatore del Sacro Romano Impero Germanico, incoronato da papa Leone III nel [[800]] a Roma. Grazie al grande re franco il “patrimonio di San Pietro” viene notevolmente ampliato: ottiene Roma; l'esarcato di Ravenna; Toscana; Spoleto. Prende forma, durante l'era carolingia, quello che sarà  lo [[Stato]] della Chiesa, un'area territoriale che si espande nell'[[Italia]] centrale.
Terminato il dominio dei franchi, dopo una fase di instabilità  politica si afferma il potere dell'Impero Germanico in Italia. Nel 936 è alla guida Ottone I il quale si fa incoronare “Re d'Italia” e anche imperatore da papa Giovanni XII nella basilica di San Pietro. Nel [[962]] Ottone si prende il privilegio del potere vincolante sull'elezione del pontefice; è il “privilegio di Ottone” che, inoltre, riconosce le terre concesse alla Chiesa da Carlo Magno. Questo è il principio di un duro conflitto tra Papato e Impero.
Terminato il dominio dei franchi, dopo una fase di instabilità  politica si afferma il potere dell'Impero Germanico in Italia. Nel 936 è alla guida Ottone I il quale si fa incoronare “Re d'Italia” e anche imperatore da papa Giovanni XII nella basilica di San Pietro. Nel [[962]] Ottone si prende il privilegio del potere vincolante sull'elezione del pontefice; è il “privilegio di Ottone” che, inoltre, riconosce le terre concesse alla Chiesa da Carlo Magno. Questo è il principio di un duro conflitto tra Papato e Impero.
All'inizio del secondo millennio vi è in [[Italia]] la prima spontanea rivolta contro un invasore ad opera di Arduino d'Ivrea con il sostegno di feudatari laici. Egli nel [[1002]] cercò di ricostituire un  Regno d'Italia indipendente e assunse anche la carica regale. La Chiesa, nonostante fosse messa in pericolo dall'Impero Germanico, scelse di aiutare l'imperatore Enrico II che sconfisse il ribelle e si fece incoronare Re d'Italia a Pavia. Lo stesso sarà  proclamato imperatore da papa Benedetto VIII.  
All'inizio del secondo millennio vi è in [[Italia]] la prima spontanea rivolta contro un invasore ad opera di Arduino d'Ivrea con il sostegno di feudatari laici. Egli nel [[1002]] cercò di ricostituire un  Regno d'Italia indipendente e assunse anche la carica regale. La Chiesa, nonostante fosse messa in pericolo dall'Impero Germanico, scelse di aiutare l'imperatore Enrico II che sconfisse il ribelle e si fece incoronare Re d'Italia a Pavia. Lo stesso sarà  proclamato imperatore da papa Benedetto VIII.  


Il comportamento del pontefice nei confronti di Arduino è interessante, poiché mostra una linea d'azione clericale che si confermerà  in futuro. La Chiesa preferì sostenere l'Impero con cui erano già  affiorati dei contrasti e che, ricordiamo, giungerà  fra poco ad ottenere la nomina diretta del papa - con Enrico III - piuttosto che aiutare la [[rivolta]] spontanea italiana contro di esso. Ecco chiaro il nemico assoluto degli eredi di Pietro: l’indipendenza dell’Italia. La penisola è vista come terra necessariamente da sottoporre alla [[sovranità ]] ecclesiastica e a cui essa non può dunque rinunciare. I pontefici possono tollerare anche un periodo di soggezione esterna, ma l'[[Italia]] non intendono certo mollarla facilmente. Essa contiene Roma, centro della Cristianità  e terra in cui sarebbe stato crocifisso Pietro, e quindi non può essere abbandonata al suo [[popolo]]. La penisola appartiene al Papa il quale direttamente o meno deve esercitare l'influenza, anche contro la [[sovranità??|sovranità  popolare]].
Il comportamento del pontefice nei confronti di Arduino è interessante, poiché mostra una linea d'azione clericale che si confermerà  in futuro. La Chiesa preferì sostenere l'Impero con cui erano già  affiorati dei contrasti e che, ricordiamo, giungerà  fra poco ad ottenere la nomina diretta del papa - con Enrico III - piuttosto che aiutare la [[rivolta]] spontanea italiana contro di esso. Ecco chiaro il nemico assoluto degli eredi di Pietro: l’indipendenza dell’Italia. La penisola è vista come terra necessariamente da sottoporre alla [[sovranità ]] ecclesiastica e a cui essa non può dunque rinunciare. I pontefici possono tollerare anche un periodo di soggezione esterna, ma l'[[Italia]] non intendono certo mollarla facilmente. Essa contiene Roma, centro della Cristianità  e terra in cui sarebbe stato crocifisso Pietro, e quindi non può essere abbandonata al suo [[popolo]]. La penisola appartiene al Papa il quale direttamente o meno deve esercitare l'influenza, anche contro la [[sovranità??|sovranità  popolare]].


La seconda metà  del secolo XI è stata caratterizzata dalla lotta per le investiture; papa Gregorio VII vuole a tutti i costi ribadire la superiorità  del papa su tutti i vescovi ed il diritto di nominarli. Gregorio vuole togliere all'imperatore ogni potere sul clero e affermare una sorta di monarchia universale a cui tutti gli uomini religiosi e laici debbano sottomettersi. Dall'altra parte della barricata c’è Enrico IV, l'imperatore, che convoca i vescovi tedeschi a Worms e dichiara decaduto il suo rivale con la mitra. Quest'ultimo di conseguenza lo scomunica. La lotta per le investiture si conclude nel [[1122]] con il “concordato di Worms” tra il nuovo papa Callisto II e il nuovo imperatore Enrico V. Con questo trattato l'Imperatore rinuncia alle investiture riconoscendo dunque al papato un peso politico paragonabile a quello imperiale. Nella prima metà  del secolo XII la Chiesa ebbe a che fare anche con gli stranieri del sud: i normanni. Questi, con Roberto il Guiscardo arrestarono il papa per due volte e riuscirono così ad ottenere la [[sovranità ]] su Puglia e Calabria e Benevento. Il Guiscardo, tuttavia, seppe precedentemente correre in aiuto del pontefice quando esso nel [[1084]] fu assediato a Castel Sant’Angelo dallo scomunicato Enrico IV.
La seconda metà  del secolo XI è stata caratterizzata dalla lotta per le investiture; papa Gregorio VII vuole a tutti i costi ribadire la superiorità  del papa su tutti i vescovi ed il diritto di nominarli. Gregorio vuole togliere all'imperatore ogni potere sul clero e affermare una sorta di monarchia universale a cui tutti gli uomini religiosi e laici debbano sottomettersi. Dall'altra parte della barricata c’è Enrico IV, l'imperatore, che convoca i vescovi tedeschi a Worms e dichiara decaduto il suo rivale con la mitra. Quest'ultimo di conseguenza lo scomunica. La lotta per le investiture si conclude nel [[1122]] con il “concordato di Worms” tra il nuovo papa Callisto II e il nuovo imperatore Enrico V. Con questo trattato l'Imperatore rinuncia alle investiture riconoscendo dunque al papato un peso politico paragonabile a quello imperiale. Nella prima metà  del secolo XII la Chiesa ebbe a che fare anche con gli stranieri del sud: i normanni. Questi, con Roberto il Guiscardo arrestarono il papa per due volte e riuscirono così ad ottenere la [[sovranità ]] su Puglia e Calabria e Benevento. Il Guiscardo, tuttavia, seppe precedentemente correre in aiuto del pontefice quando esso nel [[1084]] fu assediato a Castel Sant’Angelo dallo scomunicato Enrico IV.


Nel secolo XII si affermano i [[Comuni]] e le [[Repubbliche Marinare]]. Ovviamente i fautori dell'[[autonomia]] politica cittadina furono subito invisi all'impero e con Federico Barbarossa si arrivò ad un duro scontro a partire dagli anni cinquanta. Nel [[1155]] Barbarossa scende in [[Italia]] per la prima volta allo scopo di combattere Arnaldo da Brescia. Costui, si era schierato contro il potere imperiale ma anche contro quello papale allo scopo di conseguire l'indipendenza della città  di Roma sotto la guida di una [[repubblica]]. Arnaldo sarà  sconfitto e impiccato, mentre il nemico principale della [[libertà ]] degli italiani sarà  premiato da papa Adriano IV con l'incoronazione ufficiale ad imperatore. La Chiesa stavolta si è schierata contro l'[[Italia]] pur se questo ha comportato lo scontro con un cristiano stesso: Arnaldo, predicatore agostiniano. Il [[potere]] sull'[[Italia]] viene prima di ogni altra cosa; con questa stessa logica il papa strizza l'occhio anche ai normanni, dominatori nel meridione per poter influenzare anche questa zona italica.
Nel secolo XII si affermano i [[Comuni]] e le [[Repubbliche Marinare]]. Ovviamente i fautori dell'[[autonomia]] politica cittadina furono subito invisi all'impero e con Federico Barbarossa si arrivò ad un duro scontro a partire dagli anni cinquanta. Nel [[1155]] Barbarossa scende in [[Italia]] per la prima volta allo scopo di combattere Arnaldo da Brescia. Costui, si era schierato contro il potere imperiale ma anche contro quello papale allo scopo di conseguire l'indipendenza della città  di Roma sotto la guida di una [[repubblica]]. Arnaldo sarà  sconfitto e impiccato, mentre il nemico principale della [[libertà ]] degli italiani sarà  premiato da papa Adriano IV con l'incoronazione ufficiale ad imperatore. La Chiesa stavolta si è schierata contro l'[[Italia]] pur se questo ha comportato lo scontro con un cristiano stesso: Arnaldo, predicatore agostiniano. Il [[potere]] sull'[[Italia]] viene prima di ogni altra cosa; con questa stessa logica il papa strizza l'occhio anche ai normanni, dominatori nel meridione per poter influenzare anche questa zona italica.


Alla fine del secolo XII il papa è Innocenzo III; esso ribadisce la convinzione teocratica con la dottrina delle due spade : una rappresenta il potere spirituale e deve appartenere al papa; l’altra, in cui è identificato il potere temporale, viene prestata dal papa all'imperatore che deve usarla secondo i dettami della Santa Sede. Innocenzo III è l’esempio più evidente dell’opportunismo clericale finalizzato al possesso della penisola. Per il trono imperiale offre il suo sostegno prima al guelfo Ottone di Brunswick poi, quando si accorse dei suoi interessi sull’Italia, sostenne il ghibellino Federico II di Svevia che ha dichiarato l'intenzione di separare la corona imperiale da quella della Sicilia. Nessuna logica “[[morale]]” nella testa di Innocenzo III ma puro opportunismo politico sempre diretto alla pretesa di influenzare il nostro paese. Tuttavia, Federico II volterà  la faccia alla Chiesa dopo la morte del suo patrocinatore e non solo riunificherà  le sue due corone ma tenterà  di sottomettere all'Impero l’intera penisola. Ovviamente, la Santa Sede contrastò il progetto e nel [[1247]] papa Gregorio IX scomunica l’Imperatore sciogliendo i sudditi imperiali dal giuramento di fedeltà .
Alla fine del secolo XII il papa è Innocenzo III; esso ribadisce la convinzione teocratica con la dottrina delle due spade : una rappresenta il potere spirituale e deve appartenere al papa; l’altra, in cui è identificato il potere temporale, viene prestata dal papa all'imperatore che deve usarla secondo i dettami della Santa Sede. Innocenzo III è l’esempio più evidente dell’opportunismo clericale finalizzato al possesso della penisola. Per il trono imperiale offre il suo sostegno prima al guelfo Ottone di Brunswick poi, quando si accorse dei suoi interessi sull’Italia, sostenne il ghibellino Federico II di Svevia che ha dichiarato l'intenzione di separare la corona imperiale da quella della Sicilia. Nessuna logica “[[morale]]nella testa di Innocenzo III ma puro opportunismo politico sempre diretto alla pretesa di influenzare il nostro paese. Tuttavia, Federico II volterà  la faccia alla Chiesa dopo la morte del suo patrocinatore e non solo riunificherà  le sue due corone ma tenterà  di sottomettere all'Impero l’intera penisola. Ovviamente, la Santa Sede contrastò il progetto e nel [[1247]] papa Gregorio IX scomunica l’Imperatore sciogliendo i sudditi imperiali dal giuramento di fedeltà .
   
   
In questo periodo si svilupparono le prime eresie, grazie a queste la Chiesa tende sempre di più all'[[autoritarismo]] con l'invito alla ricerca degli [[Eresia | eretici]] (Concilio di Tolosa, 1215) prologo alla nascita della vera e propria Inquisizione. Nel IV Concilio Lateranense con papa Innocenzo III si afferma che il vescovo deve visitare la sua diocesi e vedere se ci sono degli accusati di eresia. In tal caso dopo aver appurato la “colpevolezza” devono essere puniti “secondo i canoni”. Nel Medioevo furono parecchie le persone mandate al rogo e torturate perché avversarie dei dogmi clericali o solo sulla base di un semplice sospetto o di un’accusa in malafede. La conoscenza delle erbe officinali, la ribellione nei confronti dell'ordine religioso o politico poteva costare la condanna per stregoneria, e il rogo. La caccia alle streghe <ref name="si">Si contano 60000 morte e 110000 processi tra il secolo XIII e il secolo XVIII</ref> ha avuto anche come obiettivo il sostegno dell'immagine femminile codificata nel medioevo: la fonte principale per i processi alle streghe fu il ''Malleus Maleficarum''. <ref name="opera">Opera di due frati domenicani, Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, pubblicata in latino nel 1487 allo scopo di reprimere l'eresia, il paganesimo e la stregoneria in Germania. Viene anche considerato come un vero e proprio manifesto contro le donne.</ref>
In questo periodo si svilupparono le prime eresie, grazie a queste la Chiesa tende sempre di più all'[[autoritarismo]] con l'invito alla ricerca degli [[Eresia | eretici]] (Concilio di Tolosa, 1215) prologo alla nascita della vera e propria Inquisizione. Nel IV Concilio Lateranense con papa Innocenzo III si afferma che il vescovo deve visitare la sua diocesi e vedere se ci sono degli accusati di eresia. In tal caso dopo aver appurato la “colpevolezza” devono essere puniti “secondo i canoni”. Nel Medioevo furono parecchie le persone mandate al rogo e torturate perché avversarie dei dogmi clericali o solo sulla base di un semplice sospetto o di un’accusa in malafede. La conoscenza delle erbe officinali, la ribellione nei confronti dell'ordine religioso o politico poteva costare la condanna per stregoneria, e il rogo. La caccia alle streghe <ref name="si">Si contano 60000 morte e 110000 processi tra il secolo XIII e il secolo XVIII</ref> ha avuto anche come obiettivo il sostegno dell'immagine femminile codificata nel medioevo: la fonte principale per i processi alle streghe fu il ''Malleus Maleficarum''. <ref name="opera">Opera di due frati domenicani, Jacob Sprenger e Heinrich Institor Kramer, pubblicata in latino nel 1487 allo scopo di reprimere l'eresia, il paganesimo e la stregoneria in Germania. Viene anche considerato come un vero e proprio manifesto contro le donne.</ref>


Venne il XIV secolo, il declino di Papato e Impero da cui si svilupparono gli stati nazionali. Questi cento anni si aprono con il conflitto tra papa Bonifacio VIII ed il re di Francia Filippo il Bello. Quest'ultimo è intenzionato a rivendicare la sua supremazia sul clero francese; così impone ad esso delle tasse e fa nascere la chiesa gallicana. Bonifacio VIII sulla scia di Innocenzo III, vuole affermare la teocrazia e con la bolla “Unam Sanctam” dichiara eretico chiunque professi l'idea di separazione tra potere politico e potere religioso. Con la vittoria finale del re francese, dopo lo “schiaffo di Anagni”, inizia la cattività  avignonese  ([[1309]]) che durerà  per quasi settantanni. Nel periodo di esilio da Roma la Santa Sede rafforza le sue istituzioni; si assiste così ad un accentramento monarchico, visto il forzato abbandono dell’aspirazione [[teocrazia|teocratica]] di governare tutto il mondo cristiano. Fu creata la Sacra Rota, tribunale con il compito di trattare le questioni ecclesiastiche; riorganizzarono la Camera Apostolica, gestrice delle casse pontificie; vengono imposte nuove tasse a favore della Santa Sede.
Venne il XIV secolo, il declino di Papato e Impero da cui si svilupparono gli stati nazionali. Questi cento anni si aprono con il conflitto tra papa Bonifacio VIII ed il re di Francia Filippo il Bello. Quest'ultimo è intenzionato a rivendicare la sua supremazia sul clero francese; così impone ad esso delle tasse e fa nascere la chiesa gallicana. Bonifacio VIII sulla scia di Innocenzo III, vuole affermare la teocrazia e con la bolla “Unam Sanctam” dichiara eretico chiunque professi l'idea di separazione tra potere politico e potere religioso. Con la vittoria finale del re francese, dopo lo “schiaffo di Anagni”, inizia la cattività  avignonese  ([[1309]]) che durerà  per quasi settantanni. Nel periodo di esilio da Roma la Santa Sede rafforza le sue istituzioni; si assiste così ad un accentramento monarchico, visto il forzato abbandono dell’aspirazione [[teocrazia|teocratica]] di governare tutto il mondo cristiano. Fu creata la Sacra Rota, tribunale con il compito di trattare le questioni ecclesiastiche; riorganizzarono la Camera Apostolica, gestrice delle casse pontificie; vengono imposte nuove tasse a favore della Santa Sede.
   
   
Nel 1324 il filosofo italiano Marsilio da Padova scrisse il ''Defensor Pacis'', opera in cui si illustra la natura popolare del potere sovrano e si professa il pensiero laico. Marsilio sostiene che solo alla [[autorità ]] civile spetta il potere temporale , non al papa; sostiene inoltre la necessità  della tolleranza religiosa.<ref name="A">A causa di queste idee, il pensatore italiano sarà  scomunicato nel 1326 e costretto a cercar rifugio da Ludovico il Bavaro. Oggi potrebbe sembrare irreale, ma il fondatore del pensiero laico è stato proprio un italiano</ref> La Chiesa iniziò così ad ostacolare il [[progresso]] filosofico e scientifico. Stesso copione con la vicenda di Cola di Rienzo, riformatore repubblicano di Roma, che sarà  arrestato e imprigionato  ad Avignone da Clemente VI, impaurito dalla sua popolarità  e dall'eccessiva indipendenza che andava acquistando.  
Nel 1324 il filosofo italiano Marsilio da Padova scrisse il ''Defensor Pacis'', opera in cui si illustra la natura popolare del potere sovrano e si professa il pensiero laico. Marsilio sostiene che solo alla [[autorità ]] civile spetta il potere temporale , non al papa; sostiene inoltre la necessità  della tolleranza religiosa.<ref name="A">A causa di queste idee, il pensatore italiano sarà  scomunicato nel 1326 e costretto a cercar rifugio da Ludovico il Bavaro. Oggi potrebbe sembrare irreale, ma il fondatore del pensiero laico è stato proprio un italiano</ref> La Chiesa iniziò così ad ostacolare il [[progresso]] filosofico e scientifico. Stesso copione con la vicenda di Cola di Rienzo, riformatore repubblicano di Roma, che sarà  arrestato e imprigionato  ad Avignone da Clemente VI, impaurito dalla sua popolarità  e dall'eccessiva indipendenza che andava acquistando.  
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L'autore del ''De Hominis Dignitate'', Pico della Mirandola ([[1463]]-[[1494]]), fu rinchiuso nella Rocca di Vincennes per ordine papale. La sua colpa? Volle tenere a Roma un congresso volto all'unificazione di tutte le religioni rivelate; sette sue tesi furono giudicate eretiche e papa Innocenzo VIII lo fece arrestare e imprigionare. Era il [[1486]], il giovane filosofo si salvò grazie all'intercessione di Lorenzo il Magnifico che lo portò all'Accademia platonica fiorentina.
L'autore del ''De Hominis Dignitate'', Pico della Mirandola ([[1463]]-[[1494]]), fu rinchiuso nella Rocca di Vincennes per ordine papale. La sua colpa? Volle tenere a Roma un congresso volto all'unificazione di tutte le religioni rivelate; sette sue tesi furono giudicate eretiche e papa Innocenzo VIII lo fece arrestare e imprigionare. Era il [[1486]], il giovane filosofo si salvò grazie all'intercessione di Lorenzo il Magnifico che lo portò all'Accademia platonica fiorentina.
Pietro Pomponazzi, umanista dell’Accademia padovana, vide la sua opera “De Immortalitate Animae” bruciata sulla pubblica piazza. Il libro fu posto all’ “indice” per empietà  a causa della sua fede nella mortalità  dell’anima.
Pietro Pomponazzi, umanista dell’Accademia padovana, vide la sua opera “De Immortalitate Animae” bruciata sulla pubblica piazza. Il libro fu posto all’ “indice” per empietà  a causa della sua fede nella mortalità  dell’anima.


===La Controriforma===
===La Controriforma===
[[Image:As24d.jpg|thumb|left|640|Mappa che mostra la distribuzione delle diverse fedi cristiane, in verde quella cattolica]]
[[Image:As24d.jpg|thumb|left|640|Mappa che mostra la distribuzione delle diverse fedi cristiane, in verde quella cattolica]]
La più grande botta allo sviluppo culturale arrivò nel XVI secolo. Nel [[1521]] ebbe luogo a Worms la Riforma protestante di Martin Lutero, che sarà  presto scomunicato. Grazie al monaco si ruppe la “Respublica Christianorum” europea, il diritto di scelta religiosa è stabilito non già  dai singoli individui ma dal sovrano. La Chiesa passa al contrattacco e papa Paolo III convoca il concilio di Trento che durerà  dal [[1545]] al [[1563]]. È  la famosa Controriforma che impedì al nostro paese lo sbocciare del figlio dell'umanesimo: il protestantesimo. Il concilio creò in [[Italia]] una cultura [[autoritarismo|autoritaria]] e repressiva, dedita a far ottenere alla Chiesa il più ampio controllo sulle masse. La Chiesa si comportò come una vera e propria dittatura feroce, degna dei più recenti [[totalitarismo|totalitarismi]].
La più grande botta allo sviluppo culturale arrivò nel XVI secolo. Nel [[1521]] ebbe luogo a Worms la Riforma protestante di Martin Lutero, che sarà  presto scomunicato. Grazie al monaco si ruppe la “Respublica Christianorum” europea, il diritto di scelta religiosa è stabilito non già  dai singoli individui ma dal sovrano. La Chiesa passa al contrattacco e papa Paolo III convoca il concilio di Trento che durerà  dal [[1545]] al [[1563]]. È  la famosa Controriforma che impedì al nostro paese lo sbocciare del figlio dell'umanesimo: il protestantesimo. Il concilio creò in [[Italia]] una cultura [[autoritarismo|autoritaria]] e repressiva, dedita a far ottenere alla Chiesa il più ampio controllo sulle masse. La Chiesa si comportò come una vera e propria dittatura feroce, degna dei più recenti [[totalitarismo|totalitarismi]].


La cultura protestante avrebbe invece affermato nel nostro paese la [[libertà ]] di coscienza religiosa e non sarebbe stata un'importazione culturale ma solo l'appropriarsi della nostra cultura generante meravigliosi eredi al di là  delle Alpi. Il protestantesimo avrebbe portato l'idea di [[laicismo|laicità ]] e di una cultura nazionale slegata dalla [[religione]] cattolica e dalle [[gerarchia|gerarchie ecclesiastiche]]. Per capirlo basti osservare attualmente paesi scismatici quali il Regno Unito, i paesi scandinavi o l'Olanda per comprendere quanto sia ampia la differenza tra paesi alieni dall’influenza papale ed il nostro. Perché si può affermare che l'umanesimo sia padre del protestantesimo? Un'idea cardine del primo è: «''la dignità  dell’uomo risiede nella sua libertà ''». Per la prima volta, nelle teorie umanistiche fu espressa la necessità  di un rapporto soggettivo tra gli uomini singoli e dio, caratteristico anche del [[protestantesimo]]. Lutero infatti rifiuta l'idea della Chiesa quale istituzione universale di origine divina e la ricompone nei termini di una struttura meramente umana a carattere pratico.<ref name="diceva">Lutero sosteneva anche che la Chiesa doveva sottomettersi al potere dello [[Stato]], ma "noi" anarchici sappiamo che è proprio il '''potere''' il problema principale, chiunque lo eserciti (N.d.r)</ref>
La cultura protestante avrebbe invece affermato nel nostro paese la [[libertà ]] di coscienza religiosa e non sarebbe stata un'importazione culturale ma solo l'appropriarsi della nostra cultura generante meravigliosi eredi al di là  delle Alpi. Il protestantesimo avrebbe portato l'idea di [[laicismo|laicità ]] e di una cultura nazionale slegata dalla [[religione]] cattolica e dalle [[gerarchia|gerarchie ecclesiastiche]]. Per capirlo basti osservare attualmente paesi scismatici quali il Regno Unito, i paesi scandinavi o l'Olanda per comprendere quanto sia ampia la differenza tra paesi alieni dall’influenza papale ed il nostro. Perché si può affermare che l'umanesimo sia padre del protestantesimo? Un'idea cardine del primo è: «''la dignità  dell’uomo risiede nella sua libertà ''». Per la prima volta, nelle teorie umanistiche fu espressa la necessità  di un rapporto soggettivo tra gli uomini singoli e dio, caratteristico anche del [[protestantesimo]]. Lutero infatti rifiuta l'idea della Chiesa quale istituzione universale di origine divina e la ricompone nei termini di una struttura meramente umana a carattere pratico.<ref name="diceva">Lutero sosteneva anche che la Chiesa doveva sottomettersi al potere dello [[Stato]], ma "noi" anarchici sappiamo che è proprio il '''potere''' il problema principale, chiunque lo eserciti (N.d.r)</ref>
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Stesse idee di grandiosità  e sorpresa le ritroviamo nella realizzazione del colonnato di piazza San Pietro, commissionato da papa Alessandro VII. Lo scopo dell'artista era quello di evidenziare la Cupola, la quale era stata destinata a svolgere il ruolo di mero sfondo a causa della lunghezza della navata. Così Bernini realizzò un colonnato ellittico; esso riprende la forma della Cupola dilatandola fino a mutarla in ellissi, resa con due esedre, il cui asse trasversale è segnato da un obelisco e due fontane. Dietro il colonnato ovale vi è uno spazio trapezoidale formato da due ali di colonne aperte verso la facciata. In questo modo l'artista è riuscito a riscattare tutta la basilica la quale rivelava tutta la sua maestosità  solo dopo aver percorso le strade strette del Borgo medievale (oggi inesistente a causa della realizzazione di Via della Conciliazione). Le esedre della grande piazza rappresentano le braccia della Chiesa, pronte all'accoglienza dei fedeli</ref>, Borromini, Pietro da Cortona. Senza  dimenticare la cupola di San Pietro di Michelangelo anziano, chiamato a Roma proprio da Paolo III.  
Stesse idee di grandiosità  e sorpresa le ritroviamo nella realizzazione del colonnato di piazza San Pietro, commissionato da papa Alessandro VII. Lo scopo dell'artista era quello di evidenziare la Cupola, la quale era stata destinata a svolgere il ruolo di mero sfondo a causa della lunghezza della navata. Così Bernini realizzò un colonnato ellittico; esso riprende la forma della Cupola dilatandola fino a mutarla in ellissi, resa con due esedre, il cui asse trasversale è segnato da un obelisco e due fontane. Dietro il colonnato ovale vi è uno spazio trapezoidale formato da due ali di colonne aperte verso la facciata. In questo modo l'artista è riuscito a riscattare tutta la basilica la quale rivelava tutta la sua maestosità  solo dopo aver percorso le strade strette del Borgo medievale (oggi inesistente a causa della realizzazione di Via della Conciliazione). Le esedre della grande piazza rappresentano le braccia della Chiesa, pronte all'accoglienza dei fedeli</ref>, Borromini, Pietro da Cortona. Senza  dimenticare la cupola di San Pietro di Michelangelo anziano, chiamato a Roma proprio da Paolo III.  


Bernini lo ricordiamo soprattutto per un'altra meraviglia: il colonnato di Piazza San Pietro. Da ricordare anche i Carracci di Palazzo Farnese, chiamato dal cardinale Odoacre Farnese per dipingere la propria dimora. Questa intensa attività  edilizia (basiliche, ville, fontane) stona moltissimo se confrontata con la grave mancanza d’iniziativa economica. Lo [[Stato]] Pontificio era uno degli staterelli più poveri d'[[Italia]], ma l'[[arte]] non mancava mai di esser posta in evidenza per la propaganda clericale; la bellezza artistica, barocca al servizio della politica controriformistica. L'unico nudo ammesso è quello raffigurante pagani. I temi religiosi fioccarono invece; Bernini fece una scultura chiamata “Estasi di Santa Teresa”, Pietro da Cortona dipinse il “Trionfo della Divina Provvidenza”, Borromini realizzò diverse chiese. I papi mecenati dell’epoca furono Clemente VII, Paolo V, Gregorio XV, Urbano VIII. A quest’ultimo, il Bernini fece il monumento funebre; lo fece dunque al nemico di Galilei, giacché pensò di esser deriso dal ''Dialogo sopra i due massimi sistemi''. Ancora Bernini fece il “Baldacchino di San Pietro”, ma non dimentichiamo il grande Caravaggio che a Roma lasciò la “Vocazione di San Matteo” e la “Crocifissione di San Pietro”. Quindi l'[[arte]] fu un mezzo di notevole promozione propagandistica della Chiesa messa in pericolo della Riforma luterana.
Bernini lo ricordiamo soprattutto per un'altra meraviglia: il colonnato di Piazza San Pietro. Da ricordare anche i Carracci di Palazzo Farnese, chiamato dal cardinale Odoacre Farnese per dipingere la propria dimora. Questa intensa attività  edilizia (basiliche, ville, fontane) stona moltissimo se confrontata con la grave mancanza d’iniziativa economica. Lo [[Stato]] Pontificio era uno degli staterelli più poveri d'[[Italia]], ma l'[[arte]] non mancava mai di esser posta in evidenza per la propaganda clericale; la bellezza artistica, barocca al servizio della politica controriformistica. L'unico nudo ammesso è quello raffigurante pagani. I temi religiosi fioccarono invece; Bernini fece una scultura chiamata “Estasi di Santa Teresa”, Pietro da Cortona dipinse il “Trionfo della Divina Provvidenza”, Borromini realizzò diverse chiese. I papi mecenati dell’epoca furono Clemente VII, Paolo V, Gregorio XV, Urbano VIII. A quest’ultimo, il Bernini fece il monumento funebre; lo fece dunque al nemico di Galilei, giacché pensò di esser deriso dal ''Dialogo sopra i due massimi sistemi''. Ancora Bernini fece il “Baldacchino di San Pietro”, ma non dimentichiamo il grande Caravaggio che a Roma lasciò la “Vocazione di San Matteo” e la “Crocifissione di San Pietro”. Quindi l'[[arte]] fu un mezzo di notevole promozione propagandistica della Chiesa messa in pericolo della Riforma luterana.


Il sociale resta l'altro campo per attirare fedeli; con la Controriforma fu stabilito che i vescovi devono rimanere nella propria diocesi, più vicini al popolo locale che deve sentire la rassicurante presenza caritativa della Chiesa. Furono fondati i due nuovi ordini dei “Fatebenefratelli” “Camillani”, dediti all’assistenza.  
Il sociale resta l'altro campo per attirare fedeli; con la Controriforma fu stabilito che i vescovi devono rimanere nella propria diocesi, più vicini al popolo locale che deve sentire la rassicurante presenza caritativa della Chiesa. Furono fondati i due nuovi ordini dei “Fatebenefratelli” “Camillani”, dediti all’assistenza.  


L'educazione è un altro noto metodo per irreggimentare le masse, e non sfuggì alla Chiesa. Silvio Antoniano ([[1540]]-[[1603]]) fu il maggior pedagogo italiano durante la Controriforma, scrisse ''Tre libri dell’educazione cristiana dei figlioli'' in cui sostiene che bisogna  rimediare ai mali della società  con l’azione educativa sui giovani. Tutta la vita deve essere subordinata alla [[religione]]; al di fuori della Chiesa non vi può essere salvezza e bisogna accettare l'insegnamento ecclesiastico. Sempre per Antoniano è necessario affidarsi ad un padre spirituale che guidi tutte le azioni del fedele. A queste idee [[pedagogia|pedagogiche]] si sono ispirati il fondatore dell'oratorio Filippo Neri ([[1515]]-[[1595]]) e l'autore del ''Catechismo Romano'' Carlo Borromeo ([[1538]]-[[1584]]).
L'educazione è un altro noto metodo per irreggimentare le masse, e non sfuggì alla Chiesa. Silvio Antoniano ([[1540]]-[[1603]]) fu il maggior pedagogo italiano durante la Controriforma, scrisse ''Tre libri dell’educazione cristiana dei figlioli'' in cui sostiene che bisogna  rimediare ai mali della società  con l’azione educativa sui giovani. Tutta la vita deve essere subordinata alla [[religione]]; al di fuori della Chiesa non vi può essere salvezza e bisogna accettare l'insegnamento ecclesiastico. Sempre per Antoniano è necessario affidarsi ad un padre spirituale che guidi tutte le azioni del fedele. A queste idee [[pedagogia|pedagogiche]] si sono ispirati il fondatore dell'oratorio Filippo Neri ([[1515]]-[[1595]]) e l'autore del ''Catechismo Romano'' Carlo Borromeo ([[1538]]-[[1584]]).
Il Concilio di Trento creò a scopo divulgativo il “catechismo” per insegnare in maniera semplice alle [[massa|masse]] i precetti del cristianesimo. Si cercò anche di disciplinare il clero e vennero perciò istituiti i seminari, scuole volte a preparare i futuri sacerdoti. I parroci ebbero l'obbligo di istruire religiosamente i fedeli con la predicazione domenicale e con le lezioni di catechismo. Inoltre, il concilio riconfermò le forme dell'indottrinamento devozionale: culto dei santi; culto della Madonna; i sacramenti; diffusione di immagini sacre e reliquie.
Il Concilio di Trento creò a scopo divulgativo il “catechismo” per insegnare in maniera semplice alle [[massa|masse]] i precetti del cristianesimo. Si cercò anche di disciplinare il clero e vennero perciò istituiti i seminari, scuole volte a preparare i futuri sacerdoti. I parroci ebbero l'obbligo di istruire religiosamente i fedeli con la predicazione domenicale e con le lezioni di catechismo. Inoltre, il concilio riconfermò le forme dell'indottrinamento devozionale: culto dei santi; culto della Madonna; i sacramenti; diffusione di immagini sacre e reliquie.


=== L'educazione religiosa  ===
=== L'educazione religiosa  ===
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L'educazione cattolica fu molto dannosa e lo è tuttora. Ha introdotto delle [[tradizioni]] dure a morire e che ormai si tramandano per mezzo della [[famiglia]] quasi meccanicamente da genitori ai figli, senza alcun motivo dottrinale, senza spontanea convinzione ma solo perché si è stati profondamente indottrinati. Così persistono ancora oggi il culto dei santi e della Vergine, le festività  religiose - le sole sentite veramente dalle famiglie italiane - il catechismo ed il predicatore domenicale. Quest'ultimo, sia in passato che attualmente, condiziona il voto degli elettori cattolici oppure partecipa a programmi tv con l'obiettivo di inculcare la morale cattolica al maggior numero di persone. I sacramenti rimangono diffusi, come il battesimo o il matrimonio in Chiesa o l'estrema unzione; sempre senza alcuna convinzione sincera. Il battesimo ha tuttavia un significato ben preciso: l'ingresso nella comunità  cattolica.  
L'educazione cattolica fu molto dannosa e lo è tuttora. Ha introdotto delle [[tradizioni]] dure a morire e che ormai si tramandano per mezzo della [[famiglia]] quasi meccanicamente da genitori ai figli, senza alcun motivo dottrinale, senza spontanea convinzione ma solo perché si è stati profondamente indottrinati. Così persistono ancora oggi il culto dei santi e della Vergine, le festività  religiose - le sole sentite veramente dalle famiglie italiane - il catechismo ed il predicatore domenicale. Quest'ultimo, sia in passato che attualmente, condiziona il voto degli elettori cattolici oppure partecipa a programmi tv con l'obiettivo di inculcare la morale cattolica al maggior numero di persone. I sacramenti rimangono diffusi, come il battesimo o il matrimonio in Chiesa o l'estrema unzione; sempre senza alcuna convinzione sincera. Il battesimo ha tuttavia un significato ben preciso: l'ingresso nella comunità  cattolica.  


Esso è un atto di puro indottrinamento, in antitesi alla stessa vita di [[Gesù anarchico|Gesù]] (fu battezzato a trent'anni) e alle posizioni di altre religioni: si introducono, infatti, dei neonati di pochi mesi all'interno di una comunità  religiosa senza avere il suo [[consenso]] e rischiando nella maggior parte dei casi di plagiarlo a vita. Lo stesso vale per il catechismo in cui sono avviati dei bambini dai sei ai tredici anni. Anche se poi i ragazzi abbandoneranno la parrocchia, gli insegnamenti a loro inculcati resteranno. Così a causa dell'educazione cattolica impostaci, gli italiani tendono ad adorare il papa e la Chiesa; sono portati a credere in un Dio, in qualcosa di superiore e trascendente; confondono l'identità  con la [[religione]], mero [[dogmatismo]] che non può esser considerato quale elemento identitario in quanto ricerca qualcosa di esterno a noi: Dio. Pur dichiarandosi credenti, molti italiani non conoscono la storia della propria religione né sono praticanti (per gli islamici la figura del credente non praticante è sostanzialmente inesistente o comunque non rispettata dai fedeli). Ciò nonostante, la maggior parte dei cattolici sono predisposti all'accettazione di un ordine dogmatico e trascendente a cui bisogna sottomettersi e seguire il “''Bene''”. I Santi sono i modelli dell'educazione; ovvero uomini che hanno venduto la propria vita ad un ordine mistico superiore anteposto al "''Male''", Satana, il peccato.
Esso è un atto di puro indottrinamento, in antitesi alla stessa vita di [[Gesù anarchico|Gesù]] (fu battezzato a trent'anni) e alle posizioni di altre religioni: si introducono, infatti, dei neonati di pochi mesi all'interno di una comunità  religiosa senza avere il suo [[consenso]] e rischiando nella maggior parte dei casi di plagiarlo a vita. Lo stesso vale per il catechismo in cui sono avviati dei bambini dai sei ai tredici anni. Anche se poi i ragazzi abbandoneranno la parrocchia, gli insegnamenti a loro inculcati resteranno. Così a causa dell'educazione cattolica impostaci, gli italiani tendono ad adorare il papa e la Chiesa; sono portati a credere in un Dio, in qualcosa di superiore e trascendente; confondono l'identità  con la [[religione]], mero [[dogmatismo]] che non può esser considerato quale elemento identitario in quanto ricerca qualcosa di esterno a noi: Dio. Pur dichiarandosi credenti, molti italiani non conoscono la storia della propria religione né sono praticanti (per gli islamici la figura del credente non praticante è sostanzialmente inesistente o comunque non rispettata dai fedeli). Ciò nonostante, la maggior parte dei cattolici sono predisposti all'accettazione di un ordine dogmatico e trascendente a cui bisogna sottomettersi e seguire il “''Bene''. I Santi sono i modelli dell'educazione; ovvero uomini che hanno venduto la propria vita ad un ordine mistico superiore anteposto al "''Male''", Satana, il peccato.
<ref name="Jung">Jung, grande psicoanalista europeo, sostenne nel suo saggio "''Tipi psicologici''" che il concetto religioso di "male" e di "peccato", consisteva nel fatto che le religioni non potevano conoscere le istanze topiche di Freud e della psicoanalisi in generale che spiegano il peccato come l'insieme dei desideri rimossi dalla coscienza nel nostro inconscio, manifestazioni psico-somatiche come l'isteria o le presunte possessioni demoniache si spiegano come sintomi di una patologia dovuta ad un sistema di difese artificiali dell'Io, costituitesi a causa dell'educazione religiosa</ref>
<ref name="Jung">Jung, grande psicoanalista europeo, sostenne nel suo saggio "''Tipi psicologici''" che il concetto religioso di "male" e di "peccato", consisteva nel fatto che le religioni non potevano conoscere le istanze topiche di Freud e della psicoanalisi in generale che spiegano il peccato come l'insieme dei desideri rimossi dalla coscienza nel nostro inconscio, manifestazioni psico-somatiche come l'isteria o le presunte possessioni demoniache si spiegano come sintomi di una patologia dovuta ad un sistema di difese artificiali dell'Io, costituitesi a causa dell'educazione religiosa</ref>


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=== La censura ===  
=== La censura ===  
[[Image:Bruno.jpeg|thumb|left|253|Il rogo di Giordano Bruno il 17 febbraio 1600 a Campo dei fiori in Roma, in un'opera di arte moderna.]]
[[Image:Bruno.jpeg|thumb|left|253|Il rogo di Giordano Bruno il 17 febbraio 1600 a Campo dei fiori in Roma, in un'opera di arte moderna.]]
L'altra arma della Chiesa è stata la [[censura]], la persecuzione di una cultura alternativa a quella ecclesiastica. Fu formata una speciale commissione di cardinali denominata “Congregazione dell’Indice” avente il compito di tenere un elenco di libri (Indice dei libri proibiti) destinati alla distruzione e di cui si vietava la lettura. Nessun libro poté essere stampato senza l'approvazione dell'[[autorità ]] ecclesiastica. Dopo il [[1542]], per iniziativa di Paolo III fu creata la “Sacra Congregazione del Santo Uffizio” ovvero la Santa Inquisizione <ref name="Le">Le origini di tale istituzione risalgono tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII in cui apparve la figura dell'Inquisitor, giudice straordinario designato dal papa per combattere l’eresia catara. La persecuzione, tuttavia, non colpì solo sospettati di eresia ma anche maghi, indovini, streghe. Il concilio di Trento nel XVI secolo decreta la nascita della Congregazione dell’Indice con il compito di bruciare i volumi censurati dalle autorità  ecclesiastiche. La Santa Inquisizione opera allo scopo di applicare le conclusioni del concilio. Pio IV (?) decretò che i condannati in casi particolari potessero chiedere la revisione del processo. Durante il pontificato di Pio V tra il 1566 ed il 1571 si tennero a Roma ben dodici autodafé. Dalla metà  del XVI secolo alla metà  del XVII si trasforma in organo ordinario amministrativo della Santa Sede come garante dell’ordine, difensore della fede e morigeratrice dei costumi. I muri delle chiese saranno col tempo preferite alle esecuzioni pubbliche, le visite di commissari presso i villaggi furono sempre più rare sino a cessare praticamente la propria attività  nel XVIII. Qui si tratta dell’Inquisizione Romana, non di quella spagnola che in Italia agiva solo in Sardegna e Sicilia ed era animata soprattutto da intenti politici più che religiosi.
L'altra arma della Chiesa è stata la [[censura]], la persecuzione di una cultura alternativa a quella ecclesiastica. Fu formata una speciale commissione di cardinali denominata “Congregazione dell’Indice” avente il compito di tenere un elenco di libri (Indice dei libri proibiti) destinati alla distruzione e di cui si vietava la lettura. Nessun libro poté essere stampato senza l'approvazione dell'[[autorità ]] ecclesiastica. Dopo il [[1542]], per iniziativa di Paolo III fu creata la “Sacra Congregazione del Santo Uffizio” ovvero la Santa Inquisizione <ref name="Le">Le origini di tale istituzione risalgono tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII in cui apparve la figura dell'Inquisitor, giudice straordinario designato dal papa per combattere l’eresia catara. La persecuzione, tuttavia, non colpì solo sospettati di eresia ma anche maghi, indovini, streghe. Il concilio di Trento nel XVI secolo decreta la nascita della Congregazione dell’Indice con il compito di bruciare i volumi censurati dalle autorità  ecclesiastiche. La Santa Inquisizione opera allo scopo di applicare le conclusioni del concilio. Pio IV (?) decretò che i condannati in casi particolari potessero chiedere la revisione del processo. Durante il pontificato di Pio V tra il 1566 ed il 1571 si tennero a Roma ben dodici autodafé. Dalla metà  del XVI secolo alla metà  del XVII si trasforma in organo ordinario amministrativo della Santa Sede come garante dell’ordine, difensore della fede e morigeratrice dei costumi. I muri delle chiese saranno col tempo preferite alle esecuzioni pubbliche, le visite di commissari presso i villaggi furono sempre più rare sino a cessare praticamente la propria attività  nel XVIII. Qui si tratta dell’Inquisizione Romana, non di quella spagnola che in Italia agiva solo in Sardegna e Sicilia ed era animata soprattutto da intenti politici più che religiosi.


La prassi seguita era sempre la stessa. L'Inquisitor giungeva nel luogo in cui era segnalata la presenza di un eretico con lo scopo di istruire un processo. Le [[autorità ]] civili erano obbligate a collaborare, altrimenti sarebbero stati scomunicati. Il giudice inquisitore promulgava quindi due editti: uno detto “di fede” con cui si emanava l’ordine di denuncia per chiunque fosse consapevole della presenza di eretici; l’altro detto “di grazia” stabiliva un periodo di tempo (tra le due settimane e un mese) entro cui l'eretico sarebbe stato perdonato, in caso di una sua autodenuncia, dopo una penitenza. Scaduto il periodo di grazia si insediava ufficialmente il tribunale composto dall’inquisitore e il suo vicario; i commissari; alcuni “probi” nominati dal potere civile; i guardiani della prigione; un notaio e dei segretari. Tutti questi componenti avevano l'obbligo di controllarsi a vicenda per denunciare alla Santa Sede le eventuali inadempienze. Qualora il ricercato non fosse stato preso o non si presentasse, scattava la condanna alla scomunica in contumacia che diventava definitiva dopo un anno.
La prassi seguita era sempre la stessa. L'Inquisitor giungeva nel luogo in cui era segnalata la presenza di un eretico con lo scopo di istruire un processo. Le [[autorità ]] civili erano obbligate a collaborare, altrimenti sarebbero stati scomunicati. Il giudice inquisitore promulgava quindi due editti: uno detto “di fede” con cui si emanava l’ordine di denuncia per chiunque fosse consapevole della presenza di eretici; l’altro detto “di grazia” stabiliva un periodo di tempo (tra le due settimane e un mese) entro cui l'eretico sarebbe stato perdonato, in caso di una sua autodenuncia, dopo una penitenza. Scaduto il periodo di grazia si insediava ufficialmente il tribunale composto dall’inquisitore e il suo vicario; i commissari; alcuni “probi” nominati dal potere civile; i guardiani della prigione; un notaio e dei segretari. Tutti questi componenti avevano l'obbligo di controllarsi a vicenda per denunciare alla Santa Sede le eventuali inadempienze. Qualora il ricercato non fosse stato preso o non si presentasse, scattava la condanna alla scomunica in contumacia che diventava definitiva dopo un anno.


All'imputato era consentito di difendersi da se, presentando memoriali e rispondendo alle domande all'interrogatorio alla presenza dei probi, la cui consultazione era d’obbligo prima di emettere una sentenza. L'accusato di eresia era sottoposto a tortura nel caso in cui non avesse reso confessione immediata e spontanea. La bolla ''Ad estirpanda'' del 1252 di papa Innocenzo IV autorizzava la tortura definendone circostanze e modi d'uso. Successivi provvedimenti di papa Alessandro IV e Urbano IV autorizzavano l'inquisitore ad assistervi per dettare ai notai le confessioni estorte. Le pratiche di [[tortura]] più utilizzate erano il cavalletto e i carboni ardenti. Non era infrequente la morte dei rei prima di confessare, mentre spesso confessavano il falso mossi dall’unico obiettivo di evitare i tormenti.
All'imputato era consentito di difendersi da se, presentando memoriali e rispondendo alle domande all'interrogatorio alla presenza dei probi, la cui consultazione era d’obbligo prima di emettere una sentenza. L'accusato di eresia era sottoposto a tortura nel caso in cui non avesse reso confessione immediata e spontanea. La bolla ''Ad estirpanda'' del 1252 di papa Innocenzo IV autorizzava la tortura definendone circostanze e modi d'uso. Successivi provvedimenti di papa Alessandro IV e Urbano IV autorizzavano l'inquisitore ad assistervi per dettare ai notai le confessioni estorte. Le pratiche di [[tortura]] più utilizzate erano il cavalletto e i carboni ardenti. Non era infrequente la morte dei rei prima di confessare, mentre spesso confessavano il falso mossi dall’unico obiettivo di evitare i tormenti.


La sentenza spettava all'inquisitore ed ai suoi commissari dopo la consultazione dei probi e di un consiglio apposito. Il giudice iniziava quindi col riassumere accuse e impressioni dell'interrogatorio ed infine enunciava la pena per l'eretico. Il giudizio era proclamato pubblicamente nel corso di un “sermo generalis”, assemblea meglio nota con il nome spagnolo di “'''[[autodafé]]'''”. In questa riunione pubblica l'inquisitor confutava l’eresia e riceveva il giuramento delle [[autorità ]] laiche che promettevano di contrastare tali teorie pericolose. La sentenza era quindi proclamata. La condanna andava dall'abiura accompagnata dalla marcatura sul corpo e sugli abiti di croci rosse, al carcere perpetuo alla consegna al “braccio secolare”, ovvero la giurisdizione civile. Nessuno è mai sopravvissuto a quest'ultima; la Chiesa formalmente invitava a non spargere sangue declinando ogni responsabilità  sulla sorte dei condannati dallo Stato a causa di essa.
La sentenza spettava all'inquisitore ed ai suoi commissari dopo la consultazione dei probi e di un consiglio apposito. Il giudice iniziava quindi col riassumere accuse e impressioni dell'interrogatorio ed infine enunciava la pena per l'eretico. Il giudizio era proclamato pubblicamente nel corso di un “sermo generalis”, assemblea meglio nota con il nome spagnolo di “'''[[autodafé]]'''. In questa riunione pubblica l'inquisitor confutava l’eresia e riceveva il giuramento delle [[autorità ]] laiche che promettevano di contrastare tali teorie pericolose. La sentenza era quindi proclamata. La condanna andava dall'abiura accompagnata dalla marcatura sul corpo e sugli abiti di croci rosse, al carcere perpetuo alla consegna al “braccio secolare”, ovvero la giurisdizione civile. Nessuno è mai sopravvissuto a quest'ultima; la Chiesa formalmente invitava a non spargere sangue declinando ogni responsabilità  sulla sorte dei condannati dallo Stato a causa di essa.


Gli eretici che rifiutavano l'abiura erano bruciati vivi. Non c'era scampo neanche per chi riusciva a sfuggire la condanna. Una volta deceduto, il cadavere dell’eretico era riesumato e sottoposto ad impiccagione, decapitazione e cremazione pubblica. Inoltre i beni erano confiscati e spesso erano abbattute le case in cui gli eretici avevano risieduto; figli e nipoti degli eretici erano esclusi dalla vita civile ed ecclesiastica.</ref> con il compito di reprimere le eresie luterane e calviniste, l'apostasia, e con lo scopo di perseguitare i fautori, complici e seguaci delle eresie. Questa sterzata repressiva ebbe la colpa di bloccare il libero pensiero ed il progresso culturale, specialmente in [[Italia]]; gli intellettuali scomodi furono annientati anche fisicamente poiché coltivavano una cultura alternativa a quella clericale. Nel XVI secolo gli eretici italiani Aonio Paleario e Pietro Carnesecchi furono uccisi sul rogo; Fausto Socini, Galeazzo Caracciolo e Giacomo Aconcio furono invece costretti ad emigrare e si concluse così la speranza di Riforma anche nel nostro paese, con la morte o l'esilio dei suoi capi. Particolare attenzione merita Socini, fautore della [[libertà ]] di coscienza e per questo contrario sia al [[luteranesimo]] e al [[calvinismo]] che alla Chiesa; fu dunque perseguitato per la sua lotta contro l’intolleranza religiosa.
Gli eretici che rifiutavano l'abiura erano bruciati vivi. Non c'era scampo neanche per chi riusciva a sfuggire la condanna. Una volta deceduto, il cadavere dell’eretico era riesumato e sottoposto ad impiccagione, decapitazione e cremazione pubblica. Inoltre i beni erano confiscati e spesso erano abbattute le case in cui gli eretici avevano risieduto; figli e nipoti degli eretici erano esclusi dalla vita civile ed ecclesiastica.</ref> con il compito di reprimere le eresie luterane e calviniste, l'apostasia, e con lo scopo di perseguitare i fautori, complici e seguaci delle eresie. Questa sterzata repressiva ebbe la colpa di bloccare il libero pensiero ed il progresso culturale, specialmente in [[Italia]]; gli intellettuali scomodi furono annientati anche fisicamente poiché coltivavano una cultura alternativa a quella clericale. Nel XVI secolo gli eretici italiani Aonio Paleario e Pietro Carnesecchi furono uccisi sul rogo; Fausto Socini, Galeazzo Caracciolo e Giacomo Aconcio furono invece costretti ad emigrare e si concluse così la speranza di Riforma anche nel nostro paese, con la morte o l'esilio dei suoi capi. Particolare attenzione merita Socini, fautore della [[libertà ]] di coscienza e per questo contrario sia al [[luteranesimo]] e al [[calvinismo]] che alla Chiesa; fu dunque perseguitato per la sua lotta contro l’intolleranza religiosa.
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Si giunse così al [[1634]] in cui il vecchio scienziato è sottoposto a processo dall'Inquisizione e costretto ad abiurare, altrimenti sarebbe andato sul rogo. Urbano VIII rimane segnato da questa colpa imperdonabile: aver perseguitato uno dei più grandi scienziati della storia e il fondatore della scienza moderna.
Si giunse così al [[1634]] in cui il vecchio scienziato è sottoposto a processo dall'Inquisizione e costretto ad abiurare, altrimenti sarebbe andato sul rogo. Urbano VIII rimane segnato da questa colpa imperdonabile: aver perseguitato uno dei più grandi scienziati della storia e il fondatore della scienza moderna.
[[Image:GalileoXXX.jpg|thumb|right|300|Galileo Galilei, padre del metodo scientifico.(Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642)]]
[[Image:GalileoXXX.jpg|thumb|right|300|Galileo Galilei, padre del metodo scientifico.(Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642)]]
L'invasione francese dell'[[Italia]] di Carlo VIII ha aperto l'epoca delle invasioni straniere sulla penisola italiana. Ai primi anni del XVI secolo, la Francia è riuscita ad ottenere il controllo del ducato di Milano mentre gli spagnoli di tutto il meridione. Ebbene, nel [[1508]] con la Lega di Cambrai, la Chiesa di papa Giulio II stringe alleanza proprio con [[Francia]] e [[Spagna]] contro la Serenissima che minaccia i territori pontifici. Stesso copione: la potenza della Chiesa sull’Italia prima di tutto, si è disposto anche a trattare con i suoi invasori specie se cattolicissimi. Nel [[1512]], Giulio II si accorge che le aspirazioni francesi sull'[[Italia]] sono pericolose e allora si allea con la [[Spagna]], la [[Svizzera]], la Serenissima e l'[[Inghilterra]] contro la [[Francia]] con l'obiettivo di conquistare un ampio spazio nel centro d’Italia. Con buoni risultati: Luigi XII abbandona l’Italia. Il successore al trono francese, Francesco I, ritorna a Milano e riaccende il conflitto franco-spagnolo. Al trono imperiale sale Carlo V che si ritrova in mano anche il potere del Regno spagnolo. Papa Clemente VII sostiene il re francese e per questo nel [[1527]] Carlo V inviò a Roma i suoi lanzichenecchi che misero a sacco la città  papale. La Chiesa è piegata e tratta ora con il nostro più grande dominatore: la [[Spagna]]. Nel [[1529]] il pontefice sottoscrisse il Trattato di Barcellona con l'imperatore e nel [[1530]], mentre a Firenze si combatte strenuamente l’invasore, incorona Carlo V re d’Italia. A Carlo succede Filippo II sul trono di Spagna; questi firma assieme allo sconfitto sovrano francese il Trattato di Cateau-Cambresis nel [[1559]]. Tale accordo consegna di fatto l'[[Italia]] alla [[Spagna]]. Inizia così la “''pax hispanica''”, il periodo bisecolare in cui lo stato iberico esercita l'egemonia sull’Italia, a braccetto con la Chiesa cattolica.  
L'invasione francese dell'[[Italia]] di Carlo VIII ha aperto l'epoca delle invasioni straniere sulla penisola italiana. Ai primi anni del XVI secolo, la Francia è riuscita ad ottenere il controllo del ducato di Milano mentre gli spagnoli di tutto il meridione. Ebbene, nel [[1508]] con la Lega di Cambrai, la Chiesa di papa Giulio II stringe alleanza proprio con [[Francia]] e [[Spagna]] contro la Serenissima che minaccia i territori pontifici. Stesso copione: la potenza della Chiesa sull’Italia prima di tutto, si è disposto anche a trattare con i suoi invasori specie se cattolicissimi. Nel [[1512]], Giulio II si accorge che le aspirazioni francesi sull'[[Italia]] sono pericolose e allora si allea con la [[Spagna]], la [[Svizzera]], la Serenissima e l'[[Inghilterra]] contro la [[Francia]] con l'obiettivo di conquistare un ampio spazio nel centro d’Italia. Con buoni risultati: Luigi XII abbandona l’Italia. Il successore al trono francese, Francesco I, ritorna a Milano e riaccende il conflitto franco-spagnolo. Al trono imperiale sale Carlo V che si ritrova in mano anche il potere del Regno spagnolo. Papa Clemente VII sostiene il re francese e per questo nel [[1527]] Carlo V inviò a Roma i suoi lanzichenecchi che misero a sacco la città  papale. La Chiesa è piegata e tratta ora con il nostro più grande dominatore: la [[Spagna]]. Nel [[1529]] il pontefice sottoscrisse il Trattato di Barcellona con l'imperatore e nel [[1530]], mentre a Firenze si combatte strenuamente l’invasore, incorona Carlo V re d’Italia. A Carlo succede Filippo II sul trono di Spagna; questi firma assieme allo sconfitto sovrano francese il Trattato di Cateau-Cambresis nel [[1559]]. Tale accordo consegna di fatto l'[[Italia]] alla [[Spagna]]. Inizia così la “''pax hispanica'', il periodo bisecolare in cui lo stato iberico esercita l'egemonia sull’Italia, a braccetto con la Chiesa cattolica.  


Nel [[1571]] papa Pio V crea una lega anti-turca con spagnoli, genovesi e veneziani che sconfiggerà  il pericolo turco a Lepanto. Dal [[1618]] al [[1648]] si svolge la guerra dei Trent’anni, ultima guerra di [[religione]] tra gli Asburgo volenti restaurare un grande impero cattolico e nazioni protestanti quali Boemia, [[Danimarca]], [[Svezia]] e [[Francia]]. L'impero ne uscì vinto e con esso la vecchia Europa medievale. Con la pace di Westfalia si pone fine ai conflitti religiosi e si sancisce il principio della sovranità  statale e della tolleranza religiosa; si riconoscono ufficialmente la fede protestante, calvinista e luterana. Papa Innocenzo X si oppose fermamente ai principi del trattato.
Nel [[1571]] papa Pio V crea una lega anti-turca con spagnoli, genovesi e veneziani che sconfiggerà  il pericolo turco a Lepanto. Dal [[1618]] al [[1648]] si svolge la guerra dei Trent’anni, ultima guerra di [[religione]] tra gli Asburgo volenti restaurare un grande impero cattolico e nazioni protestanti quali Boemia, [[Danimarca]], [[Svezia]] e [[Francia]]. L'impero ne uscì vinto e con esso la vecchia Europa medievale. Con la pace di Westfalia si pone fine ai conflitti religiosi e si sancisce il principio della sovranità  statale e della tolleranza religiosa; si riconoscono ufficialmente la fede protestante, calvinista e luterana. Papa Innocenzo X si oppose fermamente ai principi del trattato.
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Il trattato di Aquisgrana del [[1748]] pose termine alla guerra di successione austriaca e seppe avviare l'[[Italia]] ad un lungo periodo di pace in cui i sovrani iniziarono delle riforme benefiche allo sviluppo economico e culturale. Spiccano la Lombardia asburgica e il Regno di Napoli borbonico ma anche la Toscana leopoldina abolizionista della pena di morte. Lo [[stato]] pontificio si tenne estraneo al processo progressivo avviato dalle nuove idee [[illuminismo|illuministe]], se si esclude qualche timida riforma economica di Pio VI sulla fine del secolo; questi soppresse le dogane ed i pedaggi interni, avviò la bonifica delle paludi pontine.
Il trattato di Aquisgrana del [[1748]] pose termine alla guerra di successione austriaca e seppe avviare l'[[Italia]] ad un lungo periodo di pace in cui i sovrani iniziarono delle riforme benefiche allo sviluppo economico e culturale. Spiccano la Lombardia asburgica e il Regno di Napoli borbonico ma anche la Toscana leopoldina abolizionista della pena di morte. Lo [[stato]] pontificio si tenne estraneo al processo progressivo avviato dalle nuove idee [[illuminismo|illuministe]], se si esclude qualche timida riforma economica di Pio VI sulla fine del secolo; questi soppresse le dogane ed i pedaggi interni, avviò la bonifica delle paludi pontine.


L'illuminismo italiano si scontrò frontalmente con la Chiesa data la sua secolare oppressione nel paese; in particolare furono oggetto di attacchi i preti ed i gesuiti in quanto contrastanti con il principio di educazione libera di stato [[laicismo|laico]]. I filosofi napoletani furono maggiormente avversati da parte del [[clericalismo|clero]], cui certo non piaceva vedere un regno considerato proprio feudo, sino a poco prima, pieno di [[massoneria|massoni]] e sovversivi. Ogni anno il re di Napoli inviava al papa un cavallo bianco con una somma in denaro quale riconoscimento della sovranità  pontificia sul regno. Era il cosiddetto “omaggio della chinea” che fu soppresso proprio nel XVIII secolo sull'onda delle riforme. Il primo napoletano a pagare fu Pietro Giannone ([[1670]]-[[1748]]). <ref name="autore">Pietro Giannone, autore del “''Triregno''” ([[1723]]) in cui additava la Chiesa come approfittatrice della devozione popolare e traditrice del [[cristianesimo]] a causa della brama del regno temporale; in un'altra opera accusò la Chiesa di essere artefice delle rovine del Regno di Napoli. Giannone fu precursore dell'illuminismo partenopeo; fu scomunicato dal pontefice e costretto all'esilio prima a Vienna poi a Ginevra ma quando entrò nel regno sabaudo fu arrestato e rinchiuso in un carcere torinese in cui visse fino alla morte.</ref>
L'illuminismo italiano si scontrò frontalmente con la Chiesa data la sua secolare oppressione nel paese; in particolare furono oggetto di attacchi i preti ed i gesuiti in quanto contrastanti con il principio di educazione libera di stato [[laicismo|laico]]. I filosofi napoletani furono maggiormente avversati da parte del [[clericalismo|clero]], cui certo non piaceva vedere un regno considerato proprio feudo, sino a poco prima, pieno di [[massoneria|massoni]] e sovversivi. Ogni anno il re di Napoli inviava al papa un cavallo bianco con una somma in denaro quale riconoscimento della sovranità  pontificia sul regno. Era il cosiddetto “omaggio della chinea” che fu soppresso proprio nel XVIII secolo sull'onda delle riforme. Il primo napoletano a pagare fu Pietro Giannone ([[1670]]-[[1748]]). <ref name="autore">Pietro Giannone, autore del “''Triregno''([[1723]]) in cui additava la Chiesa come approfittatrice della devozione popolare e traditrice del [[cristianesimo]] a causa della brama del regno temporale; in un'altra opera accusò la Chiesa di essere artefice delle rovine del Regno di Napoli. Giannone fu precursore dell'illuminismo partenopeo; fu scomunicato dal pontefice e costretto all'esilio prima a Vienna poi a Ginevra ma quando entrò nel regno sabaudo fu arrestato e rinchiuso in un carcere torinese in cui visse fino alla morte.</ref>


Il filosofo partenopeo Antonio Genovesi sosteneva la cacciata dei gesuiti dal Regno di Napoli, il suo discepolo Gaetano Filangieri scrisse una monumentale ''Scienza della Legislazione'' che fu posta all'Indice dei libri proibiti”. La Chiesa è colpevole della censura di un'altra grande opera, la più significativa dell'[[illuminismo]] nostrano: "Dei Delitti e Delle Pene" di [[Cesare Beccaria]] ([[1764]]). Dunque di nuovo il [[clericalismo]] ha ostacolato il progresso nella penisola mettendo al bando le due opere italiche più all'avanguardia di una legislazione moderna per tenere il proprio potere.
Il filosofo partenopeo Antonio Genovesi sosteneva la cacciata dei gesuiti dal Regno di Napoli, il suo discepolo Gaetano Filangieri scrisse una monumentale ''Scienza della Legislazione'' che fu posta all'Indice dei libri proibiti”. La Chiesa è colpevole della censura di un'altra grande opera, la più significativa dell'[[illuminismo]] nostrano: "Dei Delitti e Delle Pene" di [[Cesare Beccaria]] ([[1764]]). Dunque di nuovo il [[clericalismo]] ha ostacolato il progresso nella penisola mettendo al bando le due opere italiche più all'avanguardia di una legislazione moderna per tenere il proprio potere.


Alla fine del secolo XVIII ha inizio la prima campagna d'Italia di Napoleone, che portò sulla penisola italiana gli ideali della [[rivoluzione francese]] e condusse all'insurrezione i progressisti europei. Il [[15 febbraio]] [[1798]] il generale Berthier comanda le truppe francesi che occupano Roma; il pontefice Pio VI è deposto e viene fondata una [[Repubblica]] sorella. Il pontefice fuggì in Toscana, dove fu rinchiuso nella Certosa di Firenze in cui morì un anno dopo. Anche i figli dell'illuminismo napoletano insorsero guidati dal filosofo e giurista Mario Pagano che proclamò la Repubblica Partenopea con l'appoggio delle truppe francesi di Championnet. Durante questo periodo in tutta Italia prende forma, per la prima volta, l’idea di unificazione nazionale con l'instaurazione di repubbliche amiche della [[Francia]] del Direttorio rivoluzionario. Tuttavia, con il ritiro delle truppe francesi  caddero tutte le repubbliche. La Repubblica Partenopea è stata senza dubbio la più particolare tra le “sorelle”, elaborò una [[costituzione]] indipendentemente da quella francese –a cui si ispirarono invece gli altri- ma dovette fronteggiare due grandi nemici: l’ammiraglio Nelson e il cardinale Ruffo.  
Alla fine del secolo XVIII ha inizio la prima campagna d'Italia di Napoleone, che portò sulla penisola italiana gli ideali della [[rivoluzione francese]] e condusse all'insurrezione i progressisti europei. Il [[15 febbraio]] [[1798]] il generale Berthier comanda le truppe francesi che occupano Roma; il pontefice Pio VI è deposto e viene fondata una [[Repubblica]] sorella. Il pontefice fuggì in Toscana, dove fu rinchiuso nella Certosa di Firenze in cui morì un anno dopo. Anche i figli dell'illuminismo napoletano insorsero guidati dal filosofo e giurista Mario Pagano che proclamò la Repubblica Partenopea con l'appoggio delle truppe francesi di Championnet. Durante questo periodo in tutta Italia prende forma, per la prima volta, l’idea di unificazione nazionale con l'instaurazione di repubbliche amiche della [[Francia]] del Direttorio rivoluzionario. Tuttavia, con il ritiro delle truppe francesi  caddero tutte le repubbliche. La Repubblica Partenopea è stata senza dubbio la più particolare tra le “sorelle”, elaborò una [[costituzione]] indipendentemente da quella francese –a cui si ispirarono invece gli altri- ma dovette fronteggiare due grandi nemici: l’ammiraglio Nelson e il cardinale Ruffo.  


Quest'ultimo ebbe incarichi rilevanti nello [[Stato]] Pontificio e rappresenta meglio di tanti altri la [[reazionismo|reazione]] e l’avversione verso la [[libertà ]] dei popoli. Fabrizio Ruffo guidò un esercito di contadini fanatici, fedeli ai Borbone e alla Chiesa, che dichiarava di combattere per la “Santa Fede” e perciò sono stati detti sanfedisti; essi riuscirono a sconfiggere i repubblicani grazie al contributo di soldati inglesi e alle violenze cui si abbandonarono. L'epilogo della Repubblica fu sanguinario e furono giustiziate -per ordine di Ferdinando IV- ben centoventi persone tra cui Pagano, Cirillo, Luisa Sanfelice e l'ammiraglio Caracciolo. Questi morti vanno a sommarsi almeno sulla coscienza della Chiesa per aver contribuito decisivamente alla loro dipartita.
Quest'ultimo ebbe incarichi rilevanti nello [[Stato]] Pontificio e rappresenta meglio di tanti altri la [[reazionismo|reazione]] e l’avversione verso la [[libertà ]] dei popoli. Fabrizio Ruffo guidò un esercito di contadini fanatici, fedeli ai Borbone e alla Chiesa, che dichiarava di combattere per la “Santa Fede” e perciò sono stati detti sanfedisti; essi riuscirono a sconfiggere i repubblicani grazie al contributo di soldati inglesi e alle violenze cui si abbandonarono. L'epilogo della Repubblica fu sanguinario e furono giustiziate -per ordine di Ferdinando IV- ben centoventi persone tra cui Pagano, Cirillo, Luisa Sanfelice e l'ammiraglio Caracciolo. Questi morti vanno a sommarsi almeno sulla coscienza della Chiesa per aver contribuito decisivamente alla loro dipartita.
Un esercito analogo fu allestito in Toscana da Lorenzo Mori in cui preti e contadini fanatici massacrarono i collaborazionisti e i simpatizzanti [[giacobini]]; tale forza fu chiamata “Viva Maria!”. Gli uomini di Mori seminarono il terrore ad Arezzo, Cortona e Siena; nel luglio [[1799]] occupano Firenze e reprimono fisicamente i filogiacobini.
Un esercito analogo fu allestito in Toscana da Lorenzo Mori in cui preti e contadini fanatici massacrarono i collaborazionisti e i simpatizzanti [[giacobini]]; tale forza fu chiamata “Viva Maria!. Gli uomini di Mori seminarono il terrore ad Arezzo, Cortona e Siena; nel luglio [[1799]] occupano Firenze e reprimono fisicamente i filogiacobini.


[[Image:Beccaria.jpg |thumb|right|140|Cesare Beccaria, autore di "''Dei delitti e delle pene''"(Milano, 15 marzo 1738 – Milano, 28 novembre 1794)]]
[[Image:Beccaria.jpg |thumb|right|140|Cesare Beccaria, autore di "''Dei delitti e delle pene''"(Milano, 15 marzo 1738 – Milano, 28 novembre 1794)]]
All’inizio del secolo XIX si afferma in [[Francia]] Napoleone Bonaparte il quale diede inizio alla sua seconda Campagna d’Italia. Napoleone fu l’ennesimo invasore del nostro paese; quindi la tradizione si rinnova e la Chiesa tratta con il nostro giornale nemico corso. Il [[16 luglio]] [[1801]] papa Pio VII e la repubblica francese  stipularono un concordato con cui la Francia riconosce la religione cattolica come [[religione]] di Stato ; il Primo Console Napoleone si arroga il diritto di nominare i vescovi; i parroci francesi devono giurare fedeltà  al [[governo]]. La Chiesa ancora una volta ha puntato alla salvaguardia del proprio potere “universale” e in [[Italia]] (riottenne il potere sul suo territorio tranne sulla repubblica cisalpina) piuttosto che difenderci da un invasore come Napoleone. Nel [[1804]] Napoleone si incorona imperatore; alla cerimonia prende parte anche Pio VII. L'idillio -se mai vi fu veramente- si ruppe comunque subito: nel [[1808]] il papa rifiuta di applicare il blocco continentale e di riconoscere Giuseppe Bonaparte come re di Spagna. La reazione napoleonica non si fece attendere e furono occupate le Marche e la Romagna; il papa allora decise di non rispettare il concordato nominando dei vescovi per il Regno d'[[Italia]]. Allora l'imperatore fece occupare tutto lo Stato Pontificio in aprile; inoltre fece arrestare il pontefice e annettere i territori papalini alla [[Francia]]. Fu poi Napoleone stesso a liberare il papa e a ricondurlo a Roma, nel [[1812]], dopo il tracollo della Grande Armata in Russia e dopo il tradimento di Murat. Bonaparte facendo rientrare il pontefice volle impedire al cognato di impossessarsi dei territori papalini nel suo “sogno” di unificare la penisola italiana.
All’inizio del secolo XIX si afferma in [[Francia]] Napoleone Bonaparte il quale diede inizio alla sua seconda Campagna d’Italia. Napoleone fu l’ennesimo invasore del nostro paese; quindi la tradizione si rinnova e la Chiesa tratta con il nostro giornale nemico corso. Il [[16 luglio]] [[1801]] papa Pio VII e la repubblica francese  stipularono un concordato con cui la Francia riconosce la religione cattolica come [[religione]] di Stato ; il Primo Console Napoleone si arroga il diritto di nominare i vescovi; i parroci francesi devono giurare fedeltà  al [[governo]]. La Chiesa ancora una volta ha puntato alla salvaguardia del proprio potere “universale” e in [[Italia]] (riottenne il potere sul suo territorio tranne sulla repubblica cisalpina) piuttosto che difenderci da un invasore come Napoleone. Nel [[1804]] Napoleone si incorona imperatore; alla cerimonia prende parte anche Pio VII. L'idillio -se mai vi fu veramente- si ruppe comunque subito: nel [[1808]] il papa rifiuta di applicare il blocco continentale e di riconoscere Giuseppe Bonaparte come re di Spagna. La reazione napoleonica non si fece attendere e furono occupate le Marche e la Romagna; il papa allora decise di non rispettare il concordato nominando dei vescovi per il Regno d'[[Italia]]. Allora l'imperatore fece occupare tutto lo Stato Pontificio in aprile; inoltre fece arrestare il pontefice e annettere i territori papalini alla [[Francia]]. Fu poi Napoleone stesso a liberare il papa e a ricondurlo a Roma, nel [[1812]], dopo il tracollo della Grande Armata in Russia e dopo il tradimento di Murat. Bonaparte facendo rientrare il pontefice volle impedire al cognato di impossessarsi dei territori papalini nel suo “sogno” di unificare la penisola italiana.


Dopo Waterloo ([[1815]]) venne la Restaurazione volta a soffocare gli ideali rivoluzionari e a restaurare l'antico regime pre-napoleonico. Dopo il congresso di Vienna, che sancì il dominio austriaco sul nostro paese, lo [[Stato]] Pontificio comprende il Lazio, Umbria, Marche, Romagna, Pontecorvo e Benevento all'interno del Regno di Napoli. La Chiesa fu ovviamente in prima linea nella reazione; nello [[Stato]] di Pio VII fu abolito il Codice Napoleonico, fu ristabilito il tribunale ecclesiastico con la cacciata dei magistrati civili. Il protagonista di questo ritorno al passato fu il Cardinale Rivarola il quale inoltre ripristinò la giustizia feudale, l’Inquisizione, la [[antisemitismo|ghettizzazione degli ebrei]], la [[tortura]]. Si sfiorò il ridicolo quando si giunse ad abolire ogni tipo di importazione francese fosse anche palesemente utile come la vaccinazione dal vaiolo o l'illuminazione pubblica delle vie; ma fu addirittura proibito un vestiario che riconducesse alla [[Francia]] napoleonica.
Dopo Waterloo ([[1815]]) venne la Restaurazione volta a soffocare gli ideali rivoluzionari e a restaurare l'antico regime pre-napoleonico. Dopo il congresso di Vienna, che sancì il dominio austriaco sul nostro paese, lo [[Stato]] Pontificio comprende il Lazio, Umbria, Marche, Romagna, Pontecorvo e Benevento all'interno del Regno di Napoli. La Chiesa fu ovviamente in prima linea nella reazione; nello [[Stato]] di Pio VII fu abolito il Codice Napoleonico, fu ristabilito il tribunale ecclesiastico con la cacciata dei magistrati civili. Il protagonista di questo ritorno al passato fu il Cardinale Rivarola il quale inoltre ripristinò la giustizia feudale, l’Inquisizione, la [[antisemitismo|ghettizzazione degli ebrei]], la [[tortura]]. Si sfiorò il ridicolo quando si giunse ad abolire ogni tipo di importazione francese fosse anche palesemente utile come la vaccinazione dal vaiolo o l'illuminazione pubblica delle vie; ma fu addirittura proibito un vestiario che riconducesse alla [[Francia]] napoleonica.
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Nella Romagna papalina ci fu una ribellione collegata al progetto del modenese Ciro Menotti che intende creare uno stato liberale in [[Italia]] centrale, credendo invano all'appoggio del duca di Modena Francesco IV. L'insurrezione era programmata per il [[5 febbraio]] [[1831]] e il giorno precedente il duca aveva fatto arrestare il suo capo. Tuttavia, nel giorno programmato la [[rivolta]] scoppia comunque e Bologna si solleva cacciando il vice ambasciatore pontificio. Il [[9 febbraio]] la Romagna entra nelle Province Unite che scelgono il tricolore come loro bandiera e Bologna liberata dai clericali, capitale. Il moto avrà  vita breve; in maggio gli austriaci reprimono la rivolta in breve tempo dando una grossa mano all'allora pontefice Gregorio XVI nel riottenimento della regione. La [[repressione]] nello [[Stato]] della Chiesa fu cruenta; il cardinale Bernetti –segretario di stato– istituì con dei briganti una guardia municipale che si abbandonò a molteplici violenze contro la popolazione bolognese.  
Nella Romagna papalina ci fu una ribellione collegata al progetto del modenese Ciro Menotti che intende creare uno stato liberale in [[Italia]] centrale, credendo invano all'appoggio del duca di Modena Francesco IV. L'insurrezione era programmata per il [[5 febbraio]] [[1831]] e il giorno precedente il duca aveva fatto arrestare il suo capo. Tuttavia, nel giorno programmato la [[rivolta]] scoppia comunque e Bologna si solleva cacciando il vice ambasciatore pontificio. Il [[9 febbraio]] la Romagna entra nelle Province Unite che scelgono il tricolore come loro bandiera e Bologna liberata dai clericali, capitale. Il moto avrà  vita breve; in maggio gli austriaci reprimono la rivolta in breve tempo dando una grossa mano all'allora pontefice Gregorio XVI nel riottenimento della regione. La [[repressione]] nello [[Stato]] della Chiesa fu cruenta; il cardinale Bernetti –segretario di stato– istituì con dei briganti una guardia municipale che si abbandonò a molteplici violenze contro la popolazione bolognese.  


Durante il pontificato di Gregorio XVI all'interno della Chiesa si scontrarono due orientamenti: uno, aperto alle idee liberali, detto dei “politicanti” e l’altro chiuso, refrattario alla modernità  dominato dal cardinale Bartolomeo Pacca e detto degli “zelanti”. La modernità  era condannata dall'èlite religiosa clericale come manifestazione del male.
Durante il pontificato di Gregorio XVI all'interno della Chiesa si scontrarono due orientamenti: uno, aperto alle idee liberali, detto dei “politicanti” e l’altro chiuso, refrattario alla modernità  dominato dal cardinale Bartolomeo Pacca e detto degli “zelanti”. La modernità  era condannata dall'èlite religiosa clericale come manifestazione del male.


Nel [[1846]] salì al trono pontificio il vescovo di Imola Giovanni Maria Mastai Ferretti, con il nome di Pio IX,  il quale suscitò molte speranze fra i patrioti liberali. Infatti, Ferretti era inviso agli Asburgo per i suoi contatti con i militanti liberali di cui egli ammirava le aspirazioni. Inoltre, fu positivamente colpito dall'opera di Gioberti ''Primato degli Italiani'', manifesto del neoguelfismo e opera del cattolicesimo liberale. Pio IX inizialmente non mentì le attese e appena salito al [[potere]] diede il via a numerose riforme accolte con entusiasmo dalla popolazione e dai patrioti: amnistia generale per i prigionieri politici; permesso di rimpatrio ai fuoriusciti; creazione di un Consiglio di Stato riformista; creazione di una giunta municipale alla guida della città  di Roma; abolizione dei provvedimenti [[antisemitismo|antisemiti]]; abbattimento delle mura del ghetto ebraico; illuminazione a gas nelle strade della città  di Roma; istituzione di una guardia civica volontaria al posto della polizia di mestiere. Tali provvedimenti scatenarono in tutta la penisola manifestazioni anti-asburgiche al grido di «Viva Pio IX!».
Nel [[1846]] salì al trono pontificio il vescovo di Imola Giovanni Maria Mastai Ferretti, con il nome di Pio IX,  il quale suscitò molte speranze fra i patrioti liberali. Infatti, Ferretti era inviso agli Asburgo per i suoi contatti con i militanti liberali di cui egli ammirava le aspirazioni. Inoltre, fu positivamente colpito dall'opera di Gioberti ''Primato degli Italiani'', manifesto del neoguelfismo e opera del cattolicesimo liberale. Pio IX inizialmente non mentì le attese e appena salito al [[potere]] diede il via a numerose riforme accolte con entusiasmo dalla popolazione e dai patrioti: amnistia generale per i prigionieri politici; permesso di rimpatrio ai fuoriusciti; creazione di un Consiglio di Stato riformista; creazione di una giunta municipale alla guida della città  di Roma; abolizione dei provvedimenti [[antisemitismo|antisemiti]]; abbattimento delle mura del ghetto ebraico; illuminazione a gas nelle strade della città  di Roma; istituzione di una guardia civica volontaria al posto della polizia di mestiere. Tali provvedimenti scatenarono in tutta la penisola manifestazioni anti-asburgiche al grido di «Viva Pio IX!».


Il [[14 marzo]] [[1848]] lo [[Stato]] Pontificio si dota di una [[costituzione]]. Nove giorni dopo '''scoppia la prima guerra d'indipendenza'''; dopo le “Cinque giornate” Carlo Alberto dichiara guerra all'[[Austria]]. Pio IX  in coerenza con il suo agire democratico invia delle truppe, sotto il comando del generale Durando, per liberare il Lombardo Veneto a sostegno della causa italiana. Tuttavia, proprio in questo periodo termina la fase liberale del pontefice. La Chiesa tradisce ogni speranza suscitata e torna a salvaguardare il proprio particolare. Dopo il successo piemontese a Goito, Pio IX teme che i cattolici austriaci, tedeschi e ungheresi si scindano da Roma. Il [[29 aprile]] in un concistoro lascia ufficialmente l'alleanza sostenendo che, come capo della Chiesa universale ed allo stesso tempo capo di uno [[Stato]] italiano, non poteva mettersi in guerra contro un regno cattolico. <ref>''[http://www.totustuustools.net/magistero/p9nonsem.htm Non semel. Allocuzione. 29 aprile 1848]''</ref>
Il [[14 marzo]] [[1848]] lo [[Stato]] Pontificio si dota di una [[costituzione]]. Nove giorni dopo '''scoppia la prima guerra d'indipendenza'''; dopo le “Cinque giornate” Carlo Alberto dichiara guerra all'[[Austria]]. Pio IX  in coerenza con il suo agire democratico invia delle truppe, sotto il comando del generale Durando, per liberare il Lombardo Veneto a sostegno della causa italiana. Tuttavia, proprio in questo periodo termina la fase liberale del pontefice. La Chiesa tradisce ogni speranza suscitata e torna a salvaguardare il proprio particolare. Dopo il successo piemontese a Goito, Pio IX teme che i cattolici austriaci, tedeschi e ungheresi si scindano da Roma. Il [[29 aprile]] in un concistoro lascia ufficialmente l'alleanza sostenendo che, come capo della Chiesa universale ed allo stesso tempo capo di uno [[Stato]] italiano, non poteva mettersi in guerra contro un regno cattolico. <ref>''[http://www.totustuustools.net/magistero/p9nonsem.htm Non semel. Allocuzione. 29 aprile 1848]''</ref>


Il papa dichiarò che «''la nostra missione consiste nel nutrire tutti gli uomini, i popoli e le nazioni con lo stesso amore paterno e dunque non possiamo muovere guerra contro l’Austria''». Ancora una volta la Chiesa sceglie di tutelare il proprio dominio in timore di un'indipendenza italiana. Tra l'unità  cattolica e l'unità  italiana Pio IX scelse la prima. Quel giorno di fine aprile, tutti si rendono conto di una cosa importante: l'[[Italia]] si farà  contro la Chiesa. Da Pio IX non si aspetta più niente nessuno. L'involuzione papalina ha inizio con la nomina a capo del governo di Pellegrino Rossi, personaggio disprezzato dai [[democrazia|democratici]] per il suo [[reazionarismo]]. L'allocuzione del papa riaccese e rafforzò più che mai l'odio verso la Chiesa scoppiato pochi mesi dopo. Il popolo romano si risveglia: il [[15 novembre]] Rossi viene ucciso; scoppia la rivolta e Pio IX si rifugia a Gaeta. Il [[9 febbraio]] [[1849]] viene fondata la [[Repubblica Romana]] con a capo i progressisti Aurelio Saffi, Carlo Armellini e [[Giuseppe Mazzini]] ([[Carlo Pisacane]] assunse il ruolo di membro della Commissione di guerra e capo di [[Stato]] maggiore nella Repubblica romana).  
Il papa dichiarò che «''la nostra missione consiste nel nutrire tutti gli uomini, i popoli e le nazioni con lo stesso amore paterno e dunque non possiamo muovere guerra contro l’Austria''». Ancora una volta la Chiesa sceglie di tutelare il proprio dominio in timore di un'indipendenza italiana. Tra l'unità  cattolica e l'unità  italiana Pio IX scelse la prima. Quel giorno di fine aprile, tutti si rendono conto di una cosa importante: l'[[Italia]] si farà  contro la Chiesa. Da Pio IX non si aspetta più niente nessuno. L'involuzione papalina ha inizio con la nomina a capo del governo di Pellegrino Rossi, personaggio disprezzato dai [[democrazia|democratici]] per il suo [[reazionarismo]]. L'allocuzione del papa riaccese e rafforzò più che mai l'odio verso la Chiesa scoppiato pochi mesi dopo. Il popolo romano si risveglia: il [[15 novembre]] Rossi viene ucciso; scoppia la rivolta e Pio IX si rifugia a Gaeta. Il [[9 febbraio]] [[1849]] viene fondata la [[Repubblica Romana]] con a capo i progressisti Aurelio Saffi, Carlo Armellini e [[Giuseppe Mazzini]] ([[Carlo Pisacane]] assunse il ruolo di membro della Commissione di guerra e capo di [[Stato]] maggiore nella Repubblica romana).  
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Nove anni dopo scoppia '''la seconda guerra d'indipendenza'''; sull'onda di questa la Romagna insorge contro i legati pontifici e pone come dittatore Amilcare Cipriani. Nella primavera [[1860]] tale regione, dopo un [[plebiscito]], viene annessa al Regno di Sardegna. Lo stesso anno si attua la spedizione dei Mille comandati da [[Giuseppe Garibaldi]](1807-1882), Vittorio Emanuele II occupa le Marche e l'Umbria papaline e restringe i domini di Pio IX ormai al solo Lazio. Autori della vittoria furono i generali Cialdini e Fanti alla guida di 35000 uomini. Anche qui l'annessione è ufficializzata da un [[plebiscito]]. Quando crolla anche Gaeta nel febbraio [[1861]], l'ultimo re delle Due Sicilie Francesco II si rifugia dal papa a Roma.
Nove anni dopo scoppia '''la seconda guerra d'indipendenza'''; sull'onda di questa la Romagna insorge contro i legati pontifici e pone come dittatore Amilcare Cipriani. Nella primavera [[1860]] tale regione, dopo un [[plebiscito]], viene annessa al Regno di Sardegna. Lo stesso anno si attua la spedizione dei Mille comandati da [[Giuseppe Garibaldi]](1807-1882), Vittorio Emanuele II occupa le Marche e l'Umbria papaline e restringe i domini di Pio IX ormai al solo Lazio. Autori della vittoria furono i generali Cialdini e Fanti alla guida di 35000 uomini. Anche qui l'annessione è ufficializzata da un [[plebiscito]]. Quando crolla anche Gaeta nel febbraio [[1861]], l'ultimo re delle Due Sicilie Francesco II si rifugia dal papa a Roma.


Pio IX inasprisce ora il suo reazionarismo con la bolla ''Quanta Cura'' del [[8 dicembre]] [[1864]]; giorno dell'Immacolata Concezione istituita dallo stesso Mastai Ferretti dieci anni prima. Il documento papale è una condanna verso i principi del [[laicismo]], del [[liberalismo]], del [[razionalismo]], del [[naturalismo]] e del [[socialismo]]. La bolla è accompagnata dal ''Sillabo completante i principali errori della nostra epoca'', in cui vi sono identificati 80 “''mostruosi errori''” del secolo XIX.
Pio IX inasprisce ora il suo reazionarismo con la bolla ''Quanta Cura'' del [[8 dicembre]] [[1864]]; giorno dell'Immacolata Concezione istituita dallo stesso Mastai Ferretti dieci anni prima. Il documento papale è una condanna verso i principi del [[laicismo]], del [[liberalismo]], del [[razionalismo]], del [[naturalismo]] e del [[socialismo]]. La bolla è accompagnata dal ''Sillabo completante i principali errori della nostra epoca'', in cui vi sono identificati 80 “''mostruosi errori''del secolo XIX.


Nello stesso anno della bolla il Regno d'[[Italia]] governato dalla Destra Storica, in particolare con Minghetti, firma con Napoleone III la “Convenzione di Settembre” in cui si stabilisce: il trasferimento della capitale da Torino a Firenze; il rifiuto di invasione dello stato pontificio da parte dell'[[Italia]]; il ritiro delle truppe francesi da Roma. Tuttavia, non si vietava al popolo romano di insorgere e chiedere l’annessione. Ora il papa non ha più protezioni di truppe estere. Nell'aprile [[1867]] l'arrivo al governo di Rattazzi rinvigorisce l’[[anticlericalismo]] italiano di cui, in [[Parlamento]], si fa portavoce [[Garibaldi]]. L’eroe dei due mondi è infatti intenzionato ad abbattere il potere temporale del papa. In ottobre si mobilita il Partito d'Azione mazziniano che invia [[Garibaldi]]  in Toscana in attesa di invadere lo Stato Pontificio. Il [[22 ottobre]] i muratori Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti fanno esplodere un barile di polvere sotto una caserma di zuavi, il corpo volontario istituito da Pio IX nel [[1860]]. Il giorno dopo, Menotti, Garibaldi ed i fratelli Cairoli alla guida di settanta uomini varcano il confine dello Stato della Chiesa per raggiungere Villa Glori alla periferia di Roma. Allo stesso tempo, l’Eroe entra nel Lazio con 8000 volontari; subito l'imperatore francese si porta in aiuto del pontefice inviando 22000 truppe a Roma. A Villa Glori i garibaldini vengono brutalmente sconfitti dai soldati di Pio IX, perdono la vita Enrico e Giovanni Cairoli; è il [[23 ottobre]]. Quattro giorni dopo Garibaldi vince a Monterotondo ma il [[3 novembre]] è battuto duramente dai francesi  a Mentana, in uno scontro impari.
Nello stesso anno della bolla il Regno d'[[Italia]] governato dalla Destra Storica, in particolare con Minghetti, firma con Napoleone III la “Convenzione di Settembre” in cui si stabilisce: il trasferimento della capitale da Torino a Firenze; il rifiuto di invasione dello stato pontificio da parte dell'[[Italia]]; il ritiro delle truppe francesi da Roma. Tuttavia, non si vietava al popolo romano di insorgere e chiedere l’annessione. Ora il papa non ha più protezioni di truppe estere. Nell'aprile [[1867]] l'arrivo al governo di Rattazzi rinvigorisce l’[[anticlericalismo]] italiano di cui, in [[Parlamento]], si fa portavoce [[Garibaldi]]. L’eroe dei due mondi è infatti intenzionato ad abbattere il potere temporale del papa. In ottobre si mobilita il Partito d'Azione mazziniano che invia [[Garibaldi]]  in Toscana in attesa di invadere lo Stato Pontificio. Il [[22 ottobre]] i muratori Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti fanno esplodere un barile di polvere sotto una caserma di zuavi, il corpo volontario istituito da Pio IX nel [[1860]]. Il giorno dopo, Menotti, Garibaldi ed i fratelli Cairoli alla guida di settanta uomini varcano il confine dello Stato della Chiesa per raggiungere Villa Glori alla periferia di Roma. Allo stesso tempo, l’Eroe entra nel Lazio con 8000 volontari; subito l'imperatore francese si porta in aiuto del pontefice inviando 22000 truppe a Roma. A Villa Glori i garibaldini vengono brutalmente sconfitti dai soldati di Pio IX, perdono la vita Enrico e Giovanni Cairoli; è il [[23 ottobre]]. Quattro giorni dopo Garibaldi vince a Monterotondo ma il [[3 novembre]] è battuto duramente dai francesi  a Mentana, in uno scontro impari.


L'[[8 dicembre]] [[1869]] si apre il Concilio Vaticano I; il Papa non consentì agli stati [[laicismo|laici]] di avere rappresentanti in assemblea. Non vengono invitati i sovrani occidentali. Pio IX è consapevole della precarietà  del Patrimonio di San Pietro e cerca allora di rafforzare il proprio potere spirituale, di ingigantire la propria influenza sulle coscienze dei fedeli. Per questo il [[18 luglio]] [[1870]] viene approvato il dogma dell’infallibilità  papale in quanto il pontefice parla '«'nella sua funzione di Pastore e Maestro di tutti i cristiani''». I vescovi italiani diedero voto favorevole al provvedimento, in maniera unanime. Il concilio si conclude il [[19 luglio]] dello stesso anno a causa dello scoppio della guerra franco-prussiana.
L'[[8 dicembre]] [[1869]] si apre il Concilio Vaticano I; il Papa non consentì agli stati [[laicismo|laici]] di avere rappresentanti in assemblea. Non vengono invitati i sovrani occidentali. Pio IX è consapevole della precarietà  del Patrimonio di San Pietro e cerca allora di rafforzare il proprio potere spirituale, di ingigantire la propria influenza sulle coscienze dei fedeli. Per questo il [[18 luglio]] [[1870]] viene approvato il dogma dell’infallibilità  papale in quanto il pontefice parla '«'nella sua funzione di Pastore e Maestro di tutti i cristiani''». I vescovi italiani diedero voto favorevole al provvedimento, in maniera unanime. Il concilio si conclude il [[19 luglio]] dello stesso anno a causa dello scoppio della guerra franco-prussiana.
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[[Image:GiolittiXXX.jpg|thumb|right|323|Giovanni Giolitti (Mondovì, 27 ottobre 1842 – Cavour, 17 luglio 1928)]]
[[Image:GiolittiXXX.jpg|thumb|right|323|Giovanni Giolitti (Mondovì, 27 ottobre 1842 – Cavour, 17 luglio 1928)]]


Nel [[1871]] il capo del [[governo]] italiano Giovanni Lanza fece approvare in [[Parlamento]] la ''Legge delle Guarentigie''. Questa consegna al Papa il palazzo del Vaticano, del Laterano e la villa di Castel Gandolfo, considerati tre luoghi estranei al territorio italiano. Inoltre fu garantita alla Chiesa piena [[libertà ]] d’azione su tutto il territorio nazionale e anche una somma per il mantenimento della corte papale. Pio IX rifiutò il provvedimento e si rinchiuse volontariamente nel Vaticano. Avendo perso il proprio patrimonio temporale, ora la Chiesa cerca di basare il proprio potere sul [[popolo]] italiano cercando di influenzarlo in maniera indiretta. Già  nel XVI secolo il cardinale Bellarmino, artefice della condanna a morte di Bruno e del processo a [[Galilei]], ideò la formula del “potere indiretto” sui governi civili. Sicuramente l'approvazione del dogma dell'infallibilità  papale ha contribuito al disegno vaticano di assoggettare il popolo italiano. Il [[dogma]] dunque ha avuto la funzione di pareggiare la gravissima perdita.
Nel [[1871]] il capo del [[governo]] italiano Giovanni Lanza fece approvare in [[Parlamento]] la ''Legge delle Guarentigie''. Questa consegna al Papa il palazzo del Vaticano, del Laterano e la villa di Castel Gandolfo, considerati tre luoghi estranei al territorio italiano. Inoltre fu garantita alla Chiesa piena [[libertà ]] d’azione su tutto il territorio nazionale e anche una somma per il mantenimento della corte papale. Pio IX rifiutò il provvedimento e si rinchiuse volontariamente nel Vaticano. Avendo perso il proprio patrimonio temporale, ora la Chiesa cerca di basare il proprio potere sul [[popolo]] italiano cercando di influenzarlo in maniera indiretta. Già  nel XVI secolo il cardinale Bellarmino, artefice della condanna a morte di Bruno e del processo a [[Galilei]], ideò la formula del “potere indiretto” sui governi civili. Sicuramente l'approvazione del dogma dell'infallibilità  papale ha contribuito al disegno vaticano di assoggettare il popolo italiano. Il [[dogma]] dunque ha avuto la funzione di pareggiare la gravissima perdita.


Nel [[1874]] la bolla ''Non Expedit'' vieta ai cattolici di prender parte alle elezioni politiche sia come eletti che come elettori. L'intento è chiaro: la Chiesa non riconosce lo [[stato]] italiano, lo vede come un proprio concorrente sul potere in [[Italia]]. Tale mossa ebbe il demerito di restringere ulteriormente la già  irrisoria cifra degli aventi diritto al voto e di allontanare dalla politica molti esponenti borghesi proprio dopo i provvedimenti [[anticlericalismo|anticlericali]] del nuovo governo Depretis (insegnamento religioso facoltativo nelle [[scuola|scuole]] elementari; esclusione del clero dalle commissioni scolastiche; controllo diretto dello [[Stato]] sulle opere pie).
Nel [[1874]] la bolla ''Non Expedit'' vieta ai cattolici di prender parte alle elezioni politiche sia come eletti che come elettori. L'intento è chiaro: la Chiesa non riconosce lo [[stato]] italiano, lo vede come un proprio concorrente sul potere in [[Italia]]. Tale mossa ebbe il demerito di restringere ulteriormente la già  irrisoria cifra degli aventi diritto al voto e di allontanare dalla politica molti esponenti borghesi proprio dopo i provvedimenti [[anticlericalismo|anticlericali]] del nuovo governo Depretis (insegnamento religioso facoltativo nelle [[scuola|scuole]] elementari; esclusione del clero dalle commissioni scolastiche; controllo diretto dello [[Stato]] sulle opere pie).


Nel [[1878]] Pio IX muore e gli succede Leone XIII che sarà  soprannominato il "papa degli operai". Il [[12 luglio]] [[1881]] Depretis autorizza la cerimonia dei funerali di Mastai Ferretti. Il corteo funebre doveva trasportare la salma del pontefice dal Vaticano alla Basilica di San Lorenzo al Verano in cui Pio IX avrebbe riposato in eterno. Ma in piazza Castel Sant’Angelo irruppe un gruppo di [[anticlericalismo|anticlericali]] che ha tentato di gettare nel Tevere il cadavere dell’ultimo papa re. Segno di una “questione” ancora irrisolta e sentita da molti cittadini.  
Nel [[1878]] Pio IX muore e gli succede Leone XIII che sarà  soprannominato il "papa degli operai". Il [[12 luglio]] [[1881]] Depretis autorizza la cerimonia dei funerali di Mastai Ferretti. Il corteo funebre doveva trasportare la salma del pontefice dal Vaticano alla Basilica di San Lorenzo al Verano in cui Pio IX avrebbe riposato in eterno. Ma in piazza Castel Sant’Angelo irruppe un gruppo di [[anticlericalismo|anticlericali]] che ha tentato di gettare nel Tevere il cadavere dell’ultimo papa re. Segno di una “questione” ancora irrisolta e sentita da molti cittadini.  


Una politica anticlericale fu seguita anche dal successore di Depretis, Francesco Crispi, che abolì il termine “[[religione]] di [[Stato]]”. Inoltre, furono previste sanzioni contro i preti predicatori dell'astensionismo; le istituzioni di beneficenza passarono sotto il controllo dei prefetti del Regno; fu eretta una statua in onore di [[Giordano Bruno]] in Campo dei Fiori a Roma. Leone XIII rifiuta ogni apertura alla partecipazione politica dei cattolici italiani, mantenendosi sulla linea dell'oscurantismo fin dal suo ingresso al trono di Pietro. Il nuovo papa fa il suo esordio nel [[1878]] con l'enciclica ''Quod apostolica numeris'' in cui condanna il [[nichilismo]] e le idee [[marxismo|marxiste]] in nome dell'[[uguaglianza]] cristiana. Sempre nello stesso anno il papa con l'enciclica ''Inscrutabili'' ribadisce la condanna ecclesiastica alla spoliazione del patrimonio pontificio. Successivamente pare aprirsi al tema delle [[libertà ]], rivendicandone l’importanza con le encicliche ''Immortale Dei'' ([[1885]]) e ''Libertas'' ([[1888]]). Poi nel [[1891]], preoccupato dall'ascesa del [[marxismo]] e del movimento [[socialista]], il pontefice elaborò l'enciclica che lo rese celebre: la ''Rerum Novarum''. Tale documento si pone come obiettivo l'elaborazione di una dottrina sociale cattolica. Tuttavia, si può dire che sia stato il primo tentativo d'ingerenza politica nell’[[Italia]] unita. Infatti, pretende di cercare una soluzione politica ai problemi sociali e certo questo compito non compete alla Chiesa.  
Una politica anticlericale fu seguita anche dal successore di Depretis, Francesco Crispi, che abolì il termine “[[religione]] di [[Stato]]. Inoltre, furono previste sanzioni contro i preti predicatori dell'astensionismo; le istituzioni di beneficenza passarono sotto il controllo dei prefetti del Regno; fu eretta una statua in onore di [[Giordano Bruno]] in Campo dei Fiori a Roma. Leone XIII rifiuta ogni apertura alla partecipazione politica dei cattolici italiani, mantenendosi sulla linea dell'oscurantismo fin dal suo ingresso al trono di Pietro. Il nuovo papa fa il suo esordio nel [[1878]] con l'enciclica ''Quod apostolica numeris'' in cui condanna il [[nichilismo]] e le idee [[marxismo|marxiste]] in nome dell'[[uguaglianza]] cristiana. Sempre nello stesso anno il papa con l'enciclica ''Inscrutabili'' ribadisce la condanna ecclesiastica alla spoliazione del patrimonio pontificio. Successivamente pare aprirsi al tema delle [[libertà ]], rivendicandone l’importanza con le encicliche ''Immortale Dei'' ([[1885]]) e ''Libertas'' ([[1888]]). Poi nel [[1891]], preoccupato dall'ascesa del [[marxismo]] e del movimento [[socialista]], il pontefice elaborò l'enciclica che lo rese celebre: la ''Rerum Novarum''. Tale documento si pone come obiettivo l'elaborazione di una dottrina sociale cattolica. Tuttavia, si può dire che sia stato il primo tentativo d'ingerenza politica nell’[[Italia]] unita. Infatti, pretende di cercare una soluzione politica ai problemi sociali e certo questo compito non compete alla Chiesa.  


La ''Rerum Novarum'' fonda la dottrina sociale cattolica su Dio, colui che ha posto la terra a disposizione di tutta l'umanità , in alternativa al [[liberalismo]] [[borghesia|borghese]] ed al [[socialismo]] [[marxista]]. Dichiara la necessità  della [[proprietà  privata]] e ne esorta l'uso per finalità  sociali; invita lo [[Stato]] a conseguire la [[giustizia sociale]] attraverso la collaborazione delle [[classismo|classi]]; afferma la necessità  di un salario giusto che sappia mantenere la vita e non sia frutto delle contrattazioni del [[libero mercato]]; esorta lo [[Stato]] all'intervento in [[economia]] per il bene comune.
La ''Rerum Novarum'' fonda la dottrina sociale cattolica su Dio, colui che ha posto la terra a disposizione di tutta l'umanità , in alternativa al [[liberalismo]] [[borghesia|borghese]] ed al [[socialismo]] [[marxista]]. Dichiara la necessità  della [[proprietà  privata]] e ne esorta l'uso per finalità  sociali; invita lo [[Stato]] a conseguire la [[giustizia sociale]] attraverso la collaborazione delle [[classismo|classi]]; afferma la necessità  di un salario giusto che sappia mantenere la vita e non sia frutto delle contrattazioni del [[libero mercato]]; esorta lo [[Stato]] all'intervento in [[economia]] per il bene comune.
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Il successore di Leone XIII fu Pio X, il quale prima confermò l'avversione verso il progetto di portare i cattolici nella politica italiana (Lega Democratica Nazionale di Romolo Murri) poi divenne il liberalizzatore del voto cattolico. Pio X fece l'enciclica ''Pascendi dominici gregis'' ([[1907]]) contro i fautori della modernizzazione del clero. Non a caso il suo motto da pontefice è ''Restaurare tutto in Cristo''. Tuttavia, Pio X prende in considerazione la partecipazione politica dei cattolici, purché questa sia strettamente controllata dall'alto. La Chiesa è un’organizzazione [[gerarchia|gerarchica]], una [[monarchia]], e un [[partito politico]] cattolico non può essere concepito se non come espressione della volontà  del pontefice, come rappresentante della Chiesa. Per questo, nel [[1909]], fu scomunicato Romolo Murri che giunse a teorizzare il principio di [[laicismo|laicità ]] dello [[Stato]].  
Il successore di Leone XIII fu Pio X, il quale prima confermò l'avversione verso il progetto di portare i cattolici nella politica italiana (Lega Democratica Nazionale di Romolo Murri) poi divenne il liberalizzatore del voto cattolico. Pio X fece l'enciclica ''Pascendi dominici gregis'' ([[1907]]) contro i fautori della modernizzazione del clero. Non a caso il suo motto da pontefice è ''Restaurare tutto in Cristo''. Tuttavia, Pio X prende in considerazione la partecipazione politica dei cattolici, purché questa sia strettamente controllata dall'alto. La Chiesa è un’organizzazione [[gerarchia|gerarchica]], una [[monarchia]], e un [[partito politico]] cattolico non può essere concepito se non come espressione della volontà  del pontefice, come rappresentante della Chiesa. Per questo, nel [[1909]], fu scomunicato Romolo Murri che giunse a teorizzare il principio di [[laicismo|laicità ]] dello [[Stato]].  


L'ascesa al governo di Giovanni Giolitti porta al riavvicinamento tra politica e Chiesa; a provocarlo è stato il pericolo [[socialista]] temuto sia dai liberali sia dai clericali. Nel [[1904]] Giolitti governa da un anno e sono indette nuove elezioni; poco prima vi era stato uno [[sciopero]] generale in seguito all'uccisione di tre operai incrocianti le braccia a Buggerru. Tale atto mise timore ai due potenti e tramite un certo Suardi, messo di Giolitti, si stabilì un accordo: alle prossime elezioni i cattolici erano liberi di votare per i candidati liberali facendo così fronte contro i candidati socialisti. Tre clericali entrano alla Camera. Cinque anni dopo, nuove elezioni con sempre Giolitti al timone del paese. Stavolta entrano alla Camera sedici candidati clericali. Nel [[1912]] Giolitti fece approvare il [[suffragio universale]] maschile; ciò aumentava i rischi di un’ascesa del [[Partito Socialista]]. Perciò il “ministro della malavita” <ref name="Giolitti">«Giolitti non fece mai mistero di essere un "''puntuto''" ovvero un affiliato mafioso» ([[Utente:Sytry82|Sytry82]]</ref> dovette industriarsi per non perdere le prossime elezioni. Nel [[1913]] si fece il “Patto Gentiloni”; il conte Gentiloni, presidente dell'Unione Elettorale Cattolica, diede a Giolitti il sostegno dei voti cattolici in cambio di leggi ispirate ai principi cristiani. Così i clericali alla Camera divennero trentacinque, in mezzo ai tanti liberali trionfanti grazie al sostegno cattolico. Nel [[1919]] si compie un ulteriore passo avanti: nasce il [[Partito Popolare]] di don Luigi Sturzo con il beneplacito di Benedetto XV. E’ la fine ufficiale del “''Non Expedit''”.  
L'ascesa al governo di Giovanni Giolitti porta al riavvicinamento tra politica e Chiesa; a provocarlo è stato il pericolo [[socialista]] temuto sia dai liberali sia dai clericali. Nel [[1904]] Giolitti governa da un anno e sono indette nuove elezioni; poco prima vi era stato uno [[sciopero]] generale in seguito all'uccisione di tre operai incrocianti le braccia a Buggerru. Tale atto mise timore ai due potenti e tramite un certo Suardi, messo di Giolitti, si stabilì un accordo: alle prossime elezioni i cattolici erano liberi di votare per i candidati liberali facendo così fronte contro i candidati socialisti. Tre clericali entrano alla Camera. Cinque anni dopo, nuove elezioni con sempre Giolitti al timone del paese. Stavolta entrano alla Camera sedici candidati clericali. Nel [[1912]] Giolitti fece approvare il [[suffragio universale]] maschile; ciò aumentava i rischi di un’ascesa del [[Partito Socialista]]. Perciò il “ministro della malavita” <ref name="Giolitti">«Giolitti non fece mai mistero di essere un "''puntuto''" ovvero un affiliato mafioso» ([[Utente:Sytry82|Sytry82]]</ref> dovette industriarsi per non perdere le prossime elezioni. Nel [[1913]] si fece il “Patto Gentiloni”; il conte Gentiloni, presidente dell'Unione Elettorale Cattolica, diede a Giolitti il sostegno dei voti cattolici in cambio di leggi ispirate ai principi cristiani. Così i clericali alla Camera divennero trentacinque, in mezzo ai tanti liberali trionfanti grazie al sostegno cattolico. Nel [[1919]] si compie un ulteriore passo avanti: nasce il [[Partito Popolare]] di don Luigi Sturzo con il beneplacito di Benedetto XV. E’ la fine ufficiale del “''Non Expedit''.  


=== Chiesa e fascismo ===
=== Chiesa e fascismo ===
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Nel [[1946]] la Democrazia Cristiana si schiera a maggioranza a favore della repubblica mentre Pio XII mantiene una posizione neutrale. Dopo il [[referendum]] che sancì la fine della monarchia iniziarono i lavori dell'Assemblea Costituente. Qui un compromesso tra la Democrazia Cristiana e [[Partito Comunista]] rese possibile il mantenimento dei Patti Lateranensi con l'articolo 7 della [[Costituzione]] repubblicana: «''Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale''».
Nel [[1946]] la Democrazia Cristiana si schiera a maggioranza a favore della repubblica mentre Pio XII mantiene una posizione neutrale. Dopo il [[referendum]] che sancì la fine della monarchia iniziarono i lavori dell'Assemblea Costituente. Qui un compromesso tra la Democrazia Cristiana e [[Partito Comunista]] rese possibile il mantenimento dei Patti Lateranensi con l'articolo 7 della [[Costituzione]] repubblicana: «''Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale''».


Nelle elezioni del [[1948]] la Chiesa si schiera apertamente contro il Fronte Popolare e dunque in favore del passaggio del nostro paese sotto la Nato con la DC. Pio XII afferma che la scelta deve essere “''con Cristo o contro Cristo''”. Il vescovo di Milano, Schuster, e quello di Genova, Siri, incitano i fedeli a votare per le liste ed i candidati che diano sufficiente garanzia di rispettare i diritti di Dio e della Chiesa. Inoltre, votare per il PCI o anche l'astenersi era ritenuto peccato mortale. Il sostegno clericale alla DC funziona ed alle elezioni del [[18 aprile]] il partito di De Gasperi prese il 48,5% dei suffragi contro il 31% dello schieramento di Nenni e Togliatti.
Nelle elezioni del [[1948]] la Chiesa si schiera apertamente contro il Fronte Popolare e dunque in favore del passaggio del nostro paese sotto la Nato con la DC. Pio XII afferma che la scelta deve essere “''con Cristo o contro Cristo''. Il vescovo di Milano, Schuster, e quello di Genova, Siri, incitano i fedeli a votare per le liste ed i candidati che diano sufficiente garanzia di rispettare i diritti di Dio e della Chiesa. Inoltre, votare per il PCI o anche l'astenersi era ritenuto peccato mortale. Il sostegno clericale alla DC funziona ed alle elezioni del [[18 aprile]] il partito di De Gasperi prese il 48,5% dei suffragi contro il 31% dello schieramento di Nenni e Togliatti.


Nel [[1952]] il papa fa sentire la sua voce a De Gasperi convinto di dover intervenire contro una possibile ascesa del [[comunismo]] [[ateismo|ateo]]. Ora ci sono le elezioni per la città  di Roma e la Chiesa vuole un'alleanza tra la DC ed il MSI contro il partito comunista. A parlare con il capo del [[governo]] venne inviato il padre gesuita Lombardi il quale affermò che, per Pio XII, sarebbe stato preferibile vedere i cosacchi a San Pietro piuttosto che una vittoria della falce e martello in Campidoglio. Ma De Gasperi non si fece influenzare, sarà  probabilmente l'ultimo capo del governo repubblicano a saper tenere distinta la fede cattolica sincera dal ruolo di uomo di Stato ergo uomo di tutti cittadini di qualsiasi fede religiosa, come da [[Costituzione]].
Nel [[1952]] il papa fa sentire la sua voce a De Gasperi convinto di dover intervenire contro una possibile ascesa del [[comunismo]] [[ateismo|ateo]]. Ora ci sono le elezioni per la città  di Roma e la Chiesa vuole un'alleanza tra la DC ed il MSI contro il partito comunista. A parlare con il capo del [[governo]] venne inviato il padre gesuita Lombardi il quale affermò che, per Pio XII, sarebbe stato preferibile vedere i cosacchi a San Pietro piuttosto che una vittoria della falce e martello in Campidoglio. Ma De Gasperi non si fece influenzare, sarà  probabilmente l'ultimo capo del governo repubblicano a saper tenere distinta la fede cattolica sincera dal ruolo di uomo di Stato ergo uomo di tutti cittadini di qualsiasi fede religiosa, come da [[Costituzione]].


La morte del politico trentino aprì nuovi scenari per il governo della repubblica. Nel [[1956]], a causa del sostegno del PCI all'invasione sovietica dell’Ungheria, si ruppe l'alleanza popolare tra socialisti e comunisti. Ciò indusse i dirigenti democristiani a pensare un governo al fianco del PSI, una maggioranza di centrosinistra. Ma il partito di Nenni è pur sempre quello del "fronte di Garibaldi" nel ’48, che pure continua a mantenere il “diabolico” simbolo della falce e martello. Per questo i democristiani hanno bisogno del parere favorevole della Chiesa. E questo arriva.
La morte del politico trentino aprì nuovi scenari per il governo della repubblica. Nel [[1956]], a causa del sostegno del PCI all'invasione sovietica dell’Ungheria, si ruppe l'alleanza popolare tra socialisti e comunisti. Ciò indusse i dirigenti democristiani a pensare un governo al fianco del PSI, una maggioranza di centrosinistra. Ma il partito di Nenni è pur sempre quello del "fronte di Garibaldi" nel ’48, che pure continua a mantenere il “diabolico” simbolo della falce e martello. Per questo i democristiani hanno bisogno del parere favorevole della Chiesa. E questo arriva.


Nel [[1957]] si tenne a Venezia il XXXII° congresso del [[Partito Socialista Italiano]]. Il patriarca di Venezia e futuro papa, Angelo Roncalli, invia un messaggio ai congressisti in cui riconosce ai socialisti «''buone volontà  sincere, intenzioni rette e generose''». In latenza il messaggio è un altro: il centrosinistra si può fare. E si farà . Proprio un anno dopo, il [[1958]], Fanfani presiede il primo governo di centrosinistra, con i socialdemocratici e lì appoggio esterno dei socialisti, i quali nel 1963 entreranno nel governo Moro con Nenni vicepresidente.
Nel [[1957]] si tenne a Venezia il XXXII° congresso del [[Partito Socialista Italiano]]. Il patriarca di Venezia e futuro papa, Angelo Roncalli, invia un messaggio ai congressisti in cui riconosce ai socialisti «''buone volontà  sincere, intenzioni rette e generose''». In latenza il messaggio è un altro: il centrosinistra si può fare. E si farà . Proprio un anno dopo, il [[1958]], Fanfani presiede il primo governo di centrosinistra, con i socialdemocratici e lì appoggio esterno dei socialisti, i quali nel 1963 entreranno nel governo Moro con Nenni vicepresidente.


Giovanni XXIII muore dopo soli cinque anni di pontificato ([[1958]]-[[1963]]); di questo bisogna evidenziare la sua ultima enciclica ''Pacem in Terris'' in cui la Chiesa sposa la teoria politica [[mondialismo|mondialista]]. Al fine di realizzare la pace in tutto il mondo il “papa buono” auspica la creazione di un'[[autoritarismo|autorità ]] politica universale: «''Ai nostri giorni il bene comune universale pone dei problemi, di portata mondiale, che possono essere risolti solo da un'[[autorità ]] pubblica, il cui potere, la cui struttura e le cui capacità  d’azione assumono, a loro volta , dimensioni mondiali e che possa esplicare la propria azione sulla terra intera. Lo stesso ordine morale richiede la costituzione di un'autorità  pubblica che abbia competenza universale''». <ref name="è">«È quello che si pensa stiano facendo oggi i più grandi banchieri del mondo, a dimostrazione del fatto che un governo mondiale piace più ai potenti che non ai popoli» ([[Utente:Sytry82|Sytry82]])</ref>
Giovanni XXIII muore dopo soli cinque anni di pontificato ([[1958]]-[[1963]]); di questo bisogna evidenziare la sua ultima enciclica ''Pacem in Terris'' in cui la Chiesa sposa la teoria politica [[mondialismo|mondialista]]. Al fine di realizzare la pace in tutto il mondo il “papa buono” auspica la creazione di un'[[autoritarismo|autorità ]] politica universale: «''Ai nostri giorni il bene comune universale pone dei problemi, di portata mondiale, che possono essere risolti solo da un'[[autorità ]] pubblica, il cui potere, la cui struttura e le cui capacità  d’azione assumono, a loro volta , dimensioni mondiali e che possa esplicare la propria azione sulla terra intera. Lo stesso ordine morale richiede la costituzione di un'autorità  pubblica che abbia competenza universale''». <ref name="è">«È quello che si pensa stiano facendo oggi i più grandi banchieri del mondo, a dimostrazione del fatto che un governo mondiale piace più ai potenti che non ai popoli» ([[Utente:Sytry82|Sytry82]])</ref>


Con il [[1968|’68]] ed il progressivo aumento dell'[[industrializzazione]] e dei modi di vivere della [[società ]], il ruolo della Chiesa sembrerebbe più ridimensionato rispetto alle coscienze. In parlamento passano provvedimenti come il [[divorzio]] e l'[[aborto]] al fine di offrire delle leggi in supporto alla reale situazione delle coppie moderne e della [[femminismo|donna]]. I soli partiti ad opporsi furono la Democrazia Cristiana ed il Movimento Sociale Italiano, spalleggiati dalla propaganda clericale. Ma i referendum sanciscono un risultato incontrovertibile: la Chiesa ha perso. Nel [[1974]] il 59%  dei votanti decide di non abrogare la legge sul divorzio. Nel [[1981]] il [[popolo]], con il 68% dei suffragi, decide di legalizzare l'aborto. La Chiesa appare spiazzata dopo che il popolo italiano le ha voltato la faccia.
Con il [[1968|’68]] ed il progressivo aumento dell'[[industrializzazione]] e dei modi di vivere della [[società ]], il ruolo della Chiesa sembrerebbe più ridimensionato rispetto alle coscienze. In parlamento passano provvedimenti come il [[divorzio]] e l'[[aborto]] al fine di offrire delle leggi in supporto alla reale situazione delle coppie moderne e della [[femminismo|donna]]. I soli partiti ad opporsi furono la Democrazia Cristiana ed il Movimento Sociale Italiano, spalleggiati dalla propaganda clericale. Ma i referendum sanciscono un risultato incontrovertibile: la Chiesa ha perso. Nel [[1974]] il 59%  dei votanti decide di non abrogare la legge sul divorzio. Nel [[1981]] il [[popolo]], con il 68% dei suffragi, decide di legalizzare l'aborto. La Chiesa appare spiazzata dopo che il popolo italiano le ha voltato la faccia.
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Nel [[2008]] la Chiesa diede prova di poter far crollare i governi poco graditi. Ad inizio anno al [[governo]] vi è la coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi, un uomo cattolico ma sgradito ai vescovi per via dei suoi rapporti con la sinistra che a parole si mostra favorevole a provvedimenti in favore delle coppie di fatto o porta in parlamento addirittura un transessuale (Vladimir Luxuria). A gennaio, fra mille polemiche, papa Benedetto XVI (successore a Giovanni Paolo II nel [[2005]]) era atteso all'università  La Sapienza di Roma per inaugurare l'anno accademico su invito del rettore. Un gruppo di trecento studenti minaccia disordini contro il pontefice; allora il ministro dell'interno Giuliano Amato stanziò subito, a protezione del papa, ben duemila persone tra carabinieri e poliziotti. Tuttavia, inspiegabilmente dopo un così eccessivo uso delle forze dell'ordine, Ratzinger decise di non recarsi più per ragioni di sicurezza. Capitò solo due volte che un pontefice (sempre Giovanni Paolo II) abbia rifiutato una visita per gli stessi motivi; ma si trattava di andare a Beirut o a Sarajevo durante delle guerre civili!  
Nel [[2008]] la Chiesa diede prova di poter far crollare i governi poco graditi. Ad inizio anno al [[governo]] vi è la coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi, un uomo cattolico ma sgradito ai vescovi per via dei suoi rapporti con la sinistra che a parole si mostra favorevole a provvedimenti in favore delle coppie di fatto o porta in parlamento addirittura un transessuale (Vladimir Luxuria). A gennaio, fra mille polemiche, papa Benedetto XVI (successore a Giovanni Paolo II nel [[2005]]) era atteso all'università  La Sapienza di Roma per inaugurare l'anno accademico su invito del rettore. Un gruppo di trecento studenti minaccia disordini contro il pontefice; allora il ministro dell'interno Giuliano Amato stanziò subito, a protezione del papa, ben duemila persone tra carabinieri e poliziotti. Tuttavia, inspiegabilmente dopo un così eccessivo uso delle forze dell'ordine, Ratzinger decise di non recarsi più per ragioni di sicurezza. Capitò solo due volte che un pontefice (sempre Giovanni Paolo II) abbia rifiutato una visita per gli stessi motivi; ma si trattava di andare a Beirut o a Sarajevo durante delle guerre civili!  


Il gesto del papa forse è dunque stato un gesto politico per sollevare i clericali alleati di Prodi contro di lui, e far cadere il [[governo]]. Così il [[24 gennaio]] il governo Prodi cade sotto i colpi dei clericali Mastella e Dini (nell'idea popolare, artatamente diffusa dai [[media]], il governo Prodi sarebbe caduto per colpa di Rifondazione Comunista, ma in realtà  fu proprio Mastella a far cadere il governo di centro-sinistra) i quali, “casualmente”, passeranno subito alla coalizione opposta guidata da Silvio Berlusconi politico apprezzato dalle [[gerarchia|gerarchie]] più di Prodi nonostante le vicissitudini del capo del Pdl siano moralmente ben poco apprezzabili. È noto che Mastella, durante il caso Sapienza, ebbe un incontro con il presidente della Cei cardinal Bagnasco.
Il gesto del papa forse è dunque stato un gesto politico per sollevare i clericali alleati di Prodi contro di lui, e far cadere il [[governo]]. Così il [[24 gennaio]] il governo Prodi cade sotto i colpi dei clericali Mastella e Dini (nell'idea popolare, artatamente diffusa dai [[media]], il governo Prodi sarebbe caduto per colpa di Rifondazione Comunista, ma in realtà  fu proprio Mastella a far cadere il governo di centro-sinistra) i quali, “casualmente”, passeranno subito alla coalizione opposta guidata da Silvio Berlusconi politico apprezzato dalle [[gerarchia|gerarchie]] più di Prodi nonostante le vicissitudini del capo del Pdl siano moralmente ben poco apprezzabili. È noto che Mastella, durante il caso Sapienza, ebbe un incontro con il presidente della Cei cardinal Bagnasco.


== Chiesa e banche ==
== Chiesa e banche ==
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Durante gli anni '70 e '80, il Vaticano viene screditato dalle vicende di Monsignor Marcinkus. Questi era il gestore delle finanze vaticane, lo [[Ior]], e fece scalpore a causa dei suoi rapporti con i banchieri disonesti e criminali: Michele Sindona –mandante dell'omicidio Ambrosoli– e Roberto Calvi responsabile del fallimento del Banco Ambrosiano e legato alla P2. La Banca del Vaticano ha aiutato l'ascesa di Roberto Calvi; nel [[1971]] inizia l'ascesa di Marcinkus e Calvi ed inizia il declino di Michele Sindona, banchiere vicino al Vaticano con cui il cardinale americano aveva solidi rapporti dal [[1968]] fino al crack del [[1974]]. Paul Marcinkus strinse un legame con Sindona allo scopo di realizzare il progetto di Paolo VI: vendere le proprietà  vaticane in [[Italia]] ed investire sul mercato internazionale. Sindona fu favorito appunto dalla sua dichiarata fede cattolica.
Durante gli anni '70 e '80, il Vaticano viene screditato dalle vicende di Monsignor Marcinkus. Questi era il gestore delle finanze vaticane, lo [[Ior]], e fece scalpore a causa dei suoi rapporti con i banchieri disonesti e criminali: Michele Sindona –mandante dell'omicidio Ambrosoli– e Roberto Calvi responsabile del fallimento del Banco Ambrosiano e legato alla P2. La Banca del Vaticano ha aiutato l'ascesa di Roberto Calvi; nel [[1971]] inizia l'ascesa di Marcinkus e Calvi ed inizia il declino di Michele Sindona, banchiere vicino al Vaticano con cui il cardinale americano aveva solidi rapporti dal [[1968]] fino al crack del [[1974]]. Paul Marcinkus strinse un legame con Sindona allo scopo di realizzare il progetto di Paolo VI: vendere le proprietà  vaticane in [[Italia]] ed investire sul mercato internazionale. Sindona fu favorito appunto dalla sua dichiarata fede cattolica.


Michele Sindona nel [[1971]] mobilita tutti i suoi amici in Vaticano, nella Democrazia Cristiana e nella curia milanese per fare diventare Calvi presidente del Banco Ambrosiano, legato alla Chiesa. Nello stesso anno Marcinkus diventa presidente dello Ior e Sindona tenta la fatale scalata alla Banca Centrale contando sull'appoggio di Calvi nell'acquisizione occulta di azioni della Centrale. Secondo l’avvocato Ambrosoli, nominato per liquidare le banche di Sindona, durante le operazioni illegali tra Sindona e Calvi sono finite ingenti somme sia nelle tasche di Calvi sia in quelle di un “vescovo americano”. Nel [[1980]] Marcinkus entra nel Cda del Banco Ambrosiano Overseas che è stata il punto di incontro tra lo Ior e l’Ambrosiano per dieci anni. Calvi era l'amministratore di tutte le consociate estere vaticane. Il Banco era oggetto delle ispezioni della Banca d'[[Italia]] fin dal [[1978]] e già  un anno prima il giornalista Luigi Cavallo, legato a Sindona, denunciò le irregolarità  dell’operato di Calvi.  
Michele Sindona nel [[1971]] mobilita tutti i suoi amici in Vaticano, nella Democrazia Cristiana e nella curia milanese per fare diventare Calvi presidente del Banco Ambrosiano, legato alla Chiesa. Nello stesso anno Marcinkus diventa presidente dello Ior e Sindona tenta la fatale scalata alla Banca Centrale contando sull'appoggio di Calvi nell'acquisizione occulta di azioni della Centrale. Secondo l’avvocato Ambrosoli, nominato per liquidare le banche di Sindona, durante le operazioni illegali tra Sindona e Calvi sono finite ingenti somme sia nelle tasche di Calvi sia in quelle di un “vescovo americano”. Nel [[1980]] Marcinkus entra nel Cda del Banco Ambrosiano Overseas che è stata il punto di incontro tra lo Ior e l’Ambrosiano per dieci anni. Calvi era l'amministratore di tutte le consociate estere vaticane. Il Banco era oggetto delle ispezioni della Banca d'[[Italia]] fin dal [[1978]] e già  un anno prima il giornalista Luigi Cavallo, legato a Sindona, denunciò le irregolarità  dell’operato di Calvi.  


Tuttavia, le operazioni per cui il banchiere è incriminato sono state tutte compiute sotto copertura dello [[Ior]]. Si scoprì che due ''holding'', controllate giuridicamente dallo [[Ior]], con sede in Lussemburgo e Panama avevano creato altre otto società  con cui detenevano un decimo delle azioni dell’Ambrosiano. In queste due holding Calvi aveva iscritto i debiti del Banco ammontanti ad un miliardo e duecento milioni di dollari. Marcinkus, una volta scoperta la situazione grazie alle indagini compiute da un suo dirigente al Banco del Gottardo, decise di patrocinare le due holding presso altre banche per cercare di ottenere al più presto la somma necessaria a ricoprire il buco e dunque a salvare Calvi dal tracollo finanziario e la Chiesa da un polverone. Nel [[1981]] sono arrestati il dirigente dello Ior Luigi Mennini –per il crack Sindona- e Roberto Calvi per esportazione clandestina di capitali; per questo il presidente dell’Ambrosiano sarà  condannato in primo grado a 4 anni di reclusione. Nonostante ciò, nel settembre dello stesso anno Giovanni Paolo II nomina Marcinkus arcivescovo e pro-presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città  del Vaticano.  
Tuttavia, le operazioni per cui il banchiere è incriminato sono state tutte compiute sotto copertura dello [[Ior]]. Si scoprì che due ''holding'', controllate giuridicamente dallo [[Ior]], con sede in Lussemburgo e Panama avevano creato altre otto società  con cui detenevano un decimo delle azioni dell’Ambrosiano. In queste due holding Calvi aveva iscritto i debiti del Banco ammontanti ad un miliardo e duecento milioni di dollari. Marcinkus, una volta scoperta la situazione grazie alle indagini compiute da un suo dirigente al Banco del Gottardo, decise di patrocinare le due holding presso altre banche per cercare di ottenere al più presto la somma necessaria a ricoprire il buco e dunque a salvare Calvi dal tracollo finanziario e la Chiesa da un polverone. Nel [[1981]] sono arrestati il dirigente dello Ior Luigi Mennini –per il crack Sindona- e Roberto Calvi per esportazione clandestina di capitali; per questo il presidente dell’Ambrosiano sarà  condannato in primo grado a 4 anni di reclusione. Nonostante ciò, nel settembre dello stesso anno Giovanni Paolo II nomina Marcinkus arcivescovo e pro-presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città  del Vaticano.  
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Negli anni ottanta lo [[Ior]] fallisce e le finanze della Chiesa sono nere. Lo scenario d'inizio decennio è questo: il potere del Vaticano sta scemando. Invece no. La politica non può privarsi di un così grande sostegno. Ecco perché nel [[1984]] arriva il secondo concordato tra Chiesa e stato italiano in sostituzione dei patti del [[1929]]. Craxi è al governo da un anno, è il primo socialista a sedersi nella poltrona di presidente del Consiglio e ha tutte le intenzioni per restarci. Perciò apre i negoziati con la Chiesa, passaggio obbligato per chi vuole consolidare il proprio potere nel nostro paese. Il nuovo concordato siglato dal capo socialista e dal cardinale Casaroli: riconosce il significato di Roma in quanto sede del Papato (art 5); esonera gli ecclesiastici dal rivelare in tribunale informazioni ricevute in confessione (art 12); obbliga la forza pubblica ad avvisare le [[autorità ]] ecclesiastiche prima di penetrare in un luogo di culto (art 14); riconosce come feste nazionali le feste religiose cattoliche (art 16); riconosce valore civile ai matrimoni religiosi (art 23); riconosce la parità  tra scuole statali e scuole cattoliche (art 29); stabilisce l'insegnamento facoltativo della religione cattolica (art 30); attribuisce alle autorità  ecclesiastiche il controllo sull’Università  del Sacro Cuore (art 33). Inoltre, il nuovo concordato stabilisce l'abbandono della religione di stato e l’introduzione dell’Otto per Mille. Il patto con il Vaticano venne approvato a larga maggioranza compresi i voti del partito comunista di Berlinguer. Ciò ricorda il sostegno di Togliatti all'articolo 7 della costituzione, con l'ingresso dei Patti Lateranensi nella repubblica.
Negli anni ottanta lo [[Ior]] fallisce e le finanze della Chiesa sono nere. Lo scenario d'inizio decennio è questo: il potere del Vaticano sta scemando. Invece no. La politica non può privarsi di un così grande sostegno. Ecco perché nel [[1984]] arriva il secondo concordato tra Chiesa e stato italiano in sostituzione dei patti del [[1929]]. Craxi è al governo da un anno, è il primo socialista a sedersi nella poltrona di presidente del Consiglio e ha tutte le intenzioni per restarci. Perciò apre i negoziati con la Chiesa, passaggio obbligato per chi vuole consolidare il proprio potere nel nostro paese. Il nuovo concordato siglato dal capo socialista e dal cardinale Casaroli: riconosce il significato di Roma in quanto sede del Papato (art 5); esonera gli ecclesiastici dal rivelare in tribunale informazioni ricevute in confessione (art 12); obbliga la forza pubblica ad avvisare le [[autorità ]] ecclesiastiche prima di penetrare in un luogo di culto (art 14); riconosce come feste nazionali le feste religiose cattoliche (art 16); riconosce valore civile ai matrimoni religiosi (art 23); riconosce la parità  tra scuole statali e scuole cattoliche (art 29); stabilisce l'insegnamento facoltativo della religione cattolica (art 30); attribuisce alle autorità  ecclesiastiche il controllo sull’Università  del Sacro Cuore (art 33). Inoltre, il nuovo concordato stabilisce l'abbandono della religione di stato e l’introduzione dell’Otto per Mille. Il patto con il Vaticano venne approvato a larga maggioranza compresi i voti del partito comunista di Berlinguer. Ciò ricorda il sostegno di Togliatti all'articolo 7 della costituzione, con l'ingresso dei Patti Lateranensi nella repubblica.


Nel [[1990]] entra in vigore l'Otto per Mille. Tale sistema è stato elaborato dal futuro ministro Giulio Tremonti, ai tempi del secondo concordato, collaboratore del governo Craxi. Il meccanismo prevede il prelievo dell’8x1000 del gettito Irpef e la sua destinazione ad una comunità  religiosa o allo [[Stato]]. Tuttavia, il sistema è solo in apparenza trasparente. Infatti, chi sceglie di non destinare il proprio 8x1000 a nessuno vede destinare i propri soldi dai “voti” degli altri. Le somme sono ripartite dunque in questo modo, attribuendo anche le quote non espresse per il 90% alla Chiesa. È un sistema di voto fiscale che non ha eguali al mondo e che lo [[Stato]] italiano non utilizza per il più considerato 5x1000, dedicato a ricerca e volontariato. Ciò ha consentito alla Santa Sede di fare guadagni enormi (un miliardo di euro l’anno) e di rimettere a posto le sue finanze, nonché di estendere il proprio potere sui media.  
Nel [[1990]] entra in vigore l'Otto per Mille. Tale sistema è stato elaborato dal futuro ministro Giulio Tremonti, ai tempi del secondo concordato, collaboratore del governo Craxi. Il meccanismo prevede il prelievo dell’8x1000 del gettito Irpef e la sua destinazione ad una comunità  religiosa o allo [[Stato]]. Tuttavia, il sistema è solo in apparenza trasparente. Infatti, chi sceglie di non destinare il proprio 8x1000 a nessuno vede destinare i propri soldi dai “voti” degli altri. Le somme sono ripartite dunque in questo modo, attribuendo anche le quote non espresse per il 90% alla Chiesa. È un sistema di voto fiscale che non ha eguali al mondo e che lo [[Stato]] italiano non utilizza per il più considerato 5x1000, dedicato a ricerca e volontariato. Ciò ha consentito alla Santa Sede di fare guadagni enormi (un miliardo di euro l’anno) e di rimettere a posto le sue finanze, nonché di estendere il proprio potere sui media.  


Lo stesso anno, a capo della Comunità  Episcopale Italiana viene posto Camillo Ruini il quale vi rimarrà  fino al [[2007]]. Ruini ha avuto l'ultima parola e potere insindacabile su come distribuire i soldi. Le somme pubbliche destinate alla Chiesa soltanto per un quinto finiscono in opere in carità . Il 35% dei soldi finisce per pagare gli stipendi dei preti. È bene ricordare che la grande maggioranza degli italiani (60%) decide di non mettere alcun segno sull'Otto per Mille. Nonostante ciò la Chiesa prende l’87% dei fondi, lo stato solo il 10%. Bisogna anche notare che il 44,5% delle quote destinate allo [[Stato]] viene utilizzato per il restauro dei luoghi di culto. Inoltre, con l’ideazione del sistema in questione, è stata prevista una commissione italo–vaticana che valuti il caso di ridurre le quote se eccessive. Anche se nell’arco di un ventennio i preti si sono dimezzati, la commissione non ha mai ridotto le quote.  
Lo stesso anno, a capo della Comunità  Episcopale Italiana viene posto Camillo Ruini il quale vi rimarrà  fino al [[2007]]. Ruini ha avuto l'ultima parola e potere insindacabile su come distribuire i soldi. Le somme pubbliche destinate alla Chiesa soltanto per un quinto finiscono in opere in carità . Il 35% dei soldi finisce per pagare gli stipendi dei preti. È bene ricordare che la grande maggioranza degli italiani (60%) decide di non mettere alcun segno sull'Otto per Mille. Nonostante ciò la Chiesa prende l’87% dei fondi, lo stato solo il 10%. Bisogna anche notare che il 44,5% delle quote destinate allo [[Stato]] viene utilizzato per il restauro dei luoghi di culto. Inoltre, con l’ideazione del sistema in questione, è stata prevista una commissione italo–vaticana che valuti il caso di ridurre le quote se eccessive. Anche se nell’arco di un ventennio i preti si sono dimezzati, la commissione non ha mai ridotto le quote.  
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La [[repubblica]] italiana decise di esentare i beni clericali dall'Ici dal [[1992]]; il [[governo]] Amato varò il decreto legislativo 504 istituente la tassa e già  prevedente l'esenzione da essa per «''i fabbricati di proprietà  della Santa Sede''». Poco dopo però la Corte Costituzionale si pronunciò per modificare la legge per non far gravare l’imposta sugli «''enti non commerciali, per gli immobili ad esclusivo utilizzo finalizzato alla svolgimento di attività  assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, religiose o di culto''».  
La [[repubblica]] italiana decise di esentare i beni clericali dall'Ici dal [[1992]]; il [[governo]] Amato varò il decreto legislativo 504 istituente la tassa e già  prevedente l'esenzione da essa per «''i fabbricati di proprietà  della Santa Sede''». Poco dopo però la Corte Costituzionale si pronunciò per modificare la legge per non far gravare l’imposta sugli «''enti non commerciali, per gli immobili ad esclusivo utilizzo finalizzato alla svolgimento di attività  assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, religiose o di culto''».  


Nel [[2005]] il governo Berlusconi fece un decreto, ribaltante la parola della Corte, che ha ripristinato l'esenzione totale Ici per tutti i beni ecclesiastici. Un anno dopo il governo Prodi, con un cavillo inserito nei decreti Bersani, stabilì che l'Ici non deve essere pagata dagli immobili ad uso «''non esclusivamente commerciale''». Ciò vuol dire, secondo l'Anci, che solo il 10% delle proprietà  cattoliche paga l'imposta. Secondo il giornalista di “Repubblica” Curzio Maltese basterebbe che in una qualsiasi attività  commerciale ci sia una cappella o un qualcosa di sacro affinché si possa usufruire dell'esenzione. Nel marzo [[2006]] un gruppo di commercianti, albergatori e ristoratori romani si rivolsero alla commissione per la concorrenza di Bruxelles per denunciare la concorrenza sleale della Chiesa e una violazione in materia di “aiuti di Stato”. L'Unione Europea ha già  richiamato l'Italia due volte. Inoltre, le attività  cattoliche con l'utilizzo di lavoratori volontari quali preti e suore, aggira le imposte sul lavoro dipendente.
Nel [[2005]] il governo Berlusconi fece un decreto, ribaltante la parola della Corte, che ha ripristinato l'esenzione totale Ici per tutti i beni ecclesiastici. Un anno dopo il governo Prodi, con un cavillo inserito nei decreti Bersani, stabilì che l'Ici non deve essere pagata dagli immobili ad uso «''non esclusivamente commerciale''». Ciò vuol dire, secondo l'Anci, che solo il 10% delle proprietà  cattoliche paga l'imposta. Secondo il giornalista di “Repubblica” Curzio Maltese basterebbe che in una qualsiasi attività  commerciale ci sia una cappella o un qualcosa di sacro affinché si possa usufruire dell'esenzione. Nel marzo [[2006]] un gruppo di commercianti, albergatori e ristoratori romani si rivolsero alla commissione per la concorrenza di Bruxelles per denunciare la concorrenza sleale della Chiesa e una violazione in materia di “aiuti di Stato”. L'Unione Europea ha già  richiamato l'Italia due volte. Inoltre, le attività  cattoliche con l'utilizzo di lavoratori volontari quali preti e suore, aggira le imposte sul lavoro dipendente.


Il governo guidato da Mario Monti ha introdotto un nuovo regime fiscale, che dovrebbe costringere la Chiesa, a partire dal [[2013]], a pagare l'Imu (Imposta Municipale Unica), la tassa sugli immobili che sostituisce la vecchia Ici. L'Imu dovrà  essere pagata solo per i locali nei quali si svolge "in modo esclusivo" attività  no-profit, per gli immobili con utilizzazione mista occorrerà  distinguere i metri quadrati dove si fanno commercio e guadagni e dove no.  Quindi, la nuova normativa elaborata è talmente complessa da diventare un vero e proprio rebus per “addetti ai lavori” che apre la strada a possibili "scorciatoie" che potranno limitare gli esborsi della chiesa.  
Il governo guidato da Mario Monti ha introdotto un nuovo regime fiscale, che dovrebbe costringere la Chiesa, a partire dal [[2013]], a pagare l'Imu (Imposta Municipale Unica), la tassa sugli immobili che sostituisce la vecchia Ici. L'Imu dovrà  essere pagata solo per i locali nei quali si svolge "in modo esclusivo" attività  no-profit, per gli immobili con utilizzazione mista occorrerà  distinguere i metri quadrati dove si fanno commercio e guadagni e dove no.  Quindi, la nuova normativa elaborata è talmente complessa da diventare un vero e proprio rebus per “addetti ai lavori” che apre la strada a possibili "scorciatoie" che potranno limitare gli esborsi della chiesa.  


Merita attenzione anche il turismo religioso, il quale porta nelle casse della Santa Sede ben 4,5 miliardi di euro l’anno. In [[Italia]] gli utili del turismo sono amministrati dall’'Opera Romana Pellegrinaggi la quale elude il fisco italiano avendo sede in Città  del Vaticano. Emblema del business ecclesiastico è di certo San Giovanni Rotondo, in cui vi sono ben 200 alberghi; 100 ristoranti; una chiesa da 50000 posti; l'ospedale, fondato da Padre Pio, Casa Sollievo dalla Sofferenza (ampio ben 100000 mq, con 1000 posti letto e 2000 dipendenti); Casa cenacolo Sant'Andrea; Casa per anziani Padre Pio; Centro riabilitazione motoria; Centro accoglienza Santa Maria delle Grazie. Tutti questi beni elencati ricevono sovvenzioni statali.
Merita attenzione anche il turismo religioso, il quale porta nelle casse della Santa Sede ben 4,5 miliardi di euro l’anno. In [[Italia]] gli utili del turismo sono amministrati dall’'Opera Romana Pellegrinaggi la quale elude il fisco italiano avendo sede in Città  del Vaticano. Emblema del business ecclesiastico è di certo San Giovanni Rotondo, in cui vi sono ben 200 alberghi; 100 ristoranti; una chiesa da 50000 posti; l'ospedale, fondato da Padre Pio, Casa Sollievo dalla Sofferenza (ampio ben 100000 mq, con 1000 posti letto e 2000 dipendenti); Casa cenacolo Sant'Andrea; Casa per anziani Padre Pio; Centro riabilitazione motoria; Centro accoglienza Santa Maria delle Grazie. Tutti questi beni elencati ricevono sovvenzioni statali.
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