Narodnaja Volja: differenze tra le versioni

Jump to navigation Jump to search
Riga 78: Riga 78:
Il '''secondo''' tentativo fu organizzato da [[Andrej Želiabov]] ed intendeva colpire la linea ferroviaria che collegava la Crimea con Charkov. In quella linea, il [[18 novembre]], sarebbe dovuto passare il treno imperiale. I militanti di Volontà  del Popolo riuscirono, attraverso documenti falsi, ad aprire una conceria, dove figurava che vi lavoravano Jakov Tichonov e Ivan Okladskij, due militanti dell'organizzazione. Furono scavate delle buche sotto la linea ferroviaria e quindi collocate cariche esplosive, ma qualcosa andò male e l’esplosione, prevista per il [[18 novembre]] [[1879]], non si concretizzò. Probabilmente la causa era ascrivibile ad un malfunzionamento del detonatore elettrico.
Il '''secondo''' tentativo fu organizzato da [[Andrej Želiabov]] ed intendeva colpire la linea ferroviaria che collegava la Crimea con Charkov. In quella linea, il [[18 novembre]], sarebbe dovuto passare il treno imperiale. I militanti di Volontà  del Popolo riuscirono, attraverso documenti falsi, ad aprire una conceria, dove figurava che vi lavoravano Jakov Tichonov e Ivan Okladskij, due militanti dell'organizzazione. Furono scavate delle buche sotto la linea ferroviaria e quindi collocate cariche esplosive, ma qualcosa andò male e l’esplosione, prevista per il [[18 novembre]] [[1879]], non si concretizzò. Probabilmente la causa era ascrivibile ad un malfunzionamento del detonatore elettrico.


Il giorno successivo, il [[19 novembre|19]], fu messo in atto il '''terzo''' tentativo con una procedura identica: una bomba sulla ferrovia, questa volta una quindicina di chilometri dalla stazione ferroviaria di Mosca, un luogo dove il treno di Alessandro II doveva passare per forza, indipendentemente dal percorso scelto. Il responsabile dell’operazione prescelto fu Alexander Mikhailov, mentre la squadra d’esperti artificieri era composta da Michajlov, Isaev, Morozov e Š irjaev, Barannikov, Gold'enberg e Arončik. Questi scavarono una galleria sotto la ferrovia ma al momento dell’esplosione fu fatto saltare in aria il secondo convoglio ferroviario e non il primo (quello dove stava lo Zar). Il secondo convoglio fu distrutto ma non ci furono vittime, nemmeno tra la servitù dello zar. Nonostante il fallimento fu chiaro alla polizia segreta zarista che le attività  dei gruppi cosiddetti terroristici erano ferventi e inarrestabili. Dopo il fallimento dell'attacco, Aleksandr Kviatkovskij fu catturato e impiccato il [[4 novembre]] [[1880]]. La sua compagna, [[Evgenija Figner]], sorella di [[Vera Figner|Vera]], fu condannata a 15 anni di lavori forzati. Da quel momento il commando delle operazioni esecutive passò in mano a Želiabov.
Il giorno successivo, il [[19 novembre|19]], fu messo in atto il '''terzo''' tentativo con una procedura identica: una bomba sulla ferrovia, questa volta una quindicina di chilometri dalla stazione ferroviaria di Mosca, un luogo dove il treno di Alessandro II doveva passare per forza, indipendentemente dal percorso scelto. Il responsabile dell’operazione prescelto fu Alexander Mikhailov, mentre la squadra d’esperti artificieri era composta da Michajlov, Isaev, Morozov e Širjaev, Barannikov, Gold'enberg e Arončik. Questi scavarono una galleria sotto la ferrovia ma al momento dell’esplosione fu fatto saltare in aria il secondo convoglio ferroviario e non il primo (quello dove stava lo Zar). Il secondo convoglio fu distrutto ma non ci furono vittime, nemmeno tra la servitù dello zar. Nonostante il fallimento fu chiaro alla polizia segreta zarista che le attività  dei gruppi cosiddetti terroristici erano ferventi e inarrestabili. Dopo il fallimento dell'attacco, Aleksandr Kviatkovskij fu catturato e impiccato il [[4 novembre]] [[1880]]. La sua compagna, [[Evgenija Figner]], sorella di [[Vera Figner|Vera]], fu condannata a 15 anni di lavori forzati. Da quel momento il commando delle operazioni esecutive passò in mano a Želiabov.


Il [[5 febbraio]] [[1880]] «Volontà  del Popolo» attaccò il Palazzo d'Inverno approfittando di un suo militante, Stepan Chalturin, che nel settembre [[1879]] era riuscito a farsi assumere come ebanista sotto falsa identità  di Batičkov. Questo fu il '''quarto''' tentativo messo in piedi dai populisti. Inizialmente Chalturin pensava di uccidere lo Zar a colpi d'ascia non appena ne fosse capitata l'occasione, però il Comitato esecutivo rifiutò la proposta e optò per il "solito" attentato dinamitardo. Probabilmente Chalturin non riuscì a procurarsi una quantità  di esplosivo sufficiente, per questo la carica che piazzò nella stanza da pranzo creò abbastanza danni ma senza riuscire ad uccidere alcun famigliare dello zar. Inoltre, al momento dell'esplosione, lo zar non era nemmeno presente a pranzo in quanto in leggero ritardo. Nel panico che ne seguì gli autori materiali dell'attentato fuggirono.  
Il [[5 febbraio]] [[1880]] «Volontà  del Popolo» attaccò il Palazzo d'Inverno approfittando di un suo militante, Stepan Chalturin, che nel settembre [[1879]] era riuscito a farsi assumere come ebanista sotto falsa identità  di Batičkov. Questo fu il '''quarto''' tentativo messo in piedi dai populisti. Inizialmente Chalturin pensava di uccidere lo Zar a colpi d'ascia non appena ne fosse capitata l'occasione, però il Comitato esecutivo rifiutò la proposta e optò per il "solito" attentato dinamitardo. Probabilmente Chalturin non riuscì a procurarsi una quantità  di esplosivo sufficiente, per questo la carica che piazzò nella stanza da pranzo creò abbastanza danni ma senza riuscire ad uccidere alcun famigliare dello zar. Inoltre, al momento dell'esplosione, lo zar non era nemmeno presente a pranzo in quanto in leggero ritardo. Nel panico che ne seguì gli autori materiali dell'attentato fuggirono.  
66 514

contributi

I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando i nostri servizi, accetti il nostro utilizzo dei cookie.

Menu di navigazione