Amedeo Bertolo: differenze tra le versioni

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Quegli anni lo vedono protagonista di un altro cruciale periodo storico, quello che coincide con la «strategia della tensione» e con le attività di controinformazione portate avanti dalla [[Croce Nera Anarchica|Crocenera anarchica]], fondata nel [[1968]] proprio da Amedeo Bertolo e [[Giuseppe Pinelli]], le cui strade si sono ora ricongiunte all'interno del gruppo milanese [[Bandiera Nera (gruppo)|Bandiera Nera]] e del [[Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa]]. L'anno dopo arriva la strage di Piazza Fontana, falsamente attribuita agli anarchici da ben noti funzionari dello [[Stato]], e la morte violenta di [[Giuseppe Pinelli|Pinelli]], precipitato da una finestra della questura di Milano nel pieno di quella montatura antianarchica che nei mesi successivi verrà smontata da una formidabile campagna di controinformazione (basti ricordare il libro-inchiesta ''Le bombe dei padroni: processo popolare allo Stato italiano nelle persone degli inquirenti per la strage di Milano'', scritto appunto dalla [[Croce Nera Anarchica|Crocenera]]). Una campagna partita solitaria – "Farneticante conferenza-stampa al Circolo Ponte della Ghisolfa" titola il ''Corriere della sera'' il [[17 dicembre]] [[1969]] – e divenuta poi corale.
Quegli anni lo vedono protagonista di un altro cruciale periodo storico, quello che coincide con la «strategia della tensione» e con le attività di controinformazione portate avanti dalla [[Croce Nera Anarchica|Crocenera anarchica]], fondata nel [[1968]] proprio da Amedeo Bertolo e [[Giuseppe Pinelli]], le cui strade si sono ora ricongiunte all'interno del gruppo milanese [[Bandiera Nera (gruppo)|Bandiera Nera]] e del [[Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa]]. L'anno dopo arriva la strage di Piazza Fontana, falsamente attribuita agli anarchici da ben noti funzionari dello [[Stato]], e la morte violenta di [[Giuseppe Pinelli|Pinelli]], precipitato da una finestra della questura di Milano nel pieno di quella montatura antianarchica che nei mesi successivi verrà smontata da una formidabile campagna di controinformazione (basti ricordare il libro-inchiesta ''Le bombe dei padroni: processo popolare allo Stato italiano nelle persone degli inquirenti per la strage di Milano'', scritto appunto dalla [[Croce Nera Anarchica|Crocenera]]). Una campagna partita solitaria – "Farneticante conferenza-stampa al Circolo Ponte della Ghisolfa" titola il ''Corriere della sera'' il [[17 dicembre]] [[1969]] – e divenuta poi corale.


Tuttavia gli anni '60 non sono solo attentati, depistaggi, farse processuali e «[[stragi di Stato]]». Sono anche gli anni di una rinnovata creatività libertaria che presto sfocerà nel [[1968]]. Non a caso è proprio alla metà di quel decennio che i giovani anarchici europei decidono di inventare un simbolo in sintonia con il nuovo immaginario anarchico  – la [[A cerchiata]] – che negli anni successivi conquista i muri di tutto il mondo grazie alla sua iconografia essenziale. Se l'ideazione avviene a Parigi (il simbolo è presentato per la prima volta da [[Tomás Ibáñez]] sul bollettino «[[Jeunes Libertaires]]»), il «lancio grafico» viene fatto a Milano, dove Amedeo Bertolo la incide a mano – con l'aiuto di un bicchiere capovolto – sulla matrice dei primi ciclostilati prodotti dalla [[Gioventù Libertaria]]. Ed è sempre questo gruppo che negli stessi anni apre il primo [[Circolo Wilhelm Reich]], ovviamente focalizzato sulla rivoluzione sessuale, e convoca a Milano il «provotariato» libertario internazionale, decidendo di sperimentare una versione di «rito ambrosiano» delle provocazioni culturali realizzate dal movimento [[Provos]] olandese.
Tuttavia gli anni '60 non sono solo attentati, depistaggi, farse processuali e "stragi di [[Stato]]". Sono anche gli anni di una rinnovata creatività libertaria che presto sfocerà nel [[1968]]. Non a caso è proprio alla metà di quel decennio che i giovani anarchici europei decidono di inventare un simbolo in sintonia con il nuovo immaginario anarchico  – la [[A cerchiata]] – che negli anni successivi conquista i muri di tutto il mondo grazie alla sua iconografia essenziale. Se l'ideazione avviene a Parigi (il simbolo è presentato per la prima volta da [[Tomás Ibáñez]] sul bollettino «[[Jeunes Libertaires]]»), il «lancio grafico» viene fatto a Milano, dove Amedeo Bertolo la incide a mano – con l'aiuto di un bicchiere capovolto – sulla matrice dei primi ciclostilati prodotti dalla [[Gioventù Libertaria]]. Ed è sempre questo gruppo che negli stessi anni apre il primo [[Circolo Wilhelm Reich]], ovviamente focalizzato sulla rivoluzione sessuale, e convoca a Milano il «provotariato» libertario internazionale, decidendo di sperimentare una versione di «rito ambrosiano» delle provocazioni culturali realizzate dal movimento [[Provos]] olandese.


Accanto all'attività militante si va via via affiancando un'attività editoriale dapprima collaterale e poi con il tempo prioritaria. Se negli anni '60 escono solo i tre smilzi numeri di «[[Materialismo e Libertà]]», nel [[1971]] Bertolo fonda, insieme ad altri, il mensile «[[A rivista anarchica]]». I soldi per dar vita a quella che sarà la testata anarchica più venduta di quei decenni provengono in effetti da un altro progetto: sono le sottoscrizioni raccolte per fondare una comune anarchica nella campagna senese. Ma dato che quel progetto stenta a prendere il via, schiacciato com'è dai tumultuosi eventi che seguono il biennio [[1968]]-[[1969]], gli stessi sottoscrittori decidono di dirottare i fondi verso una rivista «di lotta e di riflessione» più in sintonia con i tempi. Inventandosi giornalista e grafico, Amedeo si occupa del mensile sino al [[1974]], per passare poi la mano agli altri redattori e iniziare a collaborare con altre due testate: il trimestrale internazionale «[[Interrogations]]» (che esce dal [[1974]] al [[1979]]) e la rivista di approfondimento teorico «[[Volontà]]» (alla cui redazione partecipa dal [[1980]] alla chiusura della testata nel [[1996]]).
Accanto all'attività militante si va via via affiancando un'attività editoriale dapprima collaterale e poi con il tempo prioritaria. Se negli anni '60 escono solo i tre smilzi numeri di «[[Materialismo e Libertà]]», nel [[1971]] Bertolo fonda, insieme ad altri, il mensile «[[A rivista anarchica]]». I soldi per dar vita a quella che sarà la testata anarchica più venduta di quei decenni provengono in effetti da un altro progetto: sono le sottoscrizioni raccolte per fondare una comune anarchica nella campagna senese. Ma dato che quel progetto stenta a prendere il via, schiacciato com'è dai tumultuosi eventi che seguono il biennio [[1968]]-[[1969]], gli stessi sottoscrittori decidono di dirottare i fondi verso una rivista «di lotta e di riflessione» più in sintonia con i tempi. Inventandosi giornalista e grafico, Amedeo si occupa del mensile sino al [[1974]], per passare poi la mano agli altri redattori e iniziare a collaborare con altre due testate: il trimestrale internazionale «[[Interrogations]]» (che esce dal [[1974]] al [[1979]]) e la rivista di approfondimento teorico «[[Volontà]]» (alla cui redazione partecipa dal [[1980]] alla chiusura della testata nel [[1996]]).
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