Giovanni Pascoli: differenze tra le versioni

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Nella notte tra il [[18 marzo|18]] e il [[19 marzo]] [[1979]] (anniversario della Comune) venne affisso un manifesto sovversivo scritto a mano, dedicato ''Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita''. Questo scritto, che si scaglia contro l'ingiustizia sociale e inneggia alla violenza politica per combatterla auspicando il regicidio <ref>Questo il finale del manifesto: «[...] noi non vorremmo al certo risparmiar te, magnanimo Re, te il più forte se non il più colpevole tra gli sbirri, te la cui morte, facendoci più facile il compito, risparmierebbe migliaia di vite nel campo nostro e nel nemico. [...]  Ricordati, o Re, in questo giorno, del pugnale di Passanante; né ti rassicuri la feroce condanna ottenuta da giudici borghesi. Umberto di Savoja! dicono che tu sei coraggioso, noi ti sfidiamo; lascia cadere il capo di Giovanni Passanante . . . . . . il sangue si redime col sangue».</ref>, presenta in fondo la firma "Tipografia dell'Internazionale", ma la grafia della firma è quella di Pascoli, che potrebbe essere l'autore del testo stesso. <ref>Secondo Rosita Boschetti gli elementi per attribuire il testo a Pascoli ci sono tutti (R. Boschetti, ''L'anarchico gentile'', Il Ponte Vecchio, Cesena, 2022, p. 81).</ref>
Nella notte tra il [[18 marzo|18]] e il [[19 marzo]] [[1979]] (anniversario della Comune) venne affisso un manifesto sovversivo scritto a mano, dedicato ''Ad Umberto Re d'Italia nel giorno della sua nascita''. Questo scritto, che si scaglia contro l'ingiustizia sociale e inneggia alla violenza politica per combatterla auspicando il regicidio <ref>Questo il finale del manifesto: «[...] noi non vorremmo al certo risparmiar te, magnanimo Re, te il più forte se non il più colpevole tra gli sbirri, te la cui morte, facendoci più facile il compito, risparmierebbe migliaia di vite nel campo nostro e nel nemico. [...]  Ricordati, o Re, in questo giorno, del pugnale di Passanante; né ti rassicuri la feroce condanna ottenuta da giudici borghesi. Umberto di Savoja! dicono che tu sei coraggioso, noi ti sfidiamo; lascia cadere il capo di Giovanni Passanante . . . . . . il sangue si redime col sangue».</ref>, presenta in fondo la firma "Tipografia dell'Internazionale", ma la grafia della firma è quella di Pascoli, che potrebbe essere l'autore del testo stesso. <ref>Secondo Rosita Boschetti gli elementi per attribuire il testo a Pascoli ci sono tutti (R. Boschetti, ''L'anarchico gentile'', Il Ponte Vecchio, Cesena, 2022, p. 81).</ref>


Il [[7 settembre]] [[1879]] il poeta venne arrestato per aver partecipato a una protesta a favore di alcuni anarchici sotto processo, accusati di aver manifestato a favore di [[Giovanni Passannante|Passannante]]. Pascoli avrebbe gridato la frase: «Se questi sono i malfattori, viva i malfattori!». Venne incarcerato per tre mesi, venendo alla fine rilasciato dopo una piena assoluzione. La prigionia fu molto dura e lasciò segni profondi sul suo animo, acuendo probabilmente quel senso di ingiustizia che si portava dentro dall'infanzia.
Il [[7 settembre]] [[1879]] il poeta venne arrestato per aver partecipato a una protesta a favore di alcuni anarchici sotto processo, accusati di aver manifestato a favore di [[Giovanni Passannante|Passannante]]. Pascoli avrebbe gridato la frase: «Viva l'Internazionale! Viva i malfattori!» <ref>G. Barbanti Brodano, ''Pascoli e la politica'' in «Il Resto del Carlino», 21.9.1924.</ref>. Venne incarcerato per tre mesi, venendo alla fine rilasciato dopo una piena assoluzione. La prigionia fu molto dura e lasciò segni profondi sul suo animo, acuendo probabilmente quel senso di ingiustizia che si portava dentro dall'infanzia.


== La carriera di insegnante e l'allontanamento dalla militanza ==
== La carriera di insegnante e l'allontanamento dalla militanza ==
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