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{{Biblioteca/Titolo 2|nome=[[Carmelo Bene]] | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big><span style="color:#C11B17">[[Carmelo Bene]]</span></big>|autore=Carmelo Bene|altro=}} | ||
[[File:CB pinocchio.jpg|thumb|230px|right|[[Carmelo Bene]] in ''Pinocchio''. | [[File:CB pinocchio.jpg|thumb|230px|right|[[Carmelo Bene]] in ''Pinocchio''. | ||
<br><br>– Ma io non voglio fare né arti né mestieri...<br> | <br><br>– Ma io non voglio fare né arti né mestieri...<br> | ||
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{{Biblioteca/Titolo 2|nome=[[Enrico Baj]] | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big><span style="color:#C11B17">[[Enrico Baj]]</span></big>|autore=Enrico Baj|altro=}} | ||
[[Image:Baj Ubu.jpg|left|thumb|230px|[[Enrico Baj]] (Milano, [[31 ottobre]] [[1924]] - Vergiate, Varese, [[16 giugno]] [[2003]]) è stato un pittore, grafico, scultore e saggista [[libertario]] italiano. Nella foto: [[Baj]] davanti al suo Ubu Re.]] | [[Image:Baj Ubu.jpg|left|thumb|230px|[[Enrico Baj]] (Milano, [[31 ottobre]] [[1924]] - Vergiate, Varese, [[16 giugno]] [[2003]]) è stato un pittore, grafico, scultore e saggista [[libertario]] italiano. Nella foto: [[Baj]] davanti al suo Ubu Re.]] | ||
«La Patafisica, come l'[[arte]], difende il principio della [[libertà]] e della [[libertà]] esistenziale e raccomanda proprio l'immaginario della fantasia quale migliore arma di difesa per preservare almeno l'autonomia del nostro pensiero. La Patafisica è una forma di resistenza all'oppressione in quanto tale. Proprio perché vi è un'oppressione a livello di potere, vi è un'oppressione al livello anche culturale, è evidente che ormai l'industria e l'organizzazione culturale sono opprimenti ed è anche evidente che si svolgono solo secondo modelli che sono quelli che piacciono al Grande Fratello. Quindi noi vediamo che l'oppressione, che va dall'asservimento dell'individuo e dei suoi comportamenti ai media e alla diffusione estrema di un sistema di produzione e di consumo forzato, è presente ovunque (da '''''Che cos'è la Patafisica?''''')». | «La Patafisica, come l'[[arte]], difende il principio della [[libertà]] e della [[libertà]] esistenziale e raccomanda proprio l'immaginario della fantasia quale migliore arma di difesa per preservare almeno l'autonomia del nostro pensiero. La Patafisica è una forma di resistenza all'oppressione in quanto tale. Proprio perché vi è un'oppressione a livello di potere, vi è un'oppressione al livello anche culturale, è evidente che ormai l'industria e l'organizzazione culturale sono opprimenti ed è anche evidente che si svolgono solo secondo modelli che sono quelli che piacciono al Grande Fratello. Quindi noi vediamo che l'oppressione, che va dall'asservimento dell'individuo e dei suoi comportamenti ai media e alla diffusione estrema di un sistema di produzione e di consumo forzato, è presente ovunque (da '''''Che cos'è la Patafisica?''''')». | ||
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{{Biblioteca/Titolo 2|nome=[[Franz Kafka]] | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big><span style="color:#C11B17">[[Franz Kafka]]</span></big>|autore=Franz Kafka|altro=}} | ||
[[Image:Kafka2.gif|right|thumb|230px|[[Franz Kafka]] (Praga [[3 luglio]] [[1883]] - Kierling presso Vienna [[3 giugno]] [[1924]]) è stato uno scrittore boemo di lingua tedesca, considerato uno dei maggiori del XX secolo, nonché un simpatizzante dell'[[anarchismo]] in età giovanile e un autore profondamente influenzato dalle istanze più autenticamente [[libertarie]] in campo etico e filosofico.]] | [[Image:Kafka2.gif|right|thumb|230px|[[Franz Kafka]] (Praga [[3 luglio]] [[1883]] - Kierling presso Vienna [[3 giugno]] [[1924]]) è stato uno scrittore boemo di lingua tedesca, considerato uno dei maggiori del XX secolo, nonché un simpatizzante dell'[[anarchismo]] in età giovanile e un autore profondamente influenzato dalle istanze più autenticamente [[libertarie]] in campo etico e filosofico.]] | ||
'''''Davanti alla legge''''' (''Vor dem Gesetz'') è una storia contenuta nel romanzo ''Il Processo'' (''Der Prozess''): vi si racconta di un uomo che attende per tutta la vita davanti alla porta aperta della Legge, il cui ingresso gli è vietato dal guardiano con le parole «non ora», che lasciano intravedere un consenso futuro. Quando l'uomo giunge alal fine della sua resistenza e della sua vita, il guardiano gli rivela che quella porta era aperta solo per lui, e la richiude. Secondo alcuni interpreti, l'uomo si è fatto intimidire: non è la forza che gli impedisce di entrare, ma la paura, la mancanza di fiducia in se stesso, la falsa obbedienza all'[[autorità]], la sottomissione passiva. «È perduto perché non osa mettere la propria legge personale al di sopra dei tabù collettivi, la cui tirannia è rappresentata dal guardiano». La ragione profonda per la quale l'uomo non varca la barriera verso la Legge e verso la vita è la paura, l'esitazione, la mancanza di ardimento. Il timore di colui che implora il diritto di entrare è ciò che dà al guardiano la forza di sbarragli la strada. La naturale conseguenza di questa sottomissione passiva è la schiavitù volontaria, motore della [[gerarchia]], tema che [[Kafka]] aveva certamente trovato nell'opera di uno scrittore che adorava: [[Fëdor Dostoevskij]]. | '''''Davanti alla legge''''' (''Vor dem Gesetz'') è una storia contenuta nel romanzo ''Il Processo'' (''Der Prozess''): vi si racconta di un uomo che attende per tutta la vita davanti alla porta aperta della Legge, il cui ingresso gli è vietato dal guardiano con le parole «non ora», che lasciano intravedere un consenso futuro. Quando l'uomo giunge alal fine della sua resistenza e della sua vita, il guardiano gli rivela che quella porta era aperta solo per lui, e la richiude. Secondo alcuni interpreti, l'uomo si è fatto intimidire: non è la forza che gli impedisce di entrare, ma la paura, la mancanza di fiducia in se stesso, la falsa obbedienza all'[[autorità]], la sottomissione passiva. «È perduto perché non osa mettere la propria legge personale al di sopra dei tabù collettivi, la cui tirannia è rappresentata dal guardiano». La ragione profonda per la quale l'uomo non varca la barriera verso la Legge e verso la vita è la paura, l'esitazione, la mancanza di ardimento. Il timore di colui che implora il diritto di entrare è ciò che dà al guardiano la forza di sbarragli la strada. La naturale conseguenza di questa sottomissione passiva è la schiavitù volontaria, motore della [[gerarchia]], tema che [[Kafka]] aveva certamente trovato nell'opera di uno scrittore che adorava: [[Fëdor Dostoevskij]]. | ||
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{{Biblioteca/Titolo 2|nome=[[Murray Bookchin]] | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big><span style="color:#C11B17">[[Murray Bookchin]]</span></big>|autore=Murray Bookchin|altro=}} | ||
[[Image:Bookchin.jpg|thumb|250px|left|[[Murray Bookchin]]]] | [[Image:Bookchin.jpg|thumb|250px|left|[[Murray Bookchin]]]] | ||
'''''Fabbrica, scuola di potere''''' è un articolo di [[Murray Bookchin]] in cui viene criticata l'[[scuola|istituzione soclastica]]. L'articolo è stato tratto da ''Interrogations'', n. 17/18, 1979. | '''''Fabbrica, scuola di potere''''' è un articolo di [[Murray Bookchin]] in cui viene criticata l'[[scuola|istituzione soclastica]]. L'articolo è stato tratto da ''Interrogations'', n. 17/18, 1979. | ||
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{{Biblioteca/Titolo 2|nome=[[Stig Dagerman]] | {{Biblioteca/Titolo 2|nome=<big><span style="color:#C11B17">[[Stig Dagerman]]</span></big>|autore=Stig Dagerman|altro=}} | ||
[[File:Stig Dagerman ca 1950.jpg|miniatura|[[Stig Dagerman]]]] | [[File:Stig Dagerman ca 1950.jpg|miniatura|[[Stig Dagerman]]]] | ||
«Non tutti i detrattori dell'[[anarchismo]] hanno la stessa idea del pericolo ideologico che esso rappresenta e questa idea varia in funzione del loro grado di armamento e delle possibilità legali che hanno di farne uso. Mentre in [[Spagna]], tra il [[1936]] e il [[1939]], l'[[anarchico]] era considerato così pericoloso per la [[società]] che conveniva sparargli addosso dai due lati (in effetti, non era esposto solo di fronte ai fucili tedeschi e italiani ma anche, alle spalle, alle pallottole degli «alleati» comunisti), l'[[anarchico]] svedese è considerato in certi ambienti radicali, ed in particolare [[marxisti]], un romantico impenitente, una specie di idealista della politica con complessi liberali profondamente radicati. In modo più o meno cosciente, si chiudono gli occhi sul fatto, pertanto capitale, che l'ideologia [[anarchica]], accoppiata a una teoria economica (il [[sindacalismo]]) è sfociata in Catalogna durante la guerra civile, in un sistema di produzione perfettamente funzionante, basato sull'eguaglianza economica e non sul livellamento mentale, sulla cooperazione pratica senza violenza ideologica e sulla coordinazione razionale senza eliminazione della libertà individuale: concetti contraddittori che sfortunatamente sembrano essere sempre più diffusi sotto forma di sintesi» (da '''''Io e l'anarchismo''''', [[1946]]). | «Non tutti i detrattori dell'[[anarchismo]] hanno la stessa idea del pericolo ideologico che esso rappresenta e questa idea varia in funzione del loro grado di armamento e delle possibilità legali che hanno di farne uso. Mentre in [[Spagna]], tra il [[1936]] e il [[1939]], l'[[anarchico]] era considerato così pericoloso per la [[società]] che conveniva sparargli addosso dai due lati (in effetti, non era esposto solo di fronte ai fucili tedeschi e italiani ma anche, alle spalle, alle pallottole degli «alleati» comunisti), l'[[anarchico]] svedese è considerato in certi ambienti radicali, ed in particolare [[marxisti]], un romantico impenitente, una specie di idealista della politica con complessi liberali profondamente radicati. In modo più o meno cosciente, si chiudono gli occhi sul fatto, pertanto capitale, che l'ideologia [[anarchica]], accoppiata a una teoria economica (il [[sindacalismo]]) è sfociata in Catalogna durante la guerra civile, in un sistema di produzione perfettamente funzionante, basato sull'eguaglianza economica e non sul livellamento mentale, sulla cooperazione pratica senza violenza ideologica e sulla coordinazione razionale senza eliminazione della libertà individuale: concetti contraddittori che sfortunatamente sembrano essere sempre più diffusi sotto forma di sintesi» (da '''''Io e l'anarchismo''''', [[1946]]). |