Jean Grave: differenze tra le versioni

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== Pensiero ==
== Pensiero ==
Di tendenza [[anarco-comunismo|comunista-anarchico]] ed ostile all'[[individualismo]], Grave concentrava i suoi scritti nella critica alla società di fine ‘800, spaziando su una serie di argomentazioni che andavano dallo sviluppo dell'idea anarchica, alle proposte rivoluzionarie e ai metodi di lotta per poterla conseguire.
Di tendenza [[anarco-comunismo|comunista-anarchico]] ed ostile all'[[individualismo]], Grave concentrava i suoi scritti nella critica alla società di fine ‘800, spaziando su una serie di argomentazioni che andavano dallo sviluppo dell'idea anarchica, alle proposte rivoluzionarie e ai metodi di lotta per poterla conseguire.
:«La rivoluzione non è un'idea, non è una concezione sociale. È un fatto, una necessità, un mezzo. Essa deve sbarazzarsi degli ostacoli che impediscono l'evoluzione umana. Essa non condurrebbe un elemento nuovo all'evoluzione sociale, se quelli che la compiono non hanno, in potenza, nel loro cervello, un'idea che li faccia agire. [...] Gli autoritari che hanno la pretesa di impadronirsi del potere e di servirsene per il bene di tutti possono, loro, considerare come secondarie le loro idee di trasformazione sociale. Cosa importa che gli individui sappiano più o meno ciò che si attende da loro, se si spera di servirsene per assicurare l'autorità a sostegno della quale, si opererà la trasformazione che si sarà decretata. Essendo l'obiettivo di impadronirsi del potere, basta radunare gli individui desiderosi di un semplice cambiamento politico, senza che vi sia bisogno di inculcare in loro delle nozioni di ciò che dovrà essere il nuovo ordine delle cose, poiché ci si assume l'incarico di pensare per loro. Quando si ha la volontà di comandare agli altri, è inutile anzi pericoloso- di cercare di istruirli su ciò che sarebbe per loro la cosa migliore. Pure se i capi sappiano ciò che decreteranno all'indomani della vittoria, inutile perdere tempo a ficcare delle idee nella testa di quelli che dovranno obbedire. [...]  E inoltre, ciò non riesce sempre; perché capita che quelli che si sono arruolati sfuggano al vostro comando per andare da un capo che gli sembra più idoneo. Ma per gli anarchici non funziona così. Bisogna che quelli che parteciperanno alla rivoluzione abbiano la chiara consapevolezza di ciò che loro stessi vogliono, e ciò non può essere loro dato che dalla comprensione precisa di un ideale [...]» (Jean Grave,  '''''[https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k81784n.image La panacée-revolution]''''', in «[[Les Temps Nouveaux]]» n. 7, [[1898]]).
:«La [[rivoluzione]] non è un'idea, non è una concezione sociale. È un fatto, una necessità, un mezzo. Essa deve sbarazzarsi degli ostacoli che impediscono l'evoluzione umana. Essa non condurrebbe un elemento nuovo all'evoluzione sociale, se quelli che la compiono non hanno, in potenza, nel loro cervello, un'idea che li faccia agire. [...] Gli autoritari che hanno la pretesa di impadronirsi del potere e di servirsene per il bene di tutti possono, loro, considerare come secondarie le loro idee di trasformazione sociale. Cosa importa che gli individui sappiano più o meno ciò che si attende da loro, se si spera di servirsene per assicurare l'autorità a sostegno della quale, si opererà la trasformazione che si sarà decretata. Essendo l'obiettivo di impadronirsi del potere, basta radunare gli individui desiderosi di un semplice cambiamento politico, senza che vi sia bisogno di inculcare in loro delle nozioni di ciò che dovrà essere il nuovo ordine delle cose, poiché ci si assume l'incarico di pensare per loro. Quando si ha la volontà di comandare agli altri, è inutile - anzi pericoloso - cercare di istruirli su ciò che sarebbe per loro la cosa migliore. Pure se i capi sappiano ciò che decreteranno all'indomani della vittoria, inutile perdere tempo a ficcare delle idee nella testa di quelli che dovranno obbedire. [...]  E inoltre, ciò non riesce sempre; perché capita che quelli che si sono arruolati sfuggano al vostro comando per andare da un capo che gli sembra più idoneo. Ma per gli anarchici non funziona così. Bisogna che quelli che parteciperanno alla [[rivoluzione]] abbiano la chiara consapevolezza di ciò che loro stessi vogliono, e ciò non può essere loro dato che dalla comprensione precisa di un ideale [...]» (Jean Grave,  '''''[https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k81784n.image La panacée-revolution]''''', in «[[Les Temps Nouveaux]]» n. 7, [[1898]]).


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