Convegno di Palermo: rapporti tra istituzioni, fascismo e criminalità: differenze tra le versioni

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«Soltanto l'anno scorso è stato girato dalla parte giusta l'armadio della vergogna, in cui c'erano tutti i fascicoli contro i criminali nazisti e fascisti, messi da parte perché non si facesse alcun processo. E quando i ministri italiani degli anni '50, in modo particolare i ministri della Difesa e dell'Interno, del governo Scelba, dettero ordine ai Procuratori generali di girare dall'altra parte l'armadio dei procedimenti penali iniziati nelle istruttorie, non lo fecero soltanto per la Germania, alleata degli Stati Uniti, ma perché lì c'erano una serie di fascicoli sui generali e militari italiani che erano stati reintegrati nelle loro cariche ed erano in attività nell'esercito italiano. Per quanto riguarda il peso dell'associazione mafiosa, è accertato che l'associazione mafiosa ha avuto un ruolo notevole nei sindaci che sono stati messi in Sicilia, dopo lo sbarco e dunque d'accordo con gli americani. E che dire di Angleton, capo dei servizi segreti americani? Un personaggio che ha un rilievo nella storia degli Stati Uniti del secondo dopoguerra. Repubblicano, massone e fascista come suo padre, era stato Presidente della Camera di commercio italo-americana di Milano e arriva in Sicilia con un piano molto preciso, nella direzione dell'anticomunismo e dell'utilizzazione dei fascisti. Un aspetto importante dell'antologia [il libro di Tanfraglia] è quello che riguarda la riorganizzazione dei fascisti in Sicilia. C'è un capitolo molto ampio di documenti che dimostra, da una parte, che i fascisti si riorganizzano ben prima della fondazione di organizzazioni politiche neofasciste e, dall'altra, che l'arrivo in Sicilia non solo di meridionali ma anche di puri settentrionali fa si che questi abbiano un ruolo notevole in tutta la lotta che la destra organizza contro la sinistra, contro i comunisti. Su questo esisteva soltanto un libro di Michele Fatica, intitolato ''Il fascismo clandestino'', che aveva potuto utilizzare solo documenti italiani per fare un passo avanti nello studio dell'organizzazione del fascismo dopo il '45 e la sua attività tra il '45 e il '48».
«Soltanto l'anno scorso è stato girato dalla parte giusta l'armadio della vergogna, in cui c'erano tutti i fascicoli contro i criminali nazisti e fascisti, messi da parte perché non si facesse alcun processo. E quando i ministri italiani degli anni '50, in modo particolare i ministri della Difesa e dell'Interno, del governo Scelba, dettero ordine ai Procuratori generali di girare dall'altra parte l'armadio dei procedimenti penali iniziati nelle istruttorie, non lo fecero soltanto per la Germania, alleata degli Stati Uniti, ma perché lì c'erano una serie di fascicoli sui generali e militari italiani che erano stati reintegrati nelle loro cariche ed erano in attività nell'esercito italiano. Per quanto riguarda il peso dell'associazione mafiosa, è accertato che l'associazione mafiosa ha avuto un ruolo notevole nei sindaci che sono stati messi in Sicilia, dopo lo sbarco e dunque d'accordo con gli americani. E che dire di Angleton, capo dei servizi segreti americani? Un personaggio che ha un rilievo nella storia degli Stati Uniti del secondo dopoguerra. Repubblicano, massone e fascista come suo padre, era stato Presidente della Camera di commercio italo-americana di Milano e arriva in Sicilia con un piano molto preciso, nella direzione dell'anticomunismo e dell'utilizzazione dei fascisti. Un aspetto importante dell'antologia [il libro di Tanfraglia] è quello che riguarda la riorganizzazione dei fascisti in Sicilia. C'è un capitolo molto ampio di documenti che dimostra, da una parte, che i fascisti si riorganizzano ben prima della fondazione di organizzazioni politiche neofasciste e, dall'altra, che l'arrivo in Sicilia non solo di meridionali ma anche di puri settentrionali fa si che questi abbiano un ruolo notevole in tutta la lotta che la destra organizza contro la sinistra, contro i comunisti. Su questo esisteva soltanto un libro di Michele Fatica, intitolato ''Il fascismo clandestino'', che aveva potuto utilizzare solo documenti italiani per fare un passo avanti nello studio dell'organizzazione del fascismo dopo il '45 e la sua attività tra il '45 e il '48».


«A noi tutti sembra ormai evidente un elemento importante, la '''''tesi della doppia realtà e del doppio [[Stato]]''''', valida per gli studi sull'Italia contemporanea, per far capire come noi entriamo a far parte di un sistema politico internazionale che sicuramente, almeno fino all'89, forse anche oltre, ha avuto un peso rilevante su quella che è stata la nostra stessa storia nazionale». <ref>«Un processo lento, che in Italia si è sviluppato per tappe e acquisizioni a partire dal riconoscimento dello status quo feudale nel sud da parte della monarchia sabauda in cambio della propria legittimazione. La mafia, dalle trattative per preparare lo sbarco alleato in Sicilia al sistema di scambio voto-favore dell'epoca democristiana, ha in seguito rappresentato un costante interlocutore per la repubblica. In tale contesto, il ruolo della capitale morale settentrionale è andato focalizzandosi sulla controparte legale, il riciclaggio di denaro. Equilibrio che si è tuttavia definitivamente infranto a cavallo degli anni '80, con lo scoppio di una sanguinosa guerra intestina. Conflitto che, con un bilancio assimilabile a una guerra civile, ha portato al prevalere dei clan più arretrati e feroci, i corleonesi, e a una tardiva reazione istituzionale» ([http://www.arivista.org/?nr=255&pag=23.htm da ''Antistato totalitario e antistato mafioso''], di Massimo Annibale Rossi).</ref>)
«A noi tutti sembra ormai evidente un elemento importante, la '''''tesi della doppia realtà e del doppio [[Stato]]''''', valida per gli studi sull'Italia contemporanea, per far capire come noi entriamo a far parte di un sistema politico internazionale che sicuramente, almeno fino all'89, forse anche oltre, ha avuto un peso rilevante su quella che è stata la nostra stessa storia nazionale». <ref>«Un processo lento, che in Italia si è sviluppato per tappe e acquisizioni a partire dal riconoscimento dello status quo feudale nel sud da parte della monarchia sabauda in cambio della propria legittimazione. La mafia, dalle trattative per preparare lo sbarco alleato in Sicilia al sistema di scambio voto-favore dell'epoca democristiana, ha in seguito rappresentato un costante interlocutore per la repubblica. In tale contesto, il ruolo della capitale morale settentrionale è andato focalizzandosi sulla controparte legale, il riciclaggio di denaro. Equilibrio che si è tuttavia definitivamente infranto a cavallo degli anni '80, con lo scoppio di una sanguinosa guerra intestina. Conflitto che, con un bilancio assimilabile a una guerra civile, ha portato al prevalere dei clan più arretrati e feroci, i corleonesi, e a una tardiva reazione istituzionale» (da [http://www.arivista.org/?nr=255&pag=23.htm da ''Antistato totalitario e antistato mafioso''], di Massimo Annibale Rossi).</ref>


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