Mafia e fascismo: differenze tra le versioni

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Quando nel [[1929]] Mori fu rimosso dal suo incarico (fu insignito del titolo di senatore del regno) il [[Fascismo|regime fascista]] «si preoccupò di diffondere l'idea che la Mafia, ormai, non fosse più un problema, ma essa "era tutt'altro che morta e si era anzi nuovamente istituzionalizzata"». <ref name="lopinionista">[https://web.archive.org/web/20090306222912/http://www.lopinionista.it/notizia.php?id=142 ''Lo stato italiano e la guerra civile contro la camorra''] (la citazione è da [https://archive.ph/dFwq ''Mafia e Fascismo''] di Davide Caracciolo).</ref>  
Quando nel [[1929]] Mori fu rimosso dal suo incarico (fu insignito del titolo di senatore del regno) il [[Fascismo|regime fascista]] «si preoccupò di diffondere l'idea che la Mafia, ormai, non fosse più un problema, ma essa "era tutt'altro che morta e si era anzi nuovamente istituzionalizzata"». <ref name="lopinionista">[https://web.archive.org/web/20090306222912/http://www.lopinionista.it/notizia.php?id=142 ''Lo stato italiano e la guerra civile contro la camorra''] (la citazione è da [https://archive.ph/dFwq ''Mafia e Fascismo''] di Davide Caracciolo).</ref>  


L'efficacia della lotta alla mafia, prima e dopo Cesare Mori, fu quindi condizionata dai rapporti tra mafia e [[fascismo]], secondo cui spesso il regime si servì della "caccia al mafioso" come strumento [[repressivo]] atto a giustificare gli attacchi agli [[antifascismo|antifascisti]] e/o ai [[fascisti]] non in linea con il PNF ([[Mafia_e_fascismo#Cesare_Mori_e_il_caso_Alfredo_Cucco|caso Alfredo Cucco]]; il [[fascismo]] si servì, invece, di un noto capobastone mafioso per ammazzare dell'anarchico [[Carlo Tresca]], irriducibile combattente contro [[fascismo]] e mafia). Non a caso, dopo la rimozione di Mori, i più importanti mafiosi, collusi col [[Fascismo|fascismo]], subirono pene lievi ed amnistie varie, che gli consentirono di ritornare ad operare sotto la copertura dei gerarchi [[fascisti]] siciliani o persino di divenire loro stessi dei gerarchi. La mafia era rientrata, come accade anche attualmente, in rapporto simbiotico con i [[poteri]] dello [[Stato]].
L'efficacia della lotta alla mafia, prima e dopo Cesare Mori, fu quindi condizionata dai rapporti tra mafia e [[fascismo]], secondo cui spesso il regime si servì della "caccia al mafioso" come strumento [[repressivo]] atto a giustificare gli attacchi agli [[antifascismo|antifascisti]] e/o ai [[fascisti]] non in linea con il [[Fascismo|PNF]] ([[Mafia_e_fascismo#Cesare_Mori_e_il_caso_Alfredo_Cucco|caso Alfredo Cucco]]; il [[fascismo]] si servì, invece, di un noto capobastone mafioso per ammazzare dell'anarchico [[Carlo Tresca]], irriducibile combattente contro [[fascismo]] e mafia). Non a caso, dopo la rimozione di Mori, i più importanti mafiosi, collusi col [[Fascismo|fascismo]], subirono pene lievi ed amnistie varie, che gli consentirono di ritornare ad operare sotto la copertura dei gerarchi [[fascisti]] siciliani o persino di divenire loro stessi dei gerarchi. La mafia era rientrata, come accade anche attualmente, in rapporto simbiotico con i [[poteri]] dello [[Stato]].


===Considerazioni sull'attività di Cesare Mori===
===Considerazioni sull'attività di Cesare Mori===
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Cesari Mori non si pose alcun problema, col consenso di Benito Mussolini, di andare a colpire il [[fascista]] siciliano maggiormente in vista, Alfredo Cucco, che probabilmente in questa fase non era integrabile nella linea del [[Fascismo|PNF]] in Sicilia, il che giustificava il desiderio di Mussolini di allontanare dal partito (non fu risparmiato neppure l'ex ministro della guerra, il potente generale Antonino Di Giorgio), seppur temporaneamente, individui che potevano ostacolare l'ascesa del [[Fascismo|fascismo]] nell'isola (Cucco era mal visto dagli agrari, molti dei quali erano mafiosi, quindi Mussolini auspicò l'allontanamento di quest'individuo allo scopo di non alienarsi la simpatia dei latifondisti).
Cesari Mori non si pose alcun problema, col consenso di Benito Mussolini, di andare a colpire il [[fascista]] siciliano maggiormente in vista, Alfredo Cucco, che probabilmente in questa fase non era integrabile nella linea del [[Fascismo|PNF]] in Sicilia, il che giustificava il desiderio di Mussolini di allontanare dal partito (non fu risparmiato neppure l'ex ministro della guerra, il potente generale Antonino Di Giorgio), seppur temporaneamente, individui che potevano ostacolare l'ascesa del [[Fascismo|fascismo]] nell'isola (Cucco era mal visto dagli agrari, molti dei quali erano mafiosi, quindi Mussolini auspicò l'allontanamento di quest'individuo allo scopo di non alienarsi la simpatia dei latifondisti).


Nel [[1927]] Cucco venne espulso dal PNF «per indegnità morale» e accusato, grazie alle indagini di Cesari Mori, di essere colluso con la mafia. Dopo essere stato assolto quattro anni dopo, Cucco rientrò nell'isola e riprese l'attività politica, quando, grazie anche alla sua assenza, l'insediamento nel [[Fascismo|PNF]] siciliano dei latifondisti dell'Isola, collusi con la mafia o essi stessi mafiosi, era oramai completato.
Nel [[1927]] Cucco venne espulso dal [[Fascismo|PNF]] «per indegnità morale» e accusato, grazie alle indagini di Cesari Mori, di essere colluso con la mafia. Dopo essere stato assolto quattro anni dopo, Cucco rientrò nell'isola e riprese l'attività politica, quando, grazie anche alla sua assenza, l'insediamento nel [[Fascismo|PNF]] siciliano dei latifondisti dell'Isola, collusi con la mafia o essi stessi mafiosi, era oramai completato.


La personalità di Cucco è descritta da Leonardo Sciascia come una «figura del fascismo isolano, di linea radical-borghese e progressista, per come Christopher Duggan e Denis Mack Smith <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Denis_Mack_Smith breve biografia non esauriente di Denis Mack Smith]</ref> lo definiscono, che da questo libro ottiene, credo giustamente, quella rivalutazione che vanamente sperò di ottenere dal fascismo, che soltanto durante la repubblica di Salò lo riprese e promosse nei suoi ranghi» <ref>[http://www.italialibri.net/dossier/mafia/professionistiantimafia.html Scritto di Leonardo Sciascia]</ref>.
La personalità di Cucco è descritta da Leonardo Sciascia come una «figura del fascismo isolano, di linea radical-borghese e progressista, per come Christopher Duggan e Denis Mack Smith <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Denis_Mack_Smith breve biografia non esauriente di Denis Mack Smith]</ref> lo definiscono, che da questo libro ottiene, credo giustamente, quella rivalutazione che vanamente sperò di ottenere dal fascismo, che soltanto durante la repubblica di Salò lo riprese e promosse nei suoi ranghi» <ref>[http://www.italialibri.net/dossier/mafia/professionistiantimafia.html Scritto di Leonardo Sciascia]</ref>.


Nel libro ''Le mafie'', lo storico Paolo Pezzino <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Pezzino breve biografia di Paolo Pezzino]</ref> ipotizza che l'esautorazione di Cucco fu un particolare caso politico in quanto [[Fascismo|fascista]] avverso agli agrari. Infatti,
Nel libro ''Le mafie'', lo storico Paolo Pezzino <ref>[http://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_Pezzino breve biografia di Paolo Pezzino]</ref> ipotizza che l'esautorazione di Cucco fu un particolare caso politico in quanto [[Fascismo|fascista]] avverso agli agrari. Infatti,
Alfredo Cucco rientrò nel partito solo nel [[1937]]; nel [[1938]] fu tra i firmatari del "manifesto della razza" (pubblicato con il titolo ''Il fascismo e i problemi della razza''), nell'aprile del [[1943]] Mussolini lo nominò vice segretario nazionale del PNF, quindi aderì alla Repubblica Sociale Italiana dove divenne Sottosegretario alla Cultura popolare. Alla fine della guerra, nonostante tali precedenti, sarà prosciolto "stranamente" da ogni accusa e diverrà un notabile del neonato MSI.
Alfredo Cucco rientrò nel partito solo nel [[1937]]; nel [[1938]] fu tra i firmatari del "manifesto della razza" (pubblicato con il titolo ''Il fascismo e i problemi della razza''), nell'aprile del [[1943]] Mussolini lo nominò vice segretario nazionale del [[Fascismo|PNF]], quindi aderì alla Repubblica Sociale Italiana dove divenne Sottosegretario alla Cultura popolare. Alla fine della guerra, nonostante tali precedenti, sarà prosciolto "stranamente" da ogni accusa e diverrà un notabile del neonato MSI.


==Considerazioni sul caso Tresca ==
==Considerazioni sul caso Tresca ==
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