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L''''anarchismo pacifista''' o '''anarcopacifismo''' è una corrente del movimento anarchico che rifiuta ogni forma di violenza, tanto quella proveniente dallo [[Stato]] quanto quella che si origina nei conflitti sociali, promovendo al contrario il pacifismo e le azioni non violente. | L''''anarchismo pacifista''' o '''anarcopacifismo''' è una corrente del movimento anarchico che rifiuta ogni forma di violenza, tanto quella proveniente dallo [[Stato]] quanto quella che si origina nei conflitti sociali, promovendo al contrario il pacifismo e le azioni non violente. | ||
Storicamente l'[[anarchismo]] si è sempre considerato come parte integrante di quelle lotte sociali che accettano qualunque mezzo, compresa la violenza, per eliminare [[gerarchia]] e [[autorità]] (infatti l'unico principio chiaro dell'[[anarchismo]] è proprio quello che nessun essere umano deve dominare su altri). Secondo i pacifisti anarchici, i principi "postivi" dell'[[anarchismo]] sono stati oscurati dalla serie di [[anarchismo insurrezionale|insurrezioni]] violente, realizzatesi tra la fine del secolo XIX e l'inizio del XX, che portarono all'identificazione dell'"anarchia" con il "terrorismo". [[File:Photo 7 Council 1938, WRI Bart de Ligt.jpg|thumb|160 px|[[Bart de Ligt]] nel 1938.]]In tale contesto, per impedire l'accostamento dei due termini (anarchia=terrorismo), l'anarchico pacifista propone il rifiuto totale della violenza come mezzo per abbattere [[autorità]] e [[gerarchia]]. Per gli anarcopacifisti proprio lo sviluppo delle moderne reti di comunicazione ha permesso il riscatto dei veri principi dell'[[anarchismo]]: [[uguaglianza]] e [[libertà]], evitando l'identificazione di quest'ultimo con la violenza. | Storicamente l'[[anarchismo]] si è sempre considerato come parte integrante di quelle lotte sociali che accettano qualunque mezzo, compresa la violenza, per eliminare [[gerarchia]] e [[autorità]] (infatti l'unico principio chiaro dell'[[anarchismo]] è proprio quello che nessun essere umano deve dominare su altri). Secondo i pacifisti anarchici, i principi "postivi" dell'[[anarchismo]] sono stati oscurati dalla serie di [[anarchismo insurrezionale|insurrezioni]] violente, realizzatesi tra la fine del secolo XIX e l'inizio del XX, che portarono all'identificazione dell'"anarchia" con il "terrorismo". [[File:Photo 7 Council 1938, WRI Bart de Ligt.jpg|thumb|160 px|[[Bart de Ligt]] nel [[1938]].]]In tale contesto, per impedire l'accostamento dei due termini (anarchia=terrorismo), l'anarchico pacifista propone il rifiuto totale della violenza come mezzo per abbattere [[autorità]] e [[gerarchia]]. Per gli anarcopacifisti proprio lo sviluppo delle moderne reti di comunicazione ha permesso il riscatto dei veri principi dell'[[anarchismo]]: [[uguaglianza]] e [[libertà]], evitando l'identificazione di quest'ultimo con la violenza. | ||
L''''[[anarchismo]] pacifista''' non impedisce l'esistenza di regole condivise, di “giudici” ([[Individuo|individui]] rispettati per la loro integrità morale), del concetto di delitto o dell'economia autogestionaria; non rifiuta l'esistenza di alcune forme di “potere”, purché queste non vengano monopolizzare da poche persone o entità. Per questo gli anarchici pacifisti credono non debbano esistere politici, parlamentari o governi, ma solo popoli che decidano le “[[Regole e anarchia|regole]]” secondo lo schema “''una persona un voto''”, senza alcun rappresentante o intermediario di professione, riconsegnando inoltre la parola "politica" al suo reale significato etimologico di “partecipazione cittadina”. | L''''[[anarchismo]] pacifista''' non impedisce l'esistenza di regole condivise, di “giudici” ([[Individuo|individui]] rispettati per la loro integrità morale), del concetto di delitto o dell'economia autogestionaria; non rifiuta l'esistenza di alcune forme di “potere”, purché queste non vengano monopolizzare da poche persone o entità. Per questo gli anarchici pacifisti credono non debbano esistere politici, parlamentari o governi, ma solo popoli che decidano le “[[Regole e anarchia|regole]]” secondo lo schema “''una persona un voto''”, senza alcun rappresentante o intermediario di professione, riconsegnando inoltre la parola "politica" al suo reale significato etimologico di “partecipazione cittadina”. |