André Breton: differenze tra le versioni

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A partire dal [[1947]], cominciano a sorgere dubbi in lui sul [[socialismo]] [[marxista]], soprattutto adesso che il suo grande amico [[Lev Trotsky]] è stato assassinato. Durante l'anno, il [[giornale anarchico]] francese ''[[Le Libertaire]]'', a dimostrazione di questo suo ritorno di fiamma verso le idee [[libertarie]], pubblica molti contributi dei surrealisti. Le affinità tra surrealisti e anarchici sono dovute all'ambizione di entrambi di proporre all'essere umano una poetica dell'amore e un'[[etica]] della [[libertà]], in antitesi alla [[violenza]] e all'odio del XX secolo. André Breton è tra i primi a riconoscerlo: «Al di sopra dell'arte, della poesia, che lo si voglia o no, sventola una bandiera rossa e nera». <ref name="bre"></ref>
A partire dal [[1947]], cominciano a sorgere dubbi in lui sul [[socialismo]] [[marxista]], soprattutto adesso che il suo grande amico [[Lev Trotsky]] è stato assassinato. Durante l'anno, il [[giornale anarchico]] francese ''[[Le Libertaire]]'', a dimostrazione di questo suo ritorno di fiamma verso le idee [[libertarie]], pubblica molti contributi dei surrealisti. Le affinità tra surrealisti e anarchici sono dovute all'ambizione di entrambi di proporre all'essere umano una poetica dell'amore e un'[[etica]] della [[libertà]], in antitesi alla [[violenza]] e all'odio del XX secolo. André Breton è tra i primi a riconoscerlo: «Al di sopra dell'arte, della poesia, che lo si voglia o no, sventola una bandiera rossa e nera». <ref name="bre"></ref>


Dal [[1951]] al [[1953]], numerosi articoli surrealisti trovano posto nella stessa rivista. Negli opuscoli a carattere letterario e artistico trovano spazio le polemiche contro lo [[stalinismo]], il [[colonialismo]], il [[anticlericalismo|clericalismo]] e il [[sindacalismo|sindacalismo riformista]]. Il [[12 ottobre]] [[1951]] compare un articolo su ''[[Le Libertaire]]'' in cui si può leggere:
Dal [[1951]] al [[1953]] numerosi articoli surrealisti trovano posto nella stessa rivista. Negli opuscoli a carattere letterario e artistico trovano spazio le polemiche contro lo [[stalinismo]], il [[colonialismo]], il [[anticlericalismo|clericalismo]] e il [[sindacalismo|sindacalismo riformista]]. Il [[12 ottobre]] [[1951]] compare un articolo su ''[[Le Libertaire]]'' in cui si può leggere:
: «Surrealisti, noi non abbiamo cessato di dedicare alla '''Trinità''' Stato-lavoro-religione una esecrazione tale che ci ha spesso portati ad incontrarci con i compagni della Fédération Anarchiste Anarchiste [...] La loro congiunzione deve accelerare l'arrivo di un'epoca libera da qualsiasi gerarchia e costrizione.» <ref>[http://www.e-torpedo.net/article.php3?id_article=1341 Surrealismo e anarchismo per André Breton]</ref>  
: «Surrealisti, noi non abbiamo cessato di dedicare alla '''Trinità''' [[Stato]]-lavoro-religione una esecrazione tale che ci ha spesso portati ad incontrarci con i compagni della [[Fédération Anarchiste]] [...] La loro congiunzione deve accelerare l'arrivo di un'epoca libera da qualsiasi [[gerarchia]] e costrizione». <ref>[http://www.e-torpedo.net/article.php3?id_article=1341 Surrealismo e anarchismo per André Breton]</ref>  


Dopo la scomparsa della [[Federazione Comunista Libertaria Francese]], Breton e Péret collaboreranno con «[[Le Monde Libertaire]]», organo della [[Fédération anarchiste]]. Nel [[1960]], è tra i firmatari del ''Manifesto dei 121'', dichiarazione sul diritto alla diserzione della guerra d'Algeria. Contemporaneamente, insieme ad [[Albert Camus]], [[Jean Cocteau]], [[Jean Giono]] e l'abbé Pierre, si impegna nella difesa dell'[[obiezione di coscienza]], collaborando col comitato creato dall'anarchico [[Louis Lecoin]]. Alla fine il comitato otterrà, nel [[1963]], la legalizzazione dello status di obiettori di coscienza.
Dopo la scomparsa della [[Federazione Comunista Libertaria Francese]], Breton e Péret collaboreranno con «[[Le Monde Libertaire]]», organo della [[Fédération anarchiste]]. Nel [[1960]], è tra i firmatari del ''Manifesto dei 121'', dichiarazione sul diritto alla diserzione della guerra d'Algeria. Contemporaneamente, insieme ad [[Albert Camus]], [[Jean Cocteau]], [[Jean Giono]] e l'abbé Pierre, si impegna nella difesa dell'[[obiezione di coscienza]], collaborando col comitato creato dall'anarchico [[Louis Lecoin]]. Alla fine il comitato otterrà, nel [[1963]], la legalizzazione dello status di obiettori di coscienza.
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